
L'autore propone alcuni testi presenti nel Rito della Penitenza tracciandone un approfondimento esegetico spirituale: uno strumento pastorale che a partire dal testo sacro e da alcune esegesi tematiche possa guidare il lettore a riscoprire il percorso della misericordia e l'infinito amore di Dio che si manifesta nel Sacramento del Perdono.
LA SCELTA E L IMPOSIZIONE DEL NOME PORTA CON SH ANCHE UNA MISSIONE DI VITA, UN IMPEGNO, UNA PROMESSA, RENDE UNICA OGNI PERSONA; IL NOME, COME ACCADDE A PIETRO, E`UN SEGNALE, UN IMPEGNO, UN MESSAGGIO DA TRASMETTERE AL PROPRIO PROSSIMO. LA SCELTA DEL NOME DI OGNI NASCITURO COMPORTA UN SUO ESSERE INVESTITO DA UNA MISSIONE", UN INCARICO; IL NOME E`PRESAGIO, AUGURIO; GESU`HA CHIAMATO PIETRO PER AFFIDARGLI UN COMPITO, PER CONCEDERGLI FIDUCIA, PER ACCENDERE IN LUI IL FUOCO D' "
Il libro
«Suscita forte simpatia questo umile pescatore di Betsaida scelto da Gesù a guidare la sua Chiesa. Ce lo sentiamo vicino, somigliante, nei momenti di entusiasmo del nostro rapporto di amicizia con Cristo, quando non vediamo altra scelta che seguirlo, quando siamo disposti a lasciare tutto per Lui, a rischiare anche la vita per restargli fedeli, quando sentiamo di poter ripetere anche noi le sue parole: "Signore, tu sai tutto,tu sai che ti amo!". Ma ce lo sentiamo vicino, somigliante, anche nei momenti di ripugnanza al dolore, nella paura di soffrire, nella mancanza di coraggio, nella debolezza di fronte alla tentazione, nella tristezza del rinnegamento, nell'amarezza di un cuore contrito e di un volto rigato dal pianto ("Flevit amare... Pianse amaramente" Mt 26,75).
Sì, ci ritroviamo in quest'uomo che porta in sé eroismo e paura, coraggio e debolezza, fedeltà e tradimento, capace della più forte generosità e vittima della sua fragilità; capace di comandare e di obbedire, di accettare i rimproveri di Paolo come la sua fraterna amicizia, di provare la fatica nell'adeguarsi alla volontà di Dio e la gioia di abbandonarsi totalmente alla sua parola ("Sulla tua parola getterò le reti"); di sentirsi chiamare da Gesù, a volte beato, a volte satana! Dio sa fare cose grandi anche con la debolezza umana. E Pietro è un profondo miscuglio di difetti e di valori, d'impulsività e di fermezza, di fede e di dubbio, di amore interessato e di amore incondizionato...».
Il libro
I Salmi biblici raccolgono tutti i sentimenti dell'uomo nel suo rapporto di amicizia con Dio. Sono un dialogo di amore. Esprimono lode, gratitudine, adorazione, pentimento, supplica, gioia e dolore, riflessioni sul valore del tempo e dell'eternità e, possiamo dire, su tutto ciò che concerne l'esperienza umana nella sua valenza religiosa.
Sono la grande preghiera del popolo di Dio, una manifestazione di fede, di speranza, di amore per Lui. Le parole dei Salmi risuonano da secoli nel cuore e sulle labbra del credente, salgono a Dio come "profumo d'incenso", come preghiera gradita, suggerita e ispirata dallo stesso Signore.
Questo libro non è uno studio sui Salmi. Ce ne sono già molti, validissimi. L'autore intende semplicemente offrire al lettore qualche spunto di meditazione che possa sollecitare un personale dialogo con Dio, evidenziando come preghiere tanto antiche abbiano un impatto così attuale nella vita dell'uomo di ogni tempo. Hanno sempre un loro fascino nel clima della preghiera, per questo non meraviglia che ci siano numerose pubblicazioni sull'argomento. Il fatto, poi, che i Salmi partecipino dell'ispirazione divina ci fa sentire più facilmente in sintonia con il pensiero di Dio assicurandoci del suo gradimento.
Il libro
«La parabola è una proposta. Ognuno può rileggersela nel segreto della sua coscienza, farne motivo di meditazione, di riflessione, e divenire egli stesso giudice del proprio comportamento. Possiamo renderci conto se siamo coinvolti o no in quell'insegnamento, in quella virtù o in quel difetto. Come lo spettatore al teatro può rileggere nella sua vita ciò che avviene sulla scena, riflettere se ha somiglianze, riferimenti, coincidenze, con il comportamento presentato dall'attore, così la parabola è uno sceneggiato che fa pensare, utile ad un esame di coscienza.
I suoi protagonisti sono anonimi per dare ad ognuno di noi la possibilità di mettervi il proprio nome, se e dove va messo, e trame le conseguenze. È come un giudice segreto che mi sollecita ad un confronto e mi fa capire se sto agendo bene o male. Tutto nel rispetto della mia privacy...
Si tratta di cogliere, di scoprire nelle parole del Signore quanto di nascosto il mondo ancora non sa e non comprende e ci viene invece rivelato come strada da percorrere per la nostra salvezza. Sta qui la preziosità delle parabole di Gesù. Richiedono la nostra ammirazione, la nostra gratitudine, il nostro coinvolgimento per essere veramente suoi discepoli» (EZIO MOROSI).
La Tôrâ è la parte più importante della Bibbia ebraica, la Legge per eccellenza. Anche per i cristiani il Pentateuco è di particolare importanza; il Nuovo Testamento fa continuamente riferimento a questi libri sacri a partire da Gesù fino a Paolo. Lo scopo di quest'opera è quello di indagare meglio i cinque libri che la compongono, perché da essa si possa attingere l'insegnamento della vita e si possa sempre riconoscere in essa la strada da seguire. La prima parte dell'opera si propone di studiare il carattere letterario del Pentateuco nel suo insieme e di offrirne la genesi della sua formazione. La seconda parte di questo lavoro prende in esame singolarmente i cinque libri del Pentateuco, sottolineando in particolare l'unità narrativa e tematica. Un'opera completa per approfondire e studiare uno dei testi fondamentali per la teologia biblica.
Queste pagine invitano a tornare ai fondamentali dell'esperienza umana, per scoprire chi siamo noi, chi è l'essere umano. Alla luce dell'Alleanza di Dio con l'umanità, cercare la descrizione di noi stessi significa anche ritrovare le condizioni prime per cui possiamo ricevere e dare misericordia. Quest'ultima chiama in causa la nostra ferita, il nostro negativo. Per ricevere misericordia e per accorgersi di averla ricevuta, occorre sapere qualcosa del proprio male. Queste meditazioni sono il tentativo di interpellare le Scritture per tornare a dirci chi siamo, anche e soprattutto dal nostro lato «oscuro». Perché solo a partire da lì possiamo riconoscere la misericordia.
Il potere è da sempre un tema affascinante e al tempo stesso una realtà dura, difficile da comprendere nelle sue evoluzioni e nella sua logica.
In questo libro l'Autrice si propone di svolgere una riflessione sul potere nella pluralità delle sue espressioni, soprattutto a partire dalle sollecitazioni che provengono dalla Parola di Dio, attraverso la quale crea un itinerario capace di sondare i rapporti tra il potere, la paura, i desideri, i segni…
Dal commento dei passi biblici emerge con chiarezza la figura di Gesù («Colui che ha ogni potere») e la straordinaria ricchezza del suo incontro con le storie, le domande, i bisogni e le difficoltà degli uomini.
Stella Morra, laureata in Sociologia presso l'Università di Torino, ha conseguito il Dottorato in Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Da alcuni anni è docente incaricata presso la stessa università, collabora a varie riviste di teologia e di pastorale e ha curato numerose traduzioni di mistici. Ha scritto Come? Un itinerario sul domandare a Dio (Editrice Esperienze, 1999), La storia di Tobia. Nascere vecchi e morire bambini (AVE, 2000), Maria icona del credente (Editrice Esperienze, 2001), Il Regno di Dio è dei violenti? Meditazioni bibliche da Abele al Drago (Effatà Editrice, 2004).
La doppia cittadinanza interpella i cristiani fin dalle origini, in quanto, a partire dal Vangelo, sono chiamati da un lato a mantenere un senso di concretezza, abitando la storia, dall'altro a rivolgere lo sguardo altrove, verso il Padre, in un costante atteggiamento di affidamento e sequela.
Queste pagine, soffermandosi su due linee portanti - una antropologica e l'altra cristologia -, ci accompagnano lungo un percorso di lectio che va dal libro della Genesi per concludersi con l'Apocalisse. L'autrice, attraverso il commento e la meditazione dei passi biblici, ci interpella e ci guida nella comprensione di come viviamo la doppia appartenenza, a partire dal nostro rapporto con la storia, gli altri, la gestione del denaro, la relazione con il corpo, il tema delle cose ultime, gli affetti e, soprattutto, il nostro vivere in una tensione costante tra il "qui" e l'attesa del Regno, della Gerusalemme celeste.