
Christian de Chergé, priore del monastero trappista di Tibhirine (Algeria), leggeva la vocazione monastica in terra d’islam come quella di “oranti in mezzo ad altri oranti”. Nel maggio 1996 frère Christian e i suoi fratelli si sono trovati al cuore della tempesta di violenza e hanno liberamente scelto di donare la vita fino all’estremo: il martirio vissuto assieme a sei fratelli ha coronato questa vita comune nell’amore. L’autore ci presenta alcuni testi di frère Christian dai quali emerge una preghiera cresciuta e arricchita quotidianamente dal dialogo e dal confronto con i vicini musulmani, una spiritualità “della visitazione”, per tutti coloro che intuiscono e desiderano vivere il mistero che abita ogni incontro. I testi dei sette monaci trappisti di Tibhirine sono usciti presso le nostre edizioni con il titolo Più forti dell’odio.
Epistolario tra suor Consolato Betrone, clarissa cappuccina, e padre Lorenzo Sales, suo direttore spirituale. Emerge una vasta gamma di contenuti spirituali e teologici.
Il messaggio del Cuore di Gesù al mondo, accolto con fedeltà e testimoniato con l'eroicità della vita da Suor M. Consolata è stato vagliato con la prudenza del direttore spirituale da P. Lorenzo Sales, che lo ha offerto a tutti con illumminata sapienza. La sua versione originale del 1952 viene ora ripresentata, aggiornata nella forma linguistico-letteraria, nelle annotazioni e nelle citazioni bibliche, offrendo così al lettore contemporaneo un gioiello di spiritualità cristiana.
Un libretto prezioso sulla misericordia, che dall'excursus biblico si staglia verso autori antichi e moderni, per una serie di meditazioni tanto semplici da leggere e comprendere quanto dirette e accurate. Una lectio che sembra divenire, a tratti, un flusso di coscienza e una preghiera estemporanea che chiede perdono e comunione, abbraccia le miserie del mondo e implora la pietà di Dio.
chiara lubich vive la sua avventura mariana in sintonia con la chiesa dei nostri giorni. Alla scuola di maria, la chiesa da una parte conserva la parola; dall altra, perr, l approfondisce in stile dinamico.
Da un trentennio la Vergine dell’Eucaristia parla nella terra di Manduria confidando a Debora quanto occorre al suo popolo per superare prove e afflizioni di questo tempo in cui l’uomo si è allontanato da Cristo Salvatore.
In questo libro, oltre ad analizzare diffusamente le apparizioni, l’autore ne propone una chiave di lettura basata sul filo che lega le tre M di Maria, Montfort e Manduria e che rivela prospettive meravigliose e verità universali che hanno attraversato il tempo per proteggere l’umanità dalle continue e subdole insidie dal maligno.
Walter Salin è un artista italiano che opera nel campo della musica, del teatro e della comunicazione mediatica. Ricercatore e studioso, ha pubblicato vari studi, saggi e romanzi a testimonianza di un personale percorso di ricerca interiore, fondato sul principio di non contraddizione e orientato alla ricerca di quell’unica Verità che la cultura contemporanea sta adombrando o surrogando in nome di interessi elitari esplicitamente contrari agli insegnamenti evangelici trasmessi dagli Apostoli e dai testimoni della Fede in Cristo.
Il mistero della vita scorre nella polarità che intercorre tra la malattia e il sano, contrapponendoli, ovvero tra il patologico e il normale. La nostra stessa esistenza nasce e si definisce nel continuo passaggio tra i due stati. Il saggio rivisita allora le rispettive definizioni e interazioni alla luce di una civilizzazione della cura per il mondo dentro e fuori di noi, per riportare così l'anima personale verso l'anima mundi.
Il testo costituisce la seconda uscita della collana di formazione per giovani universitari, dedicata alla "spiritualità dello studio". Essa mira a non separare lo studio dalla spiritualità e a rimotivare lo studio accademico.
Originate da un'occasione festosa, quale un incontro internazionale di studenti vincitori di una borsa di studio, le riflessioni dell'autore sono suggestive, ricche di intuizioni, capaci di suscitare emozioni e curiosità. Esse invitano lo studente, il ricercatore, il docente, che sinceramente si incamminano per la via di un'autentica spiritualità, a lavorare duro, a iniziare dal basso con umiltà, a valutarsi con spirito critico e anche con l'impegno costante di una vera ascesi.
Salmann entra in dialogo con il lettore proponendo anche alcuni esercizi concreti sul modo di leggere, studiare, insegnare, fare autocritica sui propri scritti.
L'appendice su La magia della lettura offre una riflessione che parte dalla Bibbia - lettura e tradizione - per giungere a considerazioni sulla lettura come processo creativo, sulle modalità con cui affrontare un testo e sui segreti del leggere.
L’intrigo di un tema sfuggente e affascinante: che cos’è e soprattutto dov’è la felicità? Della felicità si parla sempre con imbarazzo. Eppure, di qualunque cosa parliamo, in fondo, non parliamo d’altro che di lei: di come l’abbiamo persa, di come la stiamo cercando, di come la sentiamo vicina o lontana, di dove l’abbiamo intravista, di quando l’abbiamo assaggiata. Anche solo una goccia rimane indimenticabile nonostante (o proprio per questo!) un torrente di amaro. Essa è l’implicito dei nostri discorsi, il sottosuolo dei nostri dialoghi, l’amore profondo ma indicibile che pervade ogni incontro e ogni racconto. La felicità abita insomma, nel suo velarsi e disvelarsi, le pieghe e le insenature della nostra esistenza, prendendola tutta, pur silenziosamente, in ogni sua tensione o aspirazione. Sorella dell’infinito, la felicità ci cattura, dunque, mentre ci spiazza e ci inquieta. Le relazioni umane sono i dintorni nei quali la felicità viene invocata e attesa, cercata e smarrita, in un modo primario, fondativo. La relazione è il luogo in cui la felicità mette in scena il proprio dramma. L’intento non è quello di proporre risposte definitive, ma di offrire ulteriori orizzonti per chi riconosca nel corpo e nella relazione un possibile sostegno per attraversare i momenti di crisi o di cambiamento radicale. In tale prospettiva la felicità viene posta dentro la complessità dell’esperienza umana. Si riconosce cioè che la pienezza non è il contrario del limite, ma una possibilità che lo include, lo attraversa e proprio in questo lo trasforma. È un invito ad accogliere la plasticità della realtà senza pretendere di semplificarla, un appello a sostare nei luoghi incerti e talvolta scomodi dell’esistenza, dove tuttavia possono emergere orizzonti di luce inesplorati.
L'"Imitazione di Cristo", testo devozionale scritto alle soglie dell'età moderna la cui paternità è ancora oggetto di discussione, ha goduto nel corso dei secoli di una straordinaria fortuna, fino a essere definito come il libro più apprezzato della cultura occidentale dopo la Bibbia. Trattato di iniziazione alla vita ascetica basato sulla profonda devozione alla figura di Cristo, insegna il distacco dal mondo, il raccoglimento interiore e la dedizione a Dio di fronte alla caducità dell'esistenza umana. Fondamentale per la comprensione del cristianesimo medievale, della via ascetica lungo la quale molti credenti si sono avventurati, del misticismo moderno, l'"Imitazione di Cristo" è un testo eterno, che sa offrire il conforto dello spirito, anche al più disincantato lettore di oggi.
Un invito alla mutua conoscenza in un mondo che fa i conti con la diversità. Storie e volti di dialogo interreligioso e interculturale.
Un libro autobiografico, che non è un’autobiografia: ma piuttosto la constatazione che, guardando gli anni trascorsi dall’adolescenza, l’autore ha attraversato – sempre dalla sua Carpi, sempre da laico, sempre con più dubbi che certezze – diverse stagioni del dialogo. Da quello speranzoso e ottimista a oltranza di un post-concilio parrocchiale e grintoso a quello aperto a tutto di un Paese che si è trovato da un giorno all’altro religiosamente pluralistico; da quello, denso di angoscia, dopo eventi tragici come quelli dell’11 settembre a quello, continuamente messo in discussione, condannato dal clima culturale generale a essere letto come l’anticamera del relativismo; fino a quello di papa Francesco che invita a camminare insieme senza curarci troppo delle differenze dogmatiche. Tante storie, tanti volti, tante buone pratiche, più o meno riuscite, ma in ogni caso affrontate con passione, l’unica cosa che dà sale a una vita.

