
L'utilizzo delle parole spesso vincola e limita l'informazione comunicata rendendola parziale. Il disegno in quanto modalità di comunicazione analogica e visuale, può arricchire questa parzialità, ma non il disegno in sé come insieme di tratti colorati (altrimenti si rischierebbe di considerarlo unicamente una tecnica o un compito) ma come mezzo attraverso il quale i soggetti organizzano, strutturano e interpretano se stessi e il proprio mondo sociale e culturale, rivelando al tempo stesso le loro idee, i loro sentimenti e le loro conoscenze. Le immagini, quindi - come d'altronde le foto, i video, il mito (e i miti familiari), i riti sociali - sono fatti di cultura o fatti sociali totali che riflettono il sistema di valori, i codici interpretativi ed i processi cognitivi del loro autore e mettono in scena la realtà sociale e culturale nella sua globalità, permettendo a singoli o gruppi di confrontarsi con molteplici versioni del mondo oltre quella accettata e dominante della propria cultura.
Chi sono i bambini pensati? Sono i bambini o i "bambini negli adulti" che hanno la possibilità di guardare e di essere visti, per poter così guardare a loro volta. Sono coloro che hanno o hanno avuto la possibilità di avere un posto nella mente dell'Altro, di essere stati desiderati dall'Altro. Sono i bambini che sono stati pensati e sognati dall'Altro, l'Altro per loro significativo. Il fatto è che in quanto esseri umani siamo .costituzionalmente. destinati ad inserire noi stessi all'interno di un mondo che ci pre-esiste. Non è possibile quindi negare che la natura di questo "incontro" condizionerà più o meno fortemente il nostro stato di esistente. La cornice teorica di riferimento per questo lavoro è il legame intersoggettivo. Si parla dunque di "contagi", come di "incontri di menti".
Gli esseri umani vivono in un perenne stato di sogno. Sognano quando il cervello dorme, ma anche quando è sveglio. Hanno saputo creare un grande sogno esteriore, il sogno della società costituito da innumerevoli sogni personali familiari e di comunità. Questo sogno esteriore possiede una grande quantità di regole che ci sono state inculcate fin dalla nascita. Abbiamo così imparato come comportarci in una data società, cosa credere, cosa è bene e cosa è male, bello o brutto, giusto o stagliato. Non abbiamo scelto queste credente e queste regole; ci siamo nati e le abbiamo apprese secondo un processo di addomesticamento in cui le informazioni sono passate dal sogno esteriore a quello interiore, andando a formare il nostro personale sistema di credente. A questo punto non c è più bisogno di istruttori esterni giacete diventiamo noi stessi i nostri giudici Tutto ciò che crediamo su noi stessi e sul mondo rientra in quel sogno interiore, che tuttavia ci è giunto dall. esterno e che ci impedisce di vederci per come siamo veramente.
L’odio si accumula sulle tracce delle mancanze ma è anche un elemento costitutivo dell'animo umano. Utile segnale di pericolo, protegge dalla disintegrazione mentale ed è spesso l'ultimo baluardo contro il crollo psicotico. Secondo l'autore, l'accoglimento e l'elaborazione dell'odio da parte dell'analista possono avviare un processo evolutivo. Come mostrano le numerose esemplificazioni cliniche, l'odio è correlato non solo ad aspetti distruttivi ma anche a momenti evolutivi sia del pensare sia dell'esistere.
Da un pioniere nel campo della salute mentale, un libro rivoluzionario sul potere curativo della “mindsight”, la capacità di focalizzare la propria attenzione sul mondo interno della mente.
Utilizzando casi tratti dalla sua pratica clinica, Siegel ci mostra come, seguendo un percorso adeguato, chiunque possa mettere fine a comportamenti compulsivi che lo tormentano, padroneggiare le emozioni e realizzare appieno le proprie potenzialità.
Daniel Siegel dirige il Mindsight Institute della University of California di Los Angeles.
Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, Mindfulness e cervello (2009).
“Amico beneficato, nemico dichiarato”, dice la saggezza popolare. Gli fai del bene, e credi che ti sarà riconoscente. O quantomeno, senza pretendere tanto, che almeno non ti si rivolta contro. E invece la vita è piena di casi in cui la persona che ha ricevuto un favore sviluppa un senso di rivalsa, magari di odio, verso il suo benefattore. Tecnicamente si chiama “sindrome rancorosa del beneficato”, una sorta di vendetta che scatta per il bene ricevuto, uno di quei meccanismi perversi coi quali la psicologia umana spesso ci sorprende. Partner supercoccolati che tradiscono, amici tolti dai guai che ti rinfacciano chissà che cosa, colleghi aiutati che ti pugnalano alle spalle: Maria Rita Parsi, con chiarezza e competenza, indaga nelle pieghe della nostra psiche per rivelarci i segreti di questo comportamento apparentemente assurdo eppure frequentissimo.
Più che da una presenza di cattive intenzioni, il male psicologico nasce da una assenza di consapevolezza. In analisi, paziente e terapeuta si trovano necessariamente nella zona grigia tra bene e male. Non vi sfuggirono i fondatori della psicoanalisi, come ricordano i casi di Anna O. e Sabine Spielrein: la sensazionale guarigione di quest’ultima sarebbe avvenuta senza le vistose inosservanze di ciò che oggi si considera limite professionale? I moderni manuali di «etica psicoterapeutica» contengono norme molto più estese, ma ogni approfondimento sembra aprire nuove zone grigie. Le regole troppo specializzate possono perdere il legame con l’etica generale. Si ripropone così l’imperativo di Kant: nel rapporto analitico, l’altro è un fine o un mezzo?
l'autore
Luigi Zoja, già presidente della IAAP, l'associazione che raggruppa gli analisti junghiani nel mondo, ha lavorato a Zurigo, New York e Milano. I suoi testi sono stati tradotti in quattordici lingue. Tra i saggi più recenti: Storia dell'arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo (2003), La morte del prossimo (2009) e Centauri. Mito e violenza maschile (2010). Presso Bollati Boringhieri sono usciti: Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre (2000), Giustizia e Bellezza (2007) e Contro Ismene. Considerazioni sulla violenza (2009). Ha vinto per due volte (2002 e 2008) il Gradiva Award, assegnato ogni anno negli Stati Uniti alla saggistica psicologica
Un metodo seguitissimo diventato punto di riferimento imprescindibile, dall'autore che ha stravolto l'approccio alla sindrome di Down. Attraverso parti teoriche e testimonianze dirette di progressi un tempo impensabili, questo libro presenta un metodo innovativo per accrescere il QI dei bambini Down, e costituisce insieme l'infrazione di un luogo comune: che non gli sia concesso il piacere d'imparare.
Esistono, oltre ai timori concreti, paure che, in quanto immaginarie, sono ancor più pericolose: privano un meccanismo di difesa della sua funzione originaria. Distinguendo tra mondo esteriore e mondo interiore, Andreoli ci mostra come sia quest’ultimo a condizionare maggiormente l’individuo: solo confrontandosi a fondo con “l’universo dentro di noi” è possibile imparare a conoscere le angosce che ci rubano la vita, per cercare di esorcizzarle e sconfiggerle.
Da venticinque anni il metodo “Marte e Venere” mette a fuoco le profonde differenze psicologiche ed emotive tra uomini e donne e aiuta milioni di persone a risolvere conflitti che sembravano insanabili. Oggi, dopo le conferme ottenute grazie ai progressi della scienza. John Gray scava ancor più in profondità nelle nostre relazioni. Come spiega lui stesso. "recenti studi hanno dimostrato come e quanto siamo diversi anche da un punto di vista biochimico. In questo libro vi aiuterò con spiegazioni e semplici accorgimenti a capire e governare gli ormoni che guidano le nostre emozioni: scoprirete che ricondurre alla ragione le tensioni è più facile di quanto avreste creduto".