
Da queste dieci meditazioni si sprigiona una ricerca del volto di Dio, intravisto nella figura di Gesu.
Illuminanti meditazioni sul mistero dell'umana sofferenza e della morte.
Un poeta e un monaco tanatologo ci portano dentro al Cantico delle creature.
«La paura che soffoca la speranza è una maledizione. Nessuna opera che usi la paura come movente o minaccia può essere di carattere spirituale». Da questa intima convinzione prende le mosse la riflessione di padre Guidalberto Bormolini, religioso dei "Ricostruttori nella preghiera" e fondatore dell'associazione "TuttoèVita", che dal 2013 accoglie chi è in cerca di un senso più profondo dell'esistenza in un mondo disorientato e ferito. Il colloquio stringente con il giornalista Mario Lancisi diventa occasione per una visionaria e quanto mai profetica meditazione sul presente e sugli orizzonti che si profilano: oltre la prospettiva consumistico-tecnologica, robotico-informatica e transumanista ci sono altre strade per il futuro dell'umanità? Questo tempo, con le sue contraddizioni, ci parla. E non possiamo permetterci di ignorare il messaggio. Occorre ripensare i modelli di civiltà: in campo sociale, ambientale, culturale, economico-finanziario e della salute. Occorre risvegliarsi dal torpore per immaginare un progetto che contempli, finalmente, la capacità di accontentarsi e di condividere, il silenzio e la bellezza, l'amore per la vita e l'accettazione della finitudine, gli imprescindibili diritti materiali e quelli spirituali. Sotto il soffio dello Spirito - sostiene padre Guidalberto - si può coltivare un grande "sogno" perché non vi è più distinzione tra possibile e impossibile.
I bisogni spirituali sono sempre più centrali nella vita delle persone e diventano essenziali quando la vita è attraversata dalla malattia o dalla morte. Ma «per potersi manifestare, la spiritualità ha bisogno di una qualche forma di educazione e pedagogia, è qui che diventa chiara la preziosità di questo libro: esso offre una via per capire l'importanza della spiritualità e ci aiuta a diventare consapevoli dell'incredibile potenziale di questo fenomeno. Gli autori tendono la mano e invitano il lettore al proprio sviluppo spirituale, allo stesso tempo un'evoluzione per diventare un essere umano più umano, capace di cura. La spiritualità antropologica qui elaborata, basata su una ricca varietà di fonti e tradizioni, ci riporta alle domande: qual è il nostro posto nel mondo? Come faccio a vivere? Come faccio a prepararmi per la morte? La spiritualità e lo sviluppo spirituale non si si possono apprendere dai libri. Sono realtà viventi che si imparano facendo e imparando da mentori e insegnanti esperti. I testi come questo possono solo espandere la nostra concezione del mondo e accendere il nostro desiderio di esplorare la via di una spiritualità antropologica per la cura integrale».
Contenuto
Le grandi tradizioni sapienziali affermano che senza consapevolezza della morte non c’è consapevolezza della vita. Oggi abbiamo completamente dimenticato quest’arte, eppure autorevoli studi scientifici confermano che ignorare la morte non ne allontana l’angoscia, semmai ne aumenta il terrore. In queste pagine l’autore propone l’attualità delle intuizioni di sapienti e profeti, santi e filosofi antichi: insegnano a non dimenticare la morte, a imparare ad amare la vita fino in fondo, e arrivare così forse a scoprire che la morte non esiste: esiste solo vita. Perché Tutto è Vita.
Destinatari
* tutti * familiari, volontari, pazienti, malati * formatori, medici
Autore
Guidalberto BORMOLINI, sacerdote e monaco, laureato alla Pontificia Università Gregoriana e dottorando in Teologia Spirituale presso l'Ateneo Sant’Anselmo a Roma. È docente al Master “Death Studies & the End of Life” dell’Università di Padova. Si occupa della formazione sui temi della spiritualità e del dialogo interreligioso nel fine vita presso numerosi Hospices, Asl e strutture ospedaliere. È fondatore e presidente di TuttoèVita Onlus.
Contenuto
La pandemia da Covid ha evidenziato nodi irrisolti della nostra civiltà: la morte in solitudine, la nostra fragilità, la nostra relazione con la natura. Siamo esseri fragili: quando tutto va bene, tendiamo a sentirci onnipotenti, ma basta un virus per vedere crollare tutte le nostre certezze e le nostre convinzioni. Abbiamo visto il volto del trauma e abbiamo visto morire in silenzio. Abbiamo visto gli occhi di chi muore da solo. In un’epoca che ha rifiutato la morte, dare dignità e calore a chi muore diviene l’estrema forma di cura, quando nulla è più possibile allo sforzo medico e alla scienza. Non si tratta di eroismo ma di semplice umanità, che appare come qualcosa di eccezionale in un mondo molto disumanizzato. Restare con la morte significa dar valore alla vita: aver profondo rispetto per il momento della morte è un modo per custodire la vita stessa.
Destinatari
Tutti
Autore
Guidalberto Bormolini, sacerdote e monaco, laureato alla Pontificia Università Gregoriana e dottorando in Teologia Spirituale presso l'Ateneo Sant’Anselmo a Roma. È docente al Master “Death Studies & the End of Life” dell’Università di Padova. Si occupa della formazione sui temi della spiritualità e del dialogo interreligioso nel fine vita presso numerosi Hospices, Asl e strutture ospedaliere. È fondatore e presidente di TuttoèVita Onlus. Stefano MANERA, medico chirurgo, specialista in anestesia e rianimazione, è da sempre impegnato nell’ambito delle emergenze e della medicina subacquea e iperbarica. È inoltre esperto di medicina integrata, nutrizione e omeopatia. È accompagnatore spirituale nel fine vita e nella malattia, si interessa di tecniche meditative, terapie biodinamiche e bioenergetiche somatorelazionali. Ines TESTONI, filosofa e psicoterapeuta, professoressa di psicologia sociale all’Università di Padova dove dirige il master in Death Studies & The End of Life, ricercatrice all’Università di Haifa, coordina da anni percorsi di death education misurandone gli effetti positivi sugli allievi di tutte le età e diffondendo i risultati di tali ricerche a livello internazionale. Per le competenze in questo campo è annoverata tra le 100 esperte, ovvero tra le scienziate più importanti a livello nazionale.
˛ˇ A B o l o g n a , d a d i e c i a n n i , p i ˘ v o l t e a l m e s e u n g r u p p o d i g i o v a n i , s t u d e n t i u n i v e r s i t a r i e n o n , s i r i u n i s c e p e r l e g g e r e i n s i e m e d e i t e s t i , e r i p r o p o r r e p o i l e m e d e s i m e l e t t u r e n e l c o n t e s t o d e l c a r c e r e d e l l a D o z z a . S o n o c o o r d i n a t i d a P i e r c e s a r e B o r i , p r o f e s s o r e d i F i l o s o f i a M o r a l e . L e g g o n o p a g i n e d i a u t o r i c h e s p a z i a n o d a L a o - T s e a l V a n g e l o , d a l p o e t a s u f i R k m + a l q u a c c h e r o G e o r g e F o x . D a a u t o r i d e l b u d d i s m o c l a s s i c o , a d e c l i n a z i o n i c o n t e m p o r a n e e q u a l e q u e l l a p r o p o s t a d a l m o n a c o v i e t n a m i t a T h i c h N h a t H a h n . D a M a r c o A u r e l i o a S i m o n e W e i l , p a s s a n d o p e r P l a t o n e , G a n d h i , K i e r k e g a a r d . T e s t i f i l o s o f i c i e s a p i e n z i a l i , m a a n c h e l e t t e r a r i ( T o l s t o j , F l a n n e r y O C o n n o r , o i p i ˘ r e c e n t i I a n M c E w a n e A m o s O z ) . P a s s i c a p a c i d i s m u o v e r e l e c o s c i e n z e , e l a n c i a r e l a s f i d a d i g r a n d i d o m a n d e . S i a f u o r i c h e d e n t r o i l c a r c e r e , i l g r u p p o r i f l e t t e s u q u e l c h e v a l e g g e n d o e s i i n t e r r o g a : s u l l a f e l i c i t ‡ , l a m o r e , l a f i d u c i a , l a l i b e r t ‡ . I l l i b r o i n a n e l l a u n a s c e l t a d e i b r a n i e a l c u n e d e l l e d o m a n d e c h e n e s o n o i l c o r o l l a r i o . V i e n e a c o m p o r s i l o r d i t o d i u n a p a r t i c o l a r e s o l i d a r i e t ‡ u m a n a . S o l i d a r i e t ‡ c h e Ë i l m o t o r e n o n s o l o d e l l a v o r o p e d a g o g i c o n e l c o n t e s t o c a r c e r a r i o , m a d e l l a n i m a p i ˘ a u t e n t i c a d i o g n i v e r o l e t t o r e . Q u a l c u n o c h e o l t r e a n u t r i r e s e s t e s s o , Ë d e p o s i t a r i o d i u n p a t r i m o n i o d a c o n d i v i d e r e c o n a l t r i .
I Felici, una famiglia, ma anche un'identità in cammino. E un luogo d'incontro di tanti interrogativi sul senso della comunità, sul modo di vivere la fede, sul dovere dell'impegno civile e sul peso della responsabilità, sul perché del male e sulla legittimità di tornare a sogni "dalla pelle dura". Alexander Dubcek che si racconta in una visita inverosimile e il "Rossini" che fugge; la "torinese" con le sue sorprendenti battute e la sua ricerca senza fine; Sabato Felici, il vecchio combattente contro malattie e ingiustizie, preso dalle sue memorie e immerso nelle sue carte; la priora Letizia che si fa chiamare la Minore; Borges che appare in sogno nella notte di Baires; e soprattutto, gli ex ragazzi della Piana e i sentieri percorsi dalle loro vite e dalle loro speranze, tra successi effimeri e "sconfitte degne di risurrezione". Nel caleidoscopio dei colori che il romanzo teologico di Borgognoni di continuo compone e ricompone, in un crescendo di tensione che è insieme narrativa, religiosa e politica, il verde chiaro degli occhi di Evel sembra mescolarsi con il verde di uno scassatissimo Maggiolino, il rosso di uno straccio che sa di Resistenza e di giustizia sociale richiama quello di una scritta murale che parla di risurrezione, la luce della candida tunica di Marco pare fondersi con il bianco della barba del padre di Evel, complice un abbraccio lungo e muto.
«Apro l'anima e gli occhi» è il verso di Clemente Rebora che ispira Eugenio Borgna ad aprire il suo e il nostro cuore su temi essenziali del senso della vita come i modi in cui comunichiamo: con le parole o con il silenzio. Il grande psichiatra e scrittore fa capire quale sia la vera sorgente di emozioni, pensieri e scelte, anche di fronte al dolore dell'anima e del corpo che disturba ogni dialogo. Così anche l'esperienza della paura del Covid può lasciare però spazio alla speranza. L'invito è di rivivere gli incontri passati dell'esistenza di ciascuno per comprendere la realizzazione presente della propria coscienza interiore. Un libro per «salvare il silenzio in un momento storico in cui lo si aggredisce da molte parti».
Il tema della sessualità nel mondo cattolico, nonostante molti tentativi di sdoganamento, resta una sorta di tabù. Il celibato e la sottolineatura costante del legame inscindibile tra sesso e generazione da un lato, gli scandali sessuali legati alla pedofilia dall’altro, hanno fatto sì che quando si parla del pensiero cristiano sulla sessualità o si sorride o si accusa di non comprendere le esigenze dell’umano. A essere evidente è una distanza, all’apparenza insanabile, tra ciò che la Chiesa predica e ciò che la gente (anche i cattolici) vivono all’interno della loro intimità.
Con questo libro Gilberto Borghi apre la strada a una riflessione sensata su sesso e piacere anche in ambito cattolico e obbliga il lettore a fare i conti con una spiritualità incarnata, in cui le dinamiche della vita affettiva ed erotica non possono più essere dimenticate.
"Passione" è una parola capace, come poche, di interrogare e perfino sconcertare. I suoi significati son così molteplici e diversificati da indurre talvolta all'equivoco. Passione può indicare, di volta in volta, interesse profondo che motiva e sostiene, energia vitale che dà coraggio e forza, impeto oscuro e distruttivo, forma estrema di esposizione alla violenza e alla sventura. Il tema della passione è oggetto di una singolare riabilitazione da parte del pensiero filosofico e teologico contemporaneo. Gli autori di questo volume, tre specialisti di discipline diverse, offrono orientamenti per decodificare l'universo della passione e delle passioni, in chiave antropologica (Romolo Rossini), biblica (Ernesto Borghi) ed ecumenica (Andrea Malfatti).

