
Questo libro è un evento. Una storia che aspettavamo ci venisse raccontata. Un tuffo in un mondo che suscita nostalgia anche in chi non l'ha vissuto.
A dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, il suo storico coautore e amico Sandro Luporini rompe l'ormai leggendario riserbo, e dal suo inviolabile rifugio viareggino apre le porte su uno dei più straordinari sodalizi artistici degli ultimi decenni. Svelando un tesoro di cui è il più autorevole custode. Racconta le discussioni, le idee, i dubbi, le storie, qualche volta le coincidenze che hanno dato origine ai loro capolavori: cosa intendevano veramente in certe canzoni troppo spesso fraintese, da dove è nata la battuta "quasi quasi mi faccio uno shampoo", o che "...volevamo dire 'libertà è spazio di incidenza', ma anche senza essere musicisti si capisce bene che una roba così non si poteva proprio cantare". Ma anche i particolari di un uomo fuori dall'ordinario, ironico e curioso di tutto, che lavorava anche quando sembrava fare altro e andava al mare con le Clark.
Il bel pretesto narrativo è l'incontro tra Luporini e un ragazzo giovane, attento e appassionato che non ha avuto la fortuna di conoscere il Signor G e la sua epoca. Il risultato è puro Gaber: intelligenza, ironia, e una profondità che appena rischia di diventare pesantezza ha uno scarto, un guizzo, e ritorna meravigliosamente leggera.
G. è quanto di più vero e definitivo si potesse scrivere su Giorgio Gaber. Sandro Luporini riesce nel miracolo di restituirci quello stile, quel gusto, quel modo di vedere le cose che ci ha tanto affascinato, e di cui tanto sentivamo la mancanza.
Il carcere. I rapporti con Tommaso Campanella e la congiura da lui ordita. Chi era Antonio Serra? Pensatore solitario e geniale, conobbe il carcere nel quale scrisse l'unica opera che sia giunta fino a noi, il "Breve Trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere con applicazione al Regno di Napoli". Il "Breve Trattato", definito da Benedetto Croce "lampada di vita", secondo molti è la prima opera di economia politica intesa in senso moderno. Della prima edizione, stampata nel 1613 da Lazzaro Scorriggio, sono note solo poche copie, tanto che Sophus A. Reinert ha scritto: "Ancora oggi il libro è il Sacro Graal dell'economia, che avvince l'immaginazione dei bibliofili dell'economia per il suo straordinario contenuto e per la sua mitica rarità". In questo saggio, tanto dotto quanto scritto con scorrevolezza, Oreste Parise ricostruisce la biografia e il pensiero di Antonio Serra, inquadrando la sua figura di uomo e di teorico dell'economia nel tempo in cui visse e cercando di svelare uno ad uno i misteri attorno alla sua figura.
Rudolf Allers (1883-1963), medico psichiatra e filosofo viennese, sviluppa lungo il suo percorso un approccio all'essere umano che partendo dall'analisi dell'esperienza concreta e dalle basi metafisiche della persona arriva ad una proposta pratica delineata in termini di "formazione del carattere" attraverso l'educazione e la terapia. Nella sua opera, Allers recupera le vecchie nozioni di persona e di "essere personale", per così tanti decenni marginalizzate in quanto "metafisiche" e, per ciò stesso, "non scientifiche". Nel presente volume l'autore ricostruisce l'itinerario intellettuale ed esistenziale di questo importante protagonista della psicologia del XX secolo, mettendo in evidenza gli aspetti salienti di una proposta antropologica che ha ancora da dire ai nostri giorni che l'essere umano non è una collezione di fattori e meccanismi psicologici più o meno blandamente connessi, ma è, soprattutto, una persona unica, e una promessa da realizzare.
Il volume è composto da tre parti strutturalmente ben differenziate che riguardano, rispettivamente, il biografico-intellettuale, le principali opere e il pensiero di fabbro. La seconda parte, quella più lunga, prospetta una presentazione lineare delle opere che può servire da segnavia tematico per uno studio delle medesime; la terza, invece, più sintetica, presenta in maniera più articolata i punti più rilevanti e caratteristici del pensiero fabriano, sulla base della panoramica fornita dalla parte precedente.
Chiude il libro l'articolo "Libertà e persona in S. Tommaso", nel quale Fabro si confronta con Fichte e soprattutto con Heidegger per il recupero dell'Io come primo principio esistenziale.
Nel Diario e nelle Lettere Etty Hillesum si rivela una donna straordinaria, del valore di Simone Weil e di Edith Stein. Il suo corpo trasforma il desiderio dell'altro in relazione umana con l'altro. La sua intelligenza è insieme emotiva e riflessiva. La sua anima si apre alla bellezza della vita, all'unicità di ogni essere umano e, soprattutto, al bisogno di riconoscere Dio presente in se stessa. "[...] Si deve avere il coraggio di dirlo. Avere il coraggio di pronunciare il nome di Dio [...]. Ora toccherà a me continuare a scavare per cercare Dio nel cuore di ogni uomo che incontrerò, dovunque io sia su questa terra". Seguire il cammino spirituale di Etty Hillesum significa essere toccati dal respiro di Dio nella nostra contemporaneità.
Enfant terrible del design, innovatore iperattivo, ideatore del marchio Italian Independent che sta diventando un riferimento nel mondo del made in Italy, Lapo Elkann firma il suo primo libro dedicato allo stile e al suo concetto di eleganza. Una carrellata di idee, spunti, consigli e riflessioni che diventano quasi un'autobiografia, con foto inedite create appositamente per questa pubblicazione. Lapo parla di sé, del suo mondo e di come lo vive; una visionarietà che nasce anche dalla capacità di stupirsi continuamente, di spingersi oltre i limiti: perché l'originalità bisogna saperla costruire. E soprattutto saperla indossare. Il libro continua sul sito web dell'autore con contenuti crossmediali.
In una casa al mare, Barbara d'Urso e le sue storiche amiche si fanno confidenze d'amore: illusioni e delusioni, passioni e tradimenti, ferite aperte e cicatrici nascoste. Mentre vanno avanti a parlare, cucinano, mettono a posto, insomma fanno altro: "perché la donna, per potersi permettere il lusso di chiacchierare, deve sempre anche lavorare". E in mezzo a queste storie, straordinarie eppure comuni, che Barbara d'Urso trova il coraggio di dire quello che non ha mai detto: "raccontare i miei amori, le storie importanti - pochissime -, le storie mancate, quelle sbagliate, quelle impossibili. Liberandole, finalmente, da quell'aura di gossip insopportabile con cui sono state malamente raccontate da altri, per renderle invece nella loro verità, molto più bella, molto più brutta, ma comunque vera. La mia verità. Tutte storie con un inizio fantastico, uno svolgimento complesso, e una fine drammatica. Perché difficilmente nelle vere storie d'amore, quelle delle donne che amano tanto - troppo? - c'è il lieto fine". Anche in questo libro però, come negli altri due suoi bestseller, in fondo a ogni storia, ad ogni sofferenza, spunta il sole, si vede la Luce di una speranza. Con forza e ironia Barbara d'Urso cerca la strada per sopravvivere alle ferite del cuore e continuare ad amare, più forti di tutto e di tutti.
Accompagnati dalla viva voce dello stesso Fabrizio, ricavata da appunti personali, brani di interviste e da centinaia di fotografie e documenti in buona parte inediti, con questo volume si entra nella storia più intima di De André. La poetica, l'etica, il genio e le contraddizioni dell'artista genovese in un'antologia completa, nuda e sincera, rigorosa nei contenuti e nella cura del progetto realizzato in stretta collaborazione con la Fondazione De André.
Mi chiamo Stella, ho 22 anni e sono disabile dalla nascita per problemi alle gambe. Due anni fa in corso all’ennesimo ricovero in ospedale, il più lungo da quando sono nata, ho conosciuto un ambiente nuovo e alcune persone che mi hanno iniziato ad un percorso di crescita e sviluppo interiore ancora in corso.
In quel momento è nato in me un bisogno irresistibile di dare una forma ai miei sentimenti, a quello che stavo vivendo. Da qui crebbe in me la passione per la poesia, con la speranza di toccare i cuori non solamente delle persone che mi sono state accanto durante l’elaborazione dei versi e di me stessa, ma le anime di chiunque abbia una mente aperta e un cuore pronto a ricevere le emozioni più diverse e profonde per sentirle dentro e riempirsene.
Non siamo esseri umani in cerca di un'esperienza spirituale ma esseri spirituali in cerca di un'esperienza umana. A partire da questa convinzione Pippo Franco rilegge la sua avventura esistenziale e artistica in una chiave originale, capace di andare al di là dei semplici avvenimenti autobiografici l'infanzia, le prime esperienze professionali, il successo in teatro e in televisione - e di approdare attraverso la filigrana della fede oltre i confini della vita. A guidare questo percorso è la presenza dello Spirito, una forza che sostiene e trasforma la vita quotidiana con doni speciali che definiscono la missione terrena di ogni persona. Avvenimenti eclatanti, coincidenze, miracoli, incontri sono gli ingredienti dell'esperienza di un uomo e di un artista che non si è lasciato intimidire dal soprannaturale, ma ha deciso di indagarlo, scoprendo come sia possibile entrare in contatto con quelle voci e quelle presenze che in maniera misteriosa e coinvolgente ci parlano dell'aldilà. Sono voci che suggeriscono una speranza: la morte non è l'ultima parola, ma una porta che si apre sull'infinito.
Apparso sin dagli esordi come un innovatore assoluto al pubblico abituato alla tradizione operistica italiana del direttore nascosto nel buio della fossa orchestrale, misuratosi tanto col melodramma che col repertorio sinfonico, Muti accompagna il lettore in un itinerario entusiasmante fra conservatori, sale di prove e teatri, sul palco e fra le quinte, offrendo episodi noti e inediti con protagonisti straordinari della musica degli ultimi cinquant'anni: da von Karajan a Sviatoslav Richter, da Carlos Kleiber a Placido Domingo. Al tempo stesso il maestro si sofferma sulla musica amata e vissuta, rivela le sue predilezioni e i dilemmi che ha dovuto affrontare, si interroga sul ruolo del direttore: semplice guida per i professori d'orchestra o vero regista del melodramma? Così questo libro non solo regala ai tanti fan la storia di uno dei più amati direttori d'orchestra del mondo, ma svela il segreto di uno stile interpretativo di inaudita espressività. Uno stile che ha mutato nel grande pubblico la percezione della musica. Arricchisce il volume un inserto di fotografie inedite tirate fuori dai cassetti di casa Muti.
"L'unica donna di genio che abbia mai incontrato" affermò, perentoria, Coco Chanel (la quale volle occuparsi personalmente della sua toilette mortuaria). Del resto, era stata proprio Misia a intuire nella taciturna modista di provincia un diamante allo stato grezzo - giacché era appunto questo il suo grande talento: fiutare il talento negli altri. Fu così che la "bella pantera imperiosa e sanguinaria" (Eugène Morand), con il suo "viso dolce e crudele di gatta rosa" (Jean Cocteau), accompagnò e protesse (per poi, a volte, disfarsene con noncuranza) pittori, musicisti, scenografi, ballerini e coreografi negli anni leggendari dell'avanguardia parigina, quando le scoperte dell'arte erano anche eventi mondani e gli eventi mondani lanciavano un nuovo stile di vita. Di quell'epoca Misia fu l'incontrastata sovrana: Mallarmé le dedicò un ventaglio, Renoir la pregava di scoprire un po' il seno mentre la dipingeva (ma lei si fece ritrarre nuda solo da Bonnard: per ripicca nei confronti del secondo marito che la tradiva con una giovane attrice), Diaghilev (da lei definito "domatore e mago") ricorreva tempestosamente al suo aiuto, Proust rispondeva ai suoi rimproveri, e Ravel le dedicò "Le Cygne" e "La Valse". Come ha scritto Mario Praz, per lei la vita "era essenzialmente libertà, eterno fluire, divino imprevisto". Queste memorie sono il romanzo di un'esistenza cosmopolita, piena di amori e di furori, e l'evocazione di un'epoca che ha acquistato i tratti del favoloso. Saggio di Claude Arnaud.