
Nella grande fioritura di commenti e cicli di predicazione dedicati all'Apostolo composti tra IV e V secolo in Oriente (Eusebio di Emesa, Teodoro di Eraclea, Didimo, Diodoro, Apollinare, Teodoro di Mopsuestia, Crisostomo, Teodoreto) come in Occidente (Mario Vittorino, Ambrosiaster, Agostino, Anonimo di Budapest, Pelagio, Giuliano di Eclano), i quattro commentari paolini di Girolamo - di cui qui si pubblicano i primi due - rappresentano uno dei primi tentativi originali di trasmettere ai lettori latini le ricchezze dell'esegesi in lingua greca, inserendosi al contempo con una voce originale in tale corrente. Essi sono anche testimonianza dell'origenismo di Girolamo, il quale - non senza una sua personale impronta - si ispirò al lascito del grande Alessandrino per il proprio metodo di riscontro del testo biblico sull'originale ebraico, insieme ai procedimenti dell'esegesi letterale e spirituale. La presente rappresenta la prima traduzione integrale in italiano di tutti e quattro i Commenti ad opera di un unico curatore.
Il volume si compone di tre parti o sezioni. La prima: un'introduzione al Pentateuco (Tôrâh oppure ?ûmâs) e a tutta la problematica interpretativa, che si è venuta delineando soprattutto dal XVII secolo in avanti. In essa si evidenzia come il commentario costituisca una "nuova lettura" di Genesi e si esplicita il metodo di lavoro utilizzato nella seconda sezione - più ampia e analitica -, suddivisa a sua volta in ulteriori due grandi parti: L'eziologia metastorica (1,1 - 11,26) e I racconti patriarcali (11,27 - 50,26). La sezione terza sintetizza le conclusioni generali del commentario, sottolineando anzitutto il guadagno interpretativo del metodo di lavoro adottato. Essa non si prefigge quindi di sviluppare le singole voci di teologia biblica, già offerte alla conclusione di (quasi) ogni pericope, bensì di mettere a fuoco due considerazioni conclusive, ovvero: 1) la teologia del Libro di Genesi qua talis; e 2) Genesi nella cornice del Pentateuco. Nuova versione, introduzione e commento di Gianantonio Borgonovo.
Intorno all'anno 400 la chiesa d'Occidente, di lingua latina, si trovò ad affrontare un problema: la Bibbia utilizzata, sia per la liturgia sia per lo studio, era un testo latino tradotto dal greco (la cosiddetta Vetus Latina), un testo che presentava vari errori di traduzione. Di qui la necessità di intervenire: se per il Nuovo Testamento si trattava solo di adottare un buon manoscritto greco, per l'Antico Testamento la questione si presentava più complessa perché il testo latino in uso era, sì, tradotto dal greco, ma questo a sua volta era stato tradotto dall'ebraico. Non era forse meglio risalire alla fonte? Si poneva un problema non solo linguistico ma di natura teologica: la Bibbia greca appariva più ampia di quella ebraica e anche nei libri comuni - che erano la maggior parte e i più importanti - c'erano frequenti varianti, talvolta di notevole spessore teologico. Due padri della chiesa latina, entrambi venerati poi come santi, Girolamo e Agostino, presero posizioni opposte. Girolamo sosteneva che il testo ebraico dovesse essere preferito perché più antico: essendo scritto nella lingua originale, era il solo ispirato. Agostino difese invece il greco, perché aveva permesso alla Parola di Dio di essere accolta nel mondo pagano; apparteneva, quindi, alla storia della salvezza, diversamente dal testo ebraico. La vinse Girolamo e la sua Vulgata - testo latino corretto abbondantemente sull'ebraico, ma non del tutto - lentamente si impose nelle chiese di lingua latina.
Descrizione dell'opera
Frutto di anni d'insegnamento, il corso di introduzione all'ebraico biblico si articola in due volumi indivisibili. Il primo distribuisce la materia in cento lezioni, ognuna delle quali consta di una prima parte, in cui vengono esposti uno o più argomenti riguardanti la morfologia o la sintassi della lingua, di una seconda parte in cui sono elencati vocaboli presi in considerazione nella lezione e necessari per l'esecuzione degli esercizi, e infine di una terza parte che propone esercizi da svolgere e testi biblici da leggere e analizzare.
Il secondo volume, organizzato seguendo l'ordine del primo, offre gli esercizi svolti, i testi biblici analizzati e tradotti, nonché una serie di indici che consentono di rintracciare, nel primo volume, i differenti argomenti trattati.
Sommario
Volume I.Lezioni. Prefazione. Bibliografia. Abbreviazioni. Sigle. Indice del primo volume. 100 lezioni. Volume II. Chiavi e paradigmi. Abbreviazioni. Sigle. Indice del secondo volume. 100 lezioni. Vocabolario ebraico-italiano. Vocabolario italiano-ebraico. Indici delle citazioni bibliche.
Note sull'autore
Carlo Rusconi, nato a Rimini, è sacerdote dal 1966. Ha conseguito la licenza in teologia nel 1971 presso la Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha insegnato lingue bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, lo Studio teologico accademico bolognese, il Seminario diocesano riminese, l'Istituto "Veritatis Splendor" di Bologna, l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini, dove attualmente tiene anche corsi di esegesi del Nuovo Testamento. Tra le sue pubblicazioni: Nell'immagine di lui. Commento a Gen 1-3, Rimini 1990; Una sola carne: la metafora nuziale, Rimini 1993; L'anno di grazia del Signore. Giubileo e vie dei pellegrini, Milano 2000; Qualcosa di azzurro. Novelle, Roma 2003; Le nozze dell'Agnello. La metafora delle nozze in san Giovanni, Verucchio 2008. Per le EDB ha pubblicato il Vocabolario del greco del Nuovo Testamento (1996 42006) e ha curato l'edizione italiana di J. Swetnam, Il Greco del Nuovo Testamento. Parte prima: Morfologia. Volume I: Lezioni. Volume II: Chiavi, Elenchi, Paradigmi, Indici. Seconda edizione riveduta e corretta (32009).
I Padri della Chiesa commentano brani dei Salmi 51-150 dell'Antico Testamento.
Nel suo commento Thomas Dozeman presenta una nuova versione del testo ebraico dell'Esodo, accompagnata da note filologiche puntuali e da introduzioni e commento che fanno emergere i motivi del libro biblico, la sua struttura letteraria, la storia della sua composizione. In uno stile piano e sempre perspicuo, Dozeman illustra i molti generi letterari che si articolano nel testo biblico, anche nel confronto particolarmente istruttivo con le tradizioni letterarie del Vicino Oriente antico. Senza mai trascurare i due temi ispiratori di uno dei grandi scritti della Bibbia ebraica ? l'identità del Dio d'Israele e l'autorità di Mosè ? , questo nuovo commento tiene conto anche dell'influenza del libro dell'Esodo nella storia dell'esegesi giudaica e cristiana.
Dopo il primo volume del commento a Luca dedicato all'infanzia di Gesù e al suo ministero in Galilea, questo secondo volume copre la parte centrale del terzo vangelo: episodi, discorsi, dialoghi, miracoli e parabole che concorrono a quello che per convenzione viene chiamato "racconto di viaggio". Alcuni fra i testi più celebri e più importanti di questa parte dal Padrenostro all'episodio di Marta e Maria, dalla parabola del samaritano a quella del figlio prodigo danno chiara prova del talento letterario di Luca e dei suoi orientamenti teologici, ed è a quello e a questi che il commento di François Bovon si mostra maggiormente interessato, proseguendo al tempo stesso nell'esame della storia dell'interpretazione e della ricezione del vangelo di Luca dall'età patristica ai tempi odierni, passando per il medioevo e la riforma.
La traduzione CEI 2008 della Bibbia impone di adeguare il nuovo testo a tutti gli strumenti necessari a chi, a vario titolo, utilizza la Sacra Scrittura. Il volume, in uso da più di trent’anni nella precedente edizione, offre una presentazione sistematica delle parole, delle idee e dei nomi principali della Bibbia, disposti in ordine alfabetico. Si tratta di un indice analitico, in quanto ogni articolo viene scomposto in suddivisioni a seconda dei diversi signifi cati del termine o della frase riportata, e insieme di un indice analogico, poiché riferisce le rassomiglianze, le equivalenze e le connessioni che richiamano tra loro i concetti analizzati. Uno strumento indispensabile per evangelizzatori, studiosi e semplici lettori della Bibbia.
L'ampio commento alla Prima lettera ai Corinzi si articola in tre momenti: anzitutto un'analisi letteraria della sezione e delle sue parti, per evidenziarne le caratteristiche formali e l'intelaiatura strutturale (in questa parte vengono affrontati tutti i problemi legati al testo sia quanto alla trasmissione che quanto all'autenticità); poi una ricostruzione, basata sui dati certi e i più numerosi indizi offerti dalla lettera, del problema affrontato e della situazione della comunità destinataria della comunicazione epistolare (in questa parte i problemi delle comunità paoline e la soluzione proposta dall'apostolo sono ricostruiti attraverso illuminanti paralleli con fonti coeve classiche o ebraiche); infine, una lettura analitica del testo, versetto per versetto, (in questa parte si apprezzerà lo sforzo per una traduzione puntuale, capace di seguire da vicino il testo greco). L'attenzione dedicata al contesto culturale di origine giudaica e di matrice classica, greca ma anche latina, percorre tutte le parti del commento e gli dà forma. Il lavoro è condotto in costante dialogo con gli studiosi e con le ricerche più recenti; la bibliografia è fornita sezione per sezione e in fine volume. Per l'ampiezza, per l'attenzione agli aspetti testuali, storici e teologici, il commento di Barbaglio è uno strumento in grado di rispondere alle molteplici esigenze (religiose o laico-culturali) che portano un lettore a consultare o studiare il testo biblico.