
Gianfranco Ravasi accompagna il lettore verso il santo Natale con la saggezza e la profondità delle sue parole. Sette brevissime meditazioni per 4 settimane, con una ripresa alla fine di ogni settimana e uno spazio per scrivere le proprie riflessioni personali, così da offrire al lettore e devoto un piccolo diario dell'anima con cui pregare e meditare.
Fratel Charles, il "piccolo fratello universale", ci obbliga a una riflessione sull'uomo, sul mondo e sulla relazione fra le religioni, in particolare con il mondo islamico. Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, morì a Tamanrasset (Algeria) il 1° dicembre 1916, ucciso in un assalto di banditi nel suo eremo, dove aveva scelto di vivere l'esistenza dei poveri del territorio e di quel Cristo di cui, per un ventennio, imitò la "vita nascosta". Le pagine di questo volume raccolgono testi di varia provenienza, che testimoniano proprio gli esordi della vita in Cristo di fratel Charles: gli anni di Nazaret e Gerusalemme, quelli dell'immersione nei luoghi della vita segreta di Gesù, della vita oscura della Santa Famiglia. In questi anni, che vanno dal 1897 al 1900, fratel Charles approfondì i motivi della propria vocazione, fece memoria della vita precedente la conversione e impostò il futuro. Sono anni decisivi, dunque, in cui il lettore ritroverà tutto quello che il "piccolo fratello" sarebbe stato in seguito.
Nell'intero percorso della vita, poche cose sono importanti come un buon compagno di viaggio: per progettare insieme l'itinerario, per sostenersi nei momenti difficili, per condividere la gioia delle nuove scoperte. È quello che viene proposto in questo volume da Claudio Stercal (sacerdote della diocesi di Milano e docente presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano): cinquantadue pensieri per camminare insieme presentando e condividendo buoni compagni di viaggio. Una nuova raccolta dall'autore di "Frammenti di spiritualità" (2017), "A pensarci bene..." (2018) e "L'intelligenza dello spirito" (2019), pubblicati da Centro Ambrosiano.
L'Italia conta 14 città metropolitane. Sono le realtà urbane più grandi del nostro paese, dove la presenza dei senza fissa dimora, specialmente nelle stazioni ferroviarie, è maggiormente avvertita. Ma 14 sono anche le stazioni della via Lucis, ossia quella preghiera che medita i momenti della vita di Gesù a partire dalla Sua Resurrezione fino al giorno di Pentecoste.
Questa "combinazione numerica" h suscitato nell'autore il desiderio di incontrare i più poveri che vivono in questi luoghi, portando loro, di stazione in stazione, il vangelo di Gesù.
Il libro racconta questo cammino di 4.000 chilometri percorso in 14 giorni subito dopo la Pasqua del 2019. Con quanti, amici o conoscenti, ogni sera erano presenti in stazione per il momento di preghiera e di servizio, l'autore ha proposto anche giovani figure di santità: "testimoni della porta accanto" che hanno vissuto o sono passati per quella città, a significare che il cammino di santità diventa concreto e percorribile allorquando si traduce in gioioso e autentico servizio verso i nostri fratelli.
Le Perle dei Padri del deserto raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi di alcuni dei Padri del deserto più amati. Sono perle attraversate da un unico «filo»: l'amore. Le parole più belle delle grandi figure spirituali di tutti i tempi. Perle preziose da meditare. Perle preziose da regalare. Perle preziose da vivere. «Chi impara a conoscere bene se stesso incontra dio e trova pace».
Vissuto al culmine della civiltà medievale, negli anni in cui Dante scriveva la sua Commedia, il tedesco Eckhart (1260-1328 ca.) è unanimemente riconosciuto come il più profondo mistico occidentale e, insieme, come grandissimo pensatore. Non a caso i contemporanei lo chiamarono meister, ovvero magister, non tanto per la cattedra universitaria che aveva tenuto a Parigi, quanto per la sapienza dispiegata sul tema cruciale per ogni intelligenza umana: conoscenza dell'anima e conoscenza di Dio. Eckhart infatti da un lato recepisce in pieno la lezione della filosofia classica: conosci te stesso e conoscerai anche Dio, perché uno solo è il logos, umano e divino; dall'altro rivendica per ogni cristiano quel che Gesù afferma di sé stesso: l'essere una cosa sola col Padre. Rovesciando così completamente il dualismo biblico, per cui c'è un Dio lassù nei cieli e un uomo quaggiù in terra, il maestro domenicano insegna invece che l'anima e Dio sono una cosa sola. Questa paradossale verità la comprende però soltanto l'uomo interiore, ovvero l'uomo completamente distaccato, che ha evangelicamente rinunciato a sé stesso e ha così scoperto l'essenza dell'anima, il suo "fondo", ove essa diventa spirito, così come Dio è spirito. Si apre allora per lui, "uomo nobile", già qui nel tempo la luce abbagliante dell'eternità, e già qui nel molteplice la dimensione beatificante dell'Uno.
Dopo il suo incontro con Teresa di Gesù, Edith Stein, giovane studiosa, dotata nell'introspezione e nell'analisi degli stati d'animo, comprese che il "Castello interiore" della Madre degli spirituali, se era inscritto nell'anima di tutti, e perciò anche nella sua anima di ebrea, fenomenologa e poi cristiana, possedeva alcune caratteristiche peculiari. Di rilievo è soprattutto la modalità dell'ingresso: la grande carmelitana spagnola vi entrò attraverso la porta della preghiera, la grande carmelitana tedesca attraverso la porta della conoscenza di sé e del rapporto con gli altri.
Prendendo spunto da alcuni episodi del Vangelo l’autore, a volte in modo ironico a volte in modo serio, dà libero sfogo alla sua fantasia immaginando il ruolo di alcuni personaggi marginali del racconto evangelico, oppure individuando una valenza contemporanea di alcuni fatti ivi narrati. Ad esempio prendendo spunto dalla “strage degl’innocenti”, Panico affronta il tema del potere che ha la capacità di inebriare e ubriacare fino a trasformare la vita di chi lo esercita, e che non di rado lascia dietro di sé vittime innocenti. Come una droga, esso, una volta conquistato, mira all’autoconservazione e mortifica la pietà e la compassione. Altresì in tono umoristico l’autore, considerando il fatto che nel Vangelo si parla della suocera di Pietro, imbastisce una storia a medaglioni con l’unico intento di dimostrare che si può anche ridere benevolmente delle cose sante, senza per questo diventare eretici.
Adriana Zarri (1919-2010), scrittrice, teologa ed eremita, ha saputo conciliare una profonda tensione spirituale e contemplativa con la partecipazione appassionata al rinnovamento cattolico e alle grandi battaglie sociali della seconda metà del Novecento. Dotata di una forza di intervento radicale e di una rara qualità interiore, come ricordano il filosofo Mario Tronti e il teologo Giannino Piana, univa la verve polemica, inflessibile strumento di affermazione di quella che per lei era la verità, a una folgorante esperienza di Dio che espresse nella creazione di eremi vissuti e condivisi come oasi di armonia naturale e di respiro cosmico. Questo libro, attraverso fonti edite e inedite, ne ricostruisce per la prima volta la biografia, dall'infanzia a San Lazzaro di Savena (Bologna), alla giovinezza nella Compagnia di San Paolo, alla maturazione di una scelta eremitica in luoghi appartati della campagna piemontese. Ne ripropone la ricerca religiosa ispiratrice di una originale teologia mistica e trinitaria, la partecipazione con voce propria e distinta alle vivaci stagioni riformatrici prima e dopo il Concilio Vaticano II, la pratica di un monachesimo estraneo a forme di istituzionalizzazione e autonomo dalle strutture ecclesiastiche. Lettere, saggi, romanzi, articoli pubblicati su svariati periodici cattolici e laici - tra cui «L'Osservatore della Domenica», «Settegiorni», «Il Manifesto», «Rocca», «Anna» - attestano la libertà di critica e di proposta e la trama di amicizie eccellenti - da Benedetto Calati a Rossana Rossanda, da Luigi Bettazzi a Sergio Zavoli, da Marie-Dominique Chenu a Pietro Ingrao - che accompagnarono la sua vita e la sua riflessione.
La buona novella non è il disco dell'abiura. Non è il disco in cui Fabrizio De André ripiega su sponde confessionali o, addirittura, metafisiche. La buona novella si offre all'ascolto piuttosto come album cruciale, che aggiorna il peace & love della cultura hippy alla protesta pre e post sessantottina. Per i suoi tratti contenutistici e formali l'album si staglia ancora come insuperato, assoluto, fulgido esempio di concept-album italiano. Il precoce testamento etico - e artistico - della discografia del grande cantautore genovese. Cinque canzoni-stazioni con dentro vicende e personaggi anteriori alla nascita di Gesù. E cinque gravitanti attorno al tema della sua morte. Spazio a figure "minori", ai derelitti taciuti dai vangeli ufficiali e qui caricati di valenze aggiunte che ripudiano l'agiografia tradizionale. Cinquant'anni dopo la pubblicazione di La buona novella, questo libro ne racconta l'attualità. Ragionandoci intorno, attraverso analisi dei testi, interviste e dichiarazioni dello stesso De André.
Introduzione ricca, variegata e appassionata della spiritualità e del carisma del laico domenicano. Il laico domenicano non è un frate, ma è un battezzato, giovane o adulto, celibe o sposato, che è chiamato a vivere il carisma della Parola di Gesù nel suo contesto sociale e lavorativo.
I laici domenicani sono stati molti, alcuni anche molto noti: come Giorgio La Pira, professore universitario e sindaco di Firenze, Titina de Filippo, attrice e sorella di Peppino ed Edoardo, Piergiorgio Frassati, Aldo Moro, la beata Margherita da Città di Castello, la beata Osanna Andreasi, e santa Caterina da Siena, per limitare il nostro esempio alla sola Italia.
L'uso del termine "espiazione" nella religione cristiana è ancora oggi motivo di grande confusione perché nell'uso corrente ha un significato molto distante da quello originale biblico. Il termine è spesso connesso a quello di soddisfazione, che ha origini giuridiche e connotazioni quindi molto diverse. Per rendere conto delle contaminazioni avvenute nella storia della Chiesa e nel senso comune dei credenti cristiani, secondo Carlo Molari, uno dei più grandi teologi italiani viventi, è ormai necessario distinguere tra l'espiazione biblica, che è un atto divino di offerta di perdono (un atto discendente della misericordia di Dio) e la soddisfazione di cui parla una certa la teologia "giuridica" che dovrebbe essere ormai abbandonata (un atto ascendente per cui l'uomo soddisfa, ripara una colpa commessa). E in questo senso nel libro sarà rivisitato il significato della croce e della morte di Gesù e l'equivoco del sacrificio.