
La fonte Q (da Quelle, che in tedesco vuol dire "fonte") è una raccolta di detti di Gesù che gli studiosi, a partire dal tedesco C.H. Weisse (1838), hanno identificato nei Vangeli di Luca e di Matteo. È una fonte scritta in greco, che i due evangelisti hanno usato, insieme con il Vangelo di Marco, per comporre i loro Vangeli (teoria delle due fonti). Sono circa 225 versetti e rappresentano la prima testimonianza scritta su Gesù, anteriore ai Vangeli stessi. Questi detti esprimono il pensiero cristallino di Gesù, riportandoci più vicini a lui nel tempo.
Questa è, come mai era stata raccontata, la storia di un uomo che non è stato solo un uomo, ma che come tale ha vissuto, ha amato e ha sofferto come nessun altro ha mai sofferto. È la storia che ha segnato l’umanità intera, ha dato speranza, ha diviso tanto ma tanto ha unito: la grande storia di Gesù.
I Vangeli ci hanno tramandato le tappe della sua vita, hanno diffuso e spiegato il suo messaggio. Ma la realtà di ogni giorno che l’uomo di Nazaret ha vissuto, nella sua terra e nella sua epoca, è relegata nell’oblio dei secoli, affidata all’immaginazione di ciascuno di noi. Quali possono essere stati i suoi giochi preferiti da bambino? Quale il suo comportamento con i genitori? Quali i suoi pensieri, i suoi timori più nascosti? Che cosa può essere accaduto in tutti quegli anni di cui gli evangelisti non fanno menzione?
Sandro Mayer e Osvaldo Orlandini, con l’epica del romanzo ma nel rispetto delle fonti, affrontano la difficile impresa di raccontare passo dopo passo il cammino di Gesù, dalla grotta di Betlemme alla Croce sul Golgota, dal mistero della sua venuta al mondo alla sua fine dolorosa. Ma, insieme agli episodi più noti, conosceremo scene mai rappresentate, incontri sfumati dal tempo, personaggi apparentemente secondari, in realtà protagonisti della stessa vicenda: gli intrighi di Erodiade e Salomè, il fragile amore di Pilato e Claudia Procula, la disperazione di Barabba, la dolcezza della Maddalena, la forza di Giovanni Battista, l’affetto di Lazzaro e delle sue sorelle, i complotti di Caifa, la vendetta dei farisei, la violenza dell’Impero romano, il rimorso e la redenzione di Giuda. Una narrazione trascinante che, facendo rivivere l’epoca in cui Gesù fu uomo tra gli uomini, ci accompagna con naturalezza alla scoperta del suo straordinario destino e ci porta nel cuore del mistero che continua a illuminare la Storia.
La Bibbia come non l’avete mai letta: è questa l’impresa che, con rispetto, passione, emozione, hanno affrontato Sandro Mayer e Osvaldo Orlandini, dopo il successo dei due libri precedenti, La grande storia di padre Pio e La grande storia di Gesù.
La creazione, Adamo ed Eva, Caino e Abele, l’Arca di Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè: Mayer e Orlandini hanno studiato le storie più coinvolgenti dell’Antico Testamento, le hanno interpretate, poi arricchite con fonti storiche, infine rielaborate con il loro talento narrativo in un romanzo epico. Così, guidati dalla loro penna, sarete trascinati in quel mondo di millenni fa che è raccontato nella Bibbia e che vi avvolgerà in un crescendo di emozioni: la disperazione di Sara per la sua sterilità; Giuseppe venduto dai fratelli come schiavo, ma poi premiato fino a diventare viceré d’Egitto; Mosè salvato dalle acque, i suoi colloqui con Dio, la marcia con il suo popolo verso la Terra Promessa. E poi episodi, intrighi, amori irresistibili.
Come un kolossal del cinema, la Bibbia di Mayer e Orlandini è una lettura per tutta la famiglia, dove gli attori di questa grandissima storia, anche quelli minori, rimangono impressi nella mente. Sarà come vederli scorrere sul grande schermo, calati nel contesto storico e geografico di quel tempo antico, con i loro volti, le loro voci. Una Bibbia quindi non solo da tenere in biblioteca, ma da leggere dalla prima pagina all’ultima, perché il ritmo è serrato e avvincente e perché i personaggi, che i secoli hanno avvolto nella leggenda, diventano di carne e sangue.
"Tu conosci, caro lettore, la vicenda umana di Gesù: il suo cammino verso la croce, accompagnato dai dodici apostoli, dalla madre Maria, dalla Maddalena. Ora, dopo La grande storia di padre Pio, La grande storia di Gesù, La grande storia della Bibbia, in questo quarto libro noi, i tuoi autori, Sandro Mayer e Osvaldo Orlandini, ti facciamo vivere, mescolando fonti documentarie e visioni romanzesche, la più grande storia mai raccontata: quella della meravigliosa amicizia che legò Gesù al suo apostolo più giovane, Giovanni, durante un avventuroso viaggio in Palestina. Un'amicizia terrena guidata, con un disegno preciso, da Dio Padre; un'amicizia che cambiò l'umanità e che durerà in eterno. Durante il viaggio, Gesù, infatti, compie miracoli, guarendo i malati e resuscitando i morti; Giovanni è il testimone perché ha il compito di consegnarli all'eternità con il suo Vangelo. Dalle nozze di Cana alla pesca sul lago di Gennesaret; dal risveglio della suocera di Pietro alla resurrezione di Lazzaro; dalle guarigioni di ciechi e lebbrosi alla Trasfigurazione sul monte Tabor: tutti i momenti evangelici più toccanti scorreranno davanti ai tuoi occhi come al cinema, così come duemila anni fa si svolsero sotto gli occhi pieni di stupore di Giovanni e degli altri undici apostoli che divisero con il Figlio di Dio la meravigliosa avventura. È un racconto, tra l'epica e il romanzo popolare, che supera i confini del tempo, parla all'anima e, soprattutto, può toccare il cuore nel profondo."
La lettera ai Romani echeggia il Vangelo annunciato da Paolo, il contenuto essenziale della sua predicazione. Essa rappresenta una delle meditazioni più significative e profonde dell'opera di Dio compiuta in Gesù. Leggendola abbiamo la possibilità di conoscere meglio il volto di Dio già rilevato nella prima Alleanza e che si manifesta in pienezza nella persona di Gesù.
Carlos Bravo Gallardo, gesuita, teologo messicano, mettendosi nei panni dell’evangelista Marco, scrive una lettera alle donne e agli uomini del XXI secolo allo scopo di spiegare ed attualizzare il racconto evangelico. Al centro del libro è il concetto che è possibile riconoscere il Gesù risorto solo tornando in Galilea, camminando dietro di lui e continuando la sua missione. Questo è il motivo per cui Bravo Gallardo interrompe il racconto finale senza citare le apparizioni: perché non basta la narrazione della tomba vuota né delle apparizioni per convincere che la forza di Dio ha riscattato Gesù dalla morte. In realtà, solo chi Lo segue sperimenterà la forza della sua resurrezione.
La parabola lucana del Padre misericordioso esprime il volto del Dio-Amore in modo inarrivabile. Questo testo si prefigge di approfondire la parabola, presentandola anche nelle riletture che sono state realizzate nelle varie forme artistiche, per poi proporre una attività didattica per l'insegnamento della religione che aiuti a superare le concezioni negative di Dio al fine di arrivare all'essenza del Dio rivelato da Gesù: un Padre esclusivamente buono che ama i suoi figli in modo totale e incondizionato, e che desidera la nostra realizzazionee la nostra felicità.
In questo libro don Battista Borsato prosegue la sua ricerca teologica e afferma ulteriormente la convinzione che Gesù è stato non un uomo religioso ma laico, con tutto ciò che ne consegue. Gesù, per quanto lo si avvicini e lo si scruti, afferma l'Autore, ha un pensiero sempre altro. La riflessione di Borsato si concentra sul rapporto che il Nazareno ha avuto con i diversi e con gli stranieri. Ne emerge l'insegnamento chiave che è l'amore al prossimo ciò che importa, non la confessione religiosa della fede. Perché leggendo il libro del nostro teologo sorgono domande vitali per il futuro del cristianesimo. Occorre che appassisca un cristianesimo identificato solo con i riti e i sacramenti affinché possa sbocciare un cristianesimo esistenziale impegnato nella giustizia. Prefazione di Gianni Giolo.
L'autore offre una lettura diversa e più ampia del piccolo testo biblico di Tobia per andare oltre la consueta interpretazione legata ai temi della coppia e della famiglia. Secondo don Borsato il tema centrale presente nel libro non è principalmente la coppia, ma il modo di pensare e di vivere la fede. Il libro di Tobia contesta un modo di considerare e concepire la fede perché vi è dentro un cammino che va "dalla religione alla fede", con protagonista Tobia, uomo religiosissimo e fedelissimo alla sua tradizione ebraica, ma non propriamente credente. È ubbidiente alle leggi religiose, ma non a quel Dio che parla sempre e parla a tutti, il cui pensiero è inafferrabile. Il messaggio del libro di Tobia è quindi attuale perché pone la questione del rapporto tra religioni e culture. Ai cristiani in particolare, come invito per superare le tradizioni-convenzioni che rendono ciechi di fronte a Dio che arriva da altre culture e popoli, per realizzare un rapporto sempre nuovo con il mondo.
Quando Cleopa e compagno riconoscono nel pellegrino, che a loro si accompagna, Gesù risorto? Se è vero che "i loro occhi si aprirono" in casa al momento della frazione del pane, è altrettanto innegabile che il loro cuore, la loro capacità intellettiva, si era già attivata durante il colloquio con lui, lungo la strada. Già nel dialogo col maestro, alla luce delle Scritture da lui interpretate, essi comprendono che i tragici eventi occorsigli a Gerusalemme hanno un posto nel piano salvifico di Dio. In fondo il segno, il gesto della fractio panis ri-svelerà quello che il Risorto aveva già rivelato loro lungo la via per Emmaus. Alla luce di quest'intuizione, il testo si prefigge di mostrare che il processo d'identificazione dei due discepoli di Emmaus è stato anzitutto di tipo ermeneutico-biblico. I loro occhi erano impediti a riconoscere il Risorto per la loro incapacità a interpretare la storia del loro maestro come compimento di "Mosè e dei Profeti" (Lc 13,25-27). In questo senso è interessante cogliere il rapporto tra il momento orale-ermeneutico dei vv. 25-27 e quello gestuale del pane spezzato al v. 30. Grazie all'analisi letteraria ed esegetica e al conseguente commento teologico-spirituale, l'autore invita il lettore a partecipare al "viaggio del cuore" dei due discepoli per riconoscere il Risorto nelle Scritture e nella frazione ecclesiale del pane.
Un forma verbale fuori contesto con la sua morfologia determina il numero della persona (se è una forma finita), il tempo (a cui è legato l'aspetto nelle sue varie sfumature), il modo (che indica l'atteggiamento del soggetto rispetto al processo verbale in rapporto all'opposizione tra oggettività e soggettività), la diatesi (che è la varietà di disposizione del soggetto nei confronti del processo verbale inteso come attivo, passivo o medio).
Comprendere il sistema delle diatesi vuol dire prendere atto di quanto sia molto più estesa nel verbo l'opposizione tra oggettività e soggettività rispetto alle annotazioni registrate in taluni sussidi. La pubblicazione di questo Quaderno sull'uso delle diatesi nel greco biblico è un contributo alla riflessione su un argomento centrale per l'interpretazione dei testi.
Il volume nasce dall'esperienza dell'insegnamento, perciò è destinato agli studenti di seminari, ma soprattutto a quelli di facoltà teologiche e di scienze bibliche. Si rivela uno strumento utile anche per quanti leggono, meditano e approfondiscono i testi della Bibbia in lingua greca.
L'uscita dall'Egitto è l'evento in assoluto più importante della storia antica d'Israele, quello che si è impresso con più forza nella sua memoria collettiva. A questa memoria l'autore fa fede nell'avvicinarsi al testo dell'Esodo, al di là delle circostanze storiche più o meno probabili o delle prove archeologiche che si possono addurre. L'Esodo, infatti, può essere letto anche senza ricorrere all'ipotesi documentaria. Una lettura forse più ingenua dal punto di vista scientifico, ma secondo l'autore più efficace sul piano esistenziale. Il suo obiettivo è infatti una lettura dell'Esodo (limitata ad alcuni passi) volutamente semplice, secondo le modalità dell'esegesi pre-moderna e la pratica degli antichi commentatori, sia ebrei che cristiani.