
Dopo il primo volume di Modernismo e modernisti che proponeva una panoramica generale sul tema – utile a rendere le diverse caratteristiche e le dinamiche intermittenti che connotarono indagini storico critiche, enunciazioni teoriche, indirizzi ideali e pratici, reazioni del magistero e degli organi disciplinati pontifici, entro la Chiesa latina, e in particolare italiana, all’aprirsi del Novecento – in questo secondo volume l’obiettivo punta a cogliere, da diverse angolature o punti di vista, qualche primo piano di tre personaggi, Semeria, Buonaiuti e Fogazzaro, per sondare, attraverso momenti dei rispettivi itinerari, concrete modalità in cui vennero declinati tipici paradigmi, focalizzandone all’occorrenza i riflessi in ambiti ecclesiali e in genere culturali.
Prefazione di Stefano Zamagni
Con i contributi di Giorgio Bruno, Giuseppe Frangi, Claudine Hugonnet-Berger, Giovanni Maddalena
Il libro è illustrato con oltre 50 tavole a colori
“Il significato profondo del messaggio che da questo testo si trae è un messaggio oggi ancora più rilevante che non nel passato. La vicenda umana di Nicolas Rolin, fondatore nel 1443 del suo ospedale e cancelliere per diversi decenni al servizio dei duchi di Valois Borgogna, è qui descritta come meglio non si potrebbe. Senza tema di smentita, si può dire che quello di Rolin è stato un esempio notevole e ante litteram di imprenditore civile ovvero della realizzazione di una concezione di attività economica di per sé votata alla generazione di bene comune”. (Stefano Zamagni)
Il concetto teologico-politico di un'"era costantiniana" ha rappresentato a lungo un modello di relazioni fra chiesa e potere sovrano, un ideale capace di successive riprese in diverse congiunture storiche, un paradigma che caratterizza un lungo periodo della storia del cristianesimo e della storia politica europea. All'aprirsi dell'ultima stagione conciliare, un celebre medievista domenicano, Marie-Dominique Chenu, ne diagnostica la "Fine". Il volume procede di qui a ritroso, genealogicamente, al fine di ricostruire i fondamenti teorici della discussione alla vigilia del Vaticano II, attraversando molteplici prospettive, seguendo il trasmettersi di questo concetto da opera in opera, e dunque anche attraverso mutazioni dovute non solo alla formazione teorica e disciplinare degli autori che ne fanno uso, ma al contesto in cui le loro opere sono state composte, fino a trovarne una attestazione archetipa all'inizio del XX secolo. Lungo il corso del Novecento, una costellazione di concetti legati alla "Fine dell'era costantiniana" è stata utilizzata allo scopo di diagnosticare (e nel contempo indurre) la crisi di un regime di cristianità, e conduce sino alla discussione, in Concilio, intorno alla struttura istituzionale stessa della chiesa. Il percorso storico che così si delinea permette la visione d'insieme di un filone di ricerca storica e teologica novecentesca su chiesa e politica, su cristianità e sovranità, e delle molteplici questioni che il nome di Costantino ha evocato.
Il papato rinascimentale è stato oggetto di un'ampia e consolidata produzione storiografica, che ne ha esplorato i molteplici aspetti politici, culturali e istituzionali. Manca tuttavia, in questo panorama, uno studio sistematico sul rapporto tra papato ed eucaristia. Questo volume intende colmare tale lacuna, mostrando come il sacramento del Corpo di Cristo non soltanto fosse al centro della devozione papale, ma rappresentasse anche un fondamento teologico e simbolico della concezione del potere pontificio sviluppatasi nel tardo Medioevo. La ricerca si concentra innanzitutto sulla celebrazione della solennità del Corpus Domini alla corte pontificia, dedicando particolare attenzione alla processione eucaristica, momento culminante della festa, in cui si riflettevano dinamiche curiali, gerarchie ecclesiastiche e messaggi politici. Il libro affronta inoltre un aspetto ad oggi poco indagato: la riluttanza dei papi rinascimentali a celebrare personalmente la Messa, cui preferivano, invece, assistere. Se questo fenomeno è stato interpretato da alcuni studiosi come un segno di "secolarizzazione", l'autore ne propone qui una lettura più contestualizzata, legata alla sacralità del ruolo papale e alla liturgia come spazio di rappresentazione teologica. Lo studio si fonda su un'ampia base documentaria prodotta presso la corte pontificia tra XV e XVI secolo, e riserva particolare rilievo alle testimonianze dei maestri delle cerimonie, i cui diari e trattati offrono uno sguardo privilegiato sulla vita rituale della Curia romana e sulla costruzione simbolica del primato papale. Ne emerge un affresco ricco e inedito del ruolo dell'Eucaristia nella liturgia pontificia e nella visione del papato tra Medioevo ed età moderna.
Il territorio verdeggiante e a tratti roccioso della penisola athonita rappresenta il caso unico al mondo di una Repubblica monastica ancora nel pieno delle sue forze dopo oltre un millennio di storia. La data di fondazione comunemente accettata dagli studiosi è quella del 963, anno in cui il monaco Atanasio diede vita al monastero della Grande Lavra. La storia religiosa di questo lembo di terra della Calcidica era però già iniziata molto tempo prima, sin dall'epoca tardo-antica, quando numerosi e oscuri eremiti vi trovarono rifugio. Oggi il Monte Athos, con i suoi venti monasteri, rappresenta il cuore spirituale del cristianesimo ortodosso. In questo luogo di silenzio e di preghiera si è conservata inalterata l'antica tradizione mistica ereditata dagli anacoreti del deserto egiziano. Questo libro narra il pellegrinaggio del grande scrittore russo nei vari monasteri, un racconto che traccia non solo un quadro storico e agiografico di questa terra, ma che riesce a proiettarci nel battito emozionale e spirituale di uno dei luoghi più cari al cristianesimo.
Numerosi sono gli storici che negli ultimi anni hanno tentato una lettura del ventennio fascista scevra da pregiudizi e ideologie. Guido Zagheni cerca di applicare questo metodo interpretativo al campo specifico del rapporto tra lo Stato fascista e la Chiesa cattolica in Italia.
Inizialmente il mondo cattolico, come il resto della società italiana, si lasciò sorprendere dal fascismo e numerosi esponenti della base e del vertice aderirono a quella che sembrava la proposta di una nuova società e di una crescita improvvisa e sorprendente della giovane nazione. Successivamente la pretesa del fascismo di essere l’unica forza a determinare il presente ed il futuro degli italiani fu all’origine di uno scontro sempre più aspro con la Chiesa. Le iniziali convergenze portarono al Concordato del 1929 e alla soluzione della questione romana. Seguirono i contrasti per l’Azione Cattolica, per la pulizia etnica attuata durante e dopo la guerra d’Africa, per le leggi razziali, per l’avvicinamento alla Germania. La conseguente scelta per la guerra segnò la rottura definitiva tra Chiesa e fascismo.
Il volume ripercorre minuziosamente la storia del fascismo dalle origini alla guerra di liberazione, e rivendica la forza e la dignità dell’azione della Chiesa, in particolare negli ultimi anni della dittatura.
Guido Zagheni, nato a Capergnanica (Cremona) il 1° gennaio 1942, ha studiato nel seminario vescovile di Crema divenendo sacerdote nel 1967. Ha alternato vita pastorale e studio, ricoprendo diversi incarichi nella diocesi. Dopo aver conseguito il dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha insegnato per alcuni anni nei seminari di Crema e Lodi; attualmente insegna Storia della Chiesa contemporanea presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. È presidente della Fondazione «Carlo Manziana» Scuola Cattolica Diocesana. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato due volumi del Corso di storia della Chiesa dedicati a L’età moderna (1995) e a L’età contemporanea (1996).
Le Crociate costituiscono il terreno dello scontro profondissimo tra due religioni e due civiltà. Il movimento crociato, originato dalla Chiesa nell'ambito del clima di rinnovamento spirituale verificatosi dopo il Mille, si è caratterizzato anche in base a ragioni politiche, economiche e sociali. Questo volume è una raccolta di dieci testi sulle prime quattro crociate e offre una storia progressiva del periodo compreso tra il 1096 e il 1207. A testi di carattere storiografico, resoconti di prima mano di testimoni che hanno personalmente partecipato agli eventi, nel volume si affiancano due testi poetici in francese antico, che celebrano in forma epica la presa di Antiochia e di Gerusalemme.
Nell'anno della fede 2012, in occasione del 50° anniversario dell'apertura del Concilio, l'Autrice rilegge questo evento epocale partendo dai discorsi ufficiali dei Papi Giovanni XXIII e Paolo VI e dai sedici documenti che esso ci ha lasciato, realizzandone un compendio davvero mirabile.
Il libro delinea lo sviluppo dell'esorcismo nel mondo cattolico latino dall'antichità fino ai giorni nostri, con particolare attenzione per l'epoca moderna e contemporanea. Il rito dell'esorcismo e le azioni messe in atto dai sacerdoti per allontanare i demoni dai posseduti esercitano da sempre un fascino popolare; eppure le origini, il fondamento ideologico e la storia di questo controverso rituale sono stati poco esplorati. Partendo dagli esorcismi propagandistici e spontanei dell'antichità cristiana, libero campo di azione di ogni battezzato, fino ai codificati rituali medievali, riservati a un clero espressamente autorizzato, Francis Young ripercorre una storia secolare e sempre diversa, mettendo in luce i labili confini fra gli esorcismi scritti e la magia non autorizzata, da sant'Agostino a papa Francesco. Nella convinzione che il bisogno di esorcismo si acuisca ciclicamente in tempi di crisi per la Chiesa, Young suggerisce una chiave di lettura per comprendere l'attuale ripresa della pratica esorcistica nel cattolicesimo.
Polymatheia è un vocabolo che esprime, in greco, la varietà del conoscere, il sapere poliedrico, globale in senso umanistico, non costretto entro limiti della chiusa e impenetrabile settorialità delle discipline, che complica fino all'incomunicabilità e all'ostilità i rapporti tra le scienze e le culture. La collana che di tale nome si appropria vuole essere espressione di questa apertura interdisciplinare, in cui le scienze storiche, artistiche, letterarie, filologiche, religiose, teologiche, giuridiche, economiche e sociologiche, al pari delle scienze esatte, collaborino senza limiti, ciascuna nella propria autonomia specificità, alla costruzione di un'umanità integrale, ponendosi a servizio della dignità e dei diritti dell'individuo e rispondendo alla sua aspirazione ad una vita superiore.

