
La lettura di questo libro potrebbe, come si dice, urtare la vostra sensibilità perché vi si tratta, senza veli, di umiltà, argomento quanto mai ostico alle orecchie di molti. Santa Caterina da Siena che, oltre ad essere Dottore della Chiesa, definisce semplicemente orgoglio il mondo, quel mondo di cui Cristo dice che non bisogna meravigliarsi che abbia in odio i suoi discepoli. Una seconda avvertenza la dedicherei a chi scartasse questa lettura ritenendola non consona alla sua età. Perché se vecchiaia è per definizione il tempo più prossimo alla morte, non rimane nessuno che possa disinteressarsene. Per loro l'avvertenza viene da s. Bernardo: l'ultimo giorno viene. Per i vecchi è già sulla soglia, per i giovani è comunque in agguato. E ancora: temo per voi che la vita vi dia l'impressione di essere lunga e perciò vi procuri, invece di consolazione, tristezza. Quanto segue potrebbe inoltre essere scambiato per mera autobiografia, ma non lo è. L'autore si dichiara convinto con Pablo d'Ors che quando succede nelle nostre teste e nei nostri cuori ha lo stesso grado di verità di quanto succede davanti ai nostri occhi e tra le nostre mani. La fantasia non è meno vera della storia. Va da sé, infine, che l'insistere su di una determinata virtù da parte di chiunque ne rivela sempre il difetto principale. Ma questa avvertenza riguarda l'autore, non il lettore
Adamo ed Eva, Abramo e Sara, Giacobbe e Rachele... sono tante le storie d'amore e di matrimoni celebri che la Bibbia ci racconta. I Libri dell'Antico Testamento parlano spesso dell'amore tra l'uomo e la donna. Come dell'amore di Dio per l'uomo. Usando a volte l'uno come termine di paragone per l'altro. È un amore che, come il fuoco, scalda, illumina, rallegra. Ma che può anche bruciare, distruggere, ustionare. Genisio ha raccolto queste storie proponendole al lettore di oggi con rara maestria narrativa, offrendo così una riflessione sul più eterno e universale dei sentimenti umani. Uno strumento utile soprattutto per avvicinare le nuove generazioni alla lettura del Libro più letto di tutti i tempi.
Il libro si presenta come un itinerario di sequela di Cristo attraverso il suo Vangelo: una litania di “No” del Signore per ricontestualizzare il proprio modo di intendere la vita in relazione a Dio, agli altri, a se stessi.
Il discepolo di Gesù è chiamato a far maturare il “sì” incondizionato alla vita, nutrendolo e fortificandolo attraverso gli inevitabili e necessari “no” della vita.Alla scuola del Signore Gesù si impara la libertà! Libero è chi non solo può dire “sì”, ma sa anche dire “no”, scandalizzando – forse – chi pensa al discepolo del Signore come a un ingenuo e inoffensivo “bonaccione”.
L’obbedienza, già cifra dell’intera vita spirituale, va praticata come dinamismo e formazione alla libertà, per sottrarsi alla tentazione e all’illusione di vivere senza mai dire “no”.
Destinatari
Un volume destinato a un pubblico di religiosi e laici credenti culturalmente formati, poiché il libro suscita interesse per la sua lettura paradossale del Vangelo.
L'autore
Michael Davide Semeraro è monaco benedettino del monastero di Germagno (VB) dal 1983. Dopo i primi anni di formazione monastica,ha conseguito il Dottorato inTeologia Spirituale presso l’Università Gregoriana di Roma. Coniugando la sua esperienza monastica all’ascolto delle questioni e dei bisogni della realtà contemporanea, collabora con alcune riviste e, compatibilmente con le esigenze della vita monastica, tiene conferenze e accompagna ritiri.
Quando un figlio decide di lasciare la casa dei genitori per vivere per conto proprio può causare un momento di sofferenza e di difficoltà per il distacco che ciò comporta. Lo scopo di questo libretto è aiutare a comprendere che i figli debbono crescere, maturare e diventare autonomi, capaci di gestire la loro vita pur restando fedeli ai valori e agli affetti della famiglia di origine. E suggerire ai genitori di coltivare i loro interessi culturali, le relazioni, a cominciare dal rapporto all'interno della coppia.
Molti si lamentano perché Dio non si manifesta dall'alto dei Cieli, ma in realtà non è che Dio taccia, spesso siamo noi a essere, o voler essere, sordi e ciechi. In effetti, la vita di ciascuno di noi è costellata di quelle che chiamiamo "coincidenze" e che, in verità, sono spesso segni - che occorre riconoscere - della presenza di un Dio che veglia sulle sue creature. Ciascuno, poi, ha vissuto eventi per i quali dovremmo parlare di "piccoli miracoli" o, almeno, di "misteri", ma che poi dimentichiamo, dopo un primo momento di sorpresa. In realtà, nonostante ogni progresso della scienza, siamo immersi nell'enigma e ben poco sappiamo davvero su noi stessi e sul nostro destino. In questo libro, Vittorio Messori ha il coraggio di uscire allo scoperto e racconta i suoi "misteri quotidiani", i "segni" misteriosi da lui vissuti, alcuni dei quali davvero impressionanti. A differenza di molti, però, Messori ha compreso che questi eventi non sono altro che cenni dal Cielo che vanno riconosciuti senza timore di essere scambiati per visionari.
Se è vero che la Chiesa è, come dice papa Francesco, un «ospedale da campo» che deve occuparsi anche dei corpi, è altrettanto - se non più - vero che la sua missione primaria è prendersi cura della salvezza delle anime e dei bisogni spirituali dei credenti. Perché, parola di Gesù, «non di solo pane vive l'uomo». Per aiutarci a ricordare questa dimensione trascendente, l'Aldilà ci invia dei «segni», a volte grandi e vistosi (i miracoli, le apparizioni), a volte piccoli e privati, che spesso trascuriamo di interpretare, preferendo parlare di «coincidenze», di «casualità», magari di «eventi bizzarri». Dunque, non è che il Cielo non ci parli: siamo noi a essere sordi. E non è che Dio non si mostri: siamo noi a essere ciechi. In pagine singolari e avvincenti, in cui si scopre l'atmosfera della confessione personale, Vittorio Messori racconta - non certo da visionario ma da cronista legato ai fatti oggettivi e da studioso razionale qual è - alcuni «segni» ricevuti nel corso della vita. La telefonata rassicurante ricevuta dallo zio defunto a un anno esatto dalla morte. L'«inesistente» e insieme concreta ragazza tedesca che ristorò il padre soldato, addestrato duramente in Germania. Il benefico incontro a Torino sui «murazzi» del Po, in un momento di sconforto, con un enigmatico pensionato, svanito poi nel nulla. Il messaggio affidato in sogno alla domestica di casa con cui il beato Francesco Faà di Bruno - marchese e scienziato, che nell'Ottocento dedicò la sua vita a soccorrere le vere proletarie dell'epoca, le «serve» - invitava Messori, suo biografo e devoto, a partecipare a un convegno di particolare importanza. Ma ecco «segni» celesti ancor più evidenti, riconoscibili in figure come Padre Pio, che, per diretta esperienza dell'autore, aveva anche il dono di far giungere a destinazione lettere appena scritte, o come la mistica austriaca Maria Simma, con lo straordinario carisma di incontrare ogni notte le anime del purgatorio. Nel sollecitare il lettore a decifrare - e a confidare senza timore agli altri - la natura soprannaturale dei «piccoli misteri quotidiani» in cui ciascuno di noi si imbatte nella propria esistenza, Messori rende testimonianza alla verità della celebre massima di Blaise Pascal: «L'ultimo passo della ragione umana è riconoscere che vi è un Mistero con una infinità di cose che la superano».
Ma perché partire proprio dal cuore? Gli autori sacri ci fanno capire che, percorrendo la via del cuore, possiamo meglio comprendere qualcosa del mistero di Dio. Dio non ci ha dato un cuore solo per amare ma anche per conoscere, per pensare, per credere, per ringraziare... In queste pagine e nel "Cuore che pulsa" di Don Piergiorgio Sanchioni possiamo cogliere il suo grazie a Dio e ai fratelli nei suoi cinquant'anni di sacerdozio. L'autore ripropone i momenti lieti e tristi che ha vissuto con i suoi parrocchiani. Lo fa alla luce di Colui che è nato, nella prima parte (il Natale), con Colui che è morto e risorto, nella seconda parte (La Pasqua), con Colui che ci ama, terza parte (Il Matrimonio), con Colui che ci guida, quarta parte (La Chiesa) e infine con Colui che ci accoglie quinta parte (La Morte). In queste pagine potrete riconoscervi anche voi. Vi stupirete di ritrovare pezzi della vostra vita.
A partire da concrete esperienze di vita, illuminate dalla sapienza del Vangelo e dalla testimonianza dei santi, queste pagine offrono una risposta alle grandi domande dell'uomo.
Quando la sofferenza bussa nella nostra vita personale, è tutta una ridda di interrogativi che si affollano e tumultuano nel cuore: perché proprio a me? Perché la vita ha per me risvolti così infidi? Perché Dio sembra accanirsi su di me?
Pur essendo un instancabile uomo d'azione, Gaston Courtois non trascurava la vita contemplativa e trascorreva, ogni giorno, lunghe ore in preghiera e in colloquio "ai piedi del Maestro-. Aveva l'abitudine di scrivere, "quasi sotto dettatura del Signore", i suoi quaderni: in tasca ne aveva sempre uno. Quelle pagine di riflessione - qua accuratamente selezionate da Agnès Richomme - sono l'espressione massima del suo rapporto intimo con Dio e rappresentano un'eredità preziosa, una potente testimonianza di fede da cui attingere quotidianamente.
I quaderni spirituali di Gaston Courtois, dei quali è qua presentata una selezione a cura di Agnès Richomme, sono la materializzazione del suo ininterrotto ascolto del Signore; e rispondono al preciso impegno di offrire, dopo la sua scomparsa, a quanti lo avrebbero accolto, qualcosa dei segreti della sua vita. Ora l’eredità di questo grande sacerdote, instancabilmente teso nella donazione totale di sé al servizio della Chiesa, delle missioni e delle anime bisognose di un concreto aiuto fraterno, è nelle nostre mani. Tocca a noi, nutrendocene, imparare a pregare, ad ascoltare e, soprattutto, ad amare, stimolati dal suo esempio di vita.
L'Autore
Gaston Courtois nacque a Parigi nel 1897. Qui compì gli studi superiori alla Sorbonne e presso l’Institut catholique. Come ufficiale prese parte alla guerra del 1914-1918, fu gravemente ferito e in seguito insignito della Légion d’honneur. Nel 1921 si fece religioso tra i Figli della Carità, congregazione fondata nel 1918 da padre Jean- Emile Anizan, dedita all’evangelizzazione dei poveri e degli operai, e nel 1925 fu ordinato sacerdote. Il suo apostolato fu intenso: fondò insieme a Joseph-Léon Cardijn la Jeunesse Ouvrière Chrétienne (JOC), animò associazioni sacerdotali e religiose, promosse opere caritative e missionarie, suscitò movimenti vivacissimi di vita cristiana, soprattutto tra i giovani (Coeurs Vaillants). Nel 1960 fu nominato segretario generale della Pontificia Unione Missionaria del Clero. Morì a Roma nel 1970.