
Normalmente, parole come «silenzio» e «solitudine» evocano assenza, abbandono, morte. Per i Certosini, invece, la solitudine e il silenzio costituiscono un ideale di vita. Rifacendosi all’antica tradizione dei Padri del deserto, questi monaci conducono una vita di totale silenzio, di completa solitudine, di preghiera e contemplazione, di ascesi e perseveranza.
Sulla scia di un film di successo, Il grande silenzio (2006), del regista tedesco Philip Gröning, questo libro presenta la via spirituale dei Certosini, sia attingendo alle fonti (le lettere di san Bruno, il libro delle Consuetudini dei Certosini, gli Statuti attuali dell’Ordine) sia riportando testimonianze di monaci certosini del XXI secolo.
Oltre a essere riuscito a oltrepassare le mura delle Certose, l’Autore è riuscito soprattutto a penetrare nel cuore dei monaci, scoprendo che è proprio nel grande silenzio che si ascolta Dio.
«Questo libro non tratta di uomini strani che sono lontani da te e che conducono una vita che forse vorresti mettere in discussione, ma riguarda te e la possibilità che ti viene offerta di conoscere l’avventura dell’uomo interiore e ti invita a trovare un po’ di tempo libero
nella tua vita indaffarata per approfondirla»
Dalla Prefazione di un Certosino.
Destinatari
Vasto pubblico, molto sensibile sull’argomento.
Autore
Tim Peeters è un sacerdote dell’arcidiocesi di Malines-Bruxelles (Belgio). Ha conseguito la Licenza in Scienze religiose (Università Cattolica di Lovanio) e in Diritto canonico (Pontificia Università Gregoriana di Roma). Insegna religione all’Istituto Lemmens di Lovanio ed è giudice presso il tribunale ecclesiastico dell’arcidiocesi. Nel 2008, a Lovanio, ha ricevuto il «Premio del Libro Religioso» per quest’opera.
Come ben sottolineato negli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020 una delle priorità delle Diocesi nell’impegno educativo è la cura della formazione permanente degli adulti e delle famiglie.
Il volume viene incontro proprio a questa esigenza, evidenziando come, all’interno della vita ecclesiale, i movimenti e le associazioni, pur nella loro diversità, danno un significativo apporto per assolvere a questo compito educativo.
Attraverso una triplice prospettiva – storica, pastorale-catechetica e testimoniale – l’Autore dimostra come l’intreccio tra catechesi ed esperienza di vita cristiana, presente nei «movimenti» di spiritualità sia stato determinante nella formazione degli adulti.
Tra tutti i cristiani l’azione educativa richiede convergenza e non contrapposizione, collaborazione e non estraneità, alleanze e non rivalità, e il libro documenta come questa logica di comunione sia presente nei movimenti e nelle associazioni, anche se il rischio di chiusure rimane elevato.
«lo studio di G.alcamo se da un lato apre al lettore una panoramica attenta al cammino dei cristiani adulti..., dall’altro offre in modo esplicito una risposta sull’importanza, in un contesto che necessariamente rimane aperto alla pluralità creativa dei metodi, delle modalità e dei singoli itinerari, di punti di riferimento comuni e organici nella proposta catechistica agli adulti quali il Catechismo della Chiesa Cattolica...»
(dalla Prefazione di Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della CEI).
Destinatari
Sacerdoti, catechisti, educatori, e soprattutto quanti fanno parte di un movimento o associazione ecclesiale.
Autore Giuseppe Alcamo, nato a Mazara del Vallo nel 1958, sacerdote dal 1983, ha conseguito il Dottorato in teologia presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. È Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Mazara del Vallo e dell’Ufficio Regionale per l’Evangelizzazione e la Catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana. È Docente di Catechetica alla Facoltà Teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista». Ha pubblicato: La Catechesi in Sicilia dal Concilio Vaticano II al Giubileo del 2000, San Tommaso LDC, Messina Leumann (TO); La «sicura bussola» della Chiesa. La recezione del Concilio Ecumenico Vaticano II e i Convegni ecclesiali nelle Chiese siciliane, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2008; Noi ragazzi di oggi, Paoline, Milano 2009.
In un tempo caratterizzato dalla secolarizzazione e dal consumismo, ha ancora senso la vita monastica? Può una donna realizzare sé stessa nel silenzio, nella preghiera, nella rinuncia a tutti gli aspetti più celebrati dalla cultura diffusa? L'intervista ricostruisce il percorso esistenziale di una monaca che per la vita religiosa ha deciso di abbandonare tutto.
Sono raccolti in questo volume testi editi e inediti di Giovanni Battista Montini dalla fine degli anni ’20 alla fine degli anni ’30. E precisamente: il commento alle feste dell’anno liturgico apparso sulla rivista della FUCI, «Azione Fucina », dal Novembre 1930 al Novembre 1931; due quaderni (inediti) di appunti stesi per la spiegazione della liturgia in generale, dei riti della Messa e delle Messe domenicali e festive relativi agli anni 1926-1933 e 1936-1937; il commento (inedito) ai «Vangeli domenicali su Gesù Cristo» degli anni 1938-1939; un gruppo di saggi di argomento liturgico-artistico risalenti a quegli anni. Alcuni dei documenti hanno più la forma di appunti che non di completa stesura. Tuttavia nelle note, dettagliate e meticolose, il Curatore ha cercato di svolgerli, completando riferimenti e allusioni e mettendone in luce il vario contenuto in apposite introduzioni. Anche grazie a tale più compiuta lettura questi scritti rivelano singolare importanza: indicano cioè quanto fosse versatile e approfondita, sotto diversi aspetti precorritrice, la cultura liturgica del giovane Montini ed ampia e multiforme la sua informazione bibliografica. In particolare, egli aveva un’autentica e precisa teologia della liturgia, intesa sempre come reale ed efficace presenza del mistero di Cristo e come versione orante della fede e del dogma. Montini concepiva la liturgia come principio e risorsa primaria dell’esperienza e della spiritualità cristiana. Non mancava di sottolineare con vigore la funzione educativa della pietà, ponendone in evidenza la dimensione ecclesiale. Coglieva inoltre l’importanza della storia della liturgia, che dava prova di ben conoscere nelle sue linee principali, mostrandosi specialmente sensibile alla proprietà estetica dei riti, alla loro arte e poesia. Una visione che in quegli anni ben pochi possedevano e che troveranno pratica attuazione anche negli anni dell’episcopato milanese, trovando poi compiuta sistemazione nella costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium.
Inos Biffi, docente ordinario emerito di storia della teologia medievale e di teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano) e docente incaricato presso la Facoltà di Teologia di Lugano (Svizzera), dove è Direttore dell’Istituto di Teologia. È presidente dell’Istituto per la Storia della Teologia Medievale di Milano e dirige in collaborazione le collane Biblioteca di Cultura medievale ed Eredità Medievale. Storia della teologia da Boezio a Erasmo da Rotterdam presso la Jaca Book. È autore di ricerche sui teologi dei secoli XI, XII, e XIII. Cura, in collaborazione, l’opera omnia di s. Anselmo d’Aosta e del Corpus Colombanianum. Dottore aggregato della Biblioteca Ambrosiana, dedica grande parte della sua attività nel campo della liturgia, particolarmente di quella ambrosiana, di cui ha curato la riforma. Collabora alle principali riviste teologiche, tra cui «La Scuola Cattolica», «Teologia», «Communio» e la «Rivista Teologica di Lugano».
Muovendosi sulla duplice esperienza scientifica del fisico e del teologo l'autore guida il lettore nel complesso mondo dei rapporti tra teologia e scienza. L'opera chiarisce sin dalle prime pagine che molti scontri storici tra scienza e teologia nacquero da salutari dibattiti tra la vecchia scuola aristotelica e la nuova scienza che si stava ormai imponendo su una scolastica cristallizzata, creando utili contrasti nel dibattito di ricerca scientifica e teologica. Acquisita consapevolezza che il Creatore si serve d'ogni opera del proprio creato, nel XVI secolo cominciò a imporsi l'idea che scienza e teologia fossero due realtà e linguaggi distinti per mezzo dei quali Dio comunicava all'uomo manifestandosi con le sacre scritture come con la fisica e la matematica. Linguaggi che oggi appaiono meno diversi e più vicini, interscambiabili e a tratti quasi interdipendenti.
Il cammino del giovane verso la libertà non sarà mai pacifico, ma tormentato da lotte e da opposizioni violente. Una fiducia indefettibile lo deve sostenere: la certezza della presenza di Gesù nella sua vita
«Parlare di stabilità oggi, nell'epoca postmoderna, in cui il criterio di discernimento (spesso inconsapevole) è dato dalla frammentazione, declinata nei vari ambiti come provvisorietà (frammentazione del tempo, delle relazioni, degli impegni...), come cronaca senza senso (frammentazione della storia), come emozione senza ragione (frammentazione dell'anima), come corpo senza spirito (frammentazione dell'uomo), come soggetto senza comunità (frammentazione della persona), come uomo senza Dio (frammentazione fondamentale), assume una valenza assai significativa e oserei dire profetica...
Il libro di Madre Cristiana Piccardo affronta la tematica della stabilitas proprio nell'ottica ad ampio raggio indispensabile per coglierne la ricchezza, spesso sottesa. Ciò che colpisce il lettore non è solo la competenza teologica dell'Autrice, ma la sua prospettiva sapienziale in cui le varie tematiche vengono affrontate e sviluppate non semplicemente in una chiave di lettura teoretica, sia essa monastica o patristica, pur fondamentale, ma in un orizzonte integrale di mente e cuore, di teoria e pratica, di regola e vissuto. È in questo dinamismo del cuore e della vita, e non solo delle fonti, che in Madre Cristiana si evidenzia l'attenzione alla storia o, per dirla con il Vaticano II, ai segni dei tempi. Potremmo dire che nella descrizione della stabilitas traspare una sorta di autobiografia dell'Autrice. Non sorprende, allora, l'articolazione ampia e la ricchezza che ne viene descritta: sono un riflesso dell'intensa e profonda esperienza umana, cristiana e monastica compiute da una donna, divenuta monaca e poi badessa, protagonista dell'incredibile fecondità della Trappa di Vitorchiano... Lo spessore di Madre Cristiana non è solo monastico, ma squisitamente ecclesiale nella doppia valenza per cui la Chiesa e la Comunità monastica sono modello e orizzonte l'una all'altra, nella costante (stabilitas) radicale appartenenza a Cristo, unico Signore di entrambe» (ROBERTO NARDIN).
Sia durante la sua vita, sia dopo la morte, Armand Jean Le Bouthillier, abate de Rancé, fu una figura controversa. Da vivo, fu stranamente ammirato da molti, benché avesse, come ha osservato un recente biografo, «un genio infelice per incorrere in ostilità non necessarie». Da morto, continuò a suscitare reazioni estreme - fu amato così come detestato. Un biografo lo soprannominò «l’abate tempesta»; altri lo dipinsero in panegirici agiografici.
Il presente volume colloca Rancé sullo sfondo colorito e stravagante della Francia del Seicento e corregge le caricature, sia quelle menzognere, sia quelle troppo elogiative, esplorando il mondo che circondava e che formò questo monaco sempre affascinante: i circoli esclusivi dell’ancien régime in cui il giovane Rancé si mosse; e l’austero ambiente monastico che egli creò a La Trappe.
«Questo non è tanto un libro su Rancé, ma intorno a Rancé», scrive l’autore. «Non mi aspetto che convincerà la gente che non ama Rancé ad amarlo; però può servire a spiegare perché disse e fece quel che disse e fece nella maniera in cui lo disse e lo fece».
Poteva un evento epocale come il Concilio Vaticano II limitarsi a difendere la tradizione cristiana contro gli assalti della società moderna e quelli, ancor più insidiosi, del tempo post-moderno? La risposta di questo libro è no, questo non poteva bastare. Quando i vescovi di tutto il mondo si riunirono a San Pietro, infatti, alla condanna degli errori osservati nel mondo preferirono un'esposizione positiva e convincente delle verità da accogliere e testimoniare, perseguendo quel rinnovamento spirituale e pastorale che era stato il grande insegnamento di papa Roncalli. Questo secondo volume della serie "Vaticano II in rete" ripercorre l'interessante fase preparatoria che precede il Concilio, nella quale le due anime - quella rigidamente difensiva e quella aperta all'ascolto - sono entrambe presenti e all'opera. Un contesto rispetto al quale la scelta decisiva compiuta successivamente dai Padri conciliari acquista maggior valore.
Luigi Pedrazzi, tra i fondatori e i principali animatori dell'Associazione il Mulino, di cui è attualmente presidente, è stato vicesindaco della città di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato anche "Resistenza cattolica" (2006).
La fotoreporter Roberta Hidalgo è passata alle cronache di tutto il mondo attraverso la prima missione mediatico-fotografica compiuta in Italia, che immortalò papa Giovanni Paolo II nella sua piscina della residenza estiva di Castel Gandolfo: le foto furono poi pubblicate nell'agosto 1981 dal settimanale Gente dell'editore Rusconi e a settembre dello stesso anno da Paris Match (i diritti furono infatti acquistati prima dalla Rusconi in esclusiva per l'Italia, poi, in esclusiva per l'estero, dalla Rizzoli con la mediazione di Licio Gelli, che successivamente le mostrò al papa stesso). In questo saggio si ripubblicano le storiche foto che diedero scandalo nel 1981 e la spy story che ne derivò. Un saggio scandalistico che rimette in gioco una questione da trent'anni sopita, ma mai dimenticata.
Il movimento beghinale è stato soprattutto un movimento di donne, comunemente conosciute con il nome di beghine.
Per il loro carattere d’indipendenza verso l’autorità maschile potrebbe essere anche considerato il primo movimento femminista. Ma perché il termine “beghina” è oggi usato come sinonimo di bigotteria o d’ipocrisia?
La grande ricchezza spirituale scaturita dal movimento beghinale ha nutrito i trattati teologici di nomi celebri, come Meister Eckart o l’ammirabile Ruysbroeck, ma gli scritti delle beghine sono quasi inesistenti. Perché? E come mai, benché siano state le prime infermiere d’Europa, non esiste traccia di questa loro missione nei libri di storia della medicina?
Queste ed altre domande troveranno risposta nella prsente pubblicazione il cui scopo è riabilitare una lunga, feconda e spiritualmente ricca storia di donne che hanno cercato la santificazione nella libertà e che tanto avrebbero ancora da dire a noi donne e uomini del XXI secolo.
A intervalli quasi regolari la fraternità tradizionalista San Pio X, fondata nel 1970 dall’ex arcivescovo di Dakar Marcel Lefebvre, fa parlare di sé con fragore. Quale ne è il motivo? L’ambizione di questo volume è di fornire alcune chiavi di comprensione della questione, di ordine storico, talvolta storicopolitico, e teologico.
Non filolefebvriano, ma neppure ostile alla fraternità, l’autore vuole capire le ragioni per cui Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno ostinatamente tentato di recuperare lo scisma dei tradizionalisti. Una vicenda che è ben lungi dall’essere conclusa.
Destinatari
Studiosi, religiosi, giornalisti.
L’autore Gérard Leclerc (1942) è giornalista, filosofo e saggista. Ha collaborato con Le Figaro, Famille chrétienne, Le Spectacle du Monde, Aspects de la France, Nouvelle Action française Hebdo, Le Quotidien de Paris, Royaliste, ed è editorialista per il settimanale France catholique. Ha all’attivo numerose pubblicazioni sulla storia della Chiesa francese, in particolare del XIX e del XX secolo.
Argomenti di vendita
Un argomento di grande importanza, trattato con la giusta imparzialità. Un tema che torna spesso alla ribalta anche grazie all'autorevolezza dell’autore.

