
Autore:
Agnelli Antonio
Presbitero della Diocesi di Cremona. Insegna Introduzione alla teologia presso l’Università Cattolica, sede di Cremona. Ha ottenuto il dottorato in Teologia dogmatica nel 2009, presso la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale (Firenze). Ha pubblicato testi divulgativi sulla teologia dell'America Latina e sul rapporto fede-cristologia.
Target:
Per tutti.
Contenuti:
La fede del "salvadoregno planetario" Oscar Romero esplorata attraverso le sue omelie e altri testi ampiamente citati.
Il libro ricostruisce la cristologia che faceva da stella polare al vescovo di San Salvador ucciso sull'altare dagli squadroni della morte il 24 marzo 1980.
Lo "svuotamento" (kenosis) di Cristo e la conseguente fisionomia di una chiesa che "deve essere umile e povera" ispiravano la sua spiritualità, predicazione e azione pastorale in favore di un popolo impoverito e oppresso. Per questo è giusto definire Oscar Romero un "martire gesuanico".
L'homo faber, tentato di sfruttare la natura come una semplice cava di materiali, e l'homo oeconomicus, tentano di attingervi come a una cassa continua, devono integrarsi nell'homo sapiens, capace di sfruttare la propria intelligenza per custodire il creato come casa comune, pensando alla propria generazione e a quelle successive. La vera sapienza richiesta oggi è la fraternità. L'uomo del futuro sarà l'homo frater, oppure homo demens, finendo per distruggere completamente la stupenda tela che il Creatore gli ha consegnato perché la custodisse e ne fosse custodito.
Le lezioni raccolte in questo volume rappresentano una sorta di "mistagogia" per il nostro tempo, in cui Salmann, con quello stile che in molti hanno imparato ad apprezzare, attinge alla letteratura, alla fenomenologia della vita, alla filosofia, alle risorse della teologia classica e più recente, per proporre una introduzione al significato dei sacramenti e alla loro rilevanza per l'esistenza. Ciò che rende la mistagogia di Salmann originale e attuale è il fatto che egli lavori anzitutto sulle condizioni di possibilità della fede nel linguaggio rituale e liturgico-sacramentale. In altri termini è come se egli si rivolgesse ad un interlocutore scettico, ad un europeo colto del nostro tempo, e a lui provasse a mostrare la plausibilità di termini quali "rito", "liturgia", "sacramento" e, più in generale, la desiderabilità che il mistero celebrato nella liturgia cristiana sia vero. In quest'ottica la sua proposta viene ad assumere la forma di un cammino mentale, che inizia dal basso e avanza lungo quattro tappe in salita.
Antonio Ruccia, conquistato dall'esempio di don Tonino Bello, vuole una Chiesa che sconfigge le sonnolenze e combatte le dis-missioni di persone e di comunità. Non si può mai dire: «La Missione è finita». Abbiamo bisogno di persone affascinate da Gesù, missionari senza confini. Abbiamo bisogno di una Chiesa «estroversa, protesa, non avviluppata dentro di sé», a cui papa Francesco ha aggiunto: «contempl-attiva, innamorata di Dio e appassionata dell'uomo», riprendendo proprio le parole di Tonino Bello. È la proposta di una nuova pastorale per tutti i cristiani, espressa con un linguaggio provocatorio, spiazzante, che costringe a riflettere e non permette alcun «non tocca a me!». Le parole di don Ruccia vanno di pari passo con quelle di don Tonino Bello, scelte dagli interventi più illuminanti, provocanti e pungenti - ma anche appassionati e gonfi di tenerezza - del vescovo salentino.
Quella che l'autore propone è una riflessione rivolta a quanti si occupano di pastorale vocazionale. Prende in considerazione la vocazione al ministero sacerdotale e alle diverse forme di vita consacrata e affronta, con cura e delicatezza, il particolare tema dell'accompagnamento spirituale, mezzo privilegiato per il discernimento vocazionale. Attraverso varie citazioni dei documenti più recenti della Chiesa, sottolinea il messaggio di papa Francesco che, per la pastorale dei giovani, invita a «privilegiare il linguaggio della vicinanza, dell'amore disinteressato, relazionale ed esistenziale, che tocca il cuore, raggiunge la vita, risveglia speranza e desideri».
La ricerca della conoscenza di sé connota oggi molte esperienze spirituali. Spesso però questa verte soltanto sul proprio io. Si ferma alla persona singola e al suo benessere interiore. Queste pagine, invece, rendendo accessibile alle donne e agli uomini del nostro tempo il tesoro spirituale dei primi monaci (III - VI secolo), hanno lo scopo di descrivere una spiritualità che non ignora l'individuo, ma anzi, nell'incontro sincero con la propria anima e il proprio corpo, lo aiuta ad aprirsi a Dio. Le voci di quei primi monaci continuano a essere attuali e a segnare le tappe per un cammino di profonda consapevolezza. L'agile testo è composto di otto capitoli distribuiti in tre parti.
Dopo il successo di 'Una nuova laicita'', un confronto tra l'ateo e il credente sui temi dell'attualita': scienza, evoluzione, fede, liberta'.
La primavera del 2020 passerà alla storia per la pandemia provocata dal virus COVID-19. L'umanità sta sperimentando un momento incredibile di sbandamento. In questo desolato scenario i tre autori (un italiano, un inglese e uno spagnolo) affrontano una domanda antica valida per lettori cristiani e non cristiani: qual è l'unico conforto in vita e in morte? Ne viene fuori un libro sulla speranza: su come scorgerla in mezzo alla pandemia (P. Martinez); su come viverla nel tempo della crisi (J.Lamb): su come proteggerla contro le insinuazioni della sofferenza e del male (G.C. Di Gaetano).
DESCRIZIONE
In un tempo di crisi, quando la morte si intrufola nelle case, quando ci si può sentire in salute ma essere portatori del virus, quando ogni estraneo diviene una minaccia, quando si va in giro con le mascherine, quando le chiese sono chiuse e le persone muoiono senza nessuno che preghi al loro capezzale, allora questo è il tempo per il lamento. Per ammettere che non abbiamo risposte facili. Per rifiutarsi di usare la crisi come un altoparlante per ciò che dovremo dire in ogni occasione. Per piangere sulla tomba dei nostri amici. «Gioite con chi gioisce», ha detto Paolo, «e piangete con chi piange». Sì, e il mondo in questo momento sta piangendo. La chiamata della chiesa è innanzitutto quella di prendere il proprio posto, umilmente, al fianco di chi fa cordoglio.
AUTORE
Il Professor Tom Wright, autore di oltre ottanta libri, tra cui The Resurrection of the Son of God (2003, tr. it.2006), Paul: A biography (2018) è Research Professor di Nuovo Testamento e Cristianesimo delle origini all’Università di Saint Andrews e Research Fellow a Wycliffe Hall, Oxford. Precedentemente è stato vescovo di Durham (2003-2010).
Nel clima di chiusure e paura che segna così il nostro tempo, l'Enciclica Fratelli tutti invita a pensare e generare un mondo aperto con un cuore dilatato sull'intera umanità. Apertura, ascolto e relazione sono le parole chiave per ritrovare la fiducia ogni giorno, valorizzare il positivo, costruire il bene comune. Fraternità e amicizia sociale possibili quando siamo aperti a vedere in ciascuno un fratello/una sorella con la nostra stessa dignità, tutti a immagine di Dio, tutti figli del medesimo padre. Questo il focus del dialogo tra la teologa Assunta Steccanella e il giornalista Aurelio Molè.
Il dialogo è una dimensione costitutiva dell'essere cristiano. L'attuale crisi della pace, sono oltre venti i conflitti in corso, le tensioni tra nord e sud del mondo, tra Occidente e Oriente, il rapporto tra credenti e non credenti in un'Europa post-cristiana e mille altri elementi dicono che l'umanità ha bisogno di dialogo. Margaret Karram, dal 2021 presidente di uno dei maggiori movimenti ecclesiali, in dialogo con Monica Mondo pesca ricordi e spunti di riflessione nel suo vissuto in Terra Santa per allargare lo sguardo su un dialogo planetario.
Poche volte si legge il Vangelo con gli occhi dei disabili. Massimo Toschi guida il lettore alla scoperta di una dimensione essenziale della Buona Novella, la presenza dei disabili come esempio di uomini e donne di fede. In dialogo con Michele Zanzucchi, partendo da Isaia e finendo con l'Apocalisse, Toschi svela la grandezza evangelica di ciò che è piccolo, scarto, dettaglio. La comunità ecclesiale è fatta anche di disabili.