
La spiritualità del beato Luigi Caburlotto indica la strada della "devozione del cuore", intesa come devolvere, cioè dare a Dio quello che è di Dio: hai fatto tanto per me, è ben giusto che io faccia qualcosa per te. Il suo rapporto con Dio è fondato sulla fiducia filiale, incondizionata in qualsiasi situazione, fosse anche di peccato, di crisi, di rottura: Signore, dove nascondere l'abisso del mio peccato, della mia miseria se non nell'abisso della tua misericordia? In questa biografia, il pensiero spirituale del beato Luigi Caburlotto emerge in tutta la sua forza ed è facile comprendere come sia il risultato di una vita ben integrata umanamente e spiritualmente: Egli è stato un uomo tutto di Dio e per questo tutto donato ai fratelli; un uomo che ha curato le periferie, come invita papa Francesco, per cercare chi è dimenticato da tutti.
I tre cantici che aprono il vangelo di Luca, quello di Maria (il Magnificat), di Zaccaria (il Benedictus) e di Simeone (che nella liturgia viene recitato come salmo di compieta), sono qui analizzati da un punto di vista originale e coerente fra loro: sono gli unici momenti in cui nel Nuovo Testamento si “canta” e non è un caso che siano all’interno del vangelo dell’infanzia di Luca, come un crescendo verso la consapevolezza della trasformazione della presenza di Dio nella storia: il culmine dei tre canti è la dichiarazione di Simeone, che afferma la propria fede ormai libera da un dio “padrone” e capace di ritrovarsi e attendere la salvezza di fronte alla presenza di un dio bambino.
La novità cristiana, anche rispetto al Primo Testamento, è qui adombrata.
L'Autore
Natale Benazzi è nato nel 1961 a Legnano. Vive a Milano. Teologo, collabora con l’Ufficio beni culturali della Conferenza Episcopale Italiana (ha curato, tra l’altro, l’antologia Arte e Teologia per i tipi di EDB, 2003). Nell’ambito della storia della Chiesa ha curato l’antologia Archivum. Documenti della storia della Chiesa dal I secolo a oggi (Piemme, 2000). Ha pubblicato tra l’altro: Il libro nero dell’inquisizione (Piemme,1998); Il caso del monastero indemoniato (Piemme, 2000); La Chiesa non risponde (Piemme, 2002); Il Natale del 1943. Esercizi di cristianesimo sulle lettere di Bonhoeffer da Tegel (Centro Ambrosiano, 2003); Dieci domande scomode a Gesù (Piemme, 2005).
«Buona domenica». È con questo augurio che dal mese di luglio del 2006 don Mario Vatta si congeda dai suoi lettori della rubrica "Trieste, volti e storie" pubblicata sulle colonne del quotidiano triestino "Il Piccolo". Ogni due settimane. Ogni due domeniche. A conti fatti sono poco meno di quattrocento incontri di don Mario con i lettori che in questi anni sono diventati «vecchi amici» ai quali «si raccontano le cose più belle oltre a quelle che ti fanno piangere per la commozione». Si tratta di riflessioni, racconti di vita quotidiana, incontri con persone legate alla vita della città e dell'autore. Uno sguardo a volte interiore, altre volte orientato all'esterno. Con una particolare attenzione per la nostra gente, intendendo con questo appellativo l'universo delle persone bisognose che continuano a essere al centro del pensiero di don Mario e della sua Comunità. Questa «raccolta di pensieri», come l'ha descritta Paolo Rumiz, riunisce gli ultimi articoli in ordine di tempo: quelli apparsi da novembre 2019 a ottobre 2021. Come gran parte degli scritti dell'autore, sono concentrati attorno alla parola speranza «più che mai importante nei momenti bui, come quelli che viviamo». Ed è proprio da questa speranza che sgorga l'esigenza - che è anche tenace volontà - di immaginare un futuro nuovo. I periodi difficili diventano quindi, paradossalmente, un tempo privilegiato: il tempo favorevole.
Prendersela con calma, concedersi del tempo per vivere in modo più consapevole. Nel libro proprio di questo si parla: «Concediti del tempo. È la tua vita!» è l'invito dell'autore. In mezzo allo stress e alla frenesia del mondo moderno si può ancora trovare la calma? E con tutta la pressione che ci assale dall'esterno è ancora possibile essere sovrani del proprio tempo?
In quanto abate primate, p. Wolf è la persona di riferimento per 800 monasteri sparsi in tutti i continenti del mondo. Per svolgere i propri compiti, talora gli capita di vivere come un manager, tra un aeroporto e l'altro, con l'agenda fitta di appuntamenti. D'altra parte, come monaco è immerso in un ritmo temporale scandito da un ordine completamente diverso. E la tradizione benedettina, di cui è intessuta la sua vita, gli fornisce buoni suggerimenti sul come fare a umanizzare il tempo.
Il tempo è prezioso, perché è limitato. La durata della vita non si può comprare, ma è un dono. In questo suo incalzare è dunque di fondamentale importanza cercare di trovare il «proprio» tempo: «la vita ha bisogno di tempo. se io non me lo concedo o non me lo prendo più, la vita non ha alcun valore» (dalla Premessa).
Sommario
Premessa. 1. Nati per la gioia. 2. La grande domanda. 3. Senso e limiti del lavoro. 4. Non è possibile uscire. 5. Velocità e ritmo della vita. 6. Liberarsi dalla pressione. 7. La pausa rinvigorisce. 8. Ogni momento è sacro. 9. Il tempo dei monaci. 10. Il battito cardiaco della vita. 11. Il tesoro della domenica. 12. Affrettarsi, incedere, ingannare il tempo. 13. Essere del tutto presente. L'anima della meditazione. 14. Presenza: felicità è l'arrestarsi del tempo. 15. Il momento giusto. 16. Attesa, impazienza e pazienza. 17. Quando il tempo diventa l'inferno. 18. Civette e allodole. 19. Tempo sprecato e sperperato. 20. Riti: occorre tanto tempo. 21. Tempo di sognare, tempo di crescere. 22. Valori: atteggiamenti duraturi. 23. Grati ogni giorno. 24. Benedire il temporale (Rendere l'anima a Dio).
Note sull'autore
NOTKER WOLF osb (Bad Grönebach [Germania], 1940) ha studiato filosofia, teologia e scienze naturali a Roma e Monaco di Baviera. Nel 1961 entra nell'abbazia benedettina di Sankt Ottilien am Ammersee nei pressi di Monaco e nel 1977 viene eletto abate. Dal 2000 è abate primate dell'ordine dei Benedettini e risiede a Roma. Ha particolarmente a cuore la collaborazione con paesi come Cina e Nord Corea e con le altre religioni. Presso le EDB ha pubblicato: L'arte di dirigere le persone, con Enrica Rosanna (22010), Dio vi benedica! Nuove intuizioni per la vita di quaggiù (2010), Da un cielo sereno. Idee e ispirazioni per vivere quaggiù (2010) e Regole per vivere. I dieci comandamenti: provocazione e orientamento per oggi con Matthias Drobinski (2010).
Per il fine esegeta Joseph Ratzinger la vicenda umana nel corso dei secoli è Tempo di Salvezza fin dalla creazione del mondo. Dalle origini dell'umanità, attraverso l'avventura del popolo ebraico, la matassa degli eventi buoni e cattivi della Storia ha visto intrecciarsi un filo provvidenziale, che le ha conferito senso, portando a compimento l'incarnazione del Figlio di Dio. Gesù di Nazareth - Alfa e Omega, Principio e Fine di tutte le cose - è la Provvidenza che prevale sul caos, è l'amore di Dio che sostiene l'umanità esortandola a non perdere mai la speranza. Questa raccolta di scritti mai pubblicati in Italia costituisce la sintesi di una riflessione nitida sulle luci e le ombre della modernità: sugli idoli e gli orrori del tempo presente, sul buio interiore di alcune fasi storiche, sull'evoluzione e involuzione delle civiltà, sul confronto sempre aperto fra fede e scienza, sulla scomparsa di quegli "uomini di Dio" che hanno sostenuto in passato la cristianità oggi immersa nella palude dell'indifferentismo religioso. La lunga meditazione è la summa di un percorso teologico e spirituale che ha sostenuto il magistero di Benedetto XVI, oggi papa emerito della Chiesa cattolica. Un percorso affascinante, in cui fedeli e laici sono invitati a diventare lievito buono nella pasta del mondo contemporaneo per riscattare il declino dell'umano che pare oggi inarrestabile.
Il perdono è al centro della vita cristiana, poiché il Dio di Gesù è, per definizione, Padre misericordioso. "Padre nostro" lo preghiamo e a Lui domandiamo che "venga il suo regno" e che dia a ciascuno "il pane quotidiano". Di fronte a questo amore che accoglie e perdona sempre, come sottolinea papa Francesco, noi siamo chiamati a una risposta, come donne e uomini che in questo amore vogliono entrare, vivere, crescere. In questo libro che attinge la sapienza dalle più belle pagine evangeliche (la peccatrice, la vocazione di Pietro, la guarigione del paralitico...) Don Francesco Cristofaro conduce il lettore a scoprire il mistero del rapporto tra noi e un Padre che sempre ci attende, che sempre ci ama e che non guarda ai nostri difetti ma a un amore eterno. Incrociando la propria esperienza personale (fatta anche di difficoltà ed esperienze di rifiuto) con la proposta di Gesù, don Francesco offre una vera e propria "guida" spirituale alla scoperta del valore che tutti noi siamo e che, talvolta, dimentichiamo di essere. Con proposte per un lavoro personale.
L'autore, "seguendo la traccia liturgica dell'antico ordinamento delle domeniche dopo la pentecoste, mette a disposizione di ogni uomo di buon volere pietre vive per la costruzione in sè di un "tempio dello spirito" e per l'edificazione del tempio più vasto che ha in confini di un un'umanità dove cala, creatore e suscitatore di energie dirompenti, lo Spirito. Con queste brevi pagine, l'autore "ci fa attraversare in modo sicuro l'esperienza della fede, ci porta sulla sogllia dove, tenendo aperto gli occhi contemplativi sull'immensa volta del Tempio risorto, un'onda di ispirazione e di fecondità, un salutare flusso di purificazione ci investe per una novità di vita che anticipi la nostra speranza". (dalla Presentazione di E. D'Agostini)
Questo libro tratta di teatro inteso come espressione di sé sul palcoscenico dell'esistenza, che ognuno interpreta con varie maschere di adattamento alla propria realtà e alle relazioni con gli altri, rischiando dissociazione e conflitti. L'autrice, anche con argomenti di studio e riferimenti all'attualità, e offrendo riflessioni e testimonianze personali, sostiene che con l'aiuto di Dio ognuno può trovare in se stesso il proprio equilibrio e la libertà della propria anima. L'autrice inoltre invita la Chiesa ad offrire a chiunque spazi e aiuti concreti per favorire attività di conoscenza di sé e di autoliberazione anche espressiva, perché Cristo è venuto a liberare "tutto" l'uomo, anche dai problemi sempre più urgenti dell'accettazione di sé e delle relazioni con il mondo e con Dio.
Chi ti dirà grazie, o, più chiaramente: chi ti ricompenserà? Dio lo farà, senz'altro, e queste parole mi donano d'un tratto una timida forza. Queste parole, forse - «Dio te ne ringrazierà» - potranno trasformarsi in salvezza. Un volume della serie Setteminuti per lo spirito, agili libretti pensati per coniugare il nostro bisogno di spiritualità con i tempi della vita moderna.
Don Salvatore è un punto di riferimento sul tema del desiderio del sacerdozio; è stato ordinato in anticipo sulla data canonica (il 16 aprile 2015) a causa di una malattia terminale che lo porterà alla morte poco tempo dopo. Alla vigilia della sua ordinazione riceve l'inaspettata telefonata di papa Francesco, che lo chiama per rincuorarlo e chiedergli la sua prima benedizione da presbitero. Cosa che lui fa il giorno stesso in cui diventa ministro di Dio: dopo aver benedetto il Santo Padre afferma: "L'ho fatto con il cuore pieno di gioia perché per noi tutti è un maestro. Non possiamo fare altro che seguirlo e continuare a pregare per lui". L'ultima celebrazione eucaristica che don Salvatore officia ha la data del 26 giugno 2015. Nella sua morte molti hanno intravisto la presenza di qualcosa di speciale, in lui che aveva detto: "Oggi, da presbitero, prendo la consapevolezza che l'aderire ai dolori immensi del Cristo, così come fanno tanti altri miei fratelli, spalanca varchi di luce sul mistero del soffrire". Questo libro raccoglie alcune preziose pagine del suo periodo di formazione seminaristica: da esse emerge tutta la sua forte tensione all'assoluto, esemplare per ogni sacerdote e per chiunque guardi ancora al ministero presbiterale come a un segno della presenza, incarnata, dell'amore di Dio nella nostra storia.
Il legame tra musica e preghiera è antico, profondo e fecondissimo. L’Autrice lo indaga in un percorso che parte dalla Creazione e giunge fino a oggi, attraverso una rilettura dei fondamenti biblici, patristici, magisteriali e alla luce della sua lunga esperienza nel Rinnovamento nello Spirito. Il libro prova a descrivere l’infinito potenziale della musica quando essa è unita alla lode, alla preghiera, alla Parola che si fa ispirazione e annuncio.
Giuseppe Tancredi, classe 1978, cresciuto in un paesino del vigoroso Chianti, ci racconta il suo cammino verso Santiago di Compostela. Sono 15 passi speciali che riflettono come il camminare sia l’immagine più bella della nostra vita, dove la sottile differenza tra “vivere e non vivere” è molto oltre il “fare e non fare”.
Un cammino, quindi, fatto di parole che prova ad abbracciare tanti aspetti della vita dell’uomo, proponendosi di dare qualche spunto di riflessione in vista di un dialogo profondo con l’umanità di ognuno.
“Camminando s’apre cammino”: l’espressione fortunata di un libro del nostro amico fratel Arturo Paoli descrive il percorso che Giuseppe ci vuole raccontare col suo libro e con la sua esperienza. Tra auto, aerei e treni, i suoi pensieri tornano sempre ai suoi passi e al suono che il suo incedere nel cammino ha provocato una musica giusta per l’anima di chi vuol leggere e accompagnare.