
“Ciò che accompagna armoniosamente queste riflessioni è la mistica, qualcosa che la Chiesa si è sforzata di tener lontana dalla quotidianità. La mistica è una trama segreta che vogliamo tornare a scoprire per sentire il calore della vita. Per esprimere questo, potremmo ripetere le parole di Giovanni in una lettera che è, appunto, la calda trascrizione di un’esperienza: ciò che noi abbiamo udito, ciò che abbiamo visto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato, ciò che le nostre mani hanno toccato (1Gv 1, 1-3). Sono i sensi che si risvegliano provocati dalla vita, è l’alba dei sensi... quando tutto resta assolutamente silenzioso o assente. La mia teologia è allora obbligata a uscire dallo schema preordinato delle dottrine o dei sistemi culturali. La mia teologia cerca e si mette in sintonia con la ricerca dei protagonisti e delle protagoniste del racconto, della narrazione. La mia teologia è solidale e addirittura complice con i narratori e le narratrici di racconti. Tutte e tutti siamo sfidati da questo: ci sono coloro che fanno teologia ufficialmente e coloro che semplicemente raccontano o semplicemente vivono, respirano, stando “dentro” e nulla più. Tutti i soggetti della teologia debbono uscire da ogni schema prestabilito e seguire la vita con i suoi delicati movimenti, stare dentro di lei... non solo con il gusto di “servire”, ma anche di “toccare”: questo è il gesto mistico politico della vita.” (dall’introduzione)
Il volume presenta il racconto del Vangelo attraverso 170 vignette umoristiche.
Un volume che inaugura una collana dedicata all'evento del 140° anniversario della fondazione dell'Azione Cattolica. La storia di un movimento che è sempre stato un ponte di dialogo tra la dimensione cristiana e la dimensione umana della vita.
Presentazione di Mons. Bruno Forte.
«Questo libro di Mons. Michele Giulio Masciarelli parla del “cuore” in chiave storico-teologica, biblica e spirituale, ed è a sua volta scritto col “cuore”, perché l’Autore dimostra in maniera convincente di essere stato afferrato in profondità dal tema della Sua indagine e tende a parlare al “cuore”, unendo alla documentazione ampia e rigorosa un approccio esistenziale che vuole raggiungere il lettore e coinvolgerlo in scelte di fede e di amore» (dalla Presentazione di Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto).
«Questo importante libro di Mons. Masciarelli sarà certamente un libro amico che farà una grande compagnia spirituale a quanti intuiscono che il cuore è tutto per l’uomo: il sacrario della sua vocazione, la fonte della sua umanità, la culla delle sue
virtù. Questo libro sa dire tutto questo con la sua struttura sinfonica, che armonizza, in modo splendido e interessante, i grandi sensi teologici, spirituali, pastorali, culturali ed educativi di una paideia del cuore, preziosa per tutti, ma anzitutto per le generazioni nuove» (dalla Prefazione breve di Sr Mariagrazia Mancini, Madre Generale
dell’Istituto Ravasco).
Gli ambienti, le regole, l´orario e le mansioni dei Frati Domenicani del tredicesimo secolo.
Fin dalla sua nascita l’Ordine domenicano ha una sua fisionomia caratteristica, che lo rende diverso non solo dai più antichi Ordini monastici, ma anche dagli Ordini mendicanti sorti nello stesso secolo XIII.
Pietro Lippini ricostruisce, sulla base delle fonti duecentesche, lo stile di vita dei Domenicani nel primo periodo della loro lunga storia: la struttura del convento, l’ingresso dei giovani nella vita religiosa, la preghiera, lo studio, il governo delle comunità. Il volume comprende una traduzione delle antiche Costituzioni dell’Ordine domenicano.
Protagonista è il primo agonista. Così l’idea può andare. Ma se si intende uno che a tutti i costi vuole occupare la scena senza alcun diritto o qualità, allora - lo si dice, no? - è puro e semplice protagonismo. In buon milanese, questo tale non è un protagonista ma un baüscia! Il primo agonista è Cristo perché entra come Il Primo nell´Agone. Egli è nell´Agone Glorioso dall´Eternità: dalla stessa fondazione del mondo (Ap 13,8). Come noi entriamo in questo agone? Stando nella scia di Cristo vittorioso (Seguimi! Gv 21,22): lì si è certi della vittoria (Gv 16,33), ma non si vede nulla se non le spalle di Cristo. La fede è questo trascinamento, coinvolgimento nella scia di Cristo vittorioso (1 Gv 5,4). E´ proprio in questa «scia» che sta il segreto della invisibilità e della certezza della fede. E´ ciò che Dio aveva detto a Mosè, per indicare l´esperienza della sua Gloria: vedrai le mie spalle (Es 33,23).
Questa certezza nell´invisibile affidamento è la fede teologale. Entrare nella scia e nell´agone di Cristo non significa entrare da violenti nella violenza, ma entrare nel dolce giogo che assimila alla leggerezza di un atleta divino. Lo scenario dell´anima cristiana è il luogo dell´agone e il contemplativo è l´atleta assimilato a Cristo: il Primo Agonista.
Occorre un capovolgimento psichico per accorgerci di ciò che sta alle spalle del meraviglioso e del tempo. Lì l´anima si atteggia simbolicamente come balena che contempla la profondità, come passero ricercatore, come delfino studioso e come aquila che contempla dall´alto. Si deve cominciare a passeggiare nel microcosmo che è l’anima, per trovare le radici della bellezza del macrocosmo che è il mondo. Il nuovo scenario è più intenso e profondo. Nel colpo d’occhio di un’intuizione senza tempo, appare la geografia dell’anima. E l’esploratore dell’anima si trova sui sentieri del Paradiso e sulle tracce del divino. I paesaggi dell’anima sono cristiformi. La bellezza è il modo con cui le cose cadono nello sguardo dell’esteta e la vita cristiana è un’estetica assoluta. Lo sguardo cristiano è trasfigurante: vedendo l’universo in se stessa, l’anima cristiforme manda a quel paese gli arrivisti girovaghi. Ed è la fine del mondo.
Questo libro parla d'amore in termini semplici, pratici e concreti. Raccolta di riflessioni e proposte per imparare ad amare.
Questo piccolo libro si prefigge di comunicare serenita' e speranza a chi soffre nel corpo e nello spirito.
IL LIBRO
Il 1° febbraio 1954, durante uno degli inverni più freddi del dopoguerra, l’Abbé Pierre rivolge un appello radiofonico ai francesi di buona volontà, dando avvio a quella che fu definita l’«insurrezione della bontà» e alla sua battaglia contro l’emarginazione e la povertà nelle nostre città e nel mondo.
Dopo cinquant’anni l’Abbé Pierre, ormai novantenne, si rivolge alle giovani generazioni e le invita a una nuova rivoluzione, capace di assicurare all’umanità intera un’autentica prospettiva di futuro. Egli conosce i loro tormenti interiori e il loro desiderio di costruire qualcosa di duraturo e profondo, la loro difficoltà a ribellarsi a un modo omologato di vedere le cose e a trovare altre strade, i problemi concreti che assillano le famiglie, le ingiustizie che dividono il mondo e le società, e indica una rotta diversa.
Ognuno di noi, con il suo lavoro e il suo impegno, può costruire un mondo migliore, semplicemente facendo bene ciò che deve. Ma è anche necessario che si instauri un ordine delle cose più equo, che preveda una reale condivisione delle risorse e delle ricchezze. Il futuro dell’Uomo e della Terra dipende in buona misura dalla volontà di costruire giorno dopo giorno una più equilibrata convivenza tra ricchi e poveri, tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo.
Solo questo ci consentirà di controllare i grandi spostamenti di popolazioni che assillano e mettono in crisi le nostre società ricche e fiorenti e che, senza una decisa sterzata delle politiche economiche mondiali, non potranno che intensificarsi.
L'AUTORE
Henri Grouès – l’Abbé Pierre – nacque a Lione nel 1912. Ordinato sacerdote nel 1938, partecipò alle attività della Resistenza francese, divenendone presto uno dei capi. Dopo la guerra fu eletto deputato e fece parte dell’Assemblea Nazionale, ma, dopo qualche anno, abbandonò l’attività politica per dedicarsi ai poveri e ai bisognosi: nacque così Emmaüs, l’associazione dei «compagni», che attraverso il recupero dei materiali riciclabili e di tutto ciò che finiva nelle cantine e nelle soffitte delle famiglie finanziava le azioni di sostegno e aiuto ai più poveri, e che nel corso del tempo è diventata un’organizzazione articolata presente in tutti i continenti. L’Abbé Pierre è morto il 22 gennaio 2007.
Monaci buddisti, monaci zen, sufi, chassidim… tutti «uomini santi». Il paradosso, all’alba del terzo millennio, sta nel fatto che, affascinati dalla spiritualità di questi mistici venuti da lontano, abbiamo dimenticato quel «monaco » che vive in mezzo a noi da oltre quindici secoli, che ha fondato i nostri villaggi, dissodato i campi, costruito le prime chiese, copiato e miniato i manoscritti, che ha raccolto, nutrito, curato, istruito, guidato e protetto i nostri avi: il monaco cristiano.
Henri Brunel, mosso dalla curiosità e dall’amore per questi uomini, ci conduce nel cuore del monachesimo cristiano. Ci racconta la storia dei tre ordini principali – i Certosini, i Benedettini e i Cistercensi – parlandoci dei loro fondatori e delineandone gli assunti teologici e i precetti morali. Ma soprattutto descrive, grazie anche alle esperienze vissute in prima persona, la vita del convento, scandita oggi come un tempo da un insieme di attività e di riti quotidiani (la preghiera, lo studio dei testi sacri, il lavoro manuale, i pasti frugali…) che conservano intatta la propria suggestione e che trasmettono il profondo senso di dedizione e di sacrificio che anima questi «testimoni della fede» chiamati, secondo le parole di Giovanni Paolo II, «a essere lumi che rischiarano la strada sulla quale camminano tanti fratelli e sorelle in tutto il mondo».
L'AUTORE
HENRI BRUNEL è autore di numerosi libri dedicati alla spiritualità delle grandi religioni. Vive in un piccolo paese della Maine-et-Loire.