
L’opera di Martin, la prima biografi a “ufficiale” del Nobel colombiano, si distingue per imparzialità e veridicità: «troppi sono gli aneddoti, le storie circolanti su Márquez, tutti aventi un barlume di verità» ammette l’autore. E di qui la decisione di scartare gli elementi inverosimili e di dare invece testimonianza di quelli contraddittori. La biografi a racconta l’affascinante ascesa di Márquez alla fama e alla ricchezza, ma anche il conflitto in lui tra celebrità e valore letterario, tra politica e scrittura, tra potere, solitudine e amore; il contrasto tra la sua origine caraibica e il mondo internazionale. Grazie a quindici anni di incontri e colloqui con Gabo, a oltre trecento interviste (tra cui quelle con Fidel Castro, Carlos Fuentes e Mario Vargas Llosa) e allo studio di un numero sterminato di documenti, Martin ricostruisce la vita del maestro del “realismo magico” e la storia della sua famiglia, vera, grande fonte di ispirazione. Molte pagine sono dedicate alla genesi e alla stesura delle opere. Martin non tace le due accuse lanciate a Márquez: la sua amicizia con Castro e il suo silenzio sugli abusi del regime cubano.
In sette conversazioni con il giornalista e storico Luciano Garibaldi, Giovanni Terzi, 46 anni, attualmente assessore del Comune di Milano, rivela il rapporto di intensa stima e di amore nei confronti del padre, il grande giornalista e narratore Antonio Terzi, scomparso l’8 settembre 2001.
Il libro riavvolge il colorato gomitolo della vita di Giovanni dalla prima infanzia, all’ingresso in politica, alla maturità ora raggiunta, nell’abbraccio sereno di papà Giovanni e di mamma Luisa e nella complicità forte con il fratello maggiore Pietro.
Ma rivivono nelle pagine, nello stile avvincente di un esperto giornalista, anche quarant’anni di storia e di vicende non soltanto milanesi, ma italiane, ricostruite attraverso il tessuto di relazioni e i fatti salienti della parabola umana e professionale di Antonio Terzi, oltre che attraverso i ricordi e le esperienze dei due autori-biografi: dagli «anni di piombo» ai protagonisti delle vicende di storia e di cronaca (solo per fare un nome, Enzo Tortora) che hanno segnato la seconda parte del Novecento, per irrompere nell’attualità, seguendo il cammino politico e culturale di Giovanni Terzi, professionista nella Milano di oggi, dove ha promosso una serie di iniziative volte al futuro della metropoli (tra le tante: i grandi concerti in piazza Duomo, il «sindaco d’agosto», la maratona, la fondazione di «Sìamo Milano», l’associazione che riunisce tutti gli «immigrati» di successo, i milanesi d’adozione che – come ha scritto il Corriere della Sera – «vogliono pagare il debito di riconoscenza con la città che li ha ospitati e ha permesso loro di fare strada nella vita»)...
Questo volume è, in definitiva, la storia di una famiglia affiatata, nel respiro di una famiglia più grande, altrettanto accogliente e unita, quale resta, nonostante tutto Milano.
Le contadine e le lavoranti a domicilio che faticano senza sosta, la casalinga meravigliata del suo primo bagno in casa. Le militanti cattoliche, le comuniste, le fasciste e le femministe di varie tendenze. Le donne che trasportano bombe per liberare il proprio paese, quelle disposte a commettere un omicidio per salvare l'onore della figlia, quelle che rischiano la vita ricorrendo all'aborto clandestino e quelle pronte a morire per Mussolini. Le donne all'avanguardia nel campo del lavoro, dell'istruzione e della politica e quelle impegnate in iniziative sociali, su fronti opposti, dalle cattoliche alle socialiste. Le nuore tiranneggiate nelle famiglie mezzadrili e le vedove bianche. Le studentesse, le badanti immigrate e le ministre del governo.
È con tutte loro che l'Italia è arrivata al Duemila, dopo aver superato un secolo intenso e difficile, quel Novecento in cui la metà femminile della popolazione è protagonista, al pari degli uomini, di profonde trasformazioni politiche, sociali, economiche, giuridiche e culturali.
In questa prima biografia collettiva del Novecento delle italiane, Perry Willson esplora come la realtà femminile sia stata condizionata e abbia a sua volta plasmato eventi storici fondamentali, tra cui l'ascesa del fascismo, le due guerre mondiali, il 'miracolo economico' e le agitazioni culturali e politiche degli anni Settanta. Un lungo periodo che ha visto grandi progressi e conquiste per le donne italiane, in un continuo intreccio di modernità e tradizione.
Uno studio portentoso, brillante e istruttivo sulle straordinarie trasformazioni intervenute nella vita delle donne in Italia nel XX secolo. Vivace, acuto e di ampio respiro: una lettura davvero piacevole.
Christopher Duggan
“Lei sa la differenza fra un piccolo e un grande giornale? Il grande giornale è quello che pubblica anche le notizie che dispiacciono. S’intende, la notizia che ci dispiace la si commenta come più ci piace.”
— Eugenio Torelli Viollier
Dalla Napoli borbonica alla Milano post-unitaria, dalla fondazione del “Corriere” alla battaglia per difenderne l’indipendenza, la straordinaria avventura dell’uomo che dopo l’Italia provò a fare gli italiani.
“Nacqui a Napoli, il 26 marzo 1842. I miei genitori furono Francesco Torelli e Giuseppina Viollier, della quale aggiunsi il cognome al cognome paterno”: così Eugenio Torelli Viollier iniziava la sua autobiografia, riducendo a cronaca asciutta una parabola straordinaria.
Schivo e riservato ma dotato di un’energia inesauribile, visse da protagonista una stagione di fermento civile e culturale in cui si compì l’Unità nazionale. Ancora ragazzo fu a fianco di Garibaldi sui monti dell’Irpinia, apprese i rudimenti del giornalismo sotto l’ala di Alexandre Dumas, respirò il progresso nella Francia di Napoleone III e scelse la Milano della Scapigliatura per creare quello che sarebbe diventato il più importante quotidiano d’Italia. Domenica 5 marzo 1876 uscì la prima edizione del “Corriere della Sera”, che sull’esempio di Parigi e Londra si proponeva di coniugare notizie minute e aggiornamenti politici dalla capitale, eleganza di stile e sobrietà di contenuti, interessi del pubblico e imparzialità delle voci. Nato con poche migliaia di lire, si rivelò un giornale d’avanguardia, capace di esprimere lo spirito fattivo e concreto dello Stato nascente, ma aperto anche al mondo, con i primi reportage dall’America e i dispacci degli inviati sui pogrom in Europa orientale.
Intrecciando biografia privata, affresco sociale, storia del costume, aneddoti e gustose citazioni, Massimo Nava racconta la vicenda malinconica ed esaltante di un misconosciuto “padre della patria” che agli albori del giornalismo moderno ha incarnato lo spirito di un’Italia giovane e rissosa, ambiziosa e imperfetta, spesso divisa e talvolta meschina, ma ancora animata da ideali assoluti. Come quelli di obiettività e indipendenza di un grande quotidiano.
MASSIMO NAVA, milanese, editorialista del “Corriere della Sera” da Parigi, è stato inviato internazionale e corrispondente di guerra. È autore di numerosi saggi tra cui Kosovo c’ero anch’io (1999), Milosevic, la tragedia di un popolo (2001), Vittime. Storie di guerra sul fronte della pace (2005), Sarkozy, il francese di ferro (2007, tradotto anche in Francia). Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo, La gloria è il sole dei morti, sull’avventurosa vita dei fratelli Bixio.
Raymond Chandler si racconta. La biografia, il mestiere, i libri del padre del romanzo hard boiled rivivono attraverso una straordinaria antologia di lettere e saggi. La nuova traduzione di Sandro Veronesi e le illustrazioni di Igort fanno da guida a un affascinante viaggio dietro le quinte del noir. In appendice "The poodle springs story", l'ultimo romanzo incompiuto di Chandler con il suo investigatore Philip Marlowe.
Fotografi che ti chiamano, estranei che ti ammirano,
fan che ti acclamano, persone ossequiose che fanno gli zerbini.
E quando torni a casa, un marito che commenta:
“Vallo a dire agli operai della Breda, che sei stanca”.
DA MISS ITALIA A VOLONTARIA NEL CUORE DISPERATO DI HAITI, LA STRAORDINARIA AVVENTURA DI UNA RAGAZZA QUASI NORMALE.
Martina ha solo sedici anni quando viene eletta Miss Italia nel 1991.
La sua vita da adolescente della provincia romagnola è stravolta: passerelle, copertine, interviste e la relazione con il campione di sci Alberto Tomba.
Non sarà facile tenere i piedi per terra evitando le trappole del mondo scintillante e infido in cui è entrata, ma le soddisfazioni non mancheranno: programmi in tv e radio, ruoli cinematografici, tanti incontri importanti da Sean Penn a Berlusconi. Aggiungiamo il colpo di fulmine con l’ex difensore del Milan Alessandro Costacurta, con cui coronerà il sogno di un matrimonio felice e della maternità, e la sua storia diventa quella di una ragazza che dalla vita ha avuto tutto – bellezza, successo, amore. Ma nell’autunno 2007, di fronte alle immagini della Repubblica di Haiti devastata dalla povertà ecco il colpo di scena: Martina parte per l’inferno tropicale. Lavora fianco a fianco con i volontari della Fondazione Rava impegnati nel tentativo di dare sollievo alle vittime di tanta miseria. Affronta la fatica, l’orrore degli obitori, il dramma di un Paese dove l’ottanta per cento della popolazione vive con meno di due dollari al giorno e un bambino su tre non arriva a compiere cinque anni. In Italia raccoglie fondi, promuove campagne, intensifica il suo impegno dopo il terribile terremoto del gennaio 2010. E capisce che se anche ha fatto molta strada da quel palco del 1991, il viaggio è appena cominciato.
In questo suo primo libro Martina si racconta in modo franco, scanzonato e orgoglioso, privo di paure e compromessi. L’autobiografia di una combattente nata, che ha saputo crescere negli affetti, nel lavoro, nella solidarietà, ma che ancora riconosce ogni mattina nello specchio la ragazza che è sempre stata. Quella per cui la vita è una, da vivere senza risparmio.
È stato un portiere d’eccezione, uno di quelli che faceva la differenza. Poi, nel 2001, una tragedia assurda ha oscurato la vita di Giovanni Galli: il figlio Niccolò, diciassettenne speranza del calcio, muore in un incidente stradale. Di fronte a quel dolore indicibile Giovanni e la sua famiglia trovano la forza di reagire e restare uniti: insieme ad alcuni amici del figlio scomparso creano la Fondazione Niccolò Galli, che da diversi anni sostiene anche economicamente i ragazzi la cui vita è stata segnata da un incidente.
Questo libro è il racconto appassionante di un’esistenza vissuta senza mai risparmiarsi: gli esordi nel calcio, i trionfi, i grandi tornei internazionali; e poi la politica, il volontariato, l’impegno in Africa. Con la sua esperienza Giovanni Galli lancia a tutti un messaggio di forza e speranza: non fermarsi mai, ricominciare ogni giorno come al fischio d’inizio di una nuova partita. Che si può vincere.
Un libro appassionante, che fa da sfondo a una vita vissuta sempre al massimo, nel bene e nel male. — Il Tempo
Dal trionfo negli stadi al rigore impossibile da parare: la perdita di un figlio. Ma per un campione la partita non finisce mai.
Luciana Castellina militante e parlamentare comunista, fra i quattordici e i diciotto anni ha tenuto un diario che racconta la sua iniziazione politica: dal giorno in cui, il 25 luglio 1943, a Riccione, la partita di tennis con la sua compagna di scuola Anna Maria Mussolini, viene interrotta perché la figlia del Duce deve scappare (suo padre è stato appena arrestato a Roma), a quando si iscrive al PCI. In mezzo, l’evoluzione di una ragazza dei Parioli, con gli occhi aperti sul mondo e sulla storia, titubante nei suoi pensieri e curiosa di capire, i primi viaggi a Praga e nella Parigi del dopoguerra, i primi compagni, il primo gioioso lavoro, insieme a tanti coetanei di tutta Europa, per costruire una ferrovia nella Jugoslavia di Tito, le domande, le ribellioni, le scoperte di uno spirito impaziente di prendere forma.
Questo diario, rivisitato e arricchito, ha mantenuto tutta la sua freschezza e la forza della sua testimonianza su un pezzo di storia decisivo per la generazione postbellica. Una lettura appassionante e rivelatrice, a cui si accompagnano foto d’epoca inedite.
La natia Dalmazia è rimasta nel cuore di Ottavio Missoni. La sua è la vita piena di un grande atleta - giunto sesto nella finale dei 400 ostacoli alle Olimpiadi di Londra del 1948 -, di un marito felice dopo 57 anni di matrimonio, del creatore, con la moglie Rosita di un impero della moda che ha conosciuto un successo mondiale. Ma Missoni non dimentica l'esilio a cui è stato costretto, insieme ad altri 360.000 istriani e dalmati, dopo la Seconda guerra mondiale. Il suo primo libro è un tributo a chi ha perso la vita nelle foibe, nelle deportazioni e nelle pulizie etniche, e a chi ha lasciato la casa e i luoghi del cuore, e ha dovuto ripartire da zero, in un'altra città d'Italia o in Australia.
Roma, anni settanta del I secolo avanti Cristo. La terribile realtà dello schiavismo imperiale romano nell'epoca del suo culmine: fenomeno atroce e complesso, ma difficile da decifrare, perché gli antichi, che in tanti stati dell'anima ci sembrano vicinissimi, quando parlano dei loro schiavi, rivelano d'improvviso tutto l'abisso che li divide da noi.
Un uomo che tentò di sconfiggere la Repubblica all'apice della potenza; il "miracolo" economico romano; la piú famosa e pericolosa rivolta servile della storia antica; la crisi delle istituzioni e dei gruppi dirigenti che avrebbe portato, qualche decennio dopo, al colpo di stato di Augusto. Quando la storia sa diventare autentico racconto.
«Questo non è un libro sul mito di Spartaco. È un racconto biografico, radente i fatti e i personaggi. Intorno al suo protagonista si è però cercato di far emergere il contesto che lo avvolgeva, e che solo può restituire alle sue azioni un significato per noi comprensibile. È uno sfondo dominato da un fenomeno atroce e complesso, nel quale è per intero inclusa la vicenda che stiamo per mettere in scena: lo schiavismo imperiale romano, in un'età: gli anni settanta del I secolo a.C., e in luoghi: le campagne e le città dell'Italia centro-meridionale ormai romanizzata, che sono stati quelli della massima diffusione di questa pratica sconvolgente e invasiva».
Cocciuta e allergica al potere, fu la «talent scout» di Benito Mussolini, che portò al vertice del Partito socialista italiano e alla direzione dell'«Avanti!», per poi pentirsene amaramente quando lui tradí il partito: da questa contrastata relazione nacquero i suoi libri piú famosi, tra cui Il Traditore. In molte biografie mussoliniane è inserita nell'harem del Duce, ma egli stesso parlò di lei come di nessun'altra donna: al suo biografo Yvon De Begnac confidò che se non l'avesse incontrata sarebbe rimasto «un piccolo attivista di partito, un rivoluzionario della domenica».
Eppure questa donna non comune, femminista della primissima ora, amica di Rosa Luxemburg e dei maggiori esponenti del socialismo mondiale, è rimasta una figura storica di secondo piano, dimenticata e sottovalutata. Finora non era stata mai raccontata la sua straordinaria avventura esistenziale e politica, segnata dalla maledizione che la madre le lanciò quando lei decise di tuffarsi nel vulcano della rivoluzione e dalla damnatio memoriae di comunisti e socialisti per la sua adesione alla socialdemocrazia, in odio allo stalinismo.
Un italiano e un politico diverso, Giacomo Matteotti: diverso dai personaggi cui ci hanno abituato le cronache di ieri e di oggi. Inflessibile e determinato, non fece sconti a nessuno, neppure a se stesso. È uno dei pochi miti dell’Italia novecentesca, ma finora era noto quasi soltanto per la sua morte atroce. Questo volume ne ripercorre per la prima volta l’intero arco biografico, dagli austeri studi giuridici alla politica attiva, fino al giorno del rapimento, il 10 giugno 1924, sul Lungotevere Arnaldo da Brescia. Una vita senza respiro, fatta di lotte incessanti: nella sua provincia, il Polesine contadino e miserabile, dove maturarono la rivolta socialista e la reazione fascista; nel suo tentativo disperato di tenere l’Italia fuori dalla Prima guerra mondiale; nel Partito socialista, incapace di scegliere tra riformismo e rivoluzione; nella drammatica crisi italiana postbellica; in Parlamento, dove pronunciò memorabili discorsi che ne rivelarono la tempra indomita, facendone l’avversario più temuto da Mussolini.
Ma il libro è anche una biografia intima, costruita su una penetrante interpretazione dell’ambiente in cui crebbe e su un’originale lettura dell’epistolario con la moglie Velia Titta, sorella del celebre cantante lirico Titta Ruffo, che rivela i costi immani inflitti alla famiglia dalla sua totale dedizione alla politica. Un testo di immediata lettura, sempre scrupolosamente documentato, che ci fa scoprire una figura straordinaria e indimenticabile.