
Suor M. Consolata Betrone (1903-1946), Monaca Clarissa Cappuccina nel Monastero Sacro Cuore a Moncalieri (To), seguì i passi di S. Teresa di Lisieux nella via dell'infanzia spirituale. Il Cuore di Gesù le manifestò la Piccolissima via d'amore, via spirituale fondata sulla confidenza incessante nella misericordia Divina per tutti i peccatori con l'invocazione "Gesù, Maria vi amo, salvate anime".
La confessione è il sacramento che dona la beatitudine dello Spirito, ridona l'innocenza al peccatore e riconcilia con se stessi. Grazie ad essa viviamo l'esperienza di presentarci nudi davanti a Dio ed essere rivestiti dalla sua misericordia. Eppure in molti credenti, la confessione suscita paura, ansie, un senso negativo e oscuro che la rende qualcosa di lontano e faticoso; per altri invece è un esercizio inutile perché il cuore va lasciato libero di vagabondare e nelle nostre vite non esiste nessuna reale colpa. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, guida i lettori in una riflessione sul valore della confessione per fugarne i possibili timori e far loro riscoprire la bellezza dell'"abbraccio di Dio". Riflettere sul valore delle confessione per riscoprirne la bellezza.
"Trovandomi vicino a molte persone attirate dalla comunità, da nuovi modi di vita, mi rendo conto della grande ignoranza esistente a riguardo della vita comunitaria. Molti sembrano credere che si tratti di mettere sotto lo stesso tetto delle persone che s'intendano "più o meno" o che siano impegnate nei confronti di uno stesso ideale, perché ci sia comunità. Il risultato, a volte, è disastroso! La vita comunitaria non è fatta semplicemente di spontaneità né di leggi. Ci sono delle condizioni precise, necessarie, perché possa farsi profonda e crescere attraverso le crisi, le tensioni e i "momenti buoni". Se non ci sono queste condizioni, sono possibili tutte le deviazioni che porteranno progressivamente alla morte della comunità o alla sua morte spirituale, alla "schiavitù" dei suoi membri. Queste pagine vorrebbero mettere in chiaro le condizioni necessarie a una vita comunitaria. Sono state scritte non come una tesi, o un trattato di vita comunitaria, ma sotto forma di flashes. Sono piste di riflessione, che ho scoperto non nei libri ma nel quotidiano, attraverso i miei errori, i miei insuccessi, anche le mie colpe, attraverso le ispirazioni di Dio e quelle dei miei fratelli e sorelle. Mi auguro che molte persone possano vivere questa avventura, che è poi quella della liberazione interiore: la libertà di amare e di essere amati".
Si tratta di uno scritto latino della metà del XIII secolo.
L’opera nasce come trattato didattico-catechetico indirizzato
ai novizi dell’ordine francescano, a cui apparteneva Davide; quello che emerge come elemento di particolare attenzione
- e modernità! - dalla penna dell’autore non è soprattutto la dicotomia tra esteriore e interiore (il tema aveva allora una
lunga tradizione alle spalle) ma quello della possibilità di una composizione, quindi un’armonizzazione dell’interiorità con l’esteriorità, che cessa di essere estromessa o demonizzata ma deve essere riordinata all’interno di un equilibrato progetto
di vita. Ne consegue l’analisi di vizi e virtù e la ricerca di una regola di vita (i destinatari sono appunto i novizi!) fondata sull’interiorizzazione della Parola e al tempo stesso su una capacità di introspezione di sé priva di barriere e lontana da modelli assolutizzati. Diversi sono a questo proposito i consigli “pratici”, basati su sensatezza e capacità di ascolto prima che su un asettico rigore, che costellano le pagine del testo, rendendole spesso molto colorite e gravide di vitalità. Da ultimo, si osserva, in una fase di assestamento e codi ca del “proprium” dell’ordine francescano, il tentativo da parte di Davide di tenere insieme aspetti della regola benedettina (soprattutto il silenzio, l’umiltà
e l’ascolto del superiore) con la novità degli ordini mendicanti e di quello minore in particolare: la considerazione “buona” del mondo, l’uscita verso gli altri, la valorizzazione del creato.
La compassione, nel Vangelo, è un gesto divino, non umano: è il turbamento profondo che l'altro produce in me, nel momento in cui vedo le sue sofferenze, ne sono "commosso", mi chino su di lui nella necessità di alleviarle, perché sento di non poter fare altro che "stare presso di lui". Gli esercizi proposti in questo volumetto sono centrati su riflessioni ed esercizi che ci possano aiutare a sperimentare la "riduzione" di noi stessi, per "fare spazio" all'altro.
Gesù conosce la compassione e vive la tenerezza. È un Dio che ama, che si lascia ferire, turbare, toccare. Compatire significa "sentire con", "soffrire con", "trovarsi di fronte a qualcuno che soffre e decidere di entrare nella sua vita, di assumersi il suo dolore come se fosse il nostro". Questo concetto viene sviscerato attraverso dieci brani evangelici.
È la storia di un'originale associazione di volontariato che porta calore, amicizia e creatività in centinaia di case di riposo, centri per disabili, ospedali. Ma è anche il racconto di come un gruppo di persone abbia affrontato nell'arco di 20 anni le difficoltà, le crisi che si trovano davanti a chiunque intraprenda un percorso di volontariato. Provando a risolverle. Nata nel cuore della Fraternità che si trova in Casentino (Ar), la Compagnia delle arti di Romena è una associazione di artisti sui generis formata da un gruppo di amici che sono stati negli anni capaci di abbattere ogni diversità.
Questo piccolo libro è un pensiero che gli sposi possono regalare agli invitati in occasione del loro matrimonio. Raffigura un simbolo speciale, "La collana del nostro amore", che vuole esprimere più di tante parole: il significato di quello che è stato celebrato; il ringraziamento degli sposi; la loro preghiera a Dio.
Ad un certo punto il mondo si è fermato: il coronavirus ha colpito la nostra vita in tutto il mondo, come una sosta o una pausa generalizzata nel bel mezzo di un'esistenza frenetica. Le città, di fatto, sono diventate i nostri monasteri secondo una modalità che non avevamo mai immaginato né previsto per tutti noi che siamo stati costretti al confinamento forzato. È stato in questo modo totalmente inaspettato che molti, per un momento, sono diventati monaci e monache, separati e separate gli uni e le altre.
In questo volume che raccoglie gli esercizi spirituali predicati a papa Francesco, dom Bernardo Gianni traccia una profonda riflessione sul valore della profezia cristiana nelle città affaticate dei nostri giorni.
A papa Francesco, il predicatore offre un punto di vista originale per rileggere la sua stessa evangelizzazione da parte di una Chiesa “in uscita” e a noi lettori propone una splendida dialettica tra fede e bellezza: una bellezza del lavoro quotidiano che deve nutrire la fede e una fede che non può che produrre nuovamente bellezza.
Un libro che risveglia per noi le profezie di una Gerusalemme celeste che si nutre delle occasioni terrene per invitarci a camminare verso di essa.
Dom Bernardo Gianni è nato a Prato 47 anni fa. Monaco olivetano, figura di spicco della spiritualità e cultura fiorentina, è abate di San Miniato al Monte. Questo è il suo primo libro per le Edizioni San Paolo.
Il volume raccoglie i contributi di diciannove qualificati teologi e teologhe che insieme ad alcuni storici si propongono di rilevare e interpretare le correlazioni tra il Concilio Vaticano II e il carisma dell'unità di Chiara Lubich nella logica della coessenzialità di doni gerarchici e doni carismatici. La ricerca guarda, in particolare, alla Costituzione sulla divina Rivelazione Dei Verbum e a quella sulla Chiesa Lumen Gentium, nell'orizzonte del cammino sinodale in cui è impegnato oggi, su invito di Papa Francesco, tutto il Popolo di Dio.
C’è qualcuno là fuori? Negli ultimi cento anni se lo sono chiesti ufologi, scienziati, militari... ma qual è la posizione della Chiesa? “Chi non crede all’abitabilità delle altre stelle è come un cinese che, chiuso all’interno della Grande Muraglia, pensa che al mondo esistano soltanto i cinesi” (Padre Angelo Secchi, direttore della Specola Vaticana).