
In occasione dell'Anno della Fede - indetto da Benedetto XVI e che avrà inizio l'11 ottobre 2012 – ecco un agile libro “per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole e a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di profondo cambiamento come quello che l'umanità sta vivendo”.
Per contribuire alla riscoperta della fede, vengono proposti alcuni brani dal vasto insegnamento del Beato Giovanni Paolo II sulla fede e sul senso che essa dà alla nostra vita.
Caratterizzato da biografie diversissime - c'è chi vive in coppia e chi solo, chi ha figli e nipoti e chi non ne ha, chi cerca nuovi sbocchi professionali e chi comincia a pensare di lasciare il lavoro -, il cinquantesimo compleanno è per quasi tutti una vera e propria cesura. Segnata da cambiamenti radicali, la metà simbolica della vita può diventare occasione per una pausa di riflessione particolare, cui le pagine della teologa Margot Kässmann forniscono preziosi spunti in direzione della (ri)scoperta della gioia di vivere e della saggezza di "celebrare il tempo che si ha davanti, rimanendo aperti al futuro in attesa di nuovi eventi e nuove clamorose esperienze". Nel mezzo del cammin di nostra vita: riflessioni sull'essere a metà della vita, oggi.
I vari contributi presentano la riflessione che i mistici e Dottori carmelitani hanno elaborato sulla vita spirituale proprio con i simboli che strutturano l'esperienza dell'amore coniugale e dei legami familiari.
"Ci troviamo stretti tra due esigenze: quella di non mollare la presa su di lui come l'abbiamo conosciuto e praticato, di tenerlo, per così dire, in vita davanti e accanto a noi, e quella di un opportuno e salutare distacco. Un difficile contemperamento. Ma sono questi i due binari che ci consentiranno una comprensione e rappresentazione il più possibile compiuta di lui, di quello che io ho chiamato l''evento Turoldo'".
Il dottor Maurice Caillet racconta la sua storia, quella di un non cristiano, non battezzato, franco- massone e venerabile del Grande Oriente, adepto dei Rosa-Croce, esplorare di praticamente tutte le forme della parapsicologia, perfino dell’occultismo. Con un passaggio attraverso la chiesa marginale degli ortodossi romano-gallicani, egli ha trovato con entusiasmo la via, la verità, la vita nella chiesa cattolica.
Il libro è sconcertante, ma prodigiosamente istruttivo per la molteplicità e l’originalità delle esperienze che testimonia.
Descrizione dell'opera
Non si può non avere a cuore la vita dei giovani: essi rappresentano il futuro e la speranza del mondo, sono il perno su cui ruotano i sogni e i progetti che danno vita alle cose.
In una lettera, rivolta direttamente ai giovani e ai loro educatori, il vescovo di Rimini, con linguaggio immediato ed efficace, entra nelle pieghe dell'esistenza di chi, pur in mezzo a fragilità e insicurezze, desidera una vita piena e autentica, una vita felice. La gioia di essere e di dirsi cristiani.
Sommario
Introduzione Ma che sta succedendo? Può un cristiano essere felice? Vangelo: vedi alla voce «Felicità». L'ansia del futuro. Il fascino tenebroso del male. Dov'è Dio quando noi soffriamo? La felicità della Pasqua. La gioia di essere cristiani. La felicità c'è: io l'ho incontrata. Una conclusione aperta.
Note sull'autore
FRANCESCO LAMBIASI,vescovo di Rimini, già assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica Italiana, ha insegnato teologia alla Pontificia Università Gregoriana. Presso le EDB ha pubblicato: L'autenticità storica dei Vangeli. Studio di criteriologia (21986); Lo Spirito Santo: mistero e presenza. Per una sintesi di pneumatologia,con Dario Vitali (2005); Vorrei pregare con la Bibbia. Lettera a Cristiana sulla lectio divina(32009); Mi presenti Gesù? Intervista a Marco primo narratore del Vangelo (22011); ABC della fede (22008), Figli nel Figlio. Novena di Natale (22007) e Fare i cristiani. Alcuni aspetti della formazione alla vita cristiana (2011).
Piuttosto che vivere senza Dio per l’eternità, sarebbe meglio non essere mai nati: il Signore è la fonte della nostra felicità. Una notte ebbi un “incontro speciale” nella mia stanza. Ero disteso nel mio letto e pensavo a Dio, al Padre. In quel momento provavo per Dio, mio Padre, una forte gratitudine ed un grande amore...
Lo stavo pensando intensamente e gli dicevo parole d’amore di una dolcezza infinita (sicuramente ispiratemi da Lui stesso). Ad un tratto, pur non vedendo nulla, sentii forte nel mio cuore e nel mio corpo una strana e forte vibrazione. Restai paralizzato, non mi potevo muovere e persi anche la cognizione del tempo.
Il mio cuore stava letteralmente ardendo d’amore e, se quella meravigliosa sensazione fosse continuata ancora per molto, il mio cuore non ce l’avrebbe fatta a sopportare tale intensità, e sarebbe... scoppiato. Non ricordo nella mia vita di aver mai provato nulla di simile.
Un commento attualizzante
alle parole di Gesù:
“Beati i miti perché erediteranno la terra”
Il mite lo si nota per come incede, per il tono della voce, per come traversa l’oscuro, forte di una luce che non si sa bene da dove venga, un po’ come accade al vento di Nicodemo: non gli viene dall’alto ma emana, sbalorditiva, dalla terra. Il mite non è nei cieli ma quaggiù, tra noi: è uno di noi. Ci deve pur essere un motivo per cui riceve in eredità non il cielo ma la terra. Il mite è attivo, prima e dopo la prova, e anche se la sua condotta non è aggressiva, egli non accetta il male quotidiano, ma alla forza racchiusa nel male oppone un’energia di natura diversa ma egualmente intensa: una forza concentrata, riluttante all’aggressione ma non priva di ribellione.
Barbara Spinelli (Roma 1946) è una delle menti più acute e delle voci più autorevoli nel leggere in profondità gli eventi che segnano la convivenza civile in Europa. Editorialista del quotidiano La Repubblica, vive e lavora a Parigi. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Ricordati che eri straniero (2005).
Tratto da una testimonianza vera di conversione, un libro appassionante e coinvolgente, emozionante fino all'ultima pagina, dove ognuno troverà sfumature di se stesso. Le musiche di Ligabue fanno da cornice.
Paradosso, scandalo, follia, ignominia, obbrobrio: tale apparve fin dall'inizio, nelle parole degli stessi testimoni e scrittori cristiani, la crocifissione. Se già il mondo pagano poteva concepire la manifestazione terrena della divinità, solo con il cristianesimo si afferma, prepotentemente, e in modo assolutamente nuovo, l'idea sorprendente di un Dio che si fa Uomo anche e proprio nel dolore, nella sofferenza, nell'umiliazione, nell'ingiustizia subita, per redimere l'umanità stessa dal peccato. Quest'opera di Jammes, ora tradotta in italiano per la prima volta, insiste proprio su tale aspetto: un Cristo umano, umiliato, sofferente, e proprio per questo vicino e compartecipe alle sofferenze che da sempre attanagliano l'uomo e il creato. La croce, simbolo universale tanto del dolore e della tortura, quanto dell'elevazione al cielo, dell'aspirazione spirituale, è, in quest'opera, anche emblema cosmico, Albero del Mondo, asse che innerva e sostiene il cosmo, e congiunge verticalmente la terra al cielo, la natura allo spirito. Proprio per questo, Jammes vede nella croce una speranza: quella di poter redimere il mondo moderno dalla deriva morale, dalla perdita di punti di riferimento, dalla cecità della violenza e dell'ingiustizia, facendogli ritrovare, proprio ai piedi della croce, il suo "centro di gravità". Prefazione di Matteo Veronesi. In appendice "Preghiera per andare in Paradiso con gli asini" e "Rosario". Con una nota di Giancarlo Pontiggia.

