In una civiltà con pretese di immortalità parlare di morte è sempre più difficile. Eppure la morte non è l'opposto della vita, ma parte della vita stessa. Il problema oggi non è tanto se ci sia vita dopo la morte, profonda convinzione degli autori di questo volume, ma se siamo vivi prima di morire, in modo da essere vivi per sempre. Prendere coscienza del fatto che la nostra vita è limitata ci fa capire quanto ogni istante che viviamo, in quanto unico e irripetibile, sia preziosissimo e ogni attimo vissuto con amore sia sacro. La contemplazione della morte dunque, anziché terrorizzarci, può costellare la nostra vita di una catena di gemme preziose.
Perché la ferita d'amore è equiparabile a un lutto? Questa esperienza dolorosa e oscura ha una valenza solo negativa? Amore e morte sono da sempre intrecciati nell'immaginario, nel mondo della letteratura, dei simboli e della spiritualità. La perdita d'amore, in cui si sperimenta la morte dell'amore senza la morte fisica dell'amato, si configura come un vero e proprio lutto da elaborare, una sorta di terremoto che scuote l'identità stessa della persona.
Nel marzo del 2020 una moderna pestilenza si è abbattuta sulla Terra. Ma noi abbiamo trovato forza e motivazioni per resistere. Abbiamo sentito forte il desiderio di restare in connessione, abbiamo trovato la voglia di pronunciare pensieri profondi o incoraggiamenti, confessioni, parole. Per molte sere abbiamo deciso di impegnarci ad affrontare temi specifici, riportando qualcosa di nostro e qualcosa scritto da altri ma diventato spiritualmente nostro. Ci è venuta allora l'idea di raccogliere tutti i contributi di questa esperienza per non vanificarli. Questo crogiolo di sentimenti, di paure, di emozioni ci ha permesso di rimuovere il virus della paura e di confrontarci sul tema della cura e trovare nuove certezze.