
L’Apocalisse non è certo un testo che si presti a una facile lettura: è cibo solido per credenti adulti e non per lattanti. Questo commento, giunto alla terza edizione e frutto di numerosi corsi biblici tenuti dall’autore ai destinatari più diversi, vuole essere una lettura spirituale che aiuti la comprensione del testo per la preghiera e la contemplazione: appunti per penetrare più in profondità nello spirito che anima uno dei testi più commentati e illustrati dell’intera Bibbia.
Enzo Bianchi (1943), fondatore e priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della chiesa. Direttore della rivista biblica “Parola, Spirito e Vita”, collabora a diversi quotidiani nazionali. Presso le nostre edizioni ha pubblicato, tra l’altro, Adamo, dove sei?, Non siamo migliori e Dare senso al tempo. Tra i suoi titoli più recenti ricordiamo I cristiani nella società (Rizzoli 2003) e Le parole della spiritualità (Rizzoli 1999), giunto alla quarta edizione e tradotto in numerose lingue. Per Einaudi ha inoltre curato le raccolte Il libro delle preghiere, Poesie di Dio, Regole monastiche d'occidente e Regole monastiche femminili.
Un’introduzione completa
alla lettura della Bibbia
La Bibbia è un complesso di libri, una biblioteca che riunisce testi differenti la cui pluralità concerne sia le epoche che le lingue e i generi letterari di composizione. La Bibbia cristiana è un testo dialogico: nasce dal dialogo ininterrotto fra Antico e Nuovo Testamento. Essa, inoltre, è via per l'umanizzazione dell’uomo e testimone di una vita che l’ha prodotta: luogo di incontro tra Dio e uomo, il testo biblico è punto di contatto tra gli uomini di cui narra e il lettore odierno. Come l’uomo biblico, tutti noi siamo chiamati a divenire sempre più umani: è la nostra vocazione, poiché l’umano che è in noi è il luogo della nostra immagine e somiglianza con Dio.
Luciano Manicardi (Campagnola Emilia 1957), monaco di Bose e biblista, collabora alla rivista Parola, Spirito e Vita. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Il corpo, L’umano soffrire e, insieme a Enzo Bianchi, Accanto al malato.
Nelle conferenze qui raccolte, tenute alle piccole sorelle di Gesù negli ultimi anni della sua vita, “padre Barthélemy – scrive nella “Prefazione” il cardinale Martini – mostra come la povertà, intesa nel senso più ampio da lui spiegato, sia essenziale per comprendere il movimento della redenzione e possa essere assunta come cifra simbolica dell’azione di Gesù e della chiesa. Anzi essa introduce alla conoscenza del vero Dio, liberando il suo volto da quelle immagini errate che spesso noi ci facciamo di lui”.
Dominique Barthélemy (1921-2002), domenicano, esegeta di fama internazionale, membro della Pontificia commissione biblica, ha insegnato Antico Testamento alla facoltà di teologia dell’Università di Friburgo, in Svizzera, dove è stato per molti anni vicerettore.
"Attraverso un approccio all'esperienza amorosa descritta con il suo corredo di immense possibilità e ambiguità, l'autore propone profonde riflessioni esistenziali, filosofiche e teologiche sull'esperienza di fede intesa come espressione della vitalità dell'eros. Il volume intesse una serie di "variazioni" che cercano di far lievitare alcune risonanze nascoste nel testo biblico del "Cantico dei cantici", trasformandolo in un'affascinante parabola della vita, del suo significato e dell'incontro con Dio." (card. Gianfranco Ravasi
Per farsi coinvolgere dalla bellezza del parlare umano di Gesù
Con una prefazione di Enzo Bianchi
“Nei vangeli, che sono buona notizia, apportatori di un messaggio di amore e di misericordia, sono presenti però anche parole ‘dure’, parole che sorprendono il lettore, che possono essere per lui inciampo, scandalo. Parole che sconvolgono il nostro buon senso, la nostra sensibilità, la nostra ragionevolezza ... Gesù non è venuto tra di noi per portarci un messaggio che potesse piacere a tutti. Ha parlato con franchezza, dicendo sempre la verità; ha parlato con passione, perché le sue parole nascevano dal suo amore per Dio, dallo zelo per Dio suo Padre; ha parlato con forza, servendosi anche dello stile dell’invettiva e della santa collera” (dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi).
Ludwig Monti (Forlì 1974), monaco di Bose e biblista, collabora alle riviste Parola, Spirito e Vita e Ricerche storico bibliche. Presso Paideia Editrice ha pubblicato Una comunità alla fine della storia. Messia e messianismo a Qumran (2006).
Il racconto biblico della visita di Gesù alle due sorelle, Marta e Maria, può apparire scioccante: la "parte migliore" è attribuita a Maria che siede ai piedi di Gesù. Che ne è dell'invito incessante del vangelo di mettersi a servizio del prossimo? Le due autrici ci presentano un percorso tra i commentari e le interpretazioni che questo testo ha conosciuto. Dai padri della chiesa alle analisi femministe: venti secoli di letture ininterrotte di un testo che porta in sé una questione sempre attuale.
La ricerca del volto di Dio è il caso serio di ogni credente. Ma il volto non connota soltanto Dio e la sua ricerca: il volto è anche metafora dell'uomo nella sua più alta espressione. Si dice comunemente che l'uomo "ha un volto", ma sarebbe più giusto dire che l'uomo "è un volto". Il volto infatti concerne l'identità della persona, la definisce, la rivela, la mette in relazione: il volto, epifania dell'identità, è anche il luogo della suprema alterità, del faccia a faccia e della responsabilità che comporta lo stare di fronte. Ci viene qui proposto un percorso in cui l'"io" incontra il "tu" che gli sta di fronte, per plasmare un "noi", che non è fusione o affastellamento, ma accoglienza e compimento.
Il libro di Daniele è stato scritto in un tempo di persecuzione, e ambientato in un altro tempo tremendo, l'esilio babilonese, perché potesse donare al popolo di Israele parole simili a quelle che lo avevano salvato lungo i fiumi di Babilonia. In questo contesto storico il popolo aveva bisogno di cercare nuovi racconti che dicessero una nuova-antica fede. Nacquero così comunità testimoni di come si possa cambiare questo mondo sognandone un altro, espressione di una forma di resistenza non violenta: non abbracciarono le armi ma presero la penna, pregarono e scrissero. Il libro di Daniele ci dice che visioni, angeli, sogni, numeri e draghi possono diventare altri strumenti per cacciare via i dittatori, per combattere i soprusi e la violenza contro le donne, per difendere una storia e un'identità. Tali narrazioni, arrivate fino a noi, sono sentinelle di un'alba che arriverà, perché non può non arrivare. Un'alba che deve arrivare presto, che deve arrivare oggi. Si può cambiare questo mondo sognandone un altro!
Un approfondito e documentato studio sul Nuovo Testamento in cui si confrontano due termini apparentemente inconciliabili: misericordia e giustizia.
Con la consueta ricchezza di citazioni e approfondimenti l’autore, eminente professore dell’Università di Napoli, esamina i temi evangelici legati alla misericordia: misericordia tra gli uomini, misericordia di Gesù per gli uomini e Maria madre di misericordia.
Passa poi ai temi della giustizia: giustizia come giudizio, giustizia divina giustizia come giustificazione.
Ecco che questi due termini che a noi sembrano inconciliabili in Gesù si possono incontrare, egli solo è in grado di giudicare alla fine dei tempi ogni essere umano con misericordia e giustizia che, come dice il salmo “si baceranno”.
Antonio Caiazza è nato a Sarno (SA) l’8 giugno 1940. Si è laureato in Lettere classiche presso l’Università degli Studi di Napoli e ha insegnato Lettere nei licei della provincia di Salerno. Ha pubblicato libri di storia, in particolare sul brigantaggio meridionale (La banda Manzo e Giuseppe Tardio). Con la MIMEP ha curato il volume delle Omelie di Antioco di San Saba.
La versione della Bibbia a cura di padre Sales è tra le migliori mai realizzate, sia per traduzione (dalla "Vulgata") che per note. Le note e le spiegazioni di un teologo del livello di padre Sales ci ricordano, contro i protestanti, che la Scrittura non è così chiara da poter essere interpretata da qualsiasi fedele. Sales difatti adotta magistralmente, e magistralmente assume, 1900 anni di tradizione cattolica, asciugandoli in un commento che ha dell'incredibile per il grado di perfetta comprensibilità che può vantare. Gli "Atti apostolici" in ogni pagina del loro racconto vedono giganteggiare due straordinarie figure: s. Pietro da una parte e s. Paolo dall'altra. S. Luca - autore del terzo vangelo, di cui gli atti sono la naturale prosecuzione - al fine di dimostrare che tra i due principi della fede esisteva una perfetta identità di vedute, si studia di esaltare sia l'uno che l'altro, riferendo alcuni miracoli da loro operati che hanno parecchi punti di rassomiglianza, e narrando i principali fatti della loro vita.