
Documento di un riscatto umano e di una dolorosa conquista spirituale, questa piccola silloge di composizioni poetiche di Alfredo Bonazzi rievoca la visita di Giovanni XXIII al carcere romano di Regina Coeli il 26 dicembre 1958. La raccolta è preceduta da una presentazione di S.E. il cardinale Loris Francesco Capovilla, da una testimonianza di Nazareno Fabbretti, da una premessa dell'autore e dal testo integrale del discorso del Pontefice ai reclusi.
La Storia della Chiesa di Joseph Lortz si presenta, come dichiara il sottotitolo, in prospettiva di storia delle idee. Ciò significa che essa vuole elaborare l'essenziale della storia ecclesiastica nelle grandi linee direttrici che ne comandano e spiegano l'interno sviluppo nel corso dei secoli. Questo volume studia l'Antichità e il Medioevo, non evitando mai, sulla base del giudizio teologico e neotestamentario, l'ammissione delle debolezze; al contrario, ne fa il presupposto fondamentale per un'esposizione feconda dal punto di vista storico, religioso ed ecclesiastico. All'autocritica corrisponde lo sforzo per comprendere ciò che in quest'epoca è stato fatto contro la Chiesa. In maniera particolarmente lodevole viene indagata la pietà medievale, il suo carattere espressamente materiale e la lotta tra impero e papato. Si arriva così a una comprensione del tardo Medioevo come grado preliminare e non fortuito della Riforma, e riceverne un valido aiuto per il dialogo interconfessionale. Completa l'opera un'appendice sui rapporti tra Chiesa e Sinagoga dall'Antichità al tardo Medioevo.
Il Concilio Vaticano II ha rappresentato una tappa significativa nella storia della Chiesa e rappresenta tuttora, a quasi cinquant'anni dalla sua conclusione, un punto di riferimento non solo nel campo della proposta magisteriale, ma anche nel campo dell'investigazione teologica. La Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum è da ritenersi fra i documenti centrali del Concilio. Il presente lavoro intende da una parte evidenziare un aspetto della ricca tematica della rivelazione, riguardante la sua fase trasmissiva legata alla vicenda ecclesiale nel suo storico snodarsi; dall'altra parte intende mettere a fuoco la novità del Vaticano II rispetto a precedenti impostazioni teologiche, che limitavano il problema della trasmissione della rivelazione all'indagine circa l'uguaglianza o la disuguaglianza contenutistica delle "fonti" della rivelazione, la Tradizione e la Scrittura. Il presente volume offre, in una prima parte, un bilancio dei rapporti fra Tradizione e Scrittura così come si sono andati configurando nella storia del pensiero teologico fino al Vaticano I. Una seconda parte ricostruisce analiticamente l'ampio e travagliato dibattito su questo tema all'interno dell'iter conciliare del Vaticano II. E una terza parte colloca il tema dei rapporti fra Tradizione e Scrittura nel più ampio orizzonte del cammino della Parola di Dio nel tempo della Chiesa.
In questo volume vengono ricordati i Francescani che in un modo o nell'altro realizzarono la loro vocazione minoritica a servizio della Terra Santa e in tutte le realtà ad essa collegate. Martiri nel sangue o nell'umile lavoro quotidiano, essi hanno lasciato un'eredità di fede, carità, eroismo e perseveranza nel servizio alla Custodia di Terra Santa e alla Chiesa universale. Grazie ai brevi profili biografici qui raccolti, è possibile ripercorrere otto secoli di storia della Chiesa in luoghi nei quali ancora oggi la testimonianza della fede chiede coraggio e comporta grandi rischi. Gli uomini e le donne ricordati fanno parte di quella grande schiera di testimoni che sono uniti, ieri come oggi, dall'amore per l'annuncio evangelico.
Nell'intento di mantenere coesi e motivati gli eserciti, nell'Europa delle guerre di religione i predicatori dei contrapposti fronti confessionali ministri riformati e clero cattolico - utilizzarono la predicazione come risorsa retorica "disciplinante" e, al contempo, si fecero carico di giustificare religiosamente la guerra. Nel volume - che raccoglie gli atti del LI Convegno di Studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia - si riflette su come la retorica del combattimento per la fede, con i suoi numerosi riferimenti biblici, influì sulla mobilitazione armata, sulla pratica religiosa e sulla violenza degli eserciti
Il volume presenta in forma completa il ricco e suggestivo magistero di Giovanni XXIII sull'Azione cattolica nel corso del suo incisivo pontificato, durante il quale indicò all'associazione il "cammino giusto" da percorrere per un autentico rinnovamento, in presa diretta con le acquisizioni che maturavano ocn il Concilio Vaticano II. Il percorso è ricostruito attraverso i tanti discorsi, messaggi, incontri avuti dal "papa buono" con l'Azione cattolica radicata in tutto il mondo, restituendo per la prima volta un quadro compiuto, che illumina un altro aspetto di questa figura di santità, "(...) prete segnato a fuoco dalla familiarità con Cristo, e di null'altro preoccupato se non del nome, del regno e della volontà di Dio" (dalla Prefazione di Loris Francesco Capovilla).
La chiesa coreana è l'unico esempio di evangelizzazione partita non da missionari religiosi ma da semplici uomini di cultura autoctoni, e il ruolo svolto dai laici coreani non ha eguali. Dalla fine del diciottesimo secolo, poi, il cattolicesimo trovò terreno fertile soprattutto tra le classi meno abbienti e le categorie più indifese (donne e contadini) alle quali il cristianesimo riservava un trattamento egualitario. Tutto ciò finiva per rompere i rigidi schemi di casta della società del tempo, per cui il cristianesimo entrò immediatamente in conflitto con le autorità: da qui una lunga serie di persecuzioni che portarono alla tortura e all'uccisione di migliaia di martiri. Oggi il cattolicesimo in Corea sta vivendo un periodo di grande fertilità, e la visita di papa Francesco è motivo di grande gioia e nuovo fervore.
Il volume analizza la visione del Concilio Vaticano II da parte del Partito comunista italiano, dal momento della convocazione dell'assemblea (gennaio 1959) fino al suo definitivo scioglimento (dicembre 1965). I capitoli centrali sono preceduti da una lunga premessa nella quale viene ripercorsa l'analisi comunista della Chiesa e della religione cattolica, evidenziando continuità e rotture tra il primo e il secondo dopoguerra.
Questo 2° volume è imperniato sulle cosiddette attestazioni di recezione del Vaticano II per l'Italia: i Piani/Orientamenti pastorali e i Convegni ecclesiali nazionali promossi dalla CEI. Sulla scorta dello studio operato nel 1° volume, l'autore verifica in quale misura i nuclei ecclesiologici proposti dal Concilio siano stati recepiti dai Vescovi e "tradotti" per noi.
"La Provvidenza mi ha permesso di partecipare a tutte le sessioni dell'assemblea. Sono profondamente convinto che il Vaticano II ha dotato la Chiesa della nostra epoca del linguaggio autentico dello Spirito Santo, che dobbiamo seguire, incarnandolo nella vita sia comunitaria sia individuale, secondo la vocazione di ciascuno e il 'grado del dono' ricevuto. Questo riguarda ogni cristiano, ogni religioso, ogni prete, ogni vescovo e per conseguenza il vescovo di Roma, successore di Pietro. Ne ero convinto il 16 ottobre 1978. Mi sono affidato allo Spirito Santo che si è rivolto alla Chiesa e al mondo attuale anche oggi e cerco, secondo le mie forze, di professare e di realizzare ciò che credo." (Giovanni Paolo II)
L'esigenza di una nuova era, di una rinascita dell'umanità in grado di produrre quasi una nuova creazione, pervade i secoli XVI e XVII. Lasciatasi alle spalle la società signorile, l'Italia è progressivamente assorbita nell'orbita della dominazione straniera. Guerre, epidemie, un generale decadimento della vita laicale, religiosa ed ecclesiastica postulano la riforma e il rilancio della cristianità, al quale dà ulteriore impulso la vittoria di Lepanto. Il concilio di Trento restituisce alla spiritualità un robusto ancoraggio teologico, sacramentale e disciplinare, rimotiva la catechesi, consacra il culto dei santi. Nell'elaborazione delle dottrine e nella comunicazione delle proprie esperienze spirituali gli autori italiani, a differenza di quelli spagnoli, non elaborano trattati ma danno una visione d'insieme sia della precedente letteratura ascetico-mistica, sia degli aspetti esperienziali. Nella visione del cammino spirituale domina il riferimento a Cristo, con una particolare sottolineatura dell'eucaristia e della croce. L'equilibrio latino caratterizza l'ascesi italiana, mentre la mistica punta all'unione con Dio, trovando impulso sul terreno della carità apostolica; caratteri tipici di questa spiritualità sono l'apertura alla catechesi e l'attenzione alla povertà.