Un piccolo strumento che desidera aiutare a pregare e a sentirsi in cammino con altri che pregano. Abbiamo bisogno di ripetere ogni giorno l'invocazione dei discepoli di Gesù: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). Abbiamo bisogno di imparare, abbiamo bisogno di pregare per non perderci, per non scoraggiarci o rassegnarci, per non impazzire. Camminiamo insieme verso la Pasqua di Gesù, saliamo insieme verso Gerusalemme, arriviamo sulla soglia del giardino.
Un modello di fraternità inaudito, forse addirittura imbarazzante, perché nasce da un presupposto poco esplorato anche dalla teologia: Dio si è fatto fratello. Un presupposto trascurato fino a quando Charles de Foucauld ne ha fatto il punto focale di tutta la sua vita e della sua spiritualità. E lo ha fatto a partire dalla contemplazione della vita nascosta di Gesù a Nazaret. Mons. Pierangelo Sequeri, teologo di fama internazionale, spiega il senso e le implicazioni di questa inaudita fraternità per la vita della Chiesa di oggi e di ogni credente. Don Bortolo Uberti traccia poi possibili vie, seguendo l'esempio di san Charles, per abitare la storia da fratelli. Infine, il viaggio di Magdeleine Hutin, fondatrice delle Piccole Sorelle di Gesù, che ha superato muri e confini in forza di quella stessa fraternità.
Questo volume si presenta come una raccolta di preghiere scritte in diversi anni da don Bortolo Uberti, e pensate per il tempo di Avvento, precedute da una breve introduzione dell'autore. Proposte una per ogni giorno dell'Avvento, alla lettura non si presentano come preghiere strettamente liturgiche e si arricchiscono, grazie alla forma poetica che le contraddistingue, di un respiro più ampio che lascia spazio alla meditazione, al colloquio interiore con Dio, all'azione dello Spirito
L'uomo è «respiro in prestito», così, almeno, lo definisce il Libro della Sapienza (Sap 15,16): la vita è un dono che ha la forma del prestito. Siamo vulnerabili, siamo feriti, ma non siamo abbandonati né isolati. Non ci salviamo da soli ma sappiamo su chi possiamo contare! Ecco perché la preghiera ha il sapore e la leggerezza del respiro. Qualcosa che avvicina al respiro stesso di Dio che fa dell'uomo un essere vivente. Oltre il suo limite naturale, oltre, persino, la solitudine e la morte stessa.
Tra le tante definizioni attribuite ai giovani quella di «sdraiati» ha avuto un certo successo. Ma in quella condizione, oggi, si trova a volte anche la generazione adulta: arresa, scoraggiata, delusa. Tuttavia sorprende il fatto che Gesù nel Vangelo abbia spesso incontrato gente «sdraiata», cioè «a terra», bloccata su una barella, addormentata su un pagliericcio, accovacciata ai piedi di gente che mangia, in un angolo in disparte, paralizzata su un letto di malattia. Sono «gli sdraiati del Vangelo». A tutti costoro Gesù rivolge una parola: «Alzati!», oppure: «Va'!», perché Gesù rimette in piedi gli sdraiati, giovani o adulti che siano, nel tempo della loro formazione o in quello della testimonianza.
Nello slang giovanile la jungla indica qualcosa di complicato, confuso, intricato, disorientante. Un luogo spaventoso, ma anche affascinante ed esotico, che evoca le avventura di Salgari e Kipling e di eroi come Tarzan e Baloo. È pericolosa, ma anche rigogliosa, a volte oscura, ma pure lussureggiante.
Per molti studenti, l’università assomiglia proprio a una jungla: può spaventare, ma aiuta a crescere. A condizione che ci si metta con giudizio nei panni di Icaro. Prigioniero nel labirinto di Creta, egli fugge grazie alle ali che il padre Dedalo ha realizzato per lui con piume e cera, ma senza avvedersene si avvicina troppo al sole e precipita in mare.
Questo breve «prontuario spirituale ad uso di studenti pragmatici» si propone di suggerire alcune riflessioni sulla voglia di osare e di lasciarsi attrarre dall'altezza e dalla luce del sole, senza tuttavia dimenticare le opportune istruzioni per l’uso.
"Oggi la questione seria è la crisi della vocazione: cioè la fatica a pensare tutta la propria vita come la risposta a una chiamata, dentro un progetto più grande di quello che possiamo disegnare noi e dentro una rete di relazioni più forte di quella che potremmo intessere da soli. La vocazione è scoprire con chiarezza la propria identità e viverla ogni giorno, nelle relazioni, nel lavoro, nelle scelte concrete, nella fede? È difficile trovare il proprio posto nel mondo e costruire il proprio domani. Ma questo posto c'è; nessuno è senza. Per ciascuno Dio ha un disegno singolare. La questione è riconoscerlo e viverlo."
Papa Francesco, nell'anno giubilare della misericordia, ci invita a riscoprire e ad attualizzare le opere di misericordia corporale e spirituale, sottolineando il forte legame con l'insegnamento di Gesù e ricordandoci che su di esse saremo giudicati. In questo libro scritto "a quattro mani", Bortolo Uberti e Rosanna Virgili aiutano a comprendere la sempre viva originalità delle opere di misericordia, declinate in un contesto odierno e quotidiano, con chiari riferimenti al messaggio evangelico e all'indissolubile complementarità tra "la fede" e "le opere". Più che un elenco di cose da fare o da imparare a memoria, vanno quindi riscoperti i gesti che ci consentono di vivere fino in fondo, anima e corpo, l'amore per i fratelli, riflesso e condivisione dell'Amore misericordioso del Padre: "ciò che affascina delle opere di misericordia è che l'uomo può tornare a stupirsi della sua capacità di amare e di essere amato".
La felicità è la piena realizzazione personale sono un desiderio di ogni giovane, un'aspirazione per la vita di ogni uomo o donna. Ma è davvero possibile raggiungere questo obiettivo? Ripercorrendo il "Discorso della montagna", Bortolo Uberti si concentra sulle Beatitudini: la via sicura da percorrere che Gesù ha indicato e spiegato a ciascuno di noi per conseguire una gioia piena e duratura già a partire da oggi, da qui.
“La pagina delle beatitudini è rivoluzionaria. Fa venire voglia di cambiare il mondo: per questo, prima di tutto, deve cambiare noi stessi; coinvolge tutti in un’avventura straordinaria”. L’uomo è un inguaribile cercatore di gioia, grande o piccola che sia. Tutto ciò che l’uomo pensa, decide e compie ha come scopo la felicità. Paradossalmente, anche quando sbaglia l’uomo agisce in ragione della propria felicità, magari distorta. Gioia è l’altro nome che si può attribuire al senso della vita, perché il senso della vita è essere felici. Il senso è quella forza che dà ragione alle nostre azioni, ai nostri desideri, alle nostre scelte, a ogni nostra battaglia. Il senso è ciò che ci permette di guardare avanti, verso il domani, con la certezza che sarà promettente. Ci permette di non smarrirci nel caos, di non rassegnarci al caso, di non sprofondare nel fango di ciò che non va e di ciò che fa male e fa del male.
Nei dieci capitoli del libro c’è tutto questo e anche di più. C’è la mucca di Chagal, il Fil al posto del Pil (felicità interna lorda), la grande G della Giustizia, il Faruest, Massimo Troisi e tanto altro ancora.
Un libro che si rivolge in prima battuta ai ragazzi ma non solo a loro, perché la ricerca della felicità, del senso, è una ricerca che non conosce età.
Una particolarità del volume è la presenza di QR code, che permettono l’accesso via smartphone e tablet a contenuti multimediali aggiuntivi.
L'uomo contemporaneo ha perso la certezza di poter raggiungere, anche attraverso la tecnica, tutto ciò che desidera, ha compreso di non essere onnipotente, come si era illuso, e ha toccato con mano che il proprio limite può essere spostato, ma non cancellato. Ciò significa che il futuro non dipende solo da noi, ma è dono da riconoscere e perseguire. Per tutti, come per Prometeo che ruba il fuoco agli dèi per portarlo agli uomini, c'è una fiamma da conquistare e consegnare agli altri, una fiamma della profezia, della capacità di leggere questo tempo con lo sguardo di Dio, illuminato dalla sua Parola. In particolare, la profezia dello studio è la passione per una verità che apre la strada e incoraggia il cammino, genera creatività ed entusiasmo: il desiderio di spiccare il volo e non quello di rifugiarsi nel nido. Presentazione di mons. Gianni Ambrosio.