
La violenza è un luogo quotidiano e cruciale
nel quale è in gioco la costruzione di un’umanità
secondo la volontà del Creatore.
E da questo luogo Dio non può restare fuori!
La Scrittura come via per l’umanizzazione dell’uomo e, nel contempo, come uno specchio dell’umano dove il lettore può contemplare la propria realtà e cogliere i meccanismi da sempre all’opera nell’edificazione o, al contrario, nella distruzione dell’essere umano. Anche a partire dalla violenza, “che aderisce all’umanità come una seconda pelle”, è possibile giungere a forgiare la speranza di un futuro senza violenza, di una vita nella mitezza. Antico e Nuovo Testamento concordi ci mostrano come il superamento della violenza coincida con l’accettazione dell’alterità: solo così è possibile il rapporto tra uomo e donna, la famiglia, la convivenza civile nella “città”, luogo dei valori comuni e del riconoscimento delle differenze.
(dalla “Prefazione” di Luciano Manicardi)
André Wénin è docente di Antico Testamento alla Facoltà di teologia dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) e professore invitato di Teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana. Nella sua riflessione, la passione del credente per le Scritture e la competenza dell’esegeta si arricchiscono a vicenda, facendo emergere l’interesse profondo per tutto ciò che è umano.
La chiesa si trova oggi in una situazione di stallo, di crisi: credibilità persa, chiese vuote, sfiducia rassegnata. Cosa dovrebbe accadere perché la chiesa abbia un futuro? Per l'autore vi è una sola risposta: si tratta di vivere, e non solo predicare, una vera e propria conversione all'interno della chiesa. E ciò è possibile semplicemente vivendo ciò che si dice e facendo ciò che si celebra, in una rinnovata fiducia: "Possiamo convertirci. Il solo pensiero può però spaventarci: dove andremmo a finire? Osiamo!". Le provocazioni offerte in questo libro invitano la chiesa a essere aperta e creativa, a lasciarsi sfidare dal vangelo e dalla quotidianità e a osare compiere passi di conversione nuovi e inusuali. Prefazione di Matteo Maria card. Zuppi.
"Un sussidio nato dall’esperienza pastorale e finalizzato a sostenere e incentivare la devozione e la spiritualità del Sacro Cuore di Gesù, soprattutto come fattore di crescita nella fede all’interno delle famiglie. Il testo si suddivide in quattro parti: una prima parte è dedicata agli elementi essenziali della tradizione biblica e all’origine storica della devozione al Sacro Cuore; segue una presentazione sommaria della devozione al Sacro Cuore, accompagnata da alcune riflessioni sulla consacrazione della famiglia e sulla preghiera al Sacro Cuore; la terza parte propone i testi della novena in preparazione alla festa del Sacro Cuore di Gesù; la quarta parte riporta una decina di preghiere dedicate al Sacro Cuore, da valorizzare personalmente o comunitariamente in diverse occasioni."
Tutti viviamo esperienze di perdita. Che si tratti della morte di una persona cara, di un divorzio, di difficoltà sul lavoro o di altri tipi di perdite, tutti ci troviamo a dover superare quel dolore che è una naturale reazione a perdite, sofferenze e cambiamenti. Dalla sua prima edizione, nel 1962, "Elaborare la perdita" è ormai divenuto un classico per coloro che si trovano ad affrontare l’esperienza di una perdita. Con sensibilità, saggezza e profonda conoscenza dell’animo umano, Westberg guida il lettore attraverso i «dieci stadi» dell’elaborazione del lutto.
Destinatari
Chi vive nel lutto o chi desidera offrire un aiuto a parenti e amici.
Autore
GRANGER E. WESTBERG, un pioniere del concetto di medicina olistica e dell’interrelazione tra fede e medicina, ha ricoperto per decenni una cattedra interdisciplinare di teologia e medicina presso l’Università di Chicago, e di medicina preventiva presso l’Università dell’Illinois. È stato anche il fondatore del Parish Nurse Program, divenuto oggi un movimento internazionale.
Un libro che chiarisce il significato del rispetto e mostra, sulla scorta di una vasta gamma di esempi positivi e facili esercizi pratici, come inaugurare un rapporto rispettoso con noi stessi, gli altri e l'ambiente che ci circonda.
Spesso come cristiani facciamo di tutto per non dare nell'occhio. Al massimo, portiamo con noi dei piccoli segni che indicano la nostra fede o le nostre convinzioni religiose: una catenina con il crocifisso, l'effigie di un santo sul cruscotto o un adesivo sul parabrezza dell'auto. Magari approfittiamo della penombra di una chiesa per accendere furtivamente una candela e recitare una preghiera di intercessione. Insomma: ci mimetizziamo. Le cose si fanno però più avvincenti quando la fede chiede di manifestarsi all'esterno e noi usciamo allo scoperto. Ecco allora che sorgono domande molto concrete, come per esempio: devo portare il mio amico a messa con me? Come famiglia dobbiamo pregare prima dei pasti, anche se ci sono degli ospiti ai quali la nostra fede è estranea? Dov'è il luogo opportuno per manifestare ciò in cui credo? Sono pronto per mostrarmi come credente? E se vengo segnato a dito, ridicolizzato, emarginato, contestato? Mauritius Wilde incoraggia a rimanere ancoràti alla propria fede: a testimoniarla, come viene detto nella Bibbia. E invita a tutti gli effetti il lettore e la lettrice a un viaggio emozionante, a un percorso capace di nutrire e arricchire la spiritualità personale di ciascuno di noi.
In breve
I padri della chiesa raccomandavano una “sobria ebbrezza”. Perché la fede conosce entrambe le cose: sia l’estasi sia la rinuncia. Entrambe si trovano nella vita di Gesù, così come nella storia della spiritualità cristiana. La via della sobrietà fa dunque raggiungere una condizione esistenziale che si rivela non grigia, ma piena di brio.
Descrizione
Sobrietà è un concetto che di primo acchito suona un po’ sorpassato. Ad un esame più attento, tuttavia, è ciò che ci augureremmo non di rado come risposta a certi stili di vita, oggi diffusi, che indicano nell’eccesso l’unica fonte della felicità.
In ambito spirituale, la sobrietà svolge un ruolo importante da millenni e significa molto di più che avere semplicemente lo stomaco (parzialmente) vuoto. Si tratta, piuttosto, di una condizione nella quale si riesce a guardare le cose dal basso, a riconoscere ciò che è autentico, senza essere distratti dalle proprie o dalle altrui opinioni e intenzioni.
In questo libro Mauritius Wilde invita allora a riscoprire la virtù cristiana della sobrietà. Egli prende in esame le diverse sfaccettature di questo concetto antico eppure così attuale e mostra quale significato spirituale e pratico possa avere per noi oggi – al di là dei luoghi comuni.
Teresa non propone tecniche di apostolato, ma un itinerario spirituale per la formazine degli apostoli. Con la santa d'Avila ognuno apprende a diventare un contemplativo dell'azione". "