
L'esame dei principali scritti del teologo francescano Giovanni Duns Scoto (1265-1308) mostra che in ognuno di essi e nel loro succedersi si registra una tensione tra le scelte di Dio e le scelte dell'uomo.
Sei contributi sulla figura dottrinale del grande maestro francescano, dedicati sia ad approfondirne il pensiero teologico e filosofico, sia a presentare le principali riletture della sua opera compiute nel Novecento europeo.
E' la raccolta completa delle fonti ufficiali di rilevanza pastorale emanate per tutta la comunità diocesana nel decennio 1984-1993. Note pastorali dell'arcivescovo card. Giacomo Biffi, istruzioni dei Vicari episcopali, decreti, notificazioni, lettere, disposizioni, norme, statuti, regolamenti. Il volume inizia una serie di fonti originali, le cui uscite sono previste a scadenza decennale.
L'autore
Giacomo Grasso (Genova 1938), domenicano, docente di teologia a Roma, ha già pubblicato presso Boria il saggio Tra teologia e architettura. Ha fatto parte per 12 anni della Sezione Arte della Commissione Liturgica Diocesana di Torino. Fa parte del Comitato Scientifico della rivista Chiesa, oggi. Architettura e comunicazione. Tiene un corso alla Facoltà di Architettura dell'Università di Genova, città ove risiede.
Il libro
Un libro, questo, che offre al lettore la possibilità di addentrarsi nell'argomento "costruire chiese", aprendo continuamente nuove prospettive. Vi si riuniscono studi prodotti nell'arco di venticinque anni. Molti di essi, anche se già pubblicati, sono ormai introvabili. Vengono qui riproposti nella convinzione che sia la costruzione del nuovo che l'adattamento dell'antico chieda una continua riflessione. Quella che in parte soggiace al recente documento C.E.I. sulla costruzione di nuove chiese e in parte va suscitata non solo nei progettisti (architetti), ma anche nella committenza. Questa si allarga sempre di più, estendendosi alla comunità ecclesiale che vuole una nuova chiesa o l'adattamento di quelle già in uso. Un libro, allora, pubblicato per tanti.
Qui e là lo stile usato è quello del paradosso. Uno stile che, usato e compreso dal lettore, aumenta lo stimolo alla riflessione e favorisce il desiderio di intendere quel che mai, oggi, in una società che deve rispondere alla sfida, voglia dire progettare una chiesa o leggere un progetto.
La definizione del genere letterario agiografico ha sempre costituito un problema storiograficamente controverso, in ragione del carattere peculiare di queste fonti - che un'autorevole tradizione pone alla stessa altezza della proclamazione della Parola - e della complessità della loro redazione, che trasforma un accadimento storico - la sequenza del martirio - in un evento teologico - la perfetta imitazione di Cristo condotta sino a una piena comunione con Lui -, evento che trova quale luogo di celebrazione la liturgia. Il Martyrium Polycarpi può ben essere assunto quale archetipo di questa funzione ecclesiale: nel documento princeps dell'agiografia cristiana, I'eredità della riflessione tardogiudaica sulla morte violenta del giusto che nell'apocalittica trova la sua più alta espressione - viene elaborata in un contesto squisitamente cristologico, attraverso un processo in cui la figura del martire si dissolve nel simbolo della croce. La stessa 'coordinata agiografica' del testo, che situa la morte del vescovo smirneo in un giorno di 'grande sabato', deve allora essere letta non già come una mera indicazione cronologica, ma piuttosto come una cifra ermeneutica che perfeziona il rapporto di partecipazione tanto del martire a Cristo quanto del martirio alla Pasqua. La pregnanza del sabato nella Bibbia, non meno che nell'elaborazione teologica, paleocristiana, comporta un arricchimento di questa dinamica: nella direzione di un'escatologia che individua nello stesso 'giorno del Signore'...

