Come si comportò Giuseppe nei confronti del figlio adottivo Gesù? E come hanno interpretato i pittori di ogni epoca il loro singolare rapporto? Prefazione di Isabel Iribarren
Alla luce di alcune opere d'arte, l'autore propone in sei agili capitoli un itinerario di approfondimento della misericordia come vero volto di Dio e come impegno da assumere per un mondo più giusto e riconciliato. Alla pagina biblica che ha ispirato l'artista, segue un commento artistico-spirituale dell'opera, spunti e riflessioni, un approccio vocazionale e una preghiera conclusiva. Una proposta particolarmente adatta per adolescenti e giovani.
In queste pagine Franco Nembrini affronta un tema che collega le altezze della poesia dantesca con la ricchezza, mai abbastanza approfondita, della devozione mariana anche popolare e lo fa soffermandosi su tre visioni, diverse e però convergenti. Da un lato ci conduce alla scoperta di un affresco attribuito a Dono Doni, un vero e proprio unicum fra le rappresentazioni della Sacra Famiglia: "L'accettazione della maternità di Maria da parte di Giuseppe-. Dall'altro, commenta per il lettore il XXXIII Canto del Paradiso, introducendoci alla poetica dantesca riguardante la Madre di Cristo nella gloria dei beati. Infine, ci avvicina a un bassorilievo che spicca nell'opera di Gaudí per la sua originale prospettiva mariana. Questi tre sguardi a Maria e Giuseppe, attraverso l'arte poetica e figurativa, ci offrono una prospettiva nuova e originale per tornare a leggere la nostra quotidianità di padri, madri e figli nella prospettiva dell'infinito e dell'eterno. Un piccolo gioiello di fede, intelligenza e passione per la bellezza.
Lungo tutto il primo millennio dell'era cristiana, le immagini religiose erano state elevate a una dignità che le avvicinava al potere simbolico del sacramento Nei secoli moderni, questa gloria storica dell'icona perde progressivamente significato. Si inaugura, con l'Umanesimo, quella che Giuliano Zanchi chiama «l'epoca dell'Arte e della Ragione», in cui il pensiero scientifico diventa lo strumento di interfaccia col mondo e l'immagine viene codificata secondo i canoni squisitamente qualitativi della formalità artistica. La cultura religiosa si ritrova così in esilio nella sua stessa epoca, guardata con sospetto e spesso assimilata alle regioni occulte della magia e della credulità. Eppure, la materia simbolica continua a muoversi, nella 'clandestinità' della devozione popolare. Compaiono immagini sacre 'residuali' che però riescono ad aprire brecce a quanto era stato lasciato fuori da porte ormai chiuse. 'Immagini vive' come quella del Sacro Cuore (ma anche le immagini miracolose, le apparizioni mariane, la Sindone di Torino) che esprimono un disagio e veicolano un rimosso. Storie che possono illuminare anche spazi della nostra 'civiltà delle immagini'.
Il volume testimonia l'avanzatissimo stato di costruzione della Sagrada Familia dopo la consacrazione e il riconoscimento di basilica minor da parte di papa Benedetto XVI nel 2010. La vertiginosa altezza e complessità della chiesa di Antoni Gaudí è ora visibile a tutti. Fino al 1985 i lavori di cantiere erano proceduti molto lentamente e tra polemiche infuocate, i cui protagonisti internazionali spingevano perché la costruzione fosse conservata nello stato in cui l'aveva lasciata l'autore. La volontà di prosecuzione del progetto del grande catalano venne perseguita dai suoi discepoli, dalla Junta Constructora del templi expiatori de la Sagrada Familia, dai barcellonesi e dalle molte donazioni liberali che affluirono con continuità. Più recentemente vi hanno contribuito gli innumerevoli visitatori da ogni parte del mondo. Per statuto la basilica doveva essere costruita solo su base di donazioni. Jaca Book ha pubblicato diversi volumi su Gaudí e sulle sue architetture, divenendone il principale referente e interprete italiano. Sulla Sagrada Familia, in particolare, ha promosso coedizioni in più lingue con l'editore spagnolo Lunwerg. Quest'ultimo volume è il primo a segnalare in Italia lo stato avanzato del cantiere e a ripercorrerne la lunga storia.
La bellezza, l'estetica, in particolare l'estetica musicale, hanno qualcosa di essenziale da offrire alla riflessione teologica ed etica. Aiutano le persone a sviluppare maggiore empatia verso gli emarginati, resistenza verso le ingiustizie e solidarietà con tutto il creato.
L'itinerario qui presentato affronta l'affascinante tema della relazione della teologia con altre discipline, in particolare l'arte, partendo dal complesso e dibattuto tema della bellezza. L'ipotesi di fondo che ha guidato questa ricerca è il riconoscimento dell'importanza dellavia pulchritudinis nella riflessione teologica. Il presente percorso valorizza, infatti, la via della bellezza all'interno di una riflessione interdisciplinare che si dipana su diversi livelli di approfondimento: antropologico, cristologico ed ecclesiologico-sacramentale. Cercare Dio è il compito di ogni credente; è il cammino che ognuno di noi fa nella propria vita, facendosi pellegrino dell'Altissimo. Dove trovarlo? Dove si è nascosto? Edith Stein affermava che il percorso esistenziale è costellato di prove; è una vera notte senza stelle, là dove il credente è guidato solo dal desiderio di incontrare Dio. È come l'assetato nel deserto: sa che vi è l'oasi, ma non è ancora arrivato, per cui sente ancora più sete fin quando non arriva alla sospirata meta. La bellezza è paragonabile a quella sete di Dio, che si manifesta continuamente. Dalla scienza all'arte, dalla teologia alla tecnica, l'uomo cerca Dio.
Come ben sapevano i predicatori medievali, delle due grandi leve del comportamento umano - la paura del castigo e la speranza del premio - la più efficace era la prima. Di qui, allora, lo sviluppo di immagini dell'Inferno che fra Tre e Quattrocento sono sempre più complesse e crude, così da turbare gli animi e smuovere le coscienze. Ma in che direzione? E a quale scopo? La domanda è assai meno scontata di quanto non possa apparire. Dal momento, infatti, che gli exempla negativi avevano senso solo in funzione di quelli positivi, il grande teatro dei reprobi si prestava anche ad una lettura al contrario, in cui le figure dei peccatori, lungi dal costituire solo un terribile ammonimento, indirizzavano il fedele verso atteggiamenti speculari e opposti a quelli puniti. La critica si faceva insomma proposta, complici le scelte iconografiche di artisti e committenti (comunità, privati, confraternite, ordini religiosi, ecc.), che attraverso il tema dell'Inferno potevano esprimere i propri ideali di convivenza civile.
Un viaggio dalle catacombe all'arte contemporanea, dall'Oriente all'Occidente europeo, con un'apertura sull'arte extra-europea (Asia, Africa, America), per raccontare un evento fondatore della storia cristiana. Il Battesimo di Cristo, ricevuto all'età di circa trent'anni e raccontato dai quattro Vangeli, mette fine al lungo silenzio sulla vita a Nazareth - il precedente episodio raccontato era il Ritrovamento tra i Dottori del Tempio all'età di dodici anni - e rappresenta il portico d'ingresso sul successivo digiuno nel deserto per quaranta giorni, al quale seguirà il ministero pubblico, che lo condurrà alla Passione, Crocifissione e Resurrezione. Il Battesimo gli fu amministrato, su sua richiesta, dal cugino diventato eremita nel deserto e predicatore, Giovanni Battista, che inizialmente rifiutò dichiarandosi indegno e infine obbedì, imponendogli la mano sulla testa o compiendo un gesto di unzione, mentre Gesù si immergeva nel fiume Giordano. In quel momento ebbe luogo una solenne teofania: lo Spirito Santo scese su Cristo mentre la voce del Padre lo designò come il Figlio prediletto. Questo momento inaugurale costituisce una sorta di archetipo del sacramento che ricevono tutti i battezzati "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" in occasione del Battesimo che li ammette come membri della Chiesa.
Il testo analizza tredici icone mariane, fra le più antiche e venerate nella Chiesa orientale e occidentale. Le icone sono descritte dall'autrice in chiave teologico-artistico-spirituale per proporne una lettura che guidi a scoprirne il profondo significato dottrinale e, nello stesso tempo, la bellezza iconografica. Tale bellezza è quella che conduce, gradualmente, coloro che guardano queste icone, a entrare in una dimensione "altra", spirituale, ovvero pervasa dalla stessa pienezza di relazione nello Spirito Santo che ha guidato gli iconografi a "scrivere" ciascuna icona. E quindi a poter iniziare quel dialogo interiore con il Dio uno e trino, la preghiera contemplativa, cui l'immagine rimanda.
Queste pagine presentano sotto il profilo teologico quell'ambito esperienziale che è la musica. La musica è linguaggio singolare che, oltre ad essere altamente espressivo, si mostra "universale" perché capace di affratellarci; è linguaggio che come nessun altro sa far percepire il Mistero nella dimensione simbolico-estetica dell'arte. Non c'è espressione dei sentimenti umani più grande della musica. Sulla sua magia hanno riflettuto tanti uomini e donne di cultura lungo la storia (matematici e filosofi, musicisti e teologi...), aspirando a decifrare le orme della Bellezza che si rivela nella "teofania" dei suoni. Sulla loro scia, questo studio - nato dall'esperienza didattica - si pone a sua volta l'obiettivo di introdurre a un discorso teologico sull'intero fenomeno musicale, dalla sua genesi ispirativa fino alla sua realizzazione scritta, dalla sua esecuzione al relativo riscontro sull'uditorio, quale recezione contemplativa entro le categorie estetiche dell'arte. «La riflessione non si restringe all'ambito della musica sacra o della musica liturgica. Allarga, invece, l'orizzonte speculativo al "fenomeno musicale" in senso lato, là dove appaiono con evidenza possibili incidenze spirituali» (Sergio Militello).
Parliamo di chiese, quelle affascinanti testimonianze della Tradizione cristiana. Il volume è concepito innanzitutto come un corso, che pretende di offrire una trattazione organica e interdisciplinare sulla natura degli edifici di culto cristiani. Questo è un libro di Teologia: gli edifici di culto sono studiati alla luce del Mistero di Dio rivelato in Cristo. Ma questo è anche un libro di Architettura. L'Architettura è il modo per mezzo del quale lo spazio liturgico si è "incarnato" nella Storia, diventando materia, forma, luce, arte, bellezza.