
La dubbia fama di Nerone per due millenni è stata fondata su una serie di gesti pubblici stravaganti, in genere scandalosi, spesso repellenti. Assassinò sua madre, dopo esserci forse andato a letto, uccise in un accesso di rabbia la moglie incinta, castrò e sposò un giovane liberto che gliela ricordava, calcò le scene nei panni di un eroe impazzito e di una partoriente, suonò la cetra mentre Roma bruciava, trasformò i cristiani in fiaccole per illuminare la notte. Senza tentare di riabilitare il mostro che la storia ci ha consegnato, Edward Champlin, professore alla Princeton University, mette in luce la determinazione con cui Nerone plasmò la propria storia sui miti greci e romani, uomo di pubbliche relazioni in anticipo sul suo tempo.
La dubbia fama di Nerone per due millenni è stata fondata su una serie di gesti pubblici stravaganti, in genere scandalosi, spesso repellenti. Assassinò sua madre, dopo esserci forse andato a letto, uccise in un accesso di rabbia la moglie incinta, castrò e sposò un giovane liberto che gliela ricordava, calcò le scene nei panni di un eroe impazzito e di una partoriente, suonò la cetra mentre Roma bruciava, trasformò i cristiani in fiaccole per illuminare la notte. Senza tentare di riabilitare il mostro che la storia ci ha consegnato, Edward Champlin, professore alla Princeton University, mette in luce la determinazione con cui Nerone plasmò la propria storia sui miti greci e romani, uomo di pubbliche relazioni in anticipo sul suo tempo.
Una storia sulle società segrete dall'epoca di Galileo ai nostri giorni, il loro rapporto con la Chiesa e la scienza, il funzionamento e i misteri del Vaticano, e i complotti per distruggerlo. La Chiesa ha esercitato per secoli la propria egemonia sulla società occidentale, in una battaglia densa di enigmi e inganni, avvalendosi di una sofisticata rete di influenze. Molti scienziati e innovatori furono perseguitati e condannati per le loro idee rivoluzionarie. Nacquero così varie società segrete con l'obiettivo di preservare la verità e di indebolire il potere del Vaticano.
"Era come se la Vergine Maria fosse discesa dal cielo direttamente da Disneyland." Così Federico Fellini descriveva l'arrivo di Ingrid Bergman a Roma, nel 1949. La diva svedese, garanzia di successo per i produttori cinematografici americani, giungeva in Italia per girare un film ma di lì a poco si sarebbe innamorata del regista, Roberto Rossellini, separandosi dal primo marito e suscitando scandalo in tutto il mondo. Da esempio di pura bellezza a simbolo del peccato, subito esiliata da Hollywood. Che lei, però, avrebbe saputo riconquistare. Non mancano le scelte coraggiose, le battaglie combattute, le passioni vissute senza nascondersi, nell'avventura umana di una delle interpreti più amate della storia del grande schermo, che qui lascia cadere tutte le maschere imposte dai personaggi incontrati nella sua carriera. Intrecciando le sincere e sorprendenti confessioni dell'attrice con i ricordi di numerosi interpreti del mondo del cinema - da Cary Grant a Liv Ullmann, da Anthony Quinn a Michelangelo Antonioni, con un ruolo speciale per una delle figlie della Bergman, Isabella - Charlotte Chandler traccia il ritratto inedito di una donna che fece innamorare Alfred Hitchcock e sfidò il carisma di Ingmar Bergman.
Daniel Chandler - partendo dalle idee di uno dei più grandi filosofi dei nostri tempi, John Rawls - disegna una società più giusta e libera e indica un'agenda ambiziosa e concreta per realizzarla. Nella prima parte del libro, Chandler espone con grande chiarezza l'idea di Rawls di una società insieme equa e libera, in cui tutti i cittadini vedano rispettate le fondamentali libertà personali e collettive e abbiano nei fatti le stesse opportunità di fare una buona vita. Nella seconda parte espone invece i provvedimenti che si possono realizzare nei diversi ambiti della vita individuale e collettiva, rifacendosi alle esperienze concrete di vari paesi e a molte proposte articolate uscite in questi anni. Si compone così una agenda ampia e variegata, che va dall'istruzione alle leggi elettorali, dai congedi parentali al reddito universale, dal salario minimo alla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, dalla tassazione dei patrimoni più alti ai limiti nell'uso delle emissioni di carbonio. «Nella storia,» - scrive Chandler alla fine del libro - «i sogni utopici di una società migliore sono sempre stati la linfa vitale del progresso. Molto di ciò che oggi diamo per scontato - la libertà dalla schiavitù, il suffragio universale, l'esistenza dello Stato sociale - un tempo non era altro che il parto dell'immaginazione di riformatori sociali idealisti. I partiti progressisti hanno bisogno di guidare anziché seguire, di riacquistare un senso di autonomia politica e di presentare una tesi sostanzialmente morale del perché e del come si possa cambiare la società in meglio. I valori morali sono sempre stati importanti in politica, e oggi forse lo sono più che mai».
Raymond Chandler si racconta. La biografia, il mestiere, i libri del padre del romanzo hard boiled rivivono attraverso una straordinaria antologia di lettere e saggi. La nuova traduzione di Sandro Veronesi e le illustrazioni di Igort fanno da guida a un affascinante viaggio dietro le quinte del noir. In appendice "The poodle springs story", l'ultimo romanzo incompiuto di Chandler con il suo investigatore Philip Marlowe.
Volume pubblicato in occasione dei cinquant’anni dalla nascita della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” affidata alle Figlie di Maria Ausiliatrice che racchiude le ragioni, la storia, le testimonianze e gli sviluppi di questa istituzione che ebbe inizio formalmente il 27 giugno 1970 con l’approvazione da parte della allora Sacra Congregatio pro Institutione Catholica per la consociazione della neonata Facoltà di Scienze dell’Educazione al Pontificio Ateneo Salesiano.
Pechino, marzo 1852: durante la selezione delle consorti imperiali, lo sguardo dell'imperatore Xianfeng si posa su una sedicenne dai tratti non belli, forse, ma senza dubbio affascinanti. Di lì a poco, il cenno di approvazione del Figlio del Cielo schiuderà le porte della Città Proibita alla donna che, ammessa a corte come semplice concubina, si ritroverà in breve a reggere le redini dell'ormai morente dinastia Qing con il titolo di Imperatrice vedova Cixi. Considerata in Cina una despota dalle vedute ristrette, Cixi intraprese invece una coraggiosa politica di modernizzazione che, ispirandosi ai metodi occidentali, scosse il Paese dal suo immobilismo millenario: a lei si devono infatti l'introduzione del telegrafo e della ferrovia, la costruzione di una flotta moderna e l'avvio della pratica di estrazione mineraria, la riforma del sistema legale (con l'abolizione di pratiche quali la fasciatura dei piedi) e l'istituzione di scuole e università di livello. Il tutto mentre affrontava le rivolte dei Taiping prima e dei Boxer dopo, le "guerre dell'oppio" e le mire espansionistiche di russi e giapponesi, sventando i complotti orditi alle sue spalle. Questa biografia, avvalendosi di materiali fino a poco tempo fa inaccessibili, ribalta gli stereotipi per tracciare il ritratto di una figura ancora poco nota agli storiografi occidentali: quella di una donna energica e lungimirante che, in un contesto tutt'altro che favorevole, governò per quarant'anni le sconfinate terre del Celeste Impero.
Questo saggio è ricco di rivelazioni che tra l'altro smontano il mito della Lunga Marcia, e mostra un Mao sconosciuto: completamente privo di idealismo, ottenne il potere grazie ai suoi complessi rapporti con Stalin, che datavano dagli anni '20, e a una serie di complotti, avvelenamenti e ricatti. Ma dopo aver conquistato la Cina nel 1949, il suo scopo segreto era diventato la conquista del mondo, e per inseguire questo sogno Mao arrivò a causare la morte di 38 milioni di persone nella più grande carestia registrata nella storia. In tutto, più di 70 milioni di persone persero la vita sotto il governo di Mao, e questo in tempo di pace.
Che cos’è Donguan? Una città, verrebbe da rispondere, se il termine non si applicasse solo per difetto a un enorme agglomerato di fabbriche, collegate da una rete di tangenziali che non contemplano il passaggio, o anche solo la presenza, di pedoni. Ma perché a Donguan arrivano ogni giorno, dalle sterminate campagne di tutto il paese, migliaia di ragazze? Qui la risposta è più semplice: intanto perché le braccia delle giovani donne sono le più ambite, nel mercato del lavoro cinese, e poi perché una ragazza, in un posto come Donguan, può realizzare il suo sogno, l’unico apparentemente concesso, in Cina, oggi: fare carriera. Certo le condizioni di partenza sono durissime: turni massacranti, paghe minime, il tempo che avanza al lavoro reinvestito nell’apprendimento coattivo di quei rudimenti di inglese senza il quale una carriera non può avere inizio. E come alternativa, una bella serata fra colleghe al karaoke aziendale. Ma le ragazze di Donguan – e in particolare le quattro che Leslie T. Chang, in questo suo magnifico e appassionante reportage, ha seguito per anni, un giorno dopo l’altro – sono disposte ad accettare tutto: un nomadismo incessante (per una fabbrica in cui si trova posto ce n’è sempre un’altra che offre condizioni migliori, e in cui bisogna trasferirsi il prima possibile); relazioni personali fuggevoli, ma irrinunciabili, non fosse altro che per le informazioni che ne possono derivare; e una vita interamente costruita intorno al possesso di un unico bene primario, il cellulare (perderlo, in un posto come Donguan, significa conoscere all’istante una solitudine quasi metafisica). Sembra l’anticipazione di un incubo futuribile, ed è invece solo una scheggia di un presente parallelo al nostro, e molto più vicino di quanto vorremmo sperare.
«Questo libro rappresenta per me la sintesi di molti decenni di riflessione sul bello. E aggiunge al dibattito una nuova dimensione: quella della conoscenza scientifica tanto della contemplazione dell’opera d’arte, quanto della sua creazione. Con le neuroscienze infatti si apre un nuovo campo di ricerca sull'opera d’arte, per cui si può parlare ormai di una vera e propria “neuroscienza dell’arte”. Comprendere come il nostro cervello intervenga nella relazione tra l’essere umano e l’opera d’arte è divenuto possibile e promettente. Ed è il percorso che io vi propongo in questo mio nuovo libro». J.-P. Changeux
Che cosa significa “percepire”? In che modo siamo consapevoli della nostra esistenza? Che cosa impareremmo sulla nostra specie se integrassimo davvero neuroscienze, biologia e scienze umane con la storia della cultura?
In questa discussione affascinante e audace, Jean-Pierre Changeux ci guida nei meandri dell’oggetto fisico più complesso del mondo vivente: il cervello umano. Prendendo in considerazione le più recenti ricerche morfologiche, fisiologiche, chimiche e genetiche e collocandone le scoperte nel contesto dell’indagine psicologica, filosofica, artistica e letteraria, Changeux si avventura in modo illuminante nei nuovi territori in cui si incontrano queste differenti discipline. Con acutezza e immaginazione, spiega l’evoluzione del cervello e rivela quali possono essere i nuovi sviluppi neuroscientifici che si preannunciano per il futuro dell’umanità.
L'autore
Jean-Pierre Changeux è professore onorario al Collège de France e all’Institut Pasteur, membro dell’Académie des Sciences e della U.S. National Academy of Sciences. In questa collana ha pubblicato Ragione e piacere (1995) e La natura e la regola (con P. Ricoeur, 1999).
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