
Una vista tutta sua, quella di un uomo cieco dalla nascita: Alessio Conti ha imparato a gustare la vita in tutti i suoi aspetti tramite la lente di un'ironia garbata e mordace che sa divenire riflessione. Attraverso un inconsueto percorso di venti meditazioni, l'autore ci racconta la capacità di attingere e narrare, senza infingimenti, un mondo diverso: oltre l'orizzonte dello sguardo. In questo contesto feconda appare la categoria del sostare su ciò che si vive, per cui ogni esperienza non è vuota di senso: assistere acusticamente alla preparazione di un pranzo, ricevere dalla sorte l'inaudita opportunità di spalancare i mille pori dei polpastrelli, senza vedere nulla, ma godendo di tutto. E, ancor più, dilatare l'orizzonte del cuore, sede biblica dei più profondi affetti dell'uomo. Così, naturalmente, ma anche in modo sorprendente, il Vangelo si incarna in queste esperienze, come linfa vitale, rugiada limpida e fresca, refolo di un vento che, dolcemente, accarezza la pelle, il confine prediletto del rapporto col mondo.
Biagio Conte non è come gli altri. È la parte buona di ciascuno di noi. La tentazione di vivere in un altro modo. Che certe volte uno pensa: «Basta, mollo tutto e ricomincio daccapo». Ecco, Biagio è stato questo punto. Un medievale folle di Dio. Ha lasciato la famiglia, rinunciando a un futuro da imprenditore, per seguire il suo istinto sacro. Da eremita ha vissuto fra le montagne siciliane, ha viaggiato a piedi fino ad Assisi. Poi è tornato a Palermo e ha diviso la strada coi barboni. Le sue Città della gioia ora sono tre: la Cittadella del Povero, la Missione di Speranza e Carità, l'Accoglienza femminile. Ogni giorno oltre seicento persone grazie a lui hanno un tetto e tre volte al giorno un pasto caldo. Un racconto religioso che costringe a guardare l'altra faccia delle nostre città. Una rivoluzione. Intensa come la verità. Dolce come la carità. Musulmani, indù, cristiani, perseguitati dalle dittature, dalle guerre. Uomini soli. Tutti insieme, pronti a ripartire. Ed è bello sapere che c'è un posto così.
Il volume offre ai sacerdoti e a tutti i fedeli una riflessione che si nutre della Parola di Dio e suggerisce atteggiamenti di vita autenticamente eucaristici.
Il volume percorre con agilità le tematiche sempre attuali del corpo, della sessualità e dell'amore, cercando di rendere fruibile un Agostino per certi versi nuovo o almeno ripensato. Un uomo del suo tempo, che si pone come ricercatore del senso dell'amore, della sessualità e della vita, anche con significativi ripensamenti nel corso del suo cammino. Così, scorrendo le pagine di un antico autore che fonda tutta la nostra cultura, siamo indotti a porci in ricerca, a uscire dalla visione di un Agostino "preconfezionato" e offerto in versione standardizzata come nemico di ogni dimensione affettiva, cercando piuttosto nuove risposte per l'uomo di sempre e nuovi linguaggi colmi di senso e di interrogazione per l'uomo in cammino nella storia e nella cultura.
Un libro di grande successo ancora oggi di grande attualita. L'Autore guida autorevolmente il lettore a fidarsi di Dio, della sua bonta e a non cedere di fronte alle difficolta.
Il dono della fedeltà e la gioia della perseveranza. Manete in dilectione mea.
L' intento di questo nuovo documento è di «elaborare e proporre alcune indicazioni o linee di intervento preventivo e di accompagnamento» (n. 3). Contestualmente, di fornire agli interessati le normative codiciali e della prassi dicasteriale in ordine alle regole da rispettare in tali frangenti.
Su un tema così delicato come la decisione di uscire dalla vita consacrata sono necessari sia uno sguardo attento come un ascolto sincero. Il discernimento dell’interessato, dell’accompagnatore e delle comunità diventa l’invito più insistito. «Prospettare il momento dell’uscita come percorso di accompagnamento vocazionale vuol dire lavorare assieme per un discernimento che continua ad avere senso anche e soprattutto nei momenti più delicati e importanti della vita, in una prospettiva di inclusione, nel rispetto delle diversità delle scelte del fratello e della sorella» (n. 46).
Liberamente si è entrati e liberamente si può uscire, ma la serietà e coerenza vale nell’un senso come nell’altro, vale per il singolo e per la famiglia religiosa. E le regole, come la giusta pretesa del popolo di Dio, ce lo ricordano. Non si può accettare acriticamente l’assenso «del tutto empatico e comprensivo (del nostro contesto sociale) nei confronti di persone che rompono legami di vita assunti in forma irrevocabile» (n. 57).
«Oggi di fronte al venir meno della perseveranza di tanti fratelli e sorelle che con generosità avevano intrapreso la via della sequela, possiamo diventare giudici severi, mettendo in rilievo difetti e fragilità che non sono stati affrontati nella maniera giusta, per cause personali, istituzionali o di responsabilità collettive. Chi abbandona deve porsi serie domande sul perché sia venuta meno la propria scelta vocazionale, e chi resta, sulla coerenza del suo rimanere e su eventuali implicazioni nelle cause di allontanamento e raffreddamento della perseveranza di chi se n’è andato. Siamo tutti reciprocamente responsabili e custodi dei nostri fratelli e sorelle, specie di quelli più deboli, perché siano “radunati in Cristo come una sola peculiare famiglia” e i legami di fraternità devono essere coltivati con lealtà in modo da creare per tutti un aiuto reciproco nel realizzare la vocazione propria di ciascuno» (n. 99).
La vita eremitica si esprime nella scelta di vivere la ricerca intensa ed esclusiva dello sguardo di Dio. Essa è mossa dal desiderio di unione intima con Lui, a Lui solamente si consegna nella più rigorosa separazione dal mondo. Gli Orientamenti della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, in linea con la tradizione della vita eremitica e nell’ambito del can. 603, si rivolgono in particolare agli eremiti ed eremite che dipendono direttamente dal Vescovo diocesano e osservano sotto la su guida la forma di vita che è a loro propria. Il volume contiene in Appendice la Formula di propositum e di professio.
Due intense meditazioni sulla pentecoste di due grandi teologi contemporanei.
“Con acqua viva” è la pubblicazione bimestrale che rende facile la recita della liturgia delle ore, la preghiera più importante dopo la santa Messa. Non ti dovrai più chiedere: Come faccio a orientarmi nella Liturgia delle ore? In quale settimana mi trovo? Come funziona nelle solennità e nelle feste? E nei tempi forti dove trovo gli inni e le antifone? Perché nel volume è tutto semplice, “lineare” e a portata di mano. Per ogni giorno sono riportate le lodi, l’ora sesta e i vespri. Nelle domeniche, solennità e feste c’è anche l’ufficio delle letture e, in fondo al libro, si trova la compieta per ogni giorno della settimana.Ciò che rende questo testo unico e molto facile da utilizzare è il fatto che, per ogni momento di preghiera, si trovano tutte le parti che servono disposte in successione. Questo è particolarmente utile nelle domeniche, nelle memorie dei santi e in altre festività liturgiche, dove il testo ufficiale del Breviario “costringe” a continui, e spesso complicati, cambi di pagina.