
L'Italia è divisa in due: Pil pro capite, condizioni di vita, diritti sociali, libertà civili dicono che il Mezzogiorno rimane arretrato rispetto all'Italia e all'Europa. Perché? Alcune spiegazioni parlano addirittura di una diversità genetica dei meridionali, o risalgono alla monarchia normanna; altre puntano il dito contro il Nord colpevole di aver sfruttato un Sud che prima dell'Unità sarebbe stato florido e avanzato; o chiamano in causa la sfavorevole collocazione geografica. Secondo Felice, sono state le classi dirigenti meridionali a ritardare lo sviluppo, dirottando le risorse verso la rendita più che verso gli usi produttivi. Al Sud occorre dunque modificare la società, spezzando le catene socio-istituzionali che la condannano all'arretratezza.
Il nostro paese ha conosciuto fasi alterne di prosperità e di declino: dopo i successi del Novecento, da anni sembra arenato nelle secche di una lunga stagnazione, che non trova paragoni nel resto dell'Occidente. Come è stato possibile passare da una realtà economica tra le più floride all'attuale declino? Alla luce delle più aggiornate ricerche sul reddito e sulla disuguaglianza, sul divario Nord-Sud e sulla performance delle imprese, il libro mostra come l'origine dei successi e dei fallimenti italiani sia da ricercarsi nell'assetto politico e istituzionale del paese, nelle sue classi dirigenti e nel modo in cui esse hanno inciso, nel bene o nel male, sulle condizioni profonde della crescita.
Il libro affronta dapprima il divario nord-sud come nodo cruciale e irrisolto nel nostro paese, poi l’evolvere della politica italiana negli ultimi quattro anni con i governi Renzi e Gentiloni, e quindi con quello M5S-Lega che - a giudizio dell’autore - rappresenta con la Brexit il maggior fattore di rischio della costruzione europea, fuori dalla quale l’Italia sarebbe probabilmente meno libera e meno democratica. Infine, guardando appunto all’Europa, Felice si concentra sulla crisi dell’umanesimo liberale che ne costituisce la sostanza, chiedendosi con preoccupazione se si sia spezzato quell’eccezionale colpo d’ala, nel benessere e nei diritti, che fin qui ha accompagnato l’emancipazione umana.
Emanuele Felice è professore ordinario di Politica economica nell’Università Gabriele d’Annunzio di Pescara. Con il Mulino ha pubblicato «Divari regionali e intervento pubblico. Per una rilettura dello sviluppo in Italia» (2007), «Perché il Sud è rimasto indietro» (nuova ed. 2016), «Ascesa e declino. Storia economica d’Italia» (nuova ed. 2018) e «Storia economica della felicità» (2017). È editorialista della «Repubblica».
Dopo l'11 settembre, il governo degli Stati Uniti ha applicato la cosiddetta dottrina Bush che consiste nella difesa preventiva e nella promozione della libertà e della democrazia nei paesi islamici. Tale modo di intendere la politica estera contemporanea pone tuttavia seri problemi etici e politici. Lungo le pagine di questo libro, trentasei grandi intellettuali, da Norman Podhoretz a George Weigel, si interrogano su questi temi dando vita a un dibattito di grande interesse e attualità.
L'approccio con il quale teologi, politologi ed economisti neo-conservatori hanno tentato di affrontare le questioni legate alle trasformazioni sociali, culturali e politiche evidenzia un metodo che ha posto in primo luogo il problema del rinnovamento delle istituzioni, piuttosto che la restaurazione di un ordine ormai passato di cui probabilmente sono in pochi a nutrire nostalgia, avendo cura di una realtà socio-culturale in continua trasformazione, estremamente vivace e plurale come quella americana. La modernità, a differenza di quanto affermano i paleoconservatori, non rappresenta la tomba della tradizione, quanto il momento per vivere più adeguatamente gli ideali di libertà e di responsabilità in ambito politico.
I termini "neocon" e "teocon" sono entrati prepotentemente nel linguaggio comune. Ma chi sono in realtà i neocon e i teocon? E che differenze esistono tra i due movimenti? Questo libro si pone come guida rivolta al grande pubblico per capire meglio e orientarsi all'interno di questa nuova realtà politica.
Il libro analizza il significato delle nozioni di popolo, autorità e democrazia nella tradizione del popolarismo, in un fecondo incontro con la tradizione liberale. Il punto fermo del popolarismo sturziano è un'idea di "popolo" del tutto differente da quella fornita dai populismi di ogni tipo. In particolare, il problema di fronte al quale Sturzo pone i cattolici riguarda la domanda se essi dovrebbero accettare un regime politico che nega le libertà, in cambio dell'ottenimento di privilegi. L'assenso verso tali regimi è impraticabile per un cattolico, a pena di sacrificare la propria coscienza sull'altare dell'idolo della Politica. Il popolarismo sturziano mette in discussione la nozione di popolo declinata al singolare, per declinarla al plurale. Tale pluralismo salvaguarda e presuppone il valore della coscienza individuale e non si lascia assorbire in un indistinto misticismo politico di impronta tanto giacobina quanto organicistica: il brodo di coltura di ogni populismo.
La nostra Repubblica è fondata sul lavoro. E proprio nel lavoro le diverse culture politiche hanno trovato il punto di caduta più simbolico della Costituzione. Questo riferimento a un laburismo di ispirazione cattolica conserva tutta la sua attualità perché continua a essere il fondamento di una cultura politica popolare, di una comunità internazionale ispirata ai valori dell'interdipendenza e della solidarietà, nella quale sia impossibile il ricorso alla guerra in quanto strumento impraticabile e anacronistico. Un lavoro plurale e dalle conclusioni aperte, caratterizzato dalla consapevolezza che un contrasto fra idee non è mai un dramma, bensì un'opportunità.
Questo volume cerca di studiare le possibilità di interscambio tra media e formazione, sostenendo la tesi di un'educazione ai media intesa come nuova sfida di quell'educazione liberale che dovrebbe accomunare tutti i soggetti in crescita.
Descrizione dell'opera
«Porsi sulla via del simbolo non significa estraniarsi dalla realtà, ma riaprire gli occhi su se stessi e sul mondo in cui si vive per ristabilire un contatto, non banale, che sappia andare oltre la superficie dei fenomeni» (dalla Premessa).
La sfida educativa sollecita tutti gli educatori - ivi compresi gli insegnanti di religione (Idr) - a ricercare nuove strade per incontrare bambini e ragazzi nelle loro effettive esperienze di vita. L'autrice ritiene che una di queste possa essere il simbolo, sia perché il mondo del bambino e dell'adolescente ne è straordinariamente ricco, sia per la valenza che il simbolo possiede nel cristianesimo e nelle varie tradizioni religiose.
Lavorare con i simboli significa guidare gli studenti a sviluppare una modalità diversa di vedere se stessi e il mondo, a suscitare una capacità percettiva in grado di cogliere non solo «i paesaggi esteriori» dei fatti, ma anche quelli «interiori » dei significati.
Il testo offre riflessioni e spunti per lo sviluppo di itinerari didattici e percorsi interdisciplinari - dalla scuola dell'infanzia a quella secondaria di secondo grado -, che integrino la programmazione del docente e gli permettano di sperimentare la ricchezza della didattica del simbolo.
Sommario
I. SULLA VIA DEL SIMBOLO. Premessa. Andar per simboli… una strada ancora percorribile? Il linguaggio segreto delle cose. Alle radici di una parola… Un nuovo modo di conoscere. Il simbolo nella storia delle religioni. Simboli religiosi e società laiche. Simboli e sacramenti. II. PERCORSI DI DIDATTICA DEL SIMBOLO. Il simbolo nell'educazione religiosa: la didattica del simbolo. 1. SCUOLA DELL'INFANZIA E SCUOLA PRIMARIA. Criteri per una didattica del simbolo con i bambini. Racconti che introducono nella dimensione simbolica. Percorsi simbolici a partire dagli elementi naturali. Il corpo come simbolo. Dai segni al simbolo distintivo dei cristiani: la croce. Imparare a vivere insieme: un mondo di colori. 2. SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO. Guidati dai simboli alla scoperta della propria identità. I simboli nelle realtà create dagli uomini. Quando i simboli fanno vivere. 3. SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO. Introduzione al simbolo e al linguaggio simbolico. Conoscersi con l'aiuto dei simboli. «La vita è per me come…». Legami e libertà. La vita: un'insanabile passione. Simboli religiosi in una società laica?
Note sull'autrice
FRANCA FELIZIANI KANNHEISER è stata docente IRC prima in Germania e poi in Italia in diversi ordini di scuola. Attualmente è docente di pedagogia della religione presso alcune facoltà teologiche del Piemonte e si dedica alla formazione degli Idr. È psicologa di indirizzo psicodinamico, esperta in problematiche dell'infanzia e dell'adolescenza. Ha studiato didattica del simbolo presso l'Università di Monaco con i maggiori esponenti di questa disciplina, tra cui K. Tilmann, H. Halbfas, F. Oser. È autrice di numerosi testi scolastici per l'IRC e di un gran numero di articoli in cui vengono applicati i criteri della didattica del simbolo.
Era il 1978 quando due giornalisti seguirono Christiane e i suoi amici negli angoli più bui della metropolitana di Berlino. Fu un viaggio all'inferno, raccontato in un libro che divenne il simbolo di una generazione falciata e trasformò la protagonista nell'incarnazione dell'inquietudine giovanile. Trentacinque anni dopo, Christiane ci impressiona e ci commuove come allora raccontandoci un'intera vita di solitudine e disperazione: la disintossicazione, gli anni felici e folli insieme agli idoli del rock e della letteratura, le ricadute, la lotta per la sopravvivenza in un carcere femminile, le amicizie pericolose, le malattie; gli aborti, e un figlio adolescente di cui le è stata sottratta la custodia. "Non ho più niente. Non ho più amici, e nessuno può immaginare cosa mi tocca passare ancora oggi, solo perché sono quella che sono. Sono questi i momenti in cui guardo fuori dalla finestra e mi chiedo: 'Farà poi così male buttarsi di sotto?'". Christiane non ha paura di scoprirsi, ed è ancora una volta la sua spietata onestà a fare di questo memoir un racconto coraggioso e commovente: "lo sono e resterò sempre una star del buco. Un animale da fiera. Una bestia rara. Una ragazza dello zoo di Berlino".