
Di distacchi e di rinunce è fatta la vita di una carmelitana di clausura. Dallo spazio chiuso di un monastero, giunge però la voce dissonante dell'autrice di questo libro che, pronta a gettar luce intorno al mondo cui appartiene, racconta con gioia la storia della sua vocazione. Dipanando il filo della stessa, rivela progressivamente la libertà che dischiude il cammino di abbandono e fiducia nel Signore. Creato un equilibrio tra il mondo della favola e quello della realtà, fa assaporare di volta in volta il mistero della povertà evangelica. "Il povero e la bambina" è infatti metafora di un incontro, tra Gesù e un'anima, di una conoscenza sempre più approfondita che culmina nel Carmelo. Di matrice autobiografica, questo libro è un invito a guardare con occhi nuovi lo spazio della clausura e a porre se stessi sotto il segno della povertà, che vuol dire carità, spirito di condivisione, un cuore da bambini.
In un mondo segnato dalla fretta e dalla superficialità, leggere pagine sulla contemplazione può essere un gesto controcorrente. E se sono pagine scritte da uno dei più celebri scrittori del Novecento, tale scelta sarà ripagata dalla scoperta di una profondità intellettuale di cui la piattezza di certa cultura contemporanea nemmeno sospetta l'esistenza. Mentre scriveva questi testi, Thomas Merton, il bohémien marxista diventato trappista, viveva ancora la scoperta della propria interiorità alla luce del mistero cristiano. E riversava in questo libro la ricchezza della propria meditazione sul senso della contemplazione: «La profonda, penetrante visione di una verità che ne abbraccia tutti gli elementi essenziali in un unico colpo d'occhio». A questo sono chiamati tutti i credenti: non solo frati, suore, preti o monaci, ma anche chi abita a Harlem o la casalinga presa dalle proprie faccende - sostiene il trappista americano. Contemplare vuol dire vedere Dio attraverso un'infinità carità che ci restituisce il dovere di un amore altrettanto infinito per ogni creatura. La contemplazione non è sinonimo di «raffinato estetismo spirituale» bensì la possibilità di «trovare Dio per vie ignote e impercettibili». In altre parole, resistere alla «bancarotta spirituale» dei tempi moderni. Leggere Thomas Merton, «un straordinario americano» secondo papa Francesco, vuol dire iniziare un viaggio verso la verità di Dio, il quale si nasconde (anche) dentro di noi.
Il Buon pastore non rimane fermo ad aspettare che chi si è perso, forse, torni; il Figlio prodigo prende l'iniziativa di allontanarsi per poi tornare a casa; il Buon samaritano continua il suo viaggio solo dopo essersi preso cura di un uomo mezzo morto sul ciglio della strada. Proprio come i pellegrini, questi tre personaggi cardini del Vangelo si muovono lungo le vie del mondo, cercano nuove strade e le percorrono. È a partire da queste tre storie che Vincenzo Paglia riflette sul senso ultimo dell'anno giubilare dedicato ai "pellegrini di speranza", un momento di redenzione e salvezza che, intrecciandosi a temi di grande attualità, parla a credenti e non credenti. È, il suo, un invito a mettersi in cammino e ad affrontare il cambiamento per ritrovare la felicità, insieme.
Due brevi testi di Antoine de Saint-Exupéry, il grande narratore e avitore francese autore del bestseller Il piccolo principe. Avevano poco da dirsi, ma spesso li si vedeva camminare a lavoro ultimato, mentre guardavano in silenzio i fiori, il giardino, il cielo e gli alberi.
A differenza di tanti testi di psicologia spicciola, l'Autrice invita tutti a una sfida impegnativa: fare un cammino di conoscenza di sè che porti a scoprire il prodigio che è nascosto in noi e liberarlo da ogni abitudine depotenziante perchè possa brillare di tutta la sua bellezza divina.
Il volume ripercorre la vicenda biografica, e poi la fama post mortem, di Raniero da Ponza, monaco cisterciense ed eremita dalla fama di profeta. Raniero, già compagno di Gioacchino da Fiore nella fondazione del monastero che dà il nome all'abate calabrese, divenne in seguito un uomo di fiducia di Innocenzo III e godette di una certa notorietà fino almeno alla metà del XIII secolo. La sua figura viene delineata non solo nelle strette relazioni con Gioacchino e negli incarichi di alto profilo che ricevette dalla curia romana, ma soprattutto sullo sfondo della fama di profeta che lo circondava già in vita, e poi in modo particolare dopo la sua morte, sopravvenuta fra 1206 e 1209. In questa luce, assume grande importanza la testimonianza della lettera scritta in morte di Raniero dal cardinale Ugo di Ostia, futuro papa Gregorio IX, in cui egli piange quello che definisce suo "padre". Più elementi nella politica ecclesiastica di Ugo-Gregorio, in particolare nella promozione degli ordini mendicanti e nello scontro con Federico II, denunciano l'assunzione di temi e schemi interpretativi che si possono ricondurre al profetismo gioachimita: ben oltre l'utilizzo di una "retorica". Tutto ciò lascia intravedere un interesse reale e radicato, che proseguirà oltre la morte del papa, mentre divampa lo scontro fra lo stesso Federico e la sede apostolica.
Le dieci meditazioni di cui si compone il testo sono incentrate sulla parola di Dio riguardante il profeta Elia, il cosiddetto Ciclo di Elia, che si estende dal capitolo 17 di 1Re al capitolo 2 di 2Re con i suoi celebri episodi, tra cui: il nutrimento del profeta da parte dei corvi, l’ospitalità offertagli dalla vedova di Sarepta,
i conflitti con il re Acab e la regina Gezabele, la sfida con i sacerdoti di Baal, la manifestazione di Dio sul monte Oreb, la chiamata del profeta Eliseo, la sua ascesa in cielo sul carro di fuoco. Elia, estremo difensore della fede del popolo d’Israele, viene proposto come punto di riferimento per riscoprire il significato pieno della fede. Le meditazioni offrono puntuali e forti provocazioni per dare all’identità cristiana un maggiore impulso di significatività, fedeltà e radicalità. Con un linguaggio coinvolgente, capace di favorire un processo di identificazione e di attualizzazione, viene sviluppato il tema centrale, che può essere così sintetizzato: educare alla fede e vivere la sua profezia nella vita della Chiesa di oggi, dentro un contesto sociale che tenta sempre più di prenderne le distanze. Elia ci sollecita a rileggere la nostra vita che in quanto cristiani siamo chiamati a vivere, contemporaneamente, davanti a Dio e davanti agli uomini.
L’AUTORE
Giuseppe Alcamo è cappellano del monastero di clausura San Michele Arcangelo a Mazara del Vallo (TP) e docente di Catechetica alla Facoltà Teologica di Sicilia.
Ha pubblicato: La Catechesi in Sicilia dal Concilio Vaticano II al Giubileo del 2000 (San Tommaso - LDC, 2006); La “sicura bussola” della Chiesa. La recezione del Concilio Ecumenico Vaticano II e i Convegni ecclesiali nelle Chiese siciliane (Il pozzo di Giacobbe, 2008); La Chiesa educa all’incontro con Gesù. Schemi di catechesi bibliche (LDC, 2011); Nella pienezza del tempo (Libreria Editrice Vaticana, 2011).
In particolare con Paoline: Noi ragazzi di oggi (2009); Associazioni e movimenti ecclesiali. Formazione, catechesi e dinamiche educative (2011); (a cura di) Il compito educativo della catechesi. Il contributo del Documento di base (2011); Abbiamo incontrato il Signore (2012).
Questo libro è nato da un incontro di anime, di storie di vita, di emozioni e sentimenti condivisi all'interno di riunioni tra donne, ospiti di una Comunità educativa mamma/bambino. Un lavoro terapeutico a più mani per riuscire a conoscere e capire una parte di sé, per tentare di elaborare i propri vissuti e procedere verso il futuro con l'anima più lieve. Un interessante esempio di forza e amore verso i figli che non può lasciare indifferenti e incoraggia a non arrendersi mai.
L'autrice in poche ma intense pagine riesce a racchiudere l'essenza di una vocazione, narrando la sua vocazione religiosa, impreziosita da attente e sincere introspezioni dell'anima. Il lettore scopre che la consacrazione religiosa altro non è che un cammino d'amore, perché in fin dei conti, "quando si è innamorati e innamorati sul serio, il cuore non trova più pace finché non riposa in quello dell'amato".
I Vangeli ci rivelano personaggi che sono vere e proprie icone eterne, e la cui vita va ben oltre le immagini che gli evangelisti ci hanno brevemente raccontato. Il semplice e gioioso esperimento che don Diego Goso prova in queste pagine è far incontrare alcuni di questi personaggi al di fuori delle cornici del testo sacro in cui siamo abituati a vederli. Non per completare loro, che non ne hanno alcun bisogno, ma per immedesimare noi nelle loro storie, per cercare di comprenderli meglio. Si sono mai incontrati Giovanni Battista adulto e la Madonna? In chi si è imbattuto Pietro, lungo un sentiero oscuro, nella triste notte del tradimento? Matteo e Zaccheo, ladri diventati uomini di carità, potevano già essere amici prima? Chi c'era nascosto nell'ombra sotto la croce di Gesù il Venerdì Santo? Sono alcune delle domande che hanno ispirato questi racconti e che provano a immaginare scene nuove all'ombra di quelle vere evangeliche. Per il gusto di camminare ancora con Nicodemo e la Samaritana. Di ascoltare Paolo e Giacomo confrontarsi sulla Chiesa. Per la gioia di ritrovare Lazzaro e Giovanni, Maria Maddalena e le altre pie donne: che ci hanno fatto innamorare del Vangelo perché loro innamorati di Colui che in esso è non solo raccontato ma vivo e desideroso di camminare anche con noi! Per il gusto di respirare ancora... il profumo del Vangelo!
Il profumo, in ebraico, indica non solo ciò che la parola esprime, ma anche l'essenza di una realtà. Così le parabole di cui sono disseminati i Vangeli mostrano, ma in modo "velato" il divino. Gesù parlava in parabole per salvaguardare la libertà dell'ascoltatore. Suscitava sensazioni facendo ricorso ad immagini frequentemente lasciate senza conclusione, per permettere a noi di riprenderle in ogni epoca e apportarvi il nostro contributo.
Tutti siamo alla ricerca d'amore. È il farmaco più potente che abbiamo per stare bene e sviluppare al meglio la nostra vita. L'amore racchiude la melodia del creato, le note dell'eterno e la sinfonia di tutto ciò che è passato, presente e futuro. Tutto ciò che esiste sotto il firmamento palpita come un cuore innamorato e una pancia vibrante. Il suo profumo ci cattura. L'autore, attraverso un linguaggio semplice ma profondo, spiega come affrontare le dinamiche di coppia, le possibili separazioni, come creare armonia con i figli. Invita a fare un viaggio verso la consapevolezza di sé per trovare la strada del vero amore. Un libro scritto con la consapevolezza che l'amore è il farmaco più potente che abbiamo per sanare le nostre ferite e sviluppare le nostre vite.

