
Ricercare la verità dovrebbe essere un dovere per tutti; saperla comunicare senza inseguire successi e affermazioni personali, è prerogativa di pochi. È il caso di questo libro che parla di fatti, di persone piccole e gran di, illustri o umili, chiamate col proprio nome, con garbo ed equilibrio innati, e senza curarsi del politicamente corretto, ricorda che c'è amore e speranza per tutti; anche nelle circostanze apparentemente più oscure e senza via d'uscita. La fame, la sete, la lebbra, i bambini-soldato, le ingiustizie e le crudeltà, le morti patite da tanti giusti e innocenti che incontriamo in queste pagine sono di quelle che umanamente spingono alla rabbia e alla ribellione. Ma "se Gesù è morto perdo nando, non è più possibile odiare" dice un uomo nel l'Albania degli anni '90, al quale pochi giorni prima di Pasqua avevano ucciso il figlio. La legge tribale prevede la vendetta, ma il venerdì santo l'uomo consegna il kalashnikov al sacerdote che era andato a trovarlo in casa. C'è, nei vari racconti, un costante richiamo al magistero della Chiesa che affonda le sue radici nella tradizione e nella Parola di Dio: ciò che sorprende è scoprirne i riscontri più inaspettati nella sapienza e nella testimonianza degli umili e dei poveri.
Essere cristiani vuol dire "incontrare" una persona: Gesù. Se il papa Benedetto XVI ha voluto l'Anno della Fede, non lo ha fatto perché in quest'anno si parli di Cristo, ma perché i cristiani lo incontrino. Non basta dire che Gesù è esistito. Non basta aver letto i Vangeli. Occorre incontrarlo, stare con lui e parlargli. La fede non ci toglie le durezze della vita, ma rafforza la voglia di vivere e la decisione d'amare. Avere fede in Gesù vuol dire accogliere questa storia. Essa è dono, ma è anche conquista.
Cosa spinge a un certo punto della vita, persone di ogni età e ceto sociale a riprendersi il proprio tempo e a partire verso luoghi che hanno a che fare con il Sacro?
Sono uomini e donne che desiderano trovare la risposta alla domanda sul significato della propria esistenza. Coloro che compiono questo viaggio desiderano vivere l'esperienza di un incontro…
Desiderano vivere l'esperienza di sentirsi accolti, di sentirsi ascoltati, di sentirsi amati.
Sono uomini e donne che decidono di compiere un pellegrinaggio.
Il testo apparentemente parla di altre persone, in realtà parla di te perché a ognuno di noi prima o poi capita di dovere partire per ritrovare noi stessi.
Padre Robert De Grandis, sacerdote della Congregazione di S. Giuseppe, ha prestato la sua opera in una comunità di colore degli Stati Uniti, per diversi anni. Dal 1969 fa parte del Rinnovamento Carismatico Cattolico e, da allora, dirige gruppi di preghiera e animazione nonché ministeri di guarigione che richiamano migliaia di sacerdoti e fedeli negli USA, America del Sud, Indie Orientali, Australia, Europa. Egli è membro dell'Associazione del Terapeuti Cristiani.
In questo libro, P. De Grandis, ci ricorda che Gesù guariva indistintamente tutti coloro che andavano a Lui, e pertanto la Chiesa dovrebbe fare altrettanto. Gesù stesso ha dato il mandato: "Imporranno le mani ai malati e questi guariranno" (Mc 16.18). Questo libro è una valida guida alla preghiera di guarigione secondo l'insegnamento di Gesù.
Alla scuola della Beata Elia di San Clemente, Carmelitana Scalza, possiamo riscoprire la gioia della preghiera, "quel filo di comunicazione intima che passa tra l'anima e Dio" (Scritti, p. 108). Le proposte che vengono presentate in questo libro non solo registrano la testimonianza della profonda unione della Beata con Lui, ma tracciano anche una preziosa pista per imparare a dialogare con Dio attraverso la guida di una persona che lo ha amato "con immenso amore, fino a distruggermi tutta per Lui" (Scritti, p. 218) e che usava invocare Maria come "Tenera Madre", "Madre d'amore", "Mamma del Paradiso". Il libro è diviso in tre sezioni: la prima dedicata alla Via Crucis; la seconda al Mese mariano di Maggio; la terza al Santo Rosario. I testi appassionati e profondi che scandiscono i vari momenti di preghiera (stazioni della Via Crucis, giorni di Maggio, misteri del Rosario), sono scelti dal repertorio spirituale della Monaca Carmelitana barese.
Da Montecassino a Bose, da Camaldoli a Subiaco, dall'abazia di Noci, nella Murgia pugliese, ai contrafforti di Serra San Bruno in Calabria, da Praglia sino alla badia del Goleto, sui crinali dell'Irpinia orientale, "Hai trovato il monastero giusto?": la domanda che qualcuno di tanto in tanto mi pone mette in guardia i fraintendimenti che il mio vagar eremi e cenobi potrebbe suscitare. No, non sto cercando il monastero giusto. Vado per questa strada perché ho il sospetto che le luci nascoste che giungono da questi luoghi siano ancora capaci di offrire qualche solido orientamento. Perfino nella densa penombra calata sui giorni italiani. Busso a queste porte perché ho l'impressione che qui si impari davvero che si può cambiare il mondo, ma impresa piuttosto complicata - a patto di cominciare a cambiare se stessi, partendo dalle cose più semplici e concrete. Ad esempio, cercando di stare nel mondo prendendone nel frattempo la giusta distanza. Governando in modo diverso faccende quotidiane e basilari come il dormire e il mangiare, il desiderare e il bisogno di riconoscimenti, il silenzio con se stessi e l'incontro con gli altri. Sembrano bazzecole, ma quelli che vi si sono cimentati seriamente dicono che la sfida sia di vertiginosa difficoltà. E, soprattutto, pare duri tutta una vita.
Otto anni dopo la prima pubblicazione, ritorna - con un'appassionata prefazione di Grazia Villa, presidente della Rosa bianca - un testo fondamentale del femminismo filosofico e teologico. Un libro che "scandalizza" i custodi dei sacri poteri maschili attraverso la radicale differenza di genere e di sguardo delle donne che pensano e amano Dio. Forse solo le mistiche sanno vibrare del vento rivoluzionario del Dio che ama gli uomini e le donne. Un testo che disfa e ridisfa a ogni rilettura tutte le immagini di Dio, anzi dello "Sgrammaticato" come lo definisce Muraro, senza mai distruggerne il Volto Santo, l'Assoluto, l'Immanente, proprio perché il Dio delle donne, è Colui/Colei che è raccontato in lingua materna, è l'indicibile delle mistiche, è il non pensato della teologia favolosa delle donne, quella teologia fondata proprio sulla loro relazione unica, libera e personale con il loro Dio. Da Margherita Porete a Simone Weil, da Angela da Foligno a Etty Hillesum, da Giuliana di Norwich a Cristina Campo. Il Dio di queste donne era un Dio che conoscevano con l'esperienza diretta dell'incontro, ma anche attraverso l'accesso libero alla Scrittura Sacra (almeno finché la gerarchia ecclesiastica non intervenne a proibire questa "scuola divina" non autorizzata). Con sferzante ironia l'autrice commenta: "Ben prima della borghesia progressista fu Dio, dunque, che s'incaricò di alfabetizzare le donne, o almeno le sue amiche preferite!".
Da una delle mille periferie dell'Italia del sud suor Rita Giaretta discute e riflette con Sergio Tanzarella sulla condizione e sul futuro della vita religiosa femminile. Dinnanzi alla distruzione ambientale e morale di terre come la Campania, sfigurate da camorra e da mentalità camorristica diffusa che pervade tutta la società, che senso ha essere una suora? E quanto costa la fedeltà al Vangelo? Domande stringenti e risposte problematiche e convincenti che mostrano come schierarsi dalla parte delle vittime della tratta degli esseri umani, degli esclusi, dei senza permesso di soggiorno è l'unico modo per avere cura del presente, per riconoscere il volto dell'altro e per comprendere il senso della storia. Un dialogo aperto che non si accontenta delle denunce, ma che dallo stesso Sud di morte dimostra che la speranza va osata perché poggia su quanto ciascuno di noi è disposto ad offrire e a rinunciare come dono gratuito di sé per una liberazione comunitaria. In Appendice la testimonianza di Titti Malorni vice presidente della cooperativa neWope.
Sono pubblicati in questi volumi i quaderni di una semplice casalinga e mamma di famiglia, che vive in povertà e nel totale nascondimento, e che da anni riceve locuzioni interiori, quasi esclusivamente durante il ringraziamento alla Santa Comunione Eucaristica. Gesù, con voce bellissima, le parla, chiamandola “mia piccola Maria” e le sue parole le scendono nel cuore come gocce risplendenti di luce e in una grande pace.
Sono pubblicati in questi volumi i quaderni di una semplice casalinga e mamma di famiglia, che vive in povertà e nel totale nascondimento, e che da anni riceve locuzioni interiori, quasi esclusivamente durante il ringraziamento alla Santa Comunione Eucaristica. Gesù, con voce bellissima, le parla, chiamandola “mia piccola Maria” e le sue parole le scendono nel cuore come gocce risplendenti di luce e in una grande pace.
Sono pubblicati in questi volumi i quaderni di una semplice casalinga e mamma di famiglia, che vive in povertà e nel totale nascondimento, e che da anni riceve locuzioni interiori, quasi esclusivamente durante il ringraziamento alla Santa Comunione Eucaristica. Gesù, con voce bellissima, le parla, chiamandola “mia piccola Maria” e le sue parole le scendono nel cuore come gocce risplendenti di luce e in una grande pace.
“Trasmetti questo messaggio alla Chiesa e non temere perché quanto dico è verità. Coraggio dunque e non temere! Il tempo è vicino… È già giunta l’alba della Nuova Era e mia Madre mi precede per preparare il cammino all’umanità. Chi invocherà il mio nome sarà salvo e parteciperà all’Era Nuova, l’Era dello Spirito Santo, che è già sorta con i suoi copiosi doni e che molti ne riverserà sull’umanità peccatrice per ricondurla al mio Cuore. Dal mio Cuore sgorgherà quella fiamma d’amore che incendierà i cuori per riportarvi al Cuore del Padre… Siate pronti e preparatevi alla mia venuta che sarà possente, meravigliosa per i miei eletti. Essi verranno trasportati in cielo sulle nubi dai miei Angeli e subiranno quella trasformazione gloriosa, di cui vi ha parlato l’Apostolo Paolo”.