
In un contesto sociopolitico ed ecclesiale che va dalla Grande Guerra al post-Concilio l'autore colloca la vicenda del "figlio del carrettiere", che scommette sulla fecondità inesauribile di un sacerdozio inteso come "immolazione" volontaria al servizio dei poveri e dei più emarginati. Costruttore di coscienze cristiane, suscitatore di vocazioni religiose, educatore di laici adulti, don Torreggiani, con la fondazione dell'Istituto Servi della Chiesa (1948), conduce i suoi amici sulle frontiere della carità organizzata (oratori, assistenza carceraria, case di accoglienza, collegi) e dell'inveramento del Concilio (Chiesa locale, diaconato, formazione del clero, valorizzazione dei carismi). Sa dialogare con la Chiesa gerarchica e raggiungere soggetti spesso dimenticati dalla pastorale. Si adopera, sino alla fine, per immettere nelle vene della Chiesa fermenti e testimonianze che sgorgano dal midollo della tradizione, ma che chiedono all'Istituzione di essere riconosciuti e accolti.
Considerato uno dei pensatori più autorevoli non solo della storia del cristianesimo ma del pensiero occidentale tout court, Tommaso d'Aquino influenza tuttora sotto molti aspetti il pensiero moderno.
Thérèse Françoise Marie Martin entrò nella clausura del Carmelo di Lisieux nel 1888 e morì nel 1897 a soli ventiquattro anni. Conosciuta anche come santa Teresina, fu autrice di una vasta opera letteraria e sviluppò una nuova forma di spiritualità, quella della "piccola via", che nel suo intenso rapporto con il quotidiano ha profondamente influenzato la fede della nostra epoca e continua ad affascinare anche i non credenti. Il primo racconto partecipato della sua vita si deve a Henri Ghéon, scrittore dal singolare percorso esistenziale. Fondendo le ragioni della fede con quelle della poesia, Ghéon segue l'avventura spirituale di Teresina dai primi passi nella casa paterna di Alençon fino ai giorni trascorsi nel Carmelo di Lisieux, e riesce a restituire la ricchezza e la profondità del suo mondo interiore: un'esperienza religiosa che avrebbe illuminato la via di migliaia di fedeli e di Papi come Giovanni Paolo II e Francesco.
Gennaio 1964. Otto reportages al seguito di Paolo VI: un viaggio storico in cui per la prima volta un Pontefice visita i luoghi di Gesù.
"Il segretario di Stato è una specie di meridiana che può indicare l'ora solo se c'è il sole, altrimenti non funziona". Non c'è frase migliore per spiegare quale concezione il cardinale Agostino Casaroli abbia avuto del suo ruolo. Segretario di Stato dal 1979 al 1990 sotto Giovanni Paolo II, Casaroli è stato per lungo tempo il protagonista indiscusso della diplomazia della Santa Sede, essendo il principale artefice dell'Ostpolitik vaticana, etichetta attribuita alla complessa rete di rapporti diplomatici intessuta con i paesi del blocco sovietico a partire dal 1963. Nonostante le critiche, più o meno velate, rivoltegli anche dall'interno della Chiesa, Casaroli, in assoluta comunione di intenti con i pontefici che si sono succeduti ha impostato con coerenza una linea diplomatica che si è rivelata vincente, avendo avuto un ruolo non secondario nella progressiva disgregazione dei regimi comunisti, fino alla decisiva svolta del 1989. Questo contributo si propone di ricostruire con dovizia di particolari e rigore storico quella straordinaria stagione, gettando una luce profonda sull'attività diplomatica di Casaroli e indagando a tutto tondo la personalità di un uomo che è stato tra i maggiori interpreti della storia del secondo Novecento. La straordinaria avventura diplomatica del Card. Casaroli.
Documento di un riscatto umano e di una dolorosa conquista spirituale, questa piccola silloge di composizioni poetiche di Alfredo Bonazzi rievoca la visita di Giovanni XXIII al carcere romano di Regina Coeli il 26 dicembre 1958. La raccolta è preceduta da una presentazione di S.E. il cardinale Loris Francesco Capovilla, da una testimonianza di Nazareno Fabbretti, da una premessa dell'autore e dal testo integrale del discorso del Pontefice ai reclusi.
La Storia della Chiesa di Joseph Lortz si presenta, come dichiara il sottotitolo, in prospettiva di storia delle idee. Ciò significa che essa vuole elaborare l'essenziale della storia ecclesiastica nelle grandi linee direttrici che ne comandano e spiegano l'interno sviluppo nel corso dei secoli. Questo volume studia l'Antichità e il Medioevo, non evitando mai, sulla base del giudizio teologico e neotestamentario, l'ammissione delle debolezze; al contrario, ne fa il presupposto fondamentale per un'esposizione feconda dal punto di vista storico, religioso ed ecclesiastico. All'autocritica corrisponde lo sforzo per comprendere ciò che in quest'epoca è stato fatto contro la Chiesa. In maniera particolarmente lodevole viene indagata la pietà medievale, il suo carattere espressamente materiale e la lotta tra impero e papato. Si arriva così a una comprensione del tardo Medioevo come grado preliminare e non fortuito della Riforma, e riceverne un valido aiuto per il dialogo interconfessionale. Completa l'opera un'appendice sui rapporti tra Chiesa e Sinagoga dall'Antichità al tardo Medioevo.
Il Concilio Vaticano II ha rappresentato una tappa significativa nella storia della Chiesa e rappresenta tuttora, a quasi cinquant'anni dalla sua conclusione, un punto di riferimento non solo nel campo della proposta magisteriale, ma anche nel campo dell'investigazione teologica. La Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum è da ritenersi fra i documenti centrali del Concilio. Il presente lavoro intende da una parte evidenziare un aspetto della ricca tematica della rivelazione, riguardante la sua fase trasmissiva legata alla vicenda ecclesiale nel suo storico snodarsi; dall'altra parte intende mettere a fuoco la novità del Vaticano II rispetto a precedenti impostazioni teologiche, che limitavano il problema della trasmissione della rivelazione all'indagine circa l'uguaglianza o la disuguaglianza contenutistica delle "fonti" della rivelazione, la Tradizione e la Scrittura. Il presente volume offre, in una prima parte, un bilancio dei rapporti fra Tradizione e Scrittura così come si sono andati configurando nella storia del pensiero teologico fino al Vaticano I. Una seconda parte ricostruisce analiticamente l'ampio e travagliato dibattito su questo tema all'interno dell'iter conciliare del Vaticano II. E una terza parte colloca il tema dei rapporti fra Tradizione e Scrittura nel più ampio orizzonte del cammino della Parola di Dio nel tempo della Chiesa.
In questo volume vengono ricordati i Francescani che in un modo o nell'altro realizzarono la loro vocazione minoritica a servizio della Terra Santa e in tutte le realtà ad essa collegate. Martiri nel sangue o nell'umile lavoro quotidiano, essi hanno lasciato un'eredità di fede, carità, eroismo e perseveranza nel servizio alla Custodia di Terra Santa e alla Chiesa universale. Grazie ai brevi profili biografici qui raccolti, è possibile ripercorrere otto secoli di storia della Chiesa in luoghi nei quali ancora oggi la testimonianza della fede chiede coraggio e comporta grandi rischi. Gli uomini e le donne ricordati fanno parte di quella grande schiera di testimoni che sono uniti, ieri come oggi, dall'amore per l'annuncio evangelico.
Nell'intento di mantenere coesi e motivati gli eserciti, nell'Europa delle guerre di religione i predicatori dei contrapposti fronti confessionali ministri riformati e clero cattolico - utilizzarono la predicazione come risorsa retorica "disciplinante" e, al contempo, si fecero carico di giustificare religiosamente la guerra. Nel volume - che raccoglie gli atti del LI Convegno di Studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia - si riflette su come la retorica del combattimento per la fede, con i suoi numerosi riferimenti biblici, influì sulla mobilitazione armata, sulla pratica religiosa e sulla violenza degli eserciti
Il volume presenta in forma completa il ricco e suggestivo magistero di Giovanni XXIII sull'Azione cattolica nel corso del suo incisivo pontificato, durante il quale indicò all'associazione il "cammino giusto" da percorrere per un autentico rinnovamento, in presa diretta con le acquisizioni che maturavano ocn il Concilio Vaticano II. Il percorso è ricostruito attraverso i tanti discorsi, messaggi, incontri avuti dal "papa buono" con l'Azione cattolica radicata in tutto il mondo, restituendo per la prima volta un quadro compiuto, che illumina un altro aspetto di questa figura di santità, "(...) prete segnato a fuoco dalla familiarità con Cristo, e di null'altro preoccupato se non del nome, del regno e della volontà di Dio" (dalla Prefazione di Loris Francesco Capovilla).
La chiesa coreana è l'unico esempio di evangelizzazione partita non da missionari religiosi ma da semplici uomini di cultura autoctoni, e il ruolo svolto dai laici coreani non ha eguali. Dalla fine del diciottesimo secolo, poi, il cattolicesimo trovò terreno fertile soprattutto tra le classi meno abbienti e le categorie più indifese (donne e contadini) alle quali il cristianesimo riservava un trattamento egualitario. Tutto ciò finiva per rompere i rigidi schemi di casta della società del tempo, per cui il cristianesimo entrò immediatamente in conflitto con le autorità: da qui una lunga serie di persecuzioni che portarono alla tortura e all'uccisione di migliaia di martiri. Oggi il cattolicesimo in Corea sta vivendo un periodo di grande fertilità, e la visita di papa Francesco è motivo di grande gioia e nuovo fervore.

