
Il kit propone i classici commentari della serie «Strumenti» – rivolti in particolare agli studenti di teologia dei primi anni e al pubblico interessato ad approfondire le scienze bibliche e teologiche – ai primi cinque libri del Nuovo Testamento, dai vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni all’opera lucana degli Atti degli apostoli.
Un prezioso commento alle Scritture, in prima edizione italiana, corredato da introduzioni e note di approfondimento. Il volume raccoglie per la prima volta in una traduzione italiana originale tutto quanto rimane dell'esegesi di Origene sul Libro del profeta Ezechiele, vale a dire 14 omelie nel latino di Girolamo e più di 200 frammenti greci di provenienza per lo più catenaria, molti dei quali tratti dal perduto commentario origeniano. Ogni omelia è preceduta da un'introduzione ed è puntualmente corredata da note di approfondimento. I frammenti corrispondenti alle omelie sono proposti in parallelo con il testo latino per evidenziarne somiglianze e differenze; per gli altri, sono segnalate in nota le frequenti affinità con il Commento a Ezechiele di Girolamo, che spesso ha attinto da Origene. L'introduzione generale presenta uno studio sui criteri di traduzione di Girolamo e un saggio sulla figura del profeta in Origene.
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Pochissime scoperte di testi patristici possono competere col ritrovamento di 29 omelie di Origene (185-254) sui Salmi nel 2012. Una nuova catalogazione della Staatsbibliothek di Monaco ha messo in luce nel Codice Greco 314 la presenza di quattro omelie note in versione latina e venticinque inedite. L’attribuzione a Origene, oltre alla lista delle opere tramandataci da Gerolamo, trova piena conferma dai contenuti. Dopo l’edizione critica (Berlino 2015), la pubblicazione delle omelie in italiano è affiancata da un testo greco riveduto e da un approfondito commento. La raccolta omiletica più vasta di quel genio della Bibbia che è stato Origene ci documenta il suo cantiere esegetico principale: il Salterio l’ha accompagnato dall’inizio alla fine. Testo di rivelazione profetica, istruzione morale e nutrimento spirituale, i Salmi sono soprattutto per Origene l’espressione della voce di Cristo e della Chiesa, suo corpo mistico.
Il poderoso commento al Vangelo di Giovanni proposto da Simoens è il frutto di una quindicina d’anni di lavoro. Al centro dell’attenzione sta il testo, con le sue luci e le sue evidenze, con le sue difficoltà e i suoi interrogativi: la scelta è quella di "privilegiare una lettera la cui approfondita conoscenza porta a individuare un contenuto di Spirito, un contenuto teologico".
Note sull’autore
Yves Simoens è nato nel 1942 a Kinshasa (Repubblica democratica del Congo). Entrato nella Compagnia di Gesù nel noviziato di Arlon (Belgio) nel 1960, dopo la filosofia a Kimwenza (Congo) ha studiato filologia romanza all’Università di Kinshasa, potendosi così interessare sia della linguistica generale sia delle sue applicazioni alle lingue africana. Nel 1970 ha ottenuto il master in Lettere moderne all’Università di Aix-en-Provence. Diventato sacerdote a Lione nel 1973, ha conseguito la licenza e il dottorato in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma. Professore ordinario di esegesi biblica alla Facoltà teologica gesuita del Centro Sèvres (Parigi) e docente incaricato al Pontificio Istituto Biblico di Roma, i suoi studi vertono sul Nuovo Testamento in generale e il corpus giovanneo in particolare. Tiene corsi biblici ed esercizi ignaziani principalmente in Francia, Belgio e ad Haiti.
Studio approfondito su centinaia di parole e concetti chiavi presenti nel Nuovo Testamento e sul loro significato nelle lingue bibliche, anche alla luce delle testimonianze extra-bibliche coeve. Un sussidio indispensabile.
Le scoperte di Qumran rappresentano il più grande evento archeologico del XX secolo. I resti più o meno integri di circa novecento rotoli ebraici, databili dal III secolo a.C. al I d.C., sono stati rinvenuti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte vicino al Mar Morto. Si tratta di una delle più importanti collezioni di testi dell'antichità che ci siano mai pervenute, compresi i più antichi manoscritti della Bibbia ebraica, anteriori di circa mille anni al primo codice completo utilizzato per la redazione del testo biblico, il Codex di Leningrado. I rotoli di Qumran, scritti in prevalenza in ebraico, ma anche in aramaico e greco, consentono di rinnovare in profondità l'analisi del contesto giudaico nel quale il primo cristianesimo ha visto la luce e forniscono una documentazione quasi contemporanea agli inizi del movimento cristiano. L'originalità di questa edizione bilingue risiede nel sistema di classificazione adottato, che privilegia il legame tematico o formale tra i testi del Mar Morto e i libri che più tardi costituiranno la Bibbia ebraica. Il terzo volume, suddiviso in 3a e 3b, raccoglie i frammenti del Deuteronomio che presentano varianti significative rispetto al Testo Masoretico e tutte le composizioni che hanno relazione con il Deuteronomio o con il Pentateuco nella sua totalità. In altri termini, esso raggruppa tutti i testi che riprendono, esplicitano o elaborano le leggi date da Dio a Israele.