
Dopo la personale esperienza umana della malattia raccontata con contagiosa allegria in "Chi non muore si rivede", Alberto Maggi affronta, con il suo stile sempre gioioso, il difficile argomento della morte, uno dei grandi tabù della nostra società. Alberto Maggi offre parole ricche di serenità e speranza, lontanissime da quell'inesauribile repertorio di frasi fatte che non solo non consolano, ma gettano nel più profondo sconforto quanti sono nel lutto e nel pianto, anche quando vengono da uomini di fede. Leggendo queste pagine riusciremo invece a comprendere e accogliere l'aspetto naturale della morte, per renderla davvero una sorella come poeticamente suggeriva san Francesco, una compagna lungo l'intero viaggio nella nostra esistenza. E grazie a questa nuova consapevolezza, potremo finalmente allontanare ogni tristezza e tornare a vibrare in un crescente, pieno accordo con quella grande sinfonia che è la vita.
Scrivere un commento a un vangelo non è certo un'opera originale: ce ne sono di tutti i gusti, di tutte le taglie e di tutti i prezzi. Quelli davvero buoni spesso sono anche assai voluminosi. Ma chi ha il tempo di leggerli? Da qui l'idea di provare a concentrare l'ampiezza di vedute dei grandi commentari su Matteo in un libro di proporzioni modeste che evitasse le discussioni degli specialisti ma offrisse i risultati a cui sono giunti. Cioè offrire la polpa e non la buccia o i semi delle discussioni. Queste pagine si propongono di accompagnare il lettore all'approfondimento del vangelo di Matteo, avanzando delle questioni e suggerendo delle risposte. Un testo, infatti, ci apre le sue ricchezze solo se siamo in grado di fare delle buone domande e la Bibbia non fa eccezione.
Michea è figura biblica provocatoria e attuale insieme, ma anche poco conosciuta. Questo commentario indaga sul testo e lo affronta con una buona esegesi, penetrando nelle trame del esso per ritrovarvi l'immagine vera del Dio di Israele come Dio-di-grazia. Lo studio del testo non è stato effettuato solo allo scopo di delucidarne i singoli passaggi, spesso complessi nello stile e gravati da una vicenda di trasmissione non lineare, ma anche per farne emergere il messaggio teologico complessivo: quei tratti singolari del mistero di Dio che Michea ha contemplato nella sua esperienza spirituale e di cui è stato testimone nel corso del suo ministero.
Adatto a tutti, tascabile, pratico, economico, bello, colorato; arricchito da una introduzione ai singoli Vangeli, dalle cartine originali dei luoghi del Nuovo Testamento, da un vasto e completo indice analitico che ne agevola la consultazione. Perfetto per Prime Confessioni, Comunioni, Cresime, regali.
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La semplicità e immediatezza del parlare di Gesù viene recuperata in questo libro in cui Enrico Impalà rilegge con noi e attualizza gli inviti, le esortazioni, i proverbi del Nuovo Testamento fornendoci briciole di saggezza eterna commentate e attualizzate per la nostra vita quotidiana. Un libro perfetto per essere tenuto sul comodino, per una breve meditazione serale o da regalare a chi è in cerca di frammenti di sapienza (sia essa o esso credente o meno) e in cui le frasi del Nazareno possono diventare una sorta di mantra quotidiano, di preghiera del cuore da ripetere quotidianamente. Per chi è in ricerca, l'incontro con una saggezza eterna; per i credenti, un nuovo modo di incontrare la Parola di Gesù e di riscoprire la sua modernità, la sua ricchezza.
Nel canone cristiano Giudici è collocato tra i libri di Giosuè e quello di Rut, mentre nel canone ebraico, pur essendo sempre preceduto dal testo di Giosuè, è invece seguito dal Primo libro di Samuele. Pur collocandosi nel contesto dei libri definiti «storici» dai cristiani, è tradizionalmente collocato nel canone ebraico in quella seconda parte dell'AT che è definita come «canone profetico» e più precisamente nella sezione dedicata ai «profeti anteriori». Entrambe le collocazioni pongono in evidenza un aspetto rilevante del testo: esso prosegue certamente la linea storica del libro di Giosuè che lo precede, ma al contempo presenta una prospettiva teologica molto vicina ai testi profetici.
Nel commento di Silvano Fausti, il Vangelo di Giovanni diviene una fonte inesauribile di insegnamenti per ogni cristiano che desidera avvicinarsi sempre più a Dio. Ogni brano trascende il suo contesto storico per adattarsi alle problematiche attuali in armonia con l'idea che il messaggio evangelico, nella sua universalità, attraversi non solo lo spazio, ma il tempo. Questo è il principale lascito di Fausti, la sua eredità: l'attualità sempre viva dello spirito di un vangelo da trasmettere agli altri in spirito di fraternità, lo stesso spirito che attraversa le pagine di Giovanni e che si realizza pienamente in Gesù sulla croce.
"Il libro di Giobbe è un grido contro Dio nel cuore della Bibbia. Un grido di ribellione, gettato in alto da un innocente che soffre. Giobbe è quel giusto che ha il coraggio di dichiarare ingiusta la sua sofferenza. Perciò chiama Dio a processo. L'intero libro di Giobbe è una accusa a Dio a partire dalla domanda che attraversa la storia senza risposta: perché il male?"

