
Prefazione di Sua Eminenza il Cardinale Dionigi Tettamanzi
“Quanto ci è donato di vivere appartiene a tutta la chiesa perché è un dono di Dio”: così mi scriveva mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri e autore di queste pagine. Cosa può significare il permanere di una seppur minuscola presenza di chiesa in un paese musulmano? “Noi non siamo in un paese musulmano per essere martiri, siamo in un paese musulmano per essere amici. Allora speriamo di poter uscire da questa situazione, perché cerchiamo dei fratelli, non delle persone che ci uccidano”. Da queste lettere, omelie e messaggi radiofonici – con i quali l’arcivescovo si rivolge ai suoi sempre meno numerosi fedeli e al sempre più numeroso uditorio d’Algeria e del mondo intero – traspare la radicale testimonianza evangelica di una chiesa che, in nome di Cristo crocifisso e risorto, non abbandona l’amico nell’ora della prova, ma gli resta accanto per divenire, insieme con lui, “oscuri testimoni della speranza” (dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi).
Henri Teissier (Lione 1929), dal 1973 al 1980 vescovo di Orano (Algeria), poi coadiutore del cardinale Duval ad Algeri, dal 1988 è arcivescovo della medesima città. È presidente della Conferenza episcopale dell’Africa settentrionale.
Chi ha subito la perdita di una persona cara vive il dolore di una ferita profonda e ha estremo bisogno di un aiuto particolare. E se riesce ad aprirsi a un aiuto che davvero consola, non è più ineluttabilmente costretto a disperare. Questo libro di Freya von Stülpnagel intende allora elargire autentico conforto. Ma ottiene, in più, di regalare quella pace del cuore che sgorga dall'armonia tra caducità ed eternità. Ed è così che, allora, attraversare un lutto rende sapienti.
Quante volte sorgono in ciascuno dei propositi di cambiamento, che poi si infrangono riprendendo contatto con la vita quotidiana, con la forza di inerzia delle abitudini, con il disincanto generato da altri precedenti tentativi andati male? Cosa significa "cambiare", specialmente da adulti? È Nicodemo, nel Vangelo di Giovanni, a farsi portavoce di questi interrogativi: «Come può un uomo rinascere quando è vecchio?». Da questa domanda nasce un percorso, che si intreccia con la vicenda di Gesù di Nàzaret, e segna idealmente le tappe di un cammino di conversione: per vivere altrimenti occorre iniziare a leggere altrimenti la propria storia, imparando così a scorgere il Regno di Dio lì dove mai avremmo sospettato che fosse.
Aderire all'Ac è una scelta di impegno, passione, coerenza che ciascun socio rinnova ogni anno. È il modo in cui tanti uomini, donne, bambini e ragazzi scelgono di vivere appieno la loro vocazione nella Chiesa, a servizio delle comunità e del territorio in cui si trovano. È una scelta che implica fatica e impegno, ma che fa crescere e sperimentare la bellezza del sentirsi a casa. La storia dell'associazione di cui ci si impegna a fare memoria, è, infatti, una storia di passione per il bene comune, per la Parola che parla alla vita, per l'impegno nella missione, per sensibilizzare il maggior numero di persone, per essere segno efficace nella Chiesa e nel tempo, dell'amore di Cristo per gli uomini. Il volumetto raccoglie le riflessioni sul ruolo dei laici che scelgono l'AC in questo tempo, sul senso dell'adesione e sui segni belli che l'associazione lascia nelle vite di ognuno. Perché ciascun socio riesca, sempre di più, a coinvolgere chi ha attorno nella straordinaria avventura dell'Azione cattolica.
Che cosa è la fede e che cosa significa credere? Cercheremo di risponder a questa difficile domanda leggendo la storia di Abramo narrata nel libro della Genesi. Meditando le splendide pagine bibliche si delinea il ritratto esemplare di un uomo che ha vissuto un'amicizia con Dio fra moti dubbi, difficoltà d ostacoli. Con Abramo idealmente cammineremo, con lui discorreremo con Dio, con lui ascolteremo la chiamata, con lui dubiteremo, con lui saremo colti dalla paura e ci illuminerà la grazia. Con lui cercheremo di imparare a credere, grazie a lui sapremo meglio che cosa sia la fede, nella speranza di poter anche noi cambiare e lanciarci in questa splendida avventura che è l'amicizia con Dio.
Oggi una delle sfide principali e decisive che siamo chiamati a vivere è quella di saperci orientare con gusto e slancio nella complessità. Ti proponiamo una bussola e ti chiediamo di metterla alla prova. È un invito aperto a tutti, anche per chi è lontano da un cammino di fede o per chi non crede. La bussola che noi proponiamo per orientarci è originale. E lo è per le seguenti ragioni: punta sulla cura del nostro mondo interiore, attraverso la preghiera e la meditazione; attinge alla Bibbia e alla tradizione spirituale cristiana, in particolare alla spiritualità dei gesuiti; raccoglie la sfida dell'oggi. In particolare, ripercorreremo l'orientamento seguito da Abramo in un tempo burrascoso del suo cammino, un personaggio biblico considerato modello di riferimento per diverse tradizioni religiose e culturali. Vogliamo mettere alla prova questa bussola? Prefazione di Giovanna Costamante.
Il nuovo libro del monaco benedettino Anselm Grün ha lo scopo di farci incamminare sulla via della pace interiore. Dare un punto d'appoggio alla propria anima, trasformare la nostra vita quotidiana: arrivare, espandere l'anima e praticare il sostegno interiore. I rituali quotidiani sono un buon modo per raggiungere questo obiettivo. Aiutano a iniziare e concludere la giornata in modo positivo. Ispirano la convivenza con gli altri e ci permettono di vivere consapevolmente non solo la vita quotidiana, ma anche i diversi periodi dell'anno. Prendersi consapevolmente del tempo per se stessi e trovare l'equilibrio tra le diverse esigenze che la vita ci pone e lasciare andare tutte le pressioni esterne. Questo ci dà spazio per respirare e fa bene al corpo e all'anima. Chi si impegna in questi rituali ne percepisce immediatamente l'effetto curativo.
L'autore commenta i principali passi dell'AT nei quali si manifestano l'azione e la presenza dello Spirito e li mette in parallelo ai testi del NT, facendo notare che è sempre lo stesso Spirito Santo: quello che anima le Scritture, che agisce in Gesù Cristo e che vive nel Padre, iniziatore della nostra salvezza. Il testo è suddiviso in tre parti:- nella prima parte sono elencati i "titoli" sotto i quali è invocato lo Spirito Santo;. nella seconda parte è presentato Gesù che parla dello Spirito;- nella terza parte, due brani di san Paolo e uno dell'Apocalisse svolgono il tema "A gloria di Dio Padre". Il libro si chiude con una preghiera allo Spirito Santo.
I luoghi non sono né un semplice paesaggio esteriore, né un mero palcoscenico sul cui sfondo va in scena la nostra esistenza. Noi siamo inevitabilmente abitatori dello spazio e del tempo: in tal modo siamo chiamati ad abitare il senso e - impresa ancor più ardua - ad abitare noi stessi. Come spiega Emanuele Borsotti, noi veniamo all'esistenza abitando: esistiamo abitando e abitiamo esistendo. Innestati in Cristo, scopriamo poi con stupore che l'Eterno - entrato nel tempo - si è fatto circoscrivibile in un punto della storia e della geografia umana, si è fatto corpo di carne, per venire ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14). Così il Dio immenso e infinito si fa "luogo" per l'umano e con l'umano; e noi abitiamo luoghi ed edifichiamo spazi, alla ricerca di una traccia del divino, di un segno tangibile , di uno sfioramento di una Presenza che sempre s-confina. E, mentre abitiamo, avvertiamo che ogni casa, ogni dimora, ogni riparo è sempre penultimo e provvisorio. Se, infatti, il verbo "abitare" ci insegna a coniugare anche il verbo "amare" in tutti i modi e tutti i tempi, con Michel Serres possiamo confermare che «l'amore non ha casa». Pagine intense sulla nostra cartografia interiore: per imparare a leggerla e per incontrare progressivamente noi stessi e Dio.