
I testi qui raccolti affrontano la nuova evangelizzazione da uno speciale punto di vista, quello delle modalità della comunicazione della fede, in riferimento all'emergenza educativa del momento presente e all'urgente necessità di formare i formatori". "
Il tema trattato in questo fascicolo delle "Lanterne" si inserisce nella cornice feconda dell'Anno della fede, indetto dal Santo Padre Benedetto XVI (2012-2013), e nel tempo di grazia della XIII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicata alla "Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana" (7-28 ottobre 2012). I due testi raccolti affrontano tali tematiche da uno speciale punto di vista, quello delle modalità della comunicazione della fede, in riferimento all'emergenza educativa del momento presente e all'urgente necessità di "formare i formatori". Del resto, la comunicazione della fede è il tema scelto per l'anno accademico 2012-2013 dalla Pontificia Università Lateranense, detta a titolo speciale "l'Università del Papa". All'insegna di questo tema si vorrebbero rilanciare con rinnovato entusiasmo non solo l'attività pastorale a favore degli studenti, ma anzitutto il loro studio e la loro ricerca accademica ordinaria. I due testi, però, sono rivolti a tutti, proprio per l'universalità della fede e lo speciale osservatorio dei due autori. Il primo contributo rappresenta la Lectio Magistralis del Cardinale Gianfranco Ravasi - presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra -, tenuta in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Sacra Teologia (Pontificia Università Lateranense, 9 novembre 2012); il secondo testo è di Mons. Enrico dal Covolo, Vescovo titolare di Eraclea.
L'intenzione di questo breve saggio è sondare la poetica di Cesare Cellini (1963-1993), laico, genovese di nascita, catanese di adozione, scomparso a soli 28 anni. Una poetica densa, simbolica, piena di fede, tanto che le sue poesie possono essere suscettibili di analisi teologica, in quel filone di ricerca che pone la poesia come capace di parlare di Dio all'uomo moderno. La sua poesia è struggente, ma scevra di sterili sentimentalismi, radicata in un dialogo di fede, serio, sereno e pacificante con quello che egli stesso definisce "l'antico dilemma / il bisogno di Dio". L'autore del presente saggio - composto in occasione di una conferenza tenuta a nell'Università di Catania, per i venti anni dalla morte del poeta - accosta la sua poetica a quella di David Maria Turoldo, evidenziandone, allo stesso tempo, le differenze. Un testo utile per approfondire la poetica di Cesare Cellini e quel dialogo proficuo a mai interrotto tra la poesia e la teologia.
"La calunnia è un vero e proprio ciclone, che nasce dall'odio e dalla cattiveria, dall'invidia e dalla gelosia e che lentamente distrugge nell'intimo il genere umano: perciò la sua forza, come ha inteso riflettere l'autore in questo contributo, si abbatte in ogni ambiente sociale, investendo tanto quello civile, quanto quello ecclesiale." (Dalla presentazione di S.E. Mons. Enrico dal Covolo)
Come ogni scienza, la teologia - accanto a momenti di analisi rigorosa - ha bisogno di tutto quel che ispira lo studioso a pensare percorsi nuovi. Fantascienza e genere fantasy esprimono esigenze profonde dell'animo contemporaneo che il teologo può e deve intercettare. Se ne parlò nell'affollato convegno che ha motivato la redazione di questo volumetto, convegno organizzato nell'aprile 2015 dall'Area di ricerca SEFIR dell'ISSR Ecclesia Mater e dalla Specializzazione in Teologia fondamentale della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense.
L'autore in questo breve saggio focalizza l'attenzione sulla figura del padre del nostro tempo, coniugando l'esperienza personale di paternità e professionale di psicoterapeuta. Conduce il lettore, con delicatezza e progressione, verso la comprensione del volto del Padre Celeste dimostrando che Dio è un modello raggiungibile di ogni paternità, per l'oggi e per sempre. Una progressione che diventa bene grande, desiderabile e necessario, una conquista indispensabile per il futuro dell'umanità.
In questo fascicolo gli autori offrono al lettore una vivace dinamica che nasce dalle loro ricerche, intesa ad armonizzare le diverse scienze ecclesiastiche con una teologia che si incarna continuamente nella storia. Dal momento che l’incarnazione ha come destinatario il popolo di Dio, diviene sempre più impellente il richiamo a far sì che la dignità dell’essere umano sia garantita dalle scienze del diritto. La persona è il cuore del diritto, e della persona il diritto si prende cura, garantendo l’applicazione equa delle norme. In questa direzione il Diritto diviene partner insostituibile della Teologia, e tutt’e due – Teologia e Diritto – concorrono all’edificazione del Regno di Dio nella verità e nella giustizia. (Dalla Prefazione)
La fede e la ragione sono un'opera di sintesi. Non si può trascurare la sintesi, cioè la riduzione all'essenziale. Cogliere l'essenza di una cosa o di un discorso non è male. Anzi è il bene più grande dell'intelligenza. E la sintesi è proprio questo bene. È efficacissima, perché è puntuale. È utilissima, perché porta con sé tutto. Il discorso di sintesi è un discorso minimo che contiene il massimo: dunque abbrevia la distanza. Dura poco e non pesa. Come il soffio. Infatti il soffio indica due effetti: la leggerezza e la velocità. La leggerezza è la fede e la velocità è la ragione. E questo minuscolo opuscolo di sintesi è leggerissimo, di veloce lettura e ti consente di portare nel taschino la Somma Teologica di Tommaso d'Aquino.
"Vedete, vi dico una cosa. Se noi dovessimo lasciare la croce su cui siamo confitti (non sconfitti), il mondo si scompenserebbe. È come se venisse a mancare l'ossigeno nell'aria, il sangue nelle vene, il sonno nella notte. La sofferenza tiene spiritualmente in piedi il mondo."
"Laudato si', mi' Signore", cantava san Francesco d'Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l'esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: "Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba". Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell'uso irresponsabile e dell'abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c'è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell'acqua, nell'aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c'è la nostra oppressa e devastata terra, che "geme e soffre le doglie del parto" (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.
Amoris laetitia" (AL - "La gioia dell'amore"), l'Esortazione apostolica post-sinodale "sull'amore nella famiglia", datata non a caso 19 marzo, Solennità di San Giuseppe, raccoglie i risultati di due Sinodi sulla famiglia indetti da Papa Francesco nel 2014 e nel 2015, le cui Relazioni conclusive sono largamente citate, insieme a documenti e insegnamenti dei suoi Predecessori e alle numerose catechesi sulla famiglia dello stesso Papa Francesco. L'Esortazione apostolica colpisce per ampiezza e articolazione. Essa è suddivisa in nove capitoli e oltre 300 paragrafi. Ma si apre con sette paragrafi introduttivi che mettono in piena luce la consapevolezza della complessità del tema e l'approfondimento che richiede. Può essere una bellissima idea regalo per gruppi familiari e corsi fidanzati.
Il testo guiderà la vita pastorale delle nostre comunità cristiane per il prossimo anno pastorale, aiutando gli operatori pastorali e i sacerdoti a vivere con sempre maggiore fedeltà al Vangelo. Con la proposta pastorale per l'anno 2018/2019 l'Arcivescovo Mario Delpini vuole contribuire a tenere unite e vive la speranza del compimento e l'esercizio della responsabilità per la missione, per poter condividere le ragioni della speranza. Mentre ci prepariamo alla canonizzazione del beato papa Paolo VI, il vescovo Mario ci invita a riprendere la sua testimonianza e a rileggere i suoi testi, così intensi e belli, perché il nostro sguardo su questo tempo sia ispirato dalla sua visione di Milano, del mondo moderno e della missione della Chiesa. In appendice un contributo di don Massimiliano Scandroglio, una lectio su alcuni Salmi che trasformano in esperienza di preghiera il vissuto quotidiano, con le sue speranze e le sue fatiche, i desideri e i drammi della vita. Alcuni Salmi hanno accompagnato il pellegrinaggio del popolo di Israele al tempio nella città santa, Gerusalemme. Possono accompagnare anche la comunità dei discepoli di Gesù, pellegrini nella storia verso la nuova Gerusalemme. L'Arcivescovo Mario suggerisce quindi queste pagine come esercizio di preghiera, di riflessione, di condivisione, per pregare con tutti i Salmi del Salterio e in particolare con quelli che la Liturgia delle ore propone come preghiera della Chiesa.
Nella proposta pastorale per l’anno 2020/2021, l’arcivescovo Delpini invita tutti a far emergere le domande profonde che interpellano la nostra fede e il pensiero del nostro tempo, ancora segnato dall’esperienza drammatica della pandemia.
I fedeli sono esortati a interpretare e discernere prima ancora che a programmare. «Non è più tempo di banalità e di luoghi comuni, non possiamo accontentarci di citazioni e di prescrizioni. È giunto il momento per un ritorno all’essenziale, per riconoscere nella complessità della situazione la via per rinnovare la nostra relazione con il Padre», scrive l’Arcivescovo. La proposta pastorale intende, in sostanza, incoraggiare l’invocazione, la ricerca, l’esperienza della sapienza, attingendo al patrimonio dei Libri Sapienziali.
Il volume è suddiviso in due parti: una prima parte introduttiva, che affronta i temi sopra citati, e la lettera vera e propria di apertura dell’anno pastorale, in cui si fa più assiduo e puntuale il riferimento al Libro del Siracide, suggerito come guida di questo cammino, e alla vita della comunità cristiana.