
La fede cristiana si nutre da sempre dell'ascolto della Parola di Dio. La pratica antichissima della lectio divina, sempre più diffusa oggi tra le comunità cristiane, mostra come la vitalità della Parola, incarnata nelle Scritture, possa interpellare l'uomo sulle questioni che si affacciano alla sua esistenza quotidiana. Leggere le Scritture in maniera ermeneutica, rifuggendo da approcci devozionistici o fondamentalistici, non soltanto consente all'uomo del nostro tempo, nella sua dimensione spirituale, di tenere insieme fede e ragione, preghiera e intelligenza, ma permette alle comunità cristiane che si radunano attorno alla Parola di interfacciarsi con gli uomini del nostro tempo in modo non difensivo ma disponibile ad una compagnia autentica e non viziata da pretese di indottrinamento. Leggere, meditare, pregare e contemplare la Parola si configurano pertanto come tappe, intimamente connesse, di un umanissimo percorso della fede che non insegue visioni e miracoli ma si pone con intelligenza e umiltà alla sequela del Verbo che incessantemente parla ad ogni uomo.
Una rilettura del Vangelo di Marco, con gli occhi non dello studioso ma del contemplativo che si chiede: «Gesù, cosa hai provato quando ti sei trovato in questa situazione?». Pagina dopo pagina il lettore viene coinvolto in questo percorso, come se fosse lui stesso a chiedere a Gesù, vivo oggi, di aprirgli il suo cuore e di svelargli i suoi sentimenti.
L’opera intende agevolare la conoscenza dei quattro Vangeli canonici mediante la loro integrazione in un unico racconto, ordinato cronologicamente, che per ogni episodio narrato da più evangelisti riporti soltanto la versione ritenuta più significativa. Essa non ha lo scopo di commentare i singoli passi del Vangelo, cosa già fatta egregiamente da innumerevoli testi, ma vuole essere un agile strumento di divulgazione della vicenda umana e dell’insegnamento di Gesù, offrendone una visione d’insieme semplificata e scorrevole ma rigorosa, per superare la frammentaria conoscenza che molti ne hanno acquisito soprattutto attraverso le omelie domenicali. L’opera è arricchita dalle splendide interpretazioni che i grandi maestri della pittura hanno dato dei principali episodi.
Quale preziosa appendice, viene riportato e commentato il Vangelo apocrifo di Tommaso con i suoi 117 detti gnostici attribuiti a Gesù, suggestivo “reperto archeologico” del Cristianesimo delle origini.
Nell’ampio saggio introduttivo l’Autore - in una visione d’insieme laica e non dogmatica - ricerca le motivazioni profonde per credere nel Vangelo ed affronta alcuni fondamentali interrogativi posti, nel corso della storia e ai giorni nostri, dalla sua interpretazione e applicazione nel mondo occidentale.
E’ un’opera quindi che, privilegiando la chiarezza espositiva, intende essere di aiuto a chi voglia cercare in sé stesso una risposta all’ineludibile domanda che Gesù ha posto a tutti noi: “Voi chi dite che io sia?”.
Mario Di Stefano ha operato nel campo degli studi economici e della finanza straordinaria d’impresa quale responsabile di area di un primario gruppo bancario ed è autore di numerose pubblicazioni.
E’ fra i promotori dell’Associazione onlus Economia Alternativa, dedita dal 1999 al sostegno dei progetti umanitari dei Missionari Comboniani nei paesi poveri, della quale è stato presidente per numerosi anni.
Il presente lavoro è frutto del suo impegno all’approfondimento dei temi legati alla spiritualità. In tale ambito ha pubblicato per l’Editore Fabbroni, Acqua Viva, i 7 Vangeli alle origini del Cristianesimo (ove ha esaminato, assieme ai Vangeli canonici, i Vangeli apocrifi di Tommaso, di Giuda e di Maria Maddalena) ed ha in corso di pubblicazione Fede Laica, un libero percorso alla luce del Vangelo.
L’opera presenta per la prima volta le sette beatitudini dell’Apocalisse dandone una lettura unitaria e suddividendole in tre gruppi: le beatitudini del messaggio ascoltato e custodito; le beatitudini della testimonianza; le beatitudini della veste.
Molto spesso si è considerato il libro dell’Apocalisse come uno scritto costellato da catastrofi e dall’annuncio di sciagure future. In realtà, con il suo linguaggio simbolico, esso illustra il pellegrinaggio dei credenti verso il regno che Cristo ha inaugurato con il suo trionfo pasquale e offre ai credenti una chiave di comprensione degli eventi perché la loro fede sia sostenuta dalla parola della rivelazione. Questo messaggio che il libro propone è condensato nelle sette beatitudini attraverso le quali Giovanni esorta e promette, comanda e conforta, edifica e celebra; esse sono come sette pietre miliari di cui i cristiani dispongono per orientare il cammino secondo la parola di Cristo.
Che cosa pensava Giuseppe, vedendo suo figlio che decideva di non sposarsi? E cosa passò nella mente di Maria, quando a trent’anni compiuti se ne andò? Come prese la moglie di Pietro la scelta del suo giovane sposo di abbandonarla per seguire quello strano profeta? E quali tenebre abitavano la psiche contorta e combattuta di Giuda? E, ancora, perché Tommaso chiese di mettere le dita nelle piaghe, contro quale fantasma combatteva?
La vita di Gesù raccontata da Mercier è un coro di figure che, prendendo spunto dagli episodi e dai protagonisti dei Vangeli, proiettano una luce capace di illuminare quel che siamo ancora oggi.
Dopo averci fatto sorridere e riflettere con Il signor parroco ha dato di matto, qui Mercier alza il tiro, conducendoci dentro una originale prospettiva di lettura e riflessione, godibile per il lettore e utile per la vita pastorale, la catechesi, l’educazione alla conoscenza del Vangelo.
Perché un nuovo libro sulla lectio divina? C’è ancora altro da dire sul suo significato e le sue tappe? Perché, come ben evidenzia Goffredo Boselli nella prefazione, questo libro non propone semplicemente una nuova introduzione alla lectio divina, ma accompagna il lettore nella scoperta di come Gesù stesso nella sinagoga di Nazaret ha letto le Scritture. Il cristiano, infatti, è chiamato a leggere le Scritture come Cristo le ha lette, ad imparare da lui mettendosi alla scuola della Parola che legge le Scritture.
Per questo, l’autore non sceglie un brano evangelico tra i tanti possibili per iniziare all’arte della lectio sancti evangelii, ma sceglie quel brano in cui l’evangelista Luca codifica la lettura cristiana delle Scritture.
Un libro che non insegna unicamente un metodo ma che, attraverso la lectio divina, vuole educare a gustare e a vivere il Vangelo.
Chi è la donna che accompagna Abramo durante il cammino che egli conduce fidandosi della promessa del Signore? Perché quando entra nel racconto viene chiamata Sarai, se – come Dio rivelerà – «Il suo nome è Sara» (Gen 17,15)? E che cosa si può dire, a partire dal racconto del libro della Genesi, del cammino di fede di questa donna? Chi è per lei Dio? Che volto ha? Camminare accanto ad Abramo le è sufficiente per condividere la sua stessa esperienza di fede e di abbandono? E quale sarà la parte di questa donna nella vocazione del marito? Sarà un aiuto? Sarà un ostacolo?
A Sara la Bibbia ebraica dedica più spazio che ad altre donne, ma la sua storia emerge solo in frammenti della storia di Abramo. Non si sa da dove venga questa donna, non si sa di chi sia figlia: oltre a ciò che altri dicono di lei, saranno le sue azioni e le sue parole a rivelarne l’identità nel corso del racconto, mentre i particolari espressi, mancanti o ripetuti, diventano indizi che guidano l’interpretazione. Questo volume intende accompagnare il lettore alla scoperta del modo in cui la Bibbia racconta Sara e la sua fede.
Il volume fa parte della serie "Madri della fede", diretta da Cristina Simonelli e Rita Torti.
Fin dal giubileo della misericordia (2016), papa Francesco aveva pensato a una domenica da dedicare «interamente alla parola di Dio, per comprendere l'inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo» (Misericordia et misera 7). Quella intuizione si è tramutata in realtà con la domenica della Parola istituita con un documento che nel titolo (Aperuit illis) richiama le parole rivolte dal Risorto ai discepoli incamminati verso Emmaus. Con l'acutezza del biblista che lo contraddistingue, l'Autore illustra gli orientamenti delineati da papa Francesco in continuità con la tradizione magisteriale più recente. Inoltre evidenzia quelle che considera peculiarità proprie di papa Francesco: la Bibbia come libro del popolo, l'ispirazione in azione continua tra l'autore umano e la comunità in ascolto, l'inscindibile relazione tra la Scrittura e la Tradizione, l'impulso della Scrittura verso la carità o l'amore per il prossimo. Aperuit illis inizia con il cuore dei discepoli di Emmaus e termina con la Parola che abita nel cuore umano per essere messa in pratica: il presente volume illumina il senso delle tappe di questo percorso nella consapevolezza che si «impara a conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio» (Gregorio Magno).
In un tempo segnato da un forte ripiegamento nell'individualismo, che coinvolge anche l'ambito della spiritualità, è opportuno riscoprire la rilevanza della dimensione comunitaria. D'altro canto, è nella preghiera che un'assemblea cristiana prende coscienza di essere popolo redento dal Signore Gesù Cristo e si sente spronata a edificarsi nell'unità. Questa duplice convinzione ha ispirato l'autore nella riflessione sui testi che Luca, autore del terzo vangelo e degli Atti degli apostoli, dedica alla preghiera. La memoria delle origini è un'opportunità preziosa non solo per ricordare in che modo la cristianità antica lodava, ringraziava, supplicava il Signore, ma soprattutto per evidenziare la centralità della preghiera nella vita della comunità e nella sua attività missionaria. Nella prospettiva lucana, essa non è un pio esercizio di devozione né un obbligo in ossequio alle prescrizioni della tradizione giudaica: è vita. Per questo i cristiani primitivi come quelli contemporanei non ne possono fare a meno, perché non possono fare a meno di vivere.
Definito uno dei testi più scandalosi dell'Antico Testamento, pessimistico e persino ateo, il libro del Qoelet è in realtà un testo provocatorio che vuole risvegliare nei suoi lettori una fede autentica per entrare così nella complessità della storia senza lasciarsi vivere dalla storia stessa. In questo orizzonte, come ha scritto André Barucq, dalla sua lettura si esce adulti o almeno pronti a diventarlo. Qoelet insegna anche a guardare in faccia la realtà, dando un nome preciso a tutte le inconsistenze che la attraversano, a tutti i vuoti che la caratterizzano. Educa a estirpare i luoghi comuni, a intraprendere un cammino di purifi cazione dalle illusioni sempre risorgenti. E in questa operazione non fa sconti a nessuno. Le sue attualissime pagine risuonano come un forte invito a cercare nel quotidiano il senso della misura, vero rimedio all'insipienza degli eccessi, e a trovare quella sapienza che consente di vivere in un mondo che talora appare come un vero e proprio teatro dell'ingiustizia, se non dell'assurdo.
Forse meno conosciute ma non meno illuminanti, queste catechesi di Benedetto XVI sugli apostoli e i primi discepoli di Gesù riconducono alle origini della Chiesa e, prima ancora, alla chiamata dei dodici apostoli. Attraverso le sue parole, i suoi gesti e i suoi miracoli, essi imparano a conoscere Gesù e la radicale novità del suo insegnamento. La Chiesa prolunga nei secoli la missione affidata agli apostoli. I vescovi, infatti, formano la lunga e ininterrotta continuità storica e spirituale con la Chiesa delle origini, assicurando nel tempo la fedeltà all'insegnamento del Signore e alla testimonianza degli apostoli. Sui singoli apostoli Benedetto XVI si sofferma in modo esteso e scrupoloso, sempre attento a cogliere quello che ciascuno di essi trasmette a noi oggi.

