
La Bibbia è un libro che ha segnato e segna la vita collettiva e personale di una parte immensa dell’umanità: suscita rispetto e ammirazione, provoca curiosità appassionata, comunque non lascia indifferenti coloro che desiderano avvicinarla. Da oltre 25 secoli la Bibbia illumina l’orizzonte dell’umanità mantenendo sempre intatta la sua attualità. Questo libro, sempre vivo e attuale, appartiene a un’epoca storica lontana, a una visione del mondo circoscritta e datata, a un orizzonte culturale e a lingue diverse dalle nostre. La sua comprensione richiede quindi alcune conoscenze fondamentali di ordine storico, geografico, culturale, linguistico e teologico. Lo scopo del presente lavoro è quello di aiutare il lettore ad entrare nel mondo affascinante della Bibbia.
Il testo raccoglie i contributi esegetico-teologici di numerosi biblisti pubblicati sulla rivista "Parole di Vita" nell'annata 1997 e relativi al Libro dell'Esodo.
Nuova edizione riveduta e ampliata. Un testo serio e accessibile a tutti per lo studio della Sacra Scrittura. La Bibbia, sempre viva e attuale, appartiene a un’epoca storica lontana, a una visione del mondo circoscritta e datata, a un orizzonte culturale e a lingue diverse dalle nostre. La sua comprensione richiede quindi alcune conoscenze fondamentali di ordine storico, geografico, culturale, linguistico e teologico. Lo scopo del presente lavoro è quello di aiutare il lettore ad entrare nel mondo affascinante della Bibbia.
Autore
GASTONE BOSCOLO, presbitero della diocesi di Chioggia (Venezia), è docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà teologica del Triveneto (Padova). Collabora con alcune riviste: «Servizio della Parola», «Parole di Vita», «Credereoggi». Ha curato l’edizione italiana dell’Introduzione al Nuovo Testamento di R. Brown (Queriniana, Brescia 2001), ha pubblicato Vangelo secondo Matteo (Messaggero, Padova 2001); Chi è Gesù per Matteo? Una risposta attraverso il verbo greco «proserchomai» (Messaggero Padova - FTTR, Padova 2009). Ha tradotto e curato l’adattamento alla lingua italiana del volume di M. Zerwick, Il greco del Nuovo Testamento (Gregorian&Biblical Press - FTTR, Roma - Padova 2010).
Il Vangelo di Giovanni è un'opera meravigliosa, ma di non immediata lettura. Apparentemente semplice, quasi in ogni parola rivela un messaggio teologico ricco e profondo. Non è un testo per principianti e non può essere letto velocemente, né essere interpretato con gli stessi criteri dei sinottici. Il quarto Vangelo è uno straordinario libro di meditazione, da leggere con il cuore e l'intelligenza, con la calma della fede e la passione dello Spirito. Questo volume corale sul quarto Vangelo offre le chiavi di lettura per intraprenderne lo studio: contributi esegetici alle varie pericopi, saggi sulla teologia di Giovanni, proposte di meditazione sui personaggi giovannei, alcune utili schede sulla dimensione catechetica del Vangelo e una specifica bibliografia ragionata e aggiornata.
L'urgente bisogno di dialogo e di senso dell'uomo moderno spiega il crescente e molteplice interesse per i libri sapienziali (Proverbi, Giobbe, Qohelet, Siracide e Sapienza) un tempo "cenerentola" degli studi biblici, ritenuti letteratura inferiore. La sapienza biblica è "un'offerta di senso" all'esistenza dell'uomo, alla sua storia e al mondo in cui vive, un'offerta fatta soprattutto attraverso il dialogo. La sapienza biblica, ben lungi dall'essere erudizione, è dunque indagine e comprensione profonda e "saporosa" dell'esistenza.
L'autore
XABIER PIKAZA basco di nascita, è professore di Storia delle religioni e Teodicea all'Università pontificia di Salamanca. Si è specializzato nello studio della Bibbia e nel dialogo della religione cristiana con la filosofia occidentale e le religioni contemporanee. Al centro delle sue riflessioni sta anzitutto il significato e il compito del cristianesimo, come esperienza di gratuità e comunione, all'interno dell'ordine e del dis-ordine del nuovo sistema globale, che si estende al mondo intero, a partire dall'Occidente.
È autore di diverse opere di filosofia, teoria della religione e teologia biblica.
Di lui le Edizioni Borla hanno pubblicato: Apocalisse, La preghiera cristiana, La storia del popolo di Dio, il vangelo di Marco, Questo è l'uomo (manuale di cristologia).
Il libro
Il sistema avanza, la globalizzazione si propaga in modo irresistibile, con il suo corteo di possibilità e rischi. La libertà continua a essere il motore della storia, ma è minacciata; sono molti quelli che corrono il rischio di perderla. In questo contesto di cambiamenti, tensioni e speranze è ancora presente la chiesa cristiana. Queste tre realtà (sistema, libertà, chiesa) nella prospettiva dell'ultima sono affrontate da questo libro. Finisce un ciclo di chiesa clericale. Alcuni pensano alla morte della chiesa e del cristianesimo ufficiale, incapaci di offrire spazi di libertà e comunione, mentre inarrestabile avanza il grande sistema. L'autore, invece, è convinto che i cambiamenti sono e saranno positivi per il cristianesimo, a patto che la chiesa si lasci trasformare dal vangelo.
Le parti centrali del volume espongono l'autorità di Gesù secondo il vangelo e studiano in dettaglio le "istituzioni del Nuovo Testamento". La prima e l'ultima affrontano il significato e il compito della chiesa all'interno del sistema, in una prospettiva occidentale. L'autore è convinto che la fedeltà al vangelo esige una forte riforma della chiesa, in un mondo che manca di gratuità comunicativa e libertà organizzata in modo umano, al di sopra del sistema.
Un libro che può risultare polemico per certe istituzioni della chiesa, ma che vuole essere colmo di speranza e creatore per l'insieme della società. È, quindi, un libro di speranza: le tradizioni religiose sono tuttora vive e continuano ad offrire una testimonianza di libertà e comunione: non siamo condannati al sistema.
L'autore
JOSÉ VILCHEZ LINDEZ (nato a Pedro-Martinez, Granada, nel 1928). Gesuita, ha studiato filosofia a Madrid, teologia a Innsbruck e Sacra Scrittura a Roma. È docente presso la Facoltà di Teologia di Granada, dove insegna Antropologia teologica e Sacra Scrittura (A.T.). Le sue principali pubblicazioni sono: Tobit, BAC 287 (Madrid 1969, 69-124); Sabiduría, BAC 293 (Madrid 1969, 621-783); Sabiduria y Sabios en Israel (Verbo Divino 1995); L. Alonso Schökel - J. Vilchez, Proverbi (Boria, Roma 1988); Sapienza (Borla, Roma 1990); Qoèlet (Borla, Roma 1997); Rut ed Ester (Borla, Roma 2003); Tobia e Qiuditta (Borla, Roma 2004).
Il libro
Il presente volume inserito nella serie dei commentar! teologico-letterari diretta da José Luis Sicre Diaz, contiene i commenti ai libri di Tobia e Giuditta. Il libro di Tobia è una deliziosa opera poetica che si serve di concetti popolari per far risaltare la Provvidenza di Dio sui giusti nonostante le apparenze contraddittorie della vita reale. Anche il libro di Giuditta è un racconto poetico con scopi specificamente religiosi; si rivolge agli israeliti in gravi difficoltà storiche per confermarli nella speranza che Dio sta sempre dalla parte dei deboli contro l'oppressione ingiusta dei forti. I due libri difendono quindi la medesima tesi della Provvidenza
di Dio; uno (Tobia) verso le famiglie e gli individui, l'altro
(Giuditta) verso il popolo come comunità di credenti. Il valore letterario di entrambe le opere è considerevole e il loro insegnamento ha una notevole pregnanza.
José Vilchez Lindez
Una ricerca di antropologia biblica che intende offrire alcuni spunti di riflessione su chi è l'uomo raccontato dalla Bibbia secondo il modo in cui la leggono e la presentano sia l'Antico che il Nuovo Testamento. L'Autore presenta in maniera semplice i vari tipi di uomo che emergono, di volta in volta, dallo svolgersi della storia della salvezza, puntualizzando ciò che l'uomo è di fatto e ciò che Dio desidera che lui sia.
Grande novità nel campo dell'esegesi di Marco. Lo studio filologico è a fondamento dell'interpretazione. Notevole importanza viene attribuita al contesto culturale e sociale di Marco. Il commento è diretto sia agli studiosi che ai lettori ordinari.
Il presente volume intende offrire un punto di vista privilegiato e singolare sul fertile rapporto tra il logos filosofico e il logos rivelato nel cruciale torno cronologico della metà del VI secolo: singolare, perché rari sono gli studi specificamente dedicati a Filopono e, soprattutto, al suo Esamerone; privilegiato, poi, giacché Filopono si presenta come una figura assolutamente eccezionale di aristotelico cristiano, parimenti versato qual era sia nell'indagine filosofica sia nell'àmbito teologico. In tale prospettiva lo studio vuole illustrare la finora negletta natura di snodo che pertiene al De opificio mundi, trattato esegetico sulla creazione del cosmo capace di rappresentare il ponte - sia formale sia concettuale - tra l'amplissima produzione commentaristica di Filopono ad Aristotele e la fine competenza biblico-patristica dell'Alessandrino; aspetti, questi, che si rivelano non confliggenti ma in larga parte complementari, incontrandosi così da produrre un inedito modo di traguardare l'origo mundi: conferire, cioè, al fiat del cosmo una concettualizzazione filosofica largamente debitrice non solo dell'invalso paradigma demiurgico offerto dal Timeo platonico ma anche della pregressa esperienza maturata da Filopono con le categorie speculative dello Stagirita. Con questa chiave interpretativa, infatti, si rende possibile intendere la complessità ricca e coerente del pensiero di Filopono il quale, commentando la settimana protogonica, da un lato era chiamato a confrontarsi con il modello già filoniano del Plato Moysissimus Moyses ma, dall'altro, avvertiva ancor più urgente la necessità di salvare i fenomeni alla luce del contributo portato dalle scienze osservative. La symphonia tra la Rivelazione cristiana e lo sfruttamento concettuale di Aristotele - destinata ad alti esiti nel corso della filosofia medievale - trova in questo trattato di Filopono un anticipo tanto inatteso quanto raffinatamente consapevole proprio allo spirare della stagione tardoantica.
L’indagine storica sul cristianesimo delle origini, soprattutto a partire dal Novecento, ha sostenuto in diverse occasioni l’ipotesi di una radicale discontinuità fra Gesù e Paolo. Ancora oggi, gli studiosi si interrogano su quanto del messaggio originario di Gesù si sia conservato nella predicazione paolina, e quanto debba essere valutato, invece, come il frutto delle personali elaborazioni dell’apostolo, preoccupandosi principalmente di individuare gli «elementi paolini in Paolo», senza considerare l’importanza di ciò che renderebbe l’apostolo meno originale ai nostri occhi: la sua eventuale dipendenza da elementi «pre-paolini», e, nello specifico, dalla multiforme tradizione delle parole di Gesù.
Paolo si trova ad agire in una particolare fase storica delle origini cristiane, corrispondente agli anni 30-70 del primo secolo, in cui mancano, o risultano ancora marginali, fissazioni scritte dell’annuncio evangelico. Di qui le domande: quale peso ebbe, nella predicazione orale di Paolo, il richiamo concreto alle parole di Gesù? In quante e quali occasioni, e in che modo l’apostolo si trovò a citare insegnamenti attribuiti o attribuibili al Nazareno? Quale rapporto possiamo stabilire tra gli scritti di Paolo che ci sono rimasti e la complessa storia delle tradizioni evangeliche, confluite in seguito nei vari testi della letteratura canonica e «apocrifa»?
Attraverso un’analisi dettagliata dell’epistolario paolino, il libro cerca di dare risposta a questi interrogativi, restituendoci un’immagine vivida, e a tratti inedita, del vangelo predicato dall’apostolo e del suo «debito impensato» con Gesù.
Il testo indaga l'origine del primo cristianesimo e la figura di Gesù attraverso la lettura di Paolo. Una prospettiva storico-filologica, che attraverso l'analisi dei testi, va al di là dei contenuti teologici attribuiti successivamente a Paolo.
LUIGI WALT è dottore di ricerca in Studi religiosi all’Università di Bologna. Si occupa prevalentemente di cristianesimo antico, di ermeneutica biblica e di rapporti fra oralità e scrittura. Dal 2008 cura il bollettino online letterepaoline.net, su Paolo di Tarso e la storia delle origini cristiane. Per Morcelliana ha pubblicato Paolo, Gesù e il tributo a Cesare, in M. Pesce - M. Rescio (eds.), La trasmissione delle parole di Gesù nei primi tre secoli (2011).
Più di duecent'anni sono trascorsi da quando H.S. Reimarus sostenne la tesi del carattere giudaico della predicazione di Gesù e della natura politica della sua azione. Variamente modificata e diversamente documentata, questa tesi di un Gesù agitatore giudaico contro la dominazione romana viene periodicamente ripresa dagli uni e puntualmente rifiutata dagli altri. Il volume di Giorgio Jossa fornisce una trattazione complessiva e organica di tutti i possibili aspetti politici della vita di Gesù. Oltre a una presentazione acuta e originale dei principali movimenti di liberazione della Palestina del primo secolo, che consente di collocare storicamente la predicazione "rivoluzionaria" del profeta di Nazaret, il libro si distingue per una analisi accurata di tutti i passi evangelici che possono essere addotti a sostegno della tesi di un Gesù sovversivo, per tracciare infine con chiarezza le linee principali dell'azione e della predicazione di Gesù in rapporto ai vari gruppi palestinesi del suo tempo.