
Di Gesù crediamo di sapere tutto, dalla nascita fino alla morte (e oltre). Niente di più sbagliato: in realtà, come viveva Gesù di Nazaret? A cosa potrebbe assomigliare la quotidianità feriale di quell'uomo che sfugge a ogni nostra classificazione, personaggio fra i più misteriosi della storia umana vissuto ai margini dell'Impero di Roma, agli albori della nostra epoca? Régis Burnet, noto specialista del Nuovo Testamento, anziché proporre una nuova biografia di Gesù, cerca di ridare vita al mondo concreto che lo attorniava. Rimescolando le conoscenze in nostro possesso, propone una maniera del tutto inedita di accostarsi a Gesù di Nazaret, il figlio del falegname, il figlio di Dio. L'intento è quello di presentare una "giornata tipo" della vita di quel personaggio illustre, combinando elementi rappresentativi del suo ministero pubblico: parole e gesti. Burnet riesce nell'impresa, ispirandosi direttamente ai testi evangelici, in modo documentato e rigoroso. «Nulla è più contingente di una giornata qualsiasi. Il caso la fa da padrone: in agenda c'era una cosa e ne è successa un'altra. Incontri, conversazioni, il flusso irresistibile di emozioni e sollecitazioni esterne ci hanno fatalmente allontanati da ciò che avevamo messo in programma. Solo a lungo termine il senso e la coerenza di una vita diventeranno del tutto manifesti» (Régis Burnet).
Tutti sanno che è sulla strada di Damasco che Paolo, un protagonista chiave del cristianesimo delle origini, si è imbattuto nel Cristo risorto. Ed è a partire da quel momento che la sua vita è cambiata. Ma Jean-Marie Ploux attira la nostra attenzione su un'altra "conversione", che ha operato un vero e proprio capovolgimento. Avviene dopo il fallimento cocente di Atene (il discorso dell'Areòpago), mentre l'apostolo si trova a Corinto. In quella città Paolo prende coscienza che ha fondamento della vita del discepolo c'è la croce di Cristo. È un autentico scandalo, che innesca la forza sovversiva del vangelo. Parte dal punto più basso, l'umiliazione e la debolezza del Figlio di Dio condannato a morte, ma apre una possibilità inedita alla nostra esistenza, che può assorbire e trasfigurare ogni fragilità, ogni piccolo o grande fallimento. Affiora una logica nuova - quella dell'incarnazione -, che trova nel mistero della Pasqua il suo culmine e il suo riferimento costante. Presentazione inedita di una figura decisiva delle origini cristiane: Paolo e le sue "due" conversioni
Anne Lécu sceglie di meditare alcuni versetti del Vangelo di Giovanni accompagnandoci per quaranta giorni, idealmente lungo l'intera Quaresima. Commenta i brani con molta libertà - in una lettura vagabonda, si, ma assorta e appassionata - per mostrare che l'evangelista ci invita a non guardare le nostre trasgressioni, ma a credere in Cristo, volgendo la nostra vita verso di lui. Il Gesù di Giovanni ci invita, anzi, a rinascere dall'alto: a recuperare, anche da colpevoli, l'innocenza, cioè quella dignità originaria che ci è donata e che ci attende sempre di nuovo. Attingendo alla sua esperienza di medico in servizio nei penitenziari e mettendo a profitto il suo attaccamento alla Scrittura, Anne Lécu parla al cuore. Tratteggia una visione positiva e liberante della vita, nella prospettiva di una rinascita sempre possibile. E si conferma qui una delle voci femminili della spiritualità contemporanea con cui bisogna assolutamente fare i conti. «Mi piace credere che convertirsi significhi immergersi nei rottami della propria vita lacerata per ritrovare il fondo a partire dal quale tutto ridiventa possibile. Mi piace credere che la conversione significhi camminare verso l'innocenza, e anzi camminare nell'innocenza verso il Padre» (Anne Lécu)
Descrizione
La ricostruzione storica della personalità di Gesù e delle circostanze che hanno originato il cristianesimo è infine approdata nella galassia dei mezzi della comunicazione globale. La discussione ha fatto un ‘gran rumore’, tanto da condizionare l’attuale ricerca storica e teologica. All’Università Urbaniana di Roma la stessa discussione è stata affrontata in un ‘colloquio’ interdisciplinare: alcuni specialisti, mettendo a confronto le rispettive posizioni, hanno risposto a sollecitazioni di studenti e cultori. Di quel colloquio, appassionato, teso e vivace, il volume rappresenta il momento della riflessione sui temi in gioco nel tentativo di offrirne una organica articolazione.
Come sono arrivati fino a noi i testi dei libri che formano il Nuovo Testamento, e come si usano le moderne edizioni? I manoscritti, le traduzioni antiche e le citazioni dei padri della Chiesa ci offrono testimonianze uniformi o tramandano la fisionomia di testi vivi, che hanno permesso alla parola della Scrittura di crescere nel tempo con i suoi interpreti? Il manuale, nel rispondere a queste domande, introduce allo studio storico dei testi e dei testimoni del Nuovo Testamento e della loro trasmissione, informando sulle tendenze recenti della critica testuale neotestamentaria e suggerendo al lettore itinerari e strumenti per un approfondimento personale.
L’Apocrifo di Giovanni, trasmesso da quattro codici in lingua copta, tre dei quali rinvenuti presso Nag Hammadi nel 1945 insieme ad altre opere di carattere gnostico e ascetico, riveste un ruolo di primaria importanza per la comprensione e l'autopercezione del cristianesimo dei primi secoli. Esso rappresenta infatti un punto di accesso privilegiato all'esperienza protocristiana, schiudendo un orizzonte straordinariamente ricco di raffinata speculazione mistica e di autentica, gelosa, ruvida fedeltà all'insegnamento di Cristo, e determinando in profondità lo sviluppo della razionalità occidentale. Il volume introduce a tale complessa e affascinante narrazione evangelica e alla ramificata tradizione testuale che ne è derivata, affrontando tutti i principali aspetti –teologici, storici, filologici e filosofici – che da esse emergono, e presenta una nuova traduzione italiana condotta sul testo copto, così da offrire al lettore uno strumento aggiornato e approfondito per la piena comprensione dell’opera.
Sembra quasi impossibile da credere, eppure è vero: esiste un libro che racchiude tutte le risposte, che contiene la storia di ognuno di noi e che può guidarci nel difficile cammino della vita. È un libro da sfogliare, consumare, assorbire, ascoltare, incorporare... insomma, da prendere sul serio. Sì, stiamo parlando della Bibbia. Le sue pagine custodiscono personaggi, vicende e parabole che ancora oggi - anzi, specialmente oggi - dovremmo usare come bussola per orientarci tra le mille difficoltà del quotidiano, per dissipare i nostri dubbi e per affidarci a chi sa come prendersi cura di noi. Avvicinandoci a figure come Mosè, Susanna, Giuseppe, Ester e Rebecca, e riconoscendone le tracce nelle vite delle persone che incontriamo, riscopriamo la pienezza delle scritture: perché nell'Antico e Nuovo Testamento troviamo lo specchio di noi stessi, e possiamo decidere di aderire fisicamente alla Parola, usandola come cartina geografica in ogni circostanza. Ma soprattutto possiamo decidere di non accontentarci, di lasciarci plasmare dalla Bibbia, che parla di ciascuno e a ciascuno. Solo così non saremo più noi a interrogare lei, ma sarà lei a interrogare noi. Immergendoci anima e corpo nelle sue pagine, potremo imparare a guardare la realtà con occhi nuovi, vivendo con cuore consegnato e abbracciando senza riserve l'amore e il perdono.
Il volume, grazie alla perizia della prof.ssa Manganaro, esplora la filosofia della religione come questione specificamente linguistica, in particolare il rapporto tra filosofia, linguaggio e rivelazione. L'interesse principale del teologo e l'evento Cristo, la Parola che si e fatta carne" (Gv 1, 1-14). Quale significato ha questa Parola per la filosofia? Quale esperienza-verita incarna? L'Autrice analizza gli aspetti piu importanti di tale questione, in un percorso teoretico non disgiunto dall'esame di alcuni pensatori che piu hanno arricchito il dibattito contemporaneo con l'offerta della propria esperienza della verita nella parola. "
Attorno alla rivelazione, che prende corpo nella persona di Gesù di Nazaret, «ruota l’intensa monografia di Mons. Giovanni Carrù, nei suoi quattro momenti di crescendo letterario e umano, dove l’uomo e il sacerdote si intrecciano, come tralci attorno alla vera Vite. Don Gianni ci presenta così un testo agile, bello, sincero. Attraverso la sua scrittura si può intravedere la vita di un sacerdote innamorato della sua missione d’amore.
Il sacerdote, come egli scrive, è “uomo del mistero”, “testimone di speranza”, “mendicante d’amore”. Capace di vibrare dell’interiore musicalità del verso poetico, l’autore ci prende per mano, e ci riporta al centro della felicità, alla pietra angolare, a Cristo Gesù».
Dalla prefazione di S.E. Mons. Enrico dal Covolo
Giovanni Carrù , originario di Chieri (Torino), è stato direttore dell’ufficio catechistico diocesano (Torino) e regionale (Piemonte). Per venti anni è stato parroco del Duomo di Chieri. Già Sotto-Segretario alla Congregazione per il Clero ed è ora Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Ha pubblicato presso la Lateran University Press in questa stessa collana Immerso nel mare di Dio (2008) e Nella grande città (2008), presso la SEI e la PM libri di spiritualità, presso la Capitelli LDC testi scolastici di religione dalle elementari alle superiori. Su diverse riviste ha pub blicato articoli attinenti la pastorale, la catechesi e l’evangelizzazione
Questo volume propone un percorso psicologico e spirituale sulla relazione tra fratelli e sorelle e sul sentimento di fratellanza.
In varie zone pastorali della Diocesi di Milano i docenti del Seminario hanno promosso la nascita di alcune «scuole di teologia per laici». In esse si è tentato di passare dall'assunzione del «latte» delle nozioni-base della fede cristiana al «cibo solido» della riflessione teologica. In queste lezioni d'introduzione alla Bibbia, i docenti hanno preferito mantenere - anche a costo di qualche inevitabile semplificazione - uno stile letterario didattico, divulgativo e colloquiale, più adeguato a cristiani «delle strade»(M. Delbrèl), pronti a rispondere all'invito della sapienza divina: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato!».

