
"Ordine politico e cambiamento sociale" è una delle opere maggiori dello scienziato politico statunitense Samuel P. Huntington, un capolavoro destinato a lasciare un segno indelebile nella storia della cultura e del pensiero politico del Novecento. Al centro del volume campeggia il problema della stabilità politica, ossia delle condizioni che permettono a un regime di preservare l'ordine politico, minimizzando i fenomeni della violenza e della corruzione. Pur prendendo spunto specialmente dalle difficoltà dello sviluppo politico incontrate dai paesi che affrontano le fasi turbolente della modernizzazione socio-economica, il libro sviluppa una teoria della stabilità e del cambiamento politico che ha validità più generale, offrendo preziosi punti di riferimento per lo studio di tutte quelle situazioni in cui le dinamiche di trasformazione investenti la società alimentano istanze di destabilizzazione degli assetti politici, innescando pericolosi fenomeni di disordine e di decadenza politica. La prospettiva in cui la questione di fondo viene affrontata è profondamente innovativa. Huntington rovescia una visione della politica ormai vecchia di secoli, riproponendo il problema del governo e delle istituzioni politiche con un vigore e un'intensità ineguagliati, e riformulando, all'interno di uno schema teorico compatto, le tematiche classiche della teoria politica. Presentazone di Francesco Battegazzorre. Prefazione di Francis Fukuyama.
La statura di un autore si misura, oltre che sull'originalità del suo lavoro, sulla sua capacità di imporre temi, argomenti e proposte con cui dovranno confrontarsi sia gli studiosi sia l'opinione pubblica. Su queste basi Huntington può certamente essere annoverato tra i pensatori che più hanno contribuito a orientare la discussione sui grandi temi politici dell'epoca contemporanea.
Tutti conoscono Michelle Hunziker per il senso dell'umorismo, l'autoironia, i lunghi capelli biondi e il sorriso sfolgorante. Eppure c'è stato un tempo in cui quel sorriso era la più luminosa delle maschere, indossato per nascondere le fragilità di una ragazza di poco più di vent'anni. Proprio nel momento più buio della sua esistenza avviene l'incontro destinato a cambiarla. Lei è una donna accogliente, materna, empatica, capace di intercettare negli altri le debolezze e le crepe di cui forse nemmeno sono consapevoli: proprio per questo, una formidabile manipolatrice. La mela rossa con la quale seduce Michelle ha il sapore dolce della comprensione profonda, dell'ascolto privo di giudizio. Dopo di che, la puniva abbandonandola, impedendole ogni tipo di contatto con lei e con gli altri membri della setta, "perché prima di tornare tra noi devi purificarti". Con la speranza che condividere la sua esperienza possa aiutare chi ne sta vivendo una simile, Michelle racconta i quattro anni trascorsi in una setta: i ricatti, le privazioni, il controllo costante, la progressiva perdita dell'indipendenza, la paura di rimanervi invischiata per sempre e il terrore alla sola idea di venirne fuori. Fino a quando ha trovato la forza di uscirne. Grazie all'amore.
Vostro figlio è maldestro, goffo, ha difficoltà a coordinarsi, non riesce a vestirsi, scrive male e lentamente? E se fosse disprassico? Nonostante sia tutt'altro che rara, la disprassia è un disturbo ancora molto poco conosciuto: i genitori spesso non hanno informazioni al riguardo, non sanno cosa fare dopo la diagnosi, non ne conoscono le conseguenze sul piano cognitivo e non dispongono di strumenti per aiutare il proprio figlio a scuola e a casa. In questo libro Caroline Huron, ricercatrice in scienze cognitive nonché madre di una bambina disprassica, mette a disposizione la sua esperienza personale e le sue competenze professionali per comprendere gli aspetti clinici di un problema che, se non rilevato in tempo, può compromettere seriamente lo sviluppo e il rendimento scolastico del bambino. Integrato con sezioni specificamente dedicate al contesto italiano, il volume offre a genitori e insegnanti una panoramica completa sui criteri diagnostici e gli aspetti normativi, oltre che metodi e suggerimenti per gestire al meglio le difficoltà che possono presentarsi in famiglia così come in classe. Un'appendice sugli strumenti compensativi e dispensativi indicati per i soggetti disprassici fornisce inoltre tutte le indicazioni necessarie per semplificare la vita di questi bambini, aumentarne l'autonomia e farne degli adulti sereni e consapevoli.
Sotto il titolo di "Storia critica delle idee" è proposto in traduzione italiana un ciclo unitario di lezioni tenute da Husserl al termine dell'anno 1923 presso l'Università di Freiburg. Ciò che lo rende prezioso e che ne fa anzi un caso unico nell'insieme della produzione di Husserl, è l'andamento storico-filosofico della riflessione. I temi fenomenologici vengono qui fatti emergere in una considerazione critica delle tappe fondamentali della storia della filosofia europea - da Platone e dalla filosofia greca in genere fino a Leibniz e a Kant attraverso Descartes e l'empirismo inglese. Questo orientamento storico agevola certamente la comprensione perché rende esplicita la portata critico-polemica di ciascuna problematica, radicandola solidamente all'interno di luoghi ben noti della riflessione filosofica che vengono sollecitati secondo nuove direzioni interpretative. Nello stesso tempo, valutazioni e giudizi sul passato filosofico si ribaltano sul modo di intendere la fenomenologia, suggerendo prospettive interpretative inusuali. Ciò vale in particolare per l'ampiezza del dibattito sull'empirismo inglese, che mostra un'incidenza, non solo come obiettivo polemico, ma anche sul piano della formazione delle tematiche fondamentali, spesso trascurata dalla critica corrente.
Chi siamo? Come ci rapportiamo al mondo e agli altri? Che ruolo hanno il sonno e i sogni? Nei trentadue saggi che compongono questa raccolta, Siri Hustvedt prende per mano il lettore e lo guida in un viaggio alla scoperta dei misteri dell'identità umana, muovendosi sicura tra i classici del pensiero, le ultime scoperte delle neuroscienze e le opere di artisti del passato e del presente. Molti testi partono da esperienze personali - un giocattolo introvabile alla vigilia di Natale, i ripetuti e violenti attacchi di emicrania, il rapporto di amore taciuto con il padre - e giungono a conclusioni di valore universale. Ma a fare da bussola lungo il percorso ci sono anni di letture e osservazioni sul campo. Hustvedt esplora memoria e percezione, si addentra nei meccanismi del linguaggio e della letteratura, girovaga tra dipinti e fotografie. Il paesaggio cambia, ma a ben vedere presenta una costante: l'emozione, ora flessa in una delle sue forme e integrata nello sfondo, ora nitida nella sua natura di strumento indispensabile alla sopravvivenza. E qua e là, tra Freud, Damasio e Goya, spuntano ciuffi di colore - un omino e un bue rosa, dei fiori rossi in un vaso, una bottiglietta di vetro verde - ma anche gli abiti delle dive dei vecchi film in bianco e nero. Che denunci i trucchi della retorica politica post 11 settembre o rifletta sull'umanità dello sguardo di una Madonna col bambino trecentesca, Siri Hustvedt ha il dono di una rara appassionata lucidità.
In passato oggetto di aspre critiche, i test riscuotono oggi un crescente successo; non vi è infatti rivista che non proponga più o meno seriamente un test, e diverse sono le opere che sostengono di svelarne i segreti. Questo volume, nell'intento di presentare il tema da un punto di vista scientifico, analizza i test di intelligenza nei diversi aspetti: dalla nascita del concetto di intelligenza e dai primi tentativi di misurarla, alla definizione di test e delle sue proprietà, alla descrizione dei reattivi di intelligenza più diffusi, fino all'applicazione dei test di intelligenza nei diversi ambiti, clinico, educativo e lavorativo. Una guida introduttiva di grande utilità per tutti coloro che a diverso titolo sono interessati alla definizione di intelligenza e alla sua misurazione.
Come consideriamo i nostri bambini? Come li educhiamo? Come coltiviamo le doti che possiedono da sempre, fin da quando sono neonati? Sappiamo riconoscerle, o lasciamo che siano le nostre personali ambizioni a determinare ciò su cui vale la pena "investire"? Forse, noi stessi non siamo minimamente diventati quello che volevamo diventare. E, allo stesso modo, presi dalla frenesia e dall'ansia da prestazione che caratterizza la nostra società, rischiamo di non vedere e non rispettare i talenti presenti nei nostri bambini, o di "fraintenderli", fuorviati da un'idea sbagliata di talento e intelligenza. Sulla base di questa riflessione, i due autori invitano a superare modelli educativi obsoleti e criteri di selezione che tendono a confondere le predisposizioni e i talenti con i voti alti in pagella. Oggi, fatichiamo, imbrigliati come siamo in schemi educativi vetusti e in un'idea di successo superficiale, ad apprezzare l'iniziativa e il carattere individuale del bambino. Ci limitiamo a esprimere un giudizio di valore in base a come svolge i compiti affidatigli o le informazioni che immagazzina, senza riconoscere e valorizzare il suo reale potenziale. Tuttavia, anche la ricerca neuroscientifica oggi conferma che il bambino, ogni bambino, è già competente, è "dotato", fin dalla nascita. Pertanto la questione non è come educarlo, bensì scoprire, e portarlo a scoprire, i suoi "tesori nascosti".
"Dans la gauche il y a toujours quelque chose de sinistre", ironizzano talora i francesi. Un po' meno i "rossi" italiani, che di sinistro, nella propria condizione, vedono solo l'incerto futuro. Un futuro compromesso, a livello politico, da scelte consolidatamente perdenti oltre che da una vistosa mancanza di idee e, a livello personale, da una difficoltà sempre più marcata a riconoscersi (con se stessi e rispetto agli altri) in "qualcosa" di condiviso e condivisibile. Specie di fronte alle realtà e ai problemi quotidiani e ben poco eludibili di cui Jacopo Iacoboni dà conto nelle pagine di questo libro, ispirate a percorsi di singoli individui che incrociano i temi del grande smarrimento. La diffidenza per la meritocrazia, le ambiguità sulla violenza, l'antisemitismo a sinistra, il rapporto con altre religioni, per esempio l'Islam; la possibilità della guerra per cambiare regime contro i tiranni; la sicurezza che da tabù finalmente infranto diventa un nuovo totem, pericolosamente conformista; i silenzi delle neofemministe di fronte alla violenza, anche mortale, sul corpo delle donne, da Ayaan Hirsi Ali a Hina Salem, fino alla giovane Neda, simbolo delle violenza di Teheran. Temi di fronte ai quali bisognerà provare a "essere" di sinistra, senza la sinistra.