
Un genio del nostro secolo che non si è mai occupato di religione, ma ha inventato un modo di comunicare da cui sarebbe bene trarre spunto per essere convinti e convincenti nell'annuncio cristiano.
Il fondatore-guru della Apple ha colpito l'immaginario di milioni di persone, per le sue doti (e i difetti) personali e la creatività che hanno dato vita ad alcuni dei prodotti tecnologici più importanti di questi anni.
Dicono i Padri della Chiesa che è teologo solo chi prega. Fare teologia non significa ragionare in modo astratto su Dio, avere idee brillanti per spiegare che cos'è la Santissima Trinità e che cosa c'entra con il mondo e con la vita.
Il teologo, per i Padri, è colui che nella preghiera ha fatto esperienza di Dio e ne è stato trasformato, e che vive cercando di realizzare nella sua limitatezza umana l'immensità dell'amore che gli è stato donato. Per questo motivo il libro di Ernesto Olivero è un libro di teologia: perché parla d'amore.
L'autore è un «teologo» che ha reso vita vissuta e concreta ciò che porta nel cuore, e che ha deciso di raccontarlo, nel modo semplice, scarno ed emozionante, che solo la verità conosce.
Scelte difficili, scommesse che nessun altro avrebbe raccolto, persone dure, storie sconvolgenti: non c'è niente che faccia paura a quest'uomo che prega, forte di una forza non sua.
Dio non guarda l'orologio è il racconto avvincente di un uomo la cui vita è stata cambiata dall'incontro con Dio; è il racconto di cosa succede quando qualcuno risponde all'appello e vive nella pratica quotidiana, mettendosi perennemente in gioco, l'essenza del cristianesimo.
Nota dell'autore: L'autore desidera avvertire che tutti i diritti della vendita del libro saranno messi a disposizione dei poveri che varcano ogni giorno la soglia dell'arsenale della pace. L'autore ha scoperto da tempo che non c'è affare più redditizio
Dalla morte di Adamo e di Eva a quella di Maria, passando attraverso quella degli uomini dell'Antico Testamento fino a quella dei Santi, la von Speyr prende per mano ciascuno di noi, immergendoci nel mistero della morte che è un modo attraverso il quale Dio ha scelto di farsi vicino all'uomo, riconciliandoci a lui, mediante la morte e risurrezione del suo Figlio. Nulla, infatti, dell'esperienza umana della morte, come abbandono e derelizione, è estraneo alla morte e risurrezione del Figlio. E la sua Chiesa, assieme alla Vergine Maria e a tutti i Santi, è chiamata sempre di nuovo ad immergersi in essa, così da poter testimoniare ad un mondo che è alla ricerca della Vita il luogo nel quale proprio la Vita ha scelto di farsi prossima a ciascuno.
La vita nuova che ci è data nel battesimo e che ciascuno fa propria nel cammino della vocazione, se assecondata, plasma un ambiente ed uno stile di vita da cui traspare la cultura della Pasqua e che aiuta a sostenere la redenzione ricevuta. Dal cuore, con cui abbiamo cominciato, si torna alla superficie, a quello che vedono gli altri.
È possibile vivere un’autentica vita spirituale e avere uno stile di vita secondo l’ultima pubblicità? Chi vive la vita dello Spirito comincia ad irradiarla anche nell’ambiente in cui si trova, a partire dalle relazioni, dai rapporti con la terra, dal vestito, perché il vestito è il prolungamento del corpo ed è uno dei linguaggi più potenti che esistano. Come il corpo è lo spazio in cui prendiamo coscienza della vita che scorre dentro di noi, così anche il vestito è un’espressione di come noi percepiamo noi stessi e ci comunichiamo agli altri. A partire dal vestito, dalla casa in cui abitiamo, si tratta di dare un’impronta personale al mondo intorno a noi. Lo stesso vale per il cibo, per lo stile con cui far festa e divertirsi... Mangiare non è il mangiare soltanto, ma è una sorta di atto liturgico che sarebbe un peccato banalizzare. Non si tratta di risolvere le cose con le regole, ma di discernere e di personalizzare tutto, in modo che trasmetta agli altri la nostra verità.
È questa la bellezza. Ed è questa anche la liturgia, quella della piccola Chiesa, quella dei nostri corpi, quella di ogni giorno, che san Paolo offre come immagine alla quale tende la vita dell’uomo su questa terra.
Per ascoltare la Parola di Dio, dopo l’incarnazione, bisogna avere gli occhi, perché la Parola si è fatta immagine. La gente allora la deve vedere. L’annuncio non passa al primo posto per le orecchie, ma per gli occhi.
Bisogna poter vedere qualcosa di bello. E bello è ciò che è assorbito dall'amore.
Indice: • Educare e formare * L'immaginazione * Un'abitazione secondo l'uomo nuovo * Il vestito * Il cibo * Il fallimento * La conversione della mente alla vita
Da una recente ricerca, si dichiara apertamente cattolico solo il 52% dei giovani tra i 18 e i 29 anni contro il 67% di appena 5 anni fa. Il volume analizza questa "fotografia", che per la Chiesa di oggi rappresenta una sfida formidabile: come proporre un cristianesimo credibile?
Contemplazione del mistero del dolore e della passione di Cristo visto con gli occhi di Maria. Prefazione di Angelo Cardinale Comastri, Vicario Generale di Sua Santità.
Qual è il significato umano e spirituale del desiderio? È un ostacolo da eliminare o elemento da approfondire? Si può vivere senza affetti? Cosa significa "valere"? E quali risvolti può comportare per la vita spirituale? Rabbia e aggressività sono nemici da fuggire o degli alleati indispensabili? Perché hanno un rapporto così notevole con la speranza e la depressione? Che fare quando arriva il momento della crisi? È solo smarrimento o un'offerta di possibilità nuove? Perché il deserto, luogo di desolazione e morte, stranamente, è anche il simbolo-principe della crisi e della maturità spirituale? Il senso dell'umorismo può essere un segno di salute mentale e spirituale? E quando l'amicizia può considerarsi un aiuto per la propria vita? Quanto incide la paura nelle nostre scelte e nella più generale rappresentazione della vita, della società e della relazione con Dio? In questo libro, che esce in una nuova edizione, aggiornata e ampliata, si cerca di dare una risposta a questi ed altri interrogativi con cui, bene o male, ognuno di noi è chiamato a fare i conti: essi vengono presi in considerazione nel loro rapporto con la vita spirituale, senza con questo trascurare il contributo offerto dalle scienze umane. Scopo di questo confronto è di giungere ad una visione più vera e riconciliata con la propria affettività: un ideale non certo facile e tuttavia necessario.
Piccole perle di saggezza per una riflessione profonda incentrata sul “Regno di Dio”. Brevi riflessioni del fondatore del CVS, mons. Luigi Novarese.
L’impegno da cogliere è quello di essere dinamici costruttori di uno scenario in cui la passione per il Regno di Dio spinga verso mete nuove, verso nuovi traguardi esistenziali.
La presenza del Regno di Dio è una storia di alleanze, di presenze che stanno insieme ed insieme apprendono ad agire. Il Regno è là (come ci ricorda il tema formativo del Centro Volontari della Sofferenza per il 2012) dove ci sono presenze capaci di incontrarsi senza orgoglio né prevaricazione, ma con verità, svestendo le ipocrisie e riconoscendosi poveri e bisognosi del bene altrui.
In una società in cui tutto sembra spezzato, frenetico, veloce... gli "appunti per la vita" sono una sosta ristoratrice per "prendere il largo" e stare in disparte, là dove il tempo e la luce si uniscono nella gioia del momento. La comunicazione, nella sua vera profondità, ha un solo scopo: costruire relazioni d'amore autentiche. Ed è soprattutto per questo che in ciascuno di noi alberga un bisogno inarrestabile di comunicare... per oltrepassare il confine della parola scritta e del pensiero e giungere là dove probabilmente è racchiusa l'essenza stessa della vita. "Quando un uomo ama, il suo cuore trabocca di questo amore e vorrebbe condividere la sua gioia con gli altri; questa caratteristica l'ha ereditata dal suo Creatore." (Dal Catechismo per i giovani, Youcat, n. 2)