
La "lectio divina" è una "lettura spirituale", una "lettura orante" della Parola di Dio, che vuole "riaprire all'uomo l'accesso al Dio che parla nella Bibbia e ci comunica il suo amore perché abbiamo la vita in abbondanza" (Verbum Domini 2). È una pratica antica, che affonda le sue radici nella tradizione monastica. Come può essere però compatibile con le esigenze dell'esegesi moderna e dell'attuale vita cristiana? Dom Bernardo Olivera, già abate generale dell'Ordine dei Cistercensi, la ripropone in questo piccolo ma appassionato libro non come un metodo scientifico, ma come uno strumento che lui stesso ha appreso dall'esperienza e affinato nel corso del tempo: una lettura delle Scritture che mira non all'informazione ma alla formazione, non alla conoscenza ma alla libertà della persona e alla sua trasformazione. Don Bernardo ci guida in una profonda e coinvolgente immersione nella Parola rivelata così com'è stata compresa dalla tradizione: da essa il lettore ritornerà al presente arricchito della sapienza del passato e saprà orientare al meglio il proprio futuro.
Testimoniata a Gerusalemme, la Parola di Dio attraversa la Giudea e poi la Samaria, giungendo fino a Damasco. L'abolizione di ogni separazione religiosa e culturale è il compimento del disegno divino: la benedizione di Abramo si estende agli estremi confini della terra e l'umanità intera diventa per la prima volta un'unica famiglia. Non si tratta di un'omologazione sotto il dominio di un potere politico o religioso, bensì della libertà dei figli di Dio che ci fa tutti fratelli. Libertà, uguaglianza e fraternità si fondano sul fatto che tutti veniamo dall'unico Padre. Questo è il mistero eterno svelato a salvezza di tutti. "Le differenze culturali e religiose possono restare in un contesto di arricchimento reciproco", spiega nel volume Silvano Fausti. "I confini non sono più barriere, ma aperture verso orizzonti senza fine: il con-fine è il luogo dove due finitudini si mettono l'una-con-l'altra, schiudendosi a ulteriori alterità, diventando sacramento dell'Altro".
Si chiamava Simone e faceva il pescatore sul lago di Galilea. È diventato Pietro, la roccia sulla quale Cristo ha edificato la sua Chiesa. Primo chiamato e primo nella lista degli apostoli, egli è anche, forse, il più fragile di tutti. In ogni caso, è colui di cui i vangeli non nascondono né debolezze, né lacune. Un'attenta lettura dei vangeli consente, da un lato, di avvicinare il mistero di quest'uomo dal destino singolare e, dall'altro, di guardare da vicino gli elementi propri del ministero petrino anche in prospettiva ecumenica. La trasformazione in «visionario estatico» e poi in «eroe cristiano», avvenuta tra il I e il V secolo, si è infatti intrecciata con «l'appropriazione romana» di Pietro, con la venerazione delle sue reliquie e la nascita del suo culto.
Il volume dà avvio alla traduzione italiana dei Cahiers Évangile, noti a livello internazionale quali strumenti preziosi per lo studio e la pastorale.
Sommario
Prefazione (G. Billon). I. Pietro nel Vangelo di Marco (J.-P. Fabre). II. Pietro nel Vangelo di Matteo (M. Berder). III. Pietro nell'opera di Luca (O. Flichy). IV. Pietro nel Vangelo di Giovanni (Y.-M. Blanchard). V. Pietro e le sue lettere (J. Schlosser). VI. Pietro dal I secolo al V secolo: da visionario estatico all'eroe cristiano (R. Burnet). VII. Il ministero di Pietro: prospettive ecumeniche (L. Villemin). Per andare oltre.
Note sugli autori
Michel Berder insegna Nuovo Testamento all'Institut catholique di Parigi.
Yves-MarieBlanchard è professore emerito di Nuovo Testamento all'Institut catholique di Parigi.
Régis Burnet è professore di Nuovo Testamento alla Facoltà di teologia cattolica di Louvain-la-Neuve, in Belgio.
Jean-Philippe Fabre insegna al Collège des Bernardins di Parigi.
Odile Flichy insegna Nuovo Testamento al Centre Sèvres di Parigi.
Jacques Schlosser è professore emerito di Nuovo Testamento alla Facoltà di teologia cattolica di Strasburgo.
Laurent Villemin è professore di Ecclesiologia all'Institut catholique di Parigi.
Matteo ignora il nome del notabile Giairo. Marco è il solo a conoscere il mendicante Bartimeo. Nulla sappiamo dell'identità della vedova di Nain o del centurione di Cafarnao. Nei racconti evangelici Gesù incontra molte persone; di alcune conosciamo il nome o poco più, mentre altre restano anonime. Si tratta di personaggi "secondari" o "minori", talvolta malati, posseduti o comunque ai margini della società del I secolo. Pur comparendo una sola volta nelle pagine dei vangeli, essi punteggiano - in modo fugace, ma significativo - la storia del ministero di Gesù. Il volume prosegue la traduzione italiana dei Cahiers Évangile, noti a livello internazionale quali strumenti per lo studio e la pastorale.
Dei quattro Vangeli e del libro degli Atti il volume propone: - il testo greco: è tratto dall'edizione interconfessionale The Greek New Testament (GNT), basato prevalentemente sul codice manoscritto B (Vaticano), risalente al IV secolo; - la traduzione interlineare: eseguita a calco, cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo greco, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica; - il testo della Bibbia CEI a piè di pagina con a margine i passi paralleli. Non si tratta di una 'traduzione', ma di un 'aiuto alla traduzione': un utile strumento di facilitazione e sostegno per affrontare le difficoltà del greco e introdursi nel testo biblico in lingua originale.
Secondo il Vangelo, Gesù amava stare a tavola con la gente. Era anche capace di far da mangiare: infatti si presentava come il "buon pastore", colui che dà il "pasto buono". Cosa ci insegna questa caratteristica (quasi ignorata) del Figlio di Dio? Un fatto molto concreto: cucinare non significa soltanto dare del cibo, ma soprattutto prendersi cura di ciascuno secondo i suoi bisogni. Ecco una "chef-teologia" dal sapore delicato, che nutre in profondità quanti hanno fame di senso e di vita. "Lievito e farina, ortaggi e agnello, pesce alla brace, il sale nella pasta...? Gesù sapeva cucinare. Anche in questo era (il) Maestro."
Noi moderni lettori dei Vangeli siamo immensamente rozzi e limitati, se ci paragoniamo a un sacerdote ebreo o a un fedele cristiano del primo secolo. Cogliamo soltanto una minuscola parte dell'infinita ricchezza di citazioni e allusioni, rinvii interni ed esterni e sensi segreti con cui veniva composto un Vangelo. Leggere un testo è un'arte che abbiamo quasi dimenticato. Con infinita pazienza e umiltà, Pietro Citati ripercorre il cammino fatto da quei primi lettori: ricostruisce la trama di rimandi e riferimenti nascosti, legge gli indizi, ricompone gli intarsi, mostrandoci come la storia, gli eventi della vita di Gesù si sono compiuti con simboli immaginati molti secoli prima. Tutto il racconto evangelico - dal misterioso tema della nascita verginale di Gesù fino alle parole finali sulla croce: "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?" - è fittamente intrecciato con il testo dell'Antico Testamento, con le leggende ebraiche che formano una specie di fondale, di eco e di conferma alle verità della nuova fede. Al di là del ricchissimo tessuto della tradizione, però, Citati cerca con tutte le sue forze di cogliere la novità, il respiro profondo della rivelazione cristiana. La modestia, il candore, la dolcezza di Maria non trovano riscontro nei testi antichi. E nemmeno la misteriosa immagine del "bambino nella mangiatoia", uno dei segni fondamentali in cui si riconoscevano i nuovi fedeli.
L’Apocalisse è Rivelazione di Dio. Nell’Apocalisse parla Dio che compie le Sue rivelazioni.
Gesù, con la sua venuta, con la sua Risurrezione ha trasformato la morte in un nuovo inizio nella pace e nella grazia di Dio. E’ proprio questa grazia che ci permetterà di essere al Suo cospetto, a divenire luce nella Luce. Padre Rastrelli ci ha fatto dono prezioso delle sue parole su questo testo sacro, così attuale anche oggi, per aiutarci a comprendere e più facilmente avvicinarci al meraviglioso mistero di Dio.
Di origini Campane, nato a Portici, Padre Massimo Rastrelli abbraccia l’Ordine dei Padri Gesuiti e diventa sacerdote nel 1958. Ha insegnato Filosofia e Religione nei Licei di Napoli e di Pescara. È stato uno degli ispiratori del movimento di “Medjugorje”; dal 1983 al 1990 ha espletato la funzione di esperto nel raccordo tra fatti, popolo e autorità Ecclesiastiche fino ai gradi più alti.
Dall’ottobre 1988 al 1999 è stato parroco nella Chiesa dell’Immacolata al Gesù Nuovo di Napoli, dando al suo compito pastorale un indirizzo a forte valenza sociale. Ha progettato, organizzato e costituito la Fondazione Antiusura San Giuseppe Moscati di Napoli, che è stata assunta a modello dalle altre 26 Fondazioni Antiusura d’Italia. Presidente della Fondazione S. Giuseppe Moscati di Napoli e della Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura d’Italia, Padre Rastrelli è riconosciuto come colui che ha suscitato una generale coscienza Antiusura.
Ha avviato dal giugno 1999 il “Progetto lavoro ai meritevoli”, per aiutare uomini e donne a inserirsi nel lavoro, purché meritevoli ed affidabili. Dal 1985 ha accompagnato migliaia di pellegrini a Medjugorje e tutt’oggi continua la sua opera di accompagnatore e di Guida Spirituale.
L’intento di queste pagine è di mostrare, attraverso l’ascolto della Parola di Dio, che matrimonio e famiglia non sono semplicemente alcuni luoghi dell’esistenza, ma sono luoghi in cui scorgere e vivere tutta l’esistenza umana, perlomeno nel suo dato più importante che è l’amore. Il paragone – che ha suggerito il titolo del libro – è quello della famiglia come una finestra aperta, affacciandosi alla quale si vedono passare le cose più importanti della vita, e ci si sente interpellati nel centro più profondo della fede.
"La Bibbia non è stata scritta per i biblisti, né il Don Chisciotte per gli studiosi di Cervantes, né la Divina Commedia per gli esperti di Dante". Luis Alonso Schökel ricorre all'aforisma per sintetizzare la finalità di questi "appunti", raccolti in quasi quarant'anni di insegnamento al Pontificio Istituto Biblico e rielaborati con l'aiuto del suo allievo José María Bravo Aragón. Riflessione teorica sulla comprensione, la spiegazione e l'interpretazione dei testi letterari, l'ermeneutica si differenzia sia dal metodo esegetico (il modo sistematico di procedere nella comprensione) che dall'esegesi (l'esercizio della comprensione e dell'interpretazione). E si configura come la disciplina che riflette sul modo di dialogare con la pagina scritta, con il mondo dell'autore che l'ha generata e con quello del lettore che intende comprenderla.
Che la nascita del cristianesimo non possa spiegarsi senza il giudaismo antico oggi può essere considerato un luogo comune, al pari dell'idea che il "giudaismo" e il "cristianesimo» non siano state fin dall'inizio due "religioni" dai contorni precisi, l'una all'altra giustapposte o anche contrapposte. Che il giudaismo rabbinico dei primi secoli dell'era cristiana si sia sviluppato gradualmente, e che tale processo di formazione non possa essere considerato a prescindere dalla nascita del cristianesimo – questa è invece un'idea che soltanto negli ultimi anni ha iniziato a imporsi. Il volume di Peter Schäfer è appunto dedicato alle ripercussioni che sul giudaismo rabbinico ebbe verisimilmente il cristianesimo delle origini, e si distingue per partire non da problematiche sistematiche o storiche già date (né tantomeno per mirare a "dimostrar" tesi preconcette), ma per prendere come punto di partenza alcuni testi rabbinici accuratamente selezionati, situandoli in un contesto storico-religioso e storico-culturale più generale.