
Il libro è un approfondito saggio sull'accompagnamento alla morte, che attinge alla filosofia, alla psicologia, alla spiritualità, alla medicina. L'autore contestualizza l'argomento delineando lo scenario socioculturale e socioistituzionale dello "stare accanto"; affronta il tema della sofferenza psicologica nella malattia cronica e terminale; analizza il concetto di "tempo della malattia", così come vissuto dal malato; si dedica al concetto di "cura" e del "prendersi cura", proponendo spunti di riflessione per chi sta accanto al malato, con l'individuazione di una sorta di decalogo che aiuti a passare dalla "prestazione" alla "relazione".
Quante donne maltrattate incontrano i nostri studenti ogni giorno nelle aule di scuola? Non si parla delle storie di cronaca, di cui giustamente si discute con i docenti, e non vogliamo nemmeno pensare a testimonianze dirette di loro compagne. Diciamo di donne di carta, non di carne, che popolano le pagine su cui studiano tutti: da Ifigenia a Francesca da Rimini, da Ermengarda a Marianna de Leyva, e molte altre ancora. L'autore non propone alcuna epurazione del curriculum scolastico, né tantomeno l'edulcorazione dei testi che alle nuove sensibilità contemporanee possano apparire problematici. Si propone l'esatto contrario: conosciamole meglio queste pagine disturbanti. Preferiamole ad altre, nella libera scelta che ogni docente opera all'interno dei propri piani di lavoro.
Questo tempo globalizzato ci appare complesso, frammentato e povero di gratuità. La cultura dello scarto, le guerre protratte e dimenticate, il gioco cinico della geopolitica, le gravi condizioni in cui versa la nostra casa comune ci interpellano e ci riguardano. L'idea individualistica che l'uomo è un'isola e costruisce il suo io in modo indipendente è un abbaglio, perché la persona umana è parte di una comunità sociale e politica, pur conservando la propria unicità spirituale. Questo libro, nato dall'esperienza in campo umanitario e formativo dell'autrice, è come un "manuale di formazione" per chi opera nel campo della "cura", in tutte le sue accezioni, e al tempo stesso una riflessione e un appello alla società nel suo insieme.
Un libro che si propone di mettere in luce gli aspetti "generativi" del mondo digitale, visto come "mondo della possibilità" e non solo come "mondo della negazione". Quello che si sta cercando è un "cambio di narrazione". Dal "distruttivo" al "generativo" senza ingenue illusioni. Il tema della "generatività" è declinato a partire da alcuni elementi che interessano certamente il periodo dello sviluppo ma in realtà sono comprensivi di tutto l'arco di vita del soggetto, in quella che ormai potremmo definire "condizione di vita post-digitale". In modo particolare si analizzano quei temi che rendono "generativo" il digitale e che rappresentano una possibilità di speranza per il futuro: Comunicazione; Creatività; Condivisione; Partecipazione; Relazione; Trascendenza. Prefazione di Domenico Pompili. Postfazione di Alberto Ravagnani.
«Io filmo l'intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kie?lowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema. Questo libro fruga nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l'umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia. Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi». Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell'Oltre, cui tutti aneliamo.
Scritto in forma autobiografica, il libro narra la storia vera di due volontari (una professionista e un sacerdote) che ricevono l'incarico di condurre un percorso per genitori che vivono il dolore per la recente perdita di un figlio e che si ritrovano a mettere a fuoco un metodo di auto-mutuo-aiuto originale realizzato secondo l'ottica della psicologia della Gestalt. I vari protagonisti a poco a poco, guidati anche da una coppia che ha già elaborato il proprio dolore, ritrovano il valore di un mondo che sembrava ormai senza senso e riacquistano la percezione del proprio sentire e delle relazioni; maturano un amore per la vita nuovo, dove sanno che nessuno potrà mai togliere loro l'amore che nutrono per i propri figli. Riquadri esplicativi delle logiche seguite, tavole e altro materiale rendono il testo uno strumento professionale a carattere scientifico.
Come arriva una persona a valutare ciò che è bene e ciò che è male? Cosa la motiva a perseguire ciò che ha riconosciuto come bene anche in assenza di un «controllore» e quando ciò comporta una rinuncia? Nel volume si argomenta come non sia possibile indagare gli aspetti psicologici che intervengono nelle questioni sollevate da questi interrogativi senza tener conto che essi coinvolgono la prospettiva filosofica e antropologica da cui ci si muove nell'abbordarli. Nella visione cristiana, l'uomo è miscuglio di polvere e soffio: incessante spinta al superamento di sé nella ricerca di un approdo per il desiderio di infinito che si scopre dentro e, al contempo, costantemente alle prese con il suo limite e la sua precarietà.
Questo libro nasce da un viaggio e da una scoperta che ho fatto dopo cinquant'anni di ascolti attenti perplessi: l'immagine di Fabrizio (e anche quella del suo Cristo) continuava ad apparire e scomparire come un'Isola Misteriosa e Leggendaria. Non so se sono riuscito a vederla davvero, ma quello che avete fra la mani è il diario di questa lunga avventura. E di un'affascinante, strenua scommessa, fatta per rispondere all'eterna domanda: Voi chi dite che io sia?
Nota sull'ultimo rapporto del Dicastero per la Dottrina della Fede e il Dicastero per la Cultura e L'Educazione
Storie vere di genitori alle prese con figli adolescenti.
Prefazione di Marcello Bernardi
«Per scrivere un libro come questo, secondo me, occorrono tre doti: un linguaggio adatto a chiunque, una profonda conoscenza del bambino e, non trascurabile, il buon senso. Rita Gay le possiede tutte e tre. Le pagine che seguono si leggono con estrema facilità, vorrei dire con un certo godimento, e non richiedono alcuna preparazione "scientifica". Sono proprio per tutti. Per di più sono scritte bene. [...] Pagine da leggere, anche in questo nostro tempo saturo di parole sui bambini» (dalla Prefazione).
Un vero A,B,C della crescita emotiva e affettiva del bambino, negli anni prescolari, in relazione alla crescita emotiva e affettiva del genitore stesso. La realizzazione del volume nasce dall'esperienza diretta dell'Autrice negli incontri con i genitori, generalmente coordinati da uno psicologo, previsti e promossi dalla legge 285/97 (Legge Turco) per favorire una vera e attenta cultura dell'infanzia. Il volume è arricchito da una parte di laboratorio, dove vengono offerti validi spunti, domande e provocazioni agli adulti per riflettere su se stessi, sulla propria infanzia e sui propri atteggiamenti rispetto al mondo infantile.
INDICE
Affettività, Aggressività, Autonomia, Autorevolezza, Autostima, Bugie e segreti, Desiderio e magia, Emozioni, Empatia, Felicità e sofferenza, Frustrazioni, Immaginazione e verità, Impegno, Litigi fraterni, Lodi e ricompense, Lutti e separazioni, Nonni, Obbedienza, Paure, Punizioni, Regole, Religiosità, Sculaccioni, Sesso e paure, Sicurezza, Socializzazione, Soldi, Tempo libero, Viziare.
Dalle comunicazioni di massa alla comunicazioni medianti il computer si può tracciare l'evoluzione storica, analizzare gli aspetti tecnologici e valutare l'impatto sociale ricorrendo a discipline specialistiche, ma ai fini di una prima introduzione alla materia risulta utile la descrizione che l'Autore fa delle diverse fasi di sviluppo dei media alla luce del contesto socio-politico e del clima culturale nel quale queste si realizzano. La presentazione in parallelo di dati e accadimenti salienti, nell'arco di tempo che va dalla prima industrializzazione del sistema dell'informazione fino agli inizi degli anni Duemila, vuole favorire la ricostruzione di un quadro d'insieme, propedeutico ad ogni successivo approfondimento.