
Il prete che lotta quotidianamente contro la camorra racconta la sua esperienza nella terra dei Casalesi. "Ma io dei camorristi non ho paura. Lo so, potrebbero uccidermi e forse lo faranno, lo l'ho messo in conto fin dal primo momento in cui sono stato ordinato prete. Io spendo i miei giorni insegnando ai bambini, ai ragazzi, ai giovani che non debbono temere niente e nessuno quando la loro coscienza è pulita. Ma aggiungo che bisogna sradicare il fare camorristico sin dai più piccoli comportamenti".
Terenzio ci aiuta a leggere le situazioni, così concrete, descritte senza filtri che non sia quello dell'amore, unico modo per vedere nel profondo e saper leggere quello che altrimenti è solo "guardare". Si sente tanta aria di casa nel suo modo diretto, affabile, sensibile, con le emozioni, i pensieri, le sofferenze, le inquietudini che condivide. È un libro che ci fa camminare tanto e sempre pieno di Parola di Dio e di vita concreta, di situazioni, una vera narrazione della storia... che permette di trasformare quello che può apparire cronaca e caso, in storia d'amore e Provvidenza di Dio. Cosa diventa il Vangelo senza le storie, i nomi, le situazioni e senza il cuore dei nostri sentimenti? (dalla Prefazione di Matteo Maria Zuppi)
Sognare vuol dire aprire gli occhi, scegliere, organizzare, costruire, creare legami e far conoscere. Don Terenzio ci invita a credere che il deserto possa diventare un giardino e ci sprona a trasformare i sogni in azioni concrete, perché la compassione non resti un semplice sentimento ma si traduca in servizio e speranza. Un cammino fatto di responsabilità e di gioia, capace di attraversare la sofferenza per trasformarla in opportunità. La sfida è non sciupare la goccia che può diventare oceano, perché anche nel deserto può sbocciare la vita.
«Le cose di prima sono passate, ne sono nate di nuove: ospedale, parrocchia e territorio in dialogo sinodale per chi soffre». Con questo titolo vogliamo declinare un'istanza urgente della Chiesa del nostro tempo. Si tratta di un autentico cammino da percorrere insieme, trovando il coraggio di superare vecchi schemi e ricercando instancabilmente una novità pastorale. Tutto ciò è richiesto particolarmente a noi, assistenti spirituali, (cappellani, religiosi e religiose), operatori sanitari e volontari della pastorale della salute. A noi che siamo stati particolarmente colpiti e feriti dall'esperienza della pandemia, a noi che abbiamo visto saltare tutti i nostri modelli pastorali, tutto quello che eravamo abituati a fare quotidianamente nei luoghi di cura. La sfida pertanto non è quella di tornare indietro, riproponendo vecchi schemi ormai superati, ma quella di procedere con novità e coraggio, esprimendo un modo nuovo di essere e servire. Questo è ciò che il Signore oggi, attraverso la sua Chiesa, ci chiede per continuare a fare di bene in meglio, quello che da sempre cerchiamo di realizzare accanto ai malati, alle famiglie, ai curanti. L'invito, quindi, è quello di proseguire il cammino mostrando al prossimo sofferente il volto di un Dio che fa nuove tutte le cose.
Una suggestiva poesia dello scrittore russo Boris Pasternak descrive tutto l'incanto della notte di Natale.
Una rilettura avvincente della storia di Abramo, l'uomo della mobilità, della precarietà, delle partenze più che degli arrivi. Egli è il paradigma di ogni essere umano chiamato a lasciarsi scavare l'orecchio per imparare ad ascoltare la Parola viva, energica ed esigente di Dio che trasforma e dilata il cuore dell'uomo; un cuore abitato, al contempo, da grandezza e miseria. In un tempo di ripartenze qual è il nostro - dove è necessario intravedere orizzonti nuovi e additare un futuro aperto alla speranza e al rifiorire della vita - Abramo emerge in tutta la sua attualità, consegnandoci la verità del cammino dell'uomo, chiamato a vivere il passaggio dall'essere un individuo centrato su se stesso all'essere persona generativa, capace di farsi portatrice di benedizione attraverso un'esistenza vissuta nel segno del dono. Don Cristiano Passoni ci incoraggia a compiere con Abramo un atto di fede: camminare con Dio guardando non in basso, alla polvere dei nostri fallimenti, ma in alto, alle stelle che rischiarano la notte e richiamano la pienezza della vita che ci è promessa. Anche noi, allora, saremo uomini e donne delle stelle, con i piedi ben piantati a terra e capaci di risplendere «come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita» (Fil 2,15-16).
Un padre che lascia in eredità insegnamenti di vita cristiana, vissuta in semplicità e umiltà. Due figli che lo ricordano, l'uno, con una breve ma intensa e commovente riflessione personale, l'altro, esprimendo sensazioni, considerazioni e ragionamenti sospesi tra fede e scienza. Il tutto costruito, con leggerezza, intorno al "caso" della Sindone e alla preghiera del "Credo" e con un interrogativo immanente: la nostra vita finirà o, semplicemente, cambierà forma e sostanza? Diventeremo oblio di noi stessi o ci trasformeremo in energia cosciente?
La gioia cristiana non è un elemento di contorno o marginale, ma un aspetto fondamentale della vita. Come ha affermato papa Francesco: «La gioia è un dono del Signore. Ci riempie da dentro. è come un’unzione dello Spirito». Spesso, però, molti confondono la gioia con il piacere o, benché la ricerchino assiduamente, la trovano solo di rado. Molti credenti, inoltre, pensano che la religione insegni a ricercare qui sulla terra soltanto il dovere, il sacrificio, la croce, e confidano di trovare la gioia nell’aldilà, nel paradiso.
Questo libro indica come ricercare la vera gioia e raggiungerla, adesso, in questa vita: Gesù infatti parlava del «centuplo quaggiù»! Attraverso il confronto con le fonti bibliche e i vari pronunciamenti del Magistero, esso intende stimolare e sorprendere sia le persone credenti, sia quelle non credenti, affinché chiunque possa trovare spunti interessanti per vivere la propria vita in maniera più luminosa, libera e gioiosa.
Un libro che nasce dal Santuario della Madonna del Divino Amore, situato nei pressi di Gualdo Tadino.
Oggi si è credibili non soltanto nel curare, come fanno i medici, ma anche nel prendersi cura dell’altro. E' una terapia possibile a tutti, se eseguita per compassione. A imitazione del buon Samaritano, essa consiste nel mettersi in viaggio, provare tenerezza, porsi in ascolto, sentirsi già “misericordiati”, offrire fiducia e, soprattutto, nell’osservare ogni volto che sia umano.
365 testi scelti, tratti dalle pagine più intense dei "Sermoni" di sant'Antonio di Padova (1195-1231) e opportunamente assegnati ai diversi giorni dell'anno in naturale sintonia con le celebrazioni dell'anno liturgico. Strumento di meditazione e accompagnamento spirituale da utilizzare giorno per giorno, da gennaio a dicembre, prestando particolare attenzione alle festività principali dell'anno liturgico, che con quello solare si interseca.
Chi vive in una società satura di idoli, infestata da ogni genere di mistificazione - maghi, sètte, guru, teorie e pratiche esoteriche, riti satanici -, ha bisogno di essere bene informato e aiutato ad acquisire un retto discernimento per riconoscere il nemico, quasi sempre mascherato dietro gradevoli apparenze, e resistere alla tentazione. Spesso si cade nell'inganno per ignoranza e per ingenuità: è quindi urgente un'adeguata informazione che raggiunga tutti i cristiani e li addestri al combattimento spirituale usando le armi invincibili che il Signore stesso mette a loro disposizione. La lotta è ardua, ma ogni superamento della tentazione rende più liberi e fortificati.