
All'inizio del Nuovo Testamento, Gesù entra in scena facendo sua la nostra povera storia: ne passa in rassegna i volti, le pagine, gli snodi e, abitandola, la trasfigura in storia della salvezza. Così si apre la "buona notizia": Gesù è il Dio con noi, il suo volto si intreccia con quello di molti altri nella storia, i suoi piedi si posano su una strada che altri hanno percorso offrendo un orizzonte totalmente diverso.
Pensato per accompagnare l'Anno Biblico della Famiglia Paolina (nov. 2020 - nov. 2021), questa edizione propone l'intero Salterio, accompagnando ogni salmo con una introduzione e con una orazione salmica. In Appendice il lettore troverà gli stessi materiali (introduzione e orazione salmica) anche per tutti i Cantici e gli Inni dell'Antico e del Nuovo Testamento usati nella Liturgia delle Ore. In tal modo, lo strumento potrà essere valorizzato per chi vuole rendere più incisiva e significativa la preghiera liturgica della comunità cristiana. L'edizione esce a 100 anni di distanza dalla prima pubblicazione biblica della Famiglia Paolina ed è stata curata dalla Commissione centrale internazionale per l'Anno Biblico.
Continua la fortunata serie degli ABC con una sintetica ma esauriente introduzione ai Vangeli Apocrifi, da molti citati ma da pochi veramente conosciuti. Secondo lo schema contraddistinto dai colori, il volume presenta l’attualità di questi testi presentando i principali e fornendo al lettore un quadro completo. Sullo sfondo alcune domande di attualità che spesso occupano le pagine dei giornali: Gesù “gay” in un antico manoscritto? Chi ha “inventato” la Maddalena? Un quinto Vangelo? Giuseppe. Anziano, vedovo e custode? Quanti Vangeli? I Vangeli dei maestri gnostici? Veri Vangeli? Ignoranze da colmare. Infanzia. Capricci e miracoli di Gesù?
Giacomo Perego, sacerdote della Società San Paolo, è dottore in Scienze Bibliche e docente di Nuovo Testamento presso l’Istituto di Vita Consacrata (Claretianum) della Pontificia Università Lateranense di Roma e presso il CICS della Pontificia Università Gregoriana. Coordinatore del settore biblico delle Edizioni San Paolo, è membro della consulta nazionale per l’apostolato biblico della CEI e autore, tra altre opere, dell’Atlante biblico interdisciplinare (San Paolo 20033) e dell’Atlante didattico della Bibbia (San Paolo 2000). In questa collana ha già pubblicato l’ABC per la lettura della Bibbia (San Paolo 2004) e, con F. Serafini, ABC delle mappe bibliche (San Paolo 2006).
Giuseppe Mazza è docente di Teologia Fondamentale e di Comunicazioni Sociali presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, nonché membro ordinario di S.I.R.T. (Società Italiana per la Ricerca Teologica). Ha conseguito la licenza e il dottorato in Teologia Fondamentale, il Diploma in Comunicazioni Sociali, il Diploma in Mariologia. Il suo ambito di ricerca comprende la riflessione critico-teologica sulla postmodernità, le teorie del limite, la comunicazione religiosa e quella pastorale. È autore di La liminalità come dinamica di passaggio (PUG, 2005), curatore di Cross Connections (PUG, 2006) e di Karol Wojtyl\a, un pontefice in diretta (RAI-ERI, 2006), oltre che di vari contributi scientifici sul rapporto tra teologia e comunicazioni, tradotti in varie lingue.
Una prima introduzione alle principali nozioni di geogra a
e storia biblica. La conoscenza della storia d’Israele e della geogra a della Palestina è infatti indispensabile per cogliere
il senso degli scritti antichi e interpretarli correttamente anche per la nostra vita cristiana d’oggi. Con 32 tavole a colori (mappe, ricostruzioni di templi e tavole cronologiche).
In questo libro l'autore analizza la posizione degli scrittori del II e III secolo cristiano che hanno fatto una lettura mirata di Gal 4, 4-5 privilegiando il lessema "nato da donna" rispetto al "nato sotto la legge".
Il proposito della presente ricerca sul racconto dell'infanzia nel Vangelo di Matteo è di offrire al lettore l'occasione di farne una lettura, con cui riconoscere, in qualche modo, a luoghi e persone, a tempi e messaggi un ruolo. Le "madonne" che animano la genealogia, infatti, conservano e trasmettono le promesse fatte da Dio ad Abramo e culminano con la nascita dell'Emanuele. Il dramma vissuto da Giuseppe conferma al lettore come Dio abbia agito in Maria con la forza creatrice, che è lo Spirito santo. Nella sua veste di narrante Matteo intende dunque riferire eventi e fatti che si pongono, per un aspetto, sul limitare del genere storico e, per un altro aspetto, sono avvolti da quel misterioso evento teologicamente definito "la venuta in persona del Figlio di Dio nella storia dell'uomo".
L'evangelista Marco fu il primo a scrivere un vangelo. È il testo più antico che abbiamo insieme alle lettere di Paolo. La tradizione sosteneva che Marco fosse un discepolo di Pietro che aveva scritto un riassunto del Vangelo di Matteo. In questo studio, l’autrice sostiene che Marco è un discepolo teologico di Paolo e dimostra che la teologia di Paolo migliora la nostra comprensione della narrazione di Marco perché completa il significato del vangelo e ne integra l’intenzionalità.
Note sull'autore
Mar Pérez i Díaz è laureata in Filologia classica e ha conseguito il dottorato in Sacra Scrittura. Attualmente insegna latino e greco e Nuovo Testamento presso l’Ateneu Universitari Sant Pacià di Barcellona e l’Institut Superior de Ciències Religioses-IREL di Lleida. È patrocinante della Fundació Joan Maragall e membro dell’area teologica del centro studi Cristianisme i Justícia. Il suo campo di studio è il Vangelo di Marco, le Lettere paoline e le donne negli scritti biblici. Ha pubblicato Mark, a Pauline Theologian: A Re-Reading of the Traditions of Jesus in the Light of Paul’s Theology (2020) ed è co-autrice di due capitoli di Les Dones de la Bíblia (2016), dedicati a Giuditta e Paolo e alla misoginia.
«Il messaggio è assolutamente positivo: nonostante le difficoltà interne ed esterne alla comunità cristiana, le persecuzioni e le incomprensioni, il Signore incoraggia i credenti a non avere nulla da temere; la luce sarà sempre più forte delle tenebre, come la vita della morte e la verità della menzogna... Il Libro dell'Apocalisse è l'unico testo del Nuovo Testamento che si apre e chiude con una beatitudine e che fa delle beatitudini (ben sette, numero perfetto) il filo conduttore della sua narrazione, in un costante invito e augurio da parte del Signore di pienezza di felicità agli uomini.» (dalla Prefazione di Alberto Maggi)
L'argomento si colloca all'interno di una delle questioni che, in ambito teologico, più ha attirato l'attenzione degli studiosi fin dal primo cristianesimo: il rapporto tra l'Antico e il Nuovo Testamento.
Riguardo al libro dell'Apocalisse tale rapporto si presenta come uno degli aspetti più complessi dell'opera, ma allo stesso tempo come quello che più lo caratterizza, visto l'uso che l'Autore ha fatto delle Scritture d'Israele.
Un uso talmente originale e creativo da poter definire l'Apocalisse non solo una “rilettura cristiana di tutto l'AT", ma anche una "riscrittura" di essa alla luce della novità del messaggio evangelico.
Apocalisse: non minaccia della fine del mondo, ma incoraggiamento a vivere in questo.