
Il racconto della Torah si apre con la narrazione di un omicidio, segno della violenza ontologica radicata nell'uomo. Caino e Abele hanno il compito di rappresentare ciò che vi è di più universale nella natura umana. L'Autore mostra come alcune tradizioni interpretative abbiano favorito una lettura tipologica e ideologica in cui i due fratelli sarebbero la prefigurazione di un antagonismo eterno tra ebraismo e cristianesimo. Ma un'attenta analisi di altre tradizioni esegetiche rivela come il racconto della Genesi sia più complesso di quanto sembri e sia imperniato su un dialogo tra i due fratelli abbozzato dal primo, neppure tentato dal secondo. Abele, che tutti aspiriamo a incarnare, è anche colui che non si è mai interessato di suo fratello. La domanda del dialogo deve essere posta all'Abele che è in noi, perché è lui che, nonostante le sue presunte virtù, non rivolge uno sguardo a suo fratello. L'impellente interrogativo «Dov'è Caino, tuo fratello?» può, quindi, riassumere lo spirito del percorso che qui si propone, provando a far dialogare due tradizioni esegetiche, ognuna delle quali ambisce ad essere la discendenza di Abele.
Chi dice la gente che io sia? racconta la storia del Messia attraverso gli occhi e le emozioni di quanti vissero la straordinaria esperienza dell'incontro con Gesù di Nazaret. Pur rimanendo fedele al testo sacro, l'autore dà un volto e una storia ai personaggi emblematici della narrazione evangelica che, tra dubbi e certezze, riconobbero nel Maestro di Galilea il volto di quel Dio che il Cristo, uomo tra gli uomini, chiamava Abbà, Papà. Il vecchio sacerdote Zaccaria, Giovanni il Battista, Natanaele, Giacomino il servo, Nicodemo, Giuditta la samaritana, Tullio il funzionario del re, Tobia il paralitico, Levi e Zaccheo, Lea l'adultera, Beniamino il cieco nato, Lazzaro, Maria di Betania, Giuda l'Iscariota, Simone il Cireneo, Giovanni l'evangelista, Lucio il centurione, Caifa, Giuseppe di Arimatea, Maria di Màgdala, i discepoli di Emmaus, Tommaso, Pietro: sono i capitoli di un racconto personale e corale insieme.
Anche se è citato più di mille volte fra Antico e Nuovo Testamento, di Davide si ricordano, di solito, pochi e stereotipati momenti (il duello con Golia, l'adulterio con Betsabea ecc.). Eppure, la lettura delle fonti giudaiche e quelle cristiane getta una luce diversa sul figlio di Iesse. I testi qui raccolti, provvisti di introduzione e di commento, riflettono sulle origini oscure e problematiche di Davide, sui tormentati rapporti familiari, sulla sua attività di pastore che lo avvicina a Mosè e sull'adulterio con Betsabea che causerà una serie di interminabili punizioni e penitenza prima del glorioso ingresso in paradiso. Nell'esegesi cristiana poi l'adulterio di Davide con Betsabea genera una notevole riflessione sul rapporto fra peccato e penitenza che raggiunge una grande e attuale profondità spirituale.
I salmi, espressione del desiderio di unirsi a Dio, descrivono i diversi sentimenti che l'uomo prova nelle situazioni in cui viene a trovarsi: lode, ringraziamento, richiesta di perdono, afflizione per la sofferenza vissuta, delusione, sconforto, abbandono... Essi mostrano che le fasi della vita dell'uomo e della sua preghiera da credente sono sempre attuali. Il volume di Mangiacapra si concentra sui salmi pregati durante la compieta, la preghiera che si fa al termine del giorno. È l'ufficio liturgico più semplice, che ci predispone al riposo della notte, all'affidamento della nostra vita nelle mani di Dio. La meditazione dell'Autore su questi nove salmi è un congedo alla giornata, in dialogo con ogni lettore; è un invio a quella "pace" di cui parla il cantico biblico Nunc Dimittis proclamato in questa ora liturgica. Le riflessioni, nate dall'ascolto della Parola e della vita, sono un'offerta a chi avverte un bisogno di cura, a chi è turbato, a chi la sera vuole sentirsi dire: sei amato da Dio. Ma insieme sono anche testimonianze di un prete, di un parroco che vive la fatica del ministero, il servizio alla Chiesa e l'incontro quotidiano con tante persone. In questa chiave esperienziale, le profonde meditazioni di Mangiacapra si articolano suggestivamente in tappe successive, che delineano un percorso: quello della vita umana e cristiana, sotto lo sguardo di Dio che illumina e allieta ogni nostra notte.
Se per il mondo ebraico Mosè è «il nostro maestro», per il pensiero dei Padri della Chiesa rimane una figura centrale. Il libro raccoglie e analizza le principali testimonianze del mondo ebraico antico e della Chiesa delle origini mostrando i punti di convergenza delle interpretazioni dell'uno e dell'altra. Il patrimonio scritturistico condiviso dà vita a un dialogo interpretativo interessante e fecondo. L'autore adotta la vita di Mosè come filo conduttore facilitando la lettura dell'opera. Emergono osservazioni che aiutano ad andare oltre la cortina del testo e a cogliere aspetti teologici e spirituali di rilievo, anche per l'oggi.
«La Piccola guida alla Bibbia è un utile strumento per la formazione dei pastori della Chiesa e dei catechisti, ma anche di tutto il popolo santo di Dio, grazie al linguaggio chiaro e di facile comprensione con cui l'autore trasmette i contenuti fondamentali dell'Introduzione generale alla Scrittura. A partire dalla sua intimità con il Signore attraverso la lectio divina, l'assidua celebrazione comunitaria della Parola di Dio, la sua personale esperienza di vita in Terra Santa per più di quindici anni e le conoscenze acquisite nelle sue ricerche e negli studi biblici, don Germano Lori ci offre un valido strumento per introdurci all'unità del senso letterale e del senso spirituale delle Sacre Scritture, cioè della parola scritta e della parola interiore, entrambe opere dello Spirito Santo». Javier Del Río Alba Arcivescovo di Arequipa (Perù). In poche pagine gli elementi fondamentali per accedere al vasto mondo delle Scritture. La Scrittura come testo ispirato. La verità delle Scritture. La Bibbia e il suo ambiente: geografia e storia. Il canone delle Scritture. Le lingue della Bibbia. Il testo e i suoi generi letterari. L'interpretazione delle Scritture. La lettura della Bibbia oggi.
A metà tra meditazione e narrazione, questo libro nasce dalle suggestioni che l'autore ha ricavato nel vivere il Vangelo nei luoghi che ne hanno fatto da scenario storico e geografico. Le storie bibliche, dalle antiche profezie agli eventi della nascita di Gesù, vengono ripercorse attraverso gli occhi di Serafino, un asinello cocciuto ma angelico, che diventa testimone della nascita del Re dei Re e la offre al lettore in maniera personale, ma profondamente ancorata alla verità storica e alla realtà geografica. È attraverso la curiosità di questo ciuchino che la vicenda di salvezza si arricchisce di spiegazioni su aspetti della cultura ebraica, piccole leggende, quotidianità del mondo antico. Perché Gesù è, oltre che Vero Dio, un Uomo Vero immerso nel Suo tempo. Serafino, insieme al lettore, compie un vero e proprio cammino spirituale, nel quale si rispecchia la riflessione dell'autore sulla vita credente, prima, e poi sul ruolo di "pastore di gregge", in questi tempi che chiedono, a gran voce, risposte e misericordia. Serafino sa porsi domande per cercare risposte; quelle risposte che chiede, con animo grato, alla stella che illuminerà la notte di Betlemme, custodendo la vita di quel bambino fino all'epilogo, più di trentatré anni dopo, a Gerusalemme.
Il libro ci fa contemplare le varie parti del corpo fisico di Gesù: piedi, gambe, mani, costato, cuore, volto... Un percorso affascinante e commovente, alla luce dei testi del Vangelo, che ci svela ancora di più la vita di Gesù Cristo incisa nel suo corpo, l'"anatomia di Dio", all'interno della quale ha senso l'intera esistenza umana. In passato, come ben dimostra il volume, la contemplazione del corpo benedetto e divino di Gesù è stata una fucina di santi e di ispirazioni artistiche e di annuncio infuocante del Vangelo. Ma, per il nostro autore, lo può essere anche per l'oggi. Il cristianesimo deve tornare a contemplare Gesù "dalla testa ai piedi", a immergere il suo sguardo nel Cristo Totale, non vedendolo come una realtà lontana di due millenni, ma contemporaneo a noi, Cristo vivo in mezzo a noi: nell'Eucaristia, nella Chiesa, nella carne piagata del povero. Il corpo di Cristo allora non è soltanto un'icona da contemplare, ma una realtà fisica nella quale siamo inseriti dopo la sua risurrezione e nella quale ognuno di noi può ritrovare se stesso. Prefazione di mons. Francesco Milito.
Dopo La bussola di Abramo e Abramo nella tempesta, in questo volume padre Matarazzo affronta un'altra tappa della vita di Abramo che, proprio nel momento in cui la sua comunità dovrebbe conoscere un periodo di benessere (il rientro nella terra promessa dopo la drammatica esperienza in Egitto), è costretto ad affrontare il conflitto interno al suo mondo vitale, in particolare la rivalità fra lui e Lot per la guida del gruppo. Il Dio della promessa, quel Dio che Abramo sta imparando a conoscere, anche in questo caso non lo abbandona, anzi gli dà gli strumenti, la forza e la speranza necessari per affrontare le sfide che gli si pongono davanti. Riflettendo insieme all'autore, che ci chiama ad essere protagonisti di questa meditazione attraverso 102 tracce e 474 domande, ci rendiamo conto che le difficoltà di Abramo - che si destreggia fra ambizioni individuali, tensioni e ostilità all'interno della comunità e gestione delle poche risorse a disposizione -, sono anche le nostre. Le meditazioni su questo periodo conflittuale della vita di Abramo diventano quindi un vero e proprio percorso di rivitalizzazione del nostro mondo relazionale e sociale. E ci fanno realizzare che la sfida di Abramo, che sembra così distante da noi, è in realtà sempre più la nostra stessa sfida.
Gli Atti degli Apostoli sono il testo che la Chiesa proclama nel tempo di Pasqua: è dagli eventi pasquali, infatti, che prende forma la complessa missione che il Maestro aveva affidato ai suoi. Il dono dello Spirito Santo segna l'avvio di una missione che avrà il suo compimento nel ritorno ultimo e glorioso del Cristo. Nel frattempo la Chiesa affronta le tante sfide nell'incontro con persone, situazioni e culture. Da qui l'offerta della presente lectio per individuare elementi che aiutino a cogliere il progetto di Dio nell'oggi. Le prospettive sinodali possono essere un riflesso di quello che hanno dovuto affrontare i discepoli nell'incontrare prima di tutto i propri correligionari e quindi gli "altri". È nella complessità del contesto che il Maestro, ieri come oggi, assicura il dono del suo Spirito. Ma è necessario il confronto, la discussione, il poter discernere le situazioni per individuare orientamenti condivisi che possano guidare l'itinerario della fede nel confronto con le molteplici realtà sociali e culturali oggi presenti nel mondo. La distribuzione del testo in sedici percorsi permette di guidare il cammino ecclesiale offrendo un confronto con le più diverse situazioni già affrontate nei primi sviluppi della diffusione del Vangelo: un confronto che illumina anche nell'oggi quando si coglie l'intervento divino nell'accompagnare i discepoli e nel sorreggere la loro docilità per proseguire con sapienza e coraggio nella missione ricevuta dal Maestro. L'itinerario è orientato verso un traguardo costituito dall'assemblea domenicale. L'approfondimento dei valori e delle potenzialità della celebrazione eucaristica offre l'opportunità di riscoprire il senso della vita, di riacquisire quanto può essersi diluito nell'abitudinarietà, di saper trovare nuove forme di linguaggio per annunciare che Cristo è risorto.
Il frutto del melograno si caratterizza per i suoi numerosi chicchi, di cui si può apprezzare appieno il gusto solo se mangiati insieme. Per la sua conformazione esso ha colpito la fantasia umana e subito si è trasformato in un potente simbolo di pluralità e ricchezza ermeneutica per culture e religioni. Alla sua carica evocativa si ispira la presente serie di volumi che si articolano secondo una struttura costante: dopo aver inquadrato il personaggio in una dimensione teologica, si fornisce una descrizione generale del modo in cui esso è stato recepito nella letteratura esegetica ebraica e in quella cristiana, e si offre un'antologia commentata di testi scelti per la loro bellezza e la loro dimensione dialogica. La serie ha un duplice scopo: da un lato quello di offrire un'idea della ricchezza ermeneutica delle due tradizioni interpretative, mostrandone aspetti poco noti ma suggestivi; dall'altro far comprendere come tra di esse vi sia stato un lungo e fecondo rapporto osmotico più che una precoce e netta divisione.
«In Osea si parla di amore. Un amore tormentato, infedele, passionale, straziante e che, riferito a Dio che sceglie di identificarsi in Osea e nella sua vicenda, diventa uno spaccato impressionante sull'identità del Dio di Israele. Sì: Dio ama l'umanità anche (e quando) non viene corrisposto». Così Paolo Curtaz nella sua prefazione a questo libro a tratti crudo che, attraverso una lettura e interpretazione puntuale delle pagine del profeta Osea, ricorda ai credenti di oggi che il messaggio profetico riguarda ciascuno di noi, le nostre comunità. Osea sposa una prostituta, immagine dell'Israele che si è allontanato da Dio e, dice Dino Pirri, immagine di una Chiesa che rischia di morire proprio perché il suo respiro si è fatto distante dal richiamo del Vangelo: «Immagino tutti i figli della Chiesa, chiamati in giudizio da Dio. Non nel riserbo di un tribunale ecclesiastico, a porte chiuse, ma in diretta streaming. Davanti a tutto il mondo. I capi di accusa sono tre: la mancanza di affidabilità, la mancanza di compassione e la mancanza di "conoscenza di Dio"». La speranza, per l'Israele di Osea e per la Chiesa di oggi, però non viene meno: se ci convertiremo, se accetteremo di tornare nel deserto lasciando che Dio ci parli "cuore a cuore", potremo nuovamente essere chiamati da Lui: "Mio popolo". La domanda è: lo vogliamo davvero?