Dopo un'accurata indagine storica, C. Siccardi propone la biografia di Mafalda di Savoia per farne conoscere più a fondo la vicenda: secondogenita di Vittorio Emanuele III ed Elena, morì nel campo di concentramento di Buchenwald nel 1944. In questo volume emergono non solo i momenti tragici, ma anche la personalità di una donna colta e intelligente, briosa e mite insieme; leggendo queste pagine si respira l'atmosfera socio-politica e culturale della prima metà del Novecento.
Completata nel suo ultimo mese di vita, l'autobiografia di Paul Feyerabend è l'autoritratto di uno dei più originali ed influenti intellettuali della fine del millennio, senza del quale la comprensione "moderna" della scienza sarebbe impossibile. Raramente un uomo di tale statura filosofica ha raccontato la propria vita in modo così onesto, tenero, gioioso. Paul K. Feyerabend (Vienna 1924 - Genolier 1994) ha insegnato Filosofia e Filosofia della scienza in numerose università europee e statunitensi.
Nel giugno del 1951 una giovane americana sbarca a Ischia per una lunga vancanza, Vista con gli occhi di oggi, l'isola aveva allora qualcosa di paradisiaco, soprattutto nella sua zona meno frequentata, intorno a Forio. Là, ogni estate, ritornavano W. H. Auden e il suo compagno Chester Kallman con i quali la nuova ospite stringe amicizia. Rare volte l'immagine di uno scrittore nella vita di ogni giorno ci è stata restituita con tanta perspicacia e affetto.
Anche se racconta la vita di Gillo Pontecorvo il libro non è solo un libro di cinema né, tantomeno, una biografia "oggettiva", ma piuttosto una sorte di autoritratto in una cronaca che segue settantanove anni di una vita molto speciale e di incontri e amicizie ancora più speciali: da Enrico Berlinguer, giovanissimo nel freddo di primo inverno dopo la guerra, a Marlon Brando sul set di "Queimada", da Giorgio Amendola, a Torino alle prese con il suo primo comizio "libero, a Pablo Picasso che si diverte alle spalle di due avidi galleristi, da Francis Picabia a Saint Tropez ai rivoluzionari algerini, da Pietro Ingrao che arringa la folla il 26 luglio 1946 a Roman Polanski, compagno di bohème romana.
"E' un fuoco vivo, quale non ho visto mai" dice Franz Kafka su Milena. Questa è la vita di Milena Jesenska raccontata dall'amica che la conobbe nel campo di concentramento di Ravensbruck.
Uno dei più grandi intellettuali italiani racconta la propria vita e testimonia in prima persona i temi e le angosce, le contraddizioni e il senso del Novecento.