
Come qualsiasi grande opera letteraria e artistica, le parabole sono al tempo stesso antiche e nuove e non si lasciano ingabbiare in un unico movimento o una sola prospettiva. Se spesso si sono studiate e si studiano le parabole come via maestra alla vita e all'insegnamento di Gesù, altrettanto di frequente si trascura che il contesto letterario primario delle parabole è costituito dalla loro collocazione nei vangeli. Intento delle pagine di John Donahue è di illustrare come la parabola sia il vangelo in miniatura e come le singole parabole diano forma, direzione e significato ai vangeli in cui si trovano. Studiare le parabole evangeliche equivale a studiare il vangelo in parabola: al pari della parabola, il vangelo è anche una forma di discorso dal finale aperto che fa appello alla libertà dell'uditorio. Un discorso che richiede d'essere esaminato nel proprio contesto letterario e insieme nel contesto stesso in cui viene proclamato, in modo che possa emergere come per il tramite delle parabole si viene introdotti nel mistero divino e nella relazione di Dio col mondo.
"Qualcuno dice però che, tra le sofferenze di quella notte e del giorno successivo, la più grande per il Nazareno fu quella di non vedere me, e io penso che quel qualcuno abbia ragione, perché non solo io e quell'uomo eravamo veramente amici, ma lui è stato il più grande tra tutti i miei amici, e forse io il suo." Lo si capisce leggendo attentamente il Vangelo: quella tra Gesù e Giuda Iscariota fu una grande amicizia, che crebbe a dispetto della radicale differenza di vedute tra i due, e che nemmeno il tradimento riuscì a cancellare. Giuda amava la legalità, l'armonia, Gesù amava le eccezioni, e portava la guerra. Giuda è un ebreo devoto, un uomo razionale, che tradisce Gesù nella speranza di salvarlo dall'ira della gente e soprattutto dalla sua "presunta" follia, affidando il suo destino alla Legge di Mose mediante un regolare processo. Solo dopo avere compiuto il suo gesto Giuda comincia a rendersi conto dell'enormità del proprio sbaglio, e dell'orrore che, attraverso quella porta aperta, fa il suo ingresso nel mondo. Tuttavia l'ultima parola non è ancora stata pronunciata: nemmeno tutte le tenebre del mondo possono cancellare la realtà dell'affetto che li ha uniti.
L'autore dà la parola a personaggi illustri delle Sacre Scritture, a cominciare dagli antagonisti: Pilato, Erode, Caifa. Segue una partita a scacchi tra il diavolo e Dio: il Tentatore critica il suo Avversario sul la scelta del profeta Elia, uomo selvaggio e violento. Nel Sogno di Giuseppe prende la parola l'arcangelo Gabriele, pieno di ammirazione per il promesso sposo di Maria capace di dormire la notte dopo l'Annuncio. Maryam, infine, raccoglie le suppliche di donne di fede islamica rivolte all'unica madre capace di lenire aspre sofferenze.
Per secoli la Bibbia ha costituito lo sterminato repertorio iconografico, ideologico e poetico a cui la cultura occidentale ha attinto. Nel flusso ininterrotto e variegato di immagini prodotte per narrare la storia sacra una vetta è rappresentata dalla Bibbia commissionata a Doré nel 1864. A quest'opera il disegnatore francese si consacrò con una passione e un entusiasmo straordinari, affidandosi alla fantasia, ma senza ignorare le prime fotografie che a quel tempo giungevano dalla Palestina. Il risultato è una fitta e stupenda sequenza di 241 immagini che spaziano dalla Genesi all'Apocalisse attraversando i 73 libri biblici.
Uno strumento per conoscere Gesù, per farlo conoscere così come è davvero e per proporre a tutti di riconoscerlo come il Cristo. Breve, essenziale, chiara, scritta con uno stile contemporaneo, la presentazione di Doré è strutturata in quattro fasi: la storia, il messaggio, l'identità, la posterità. Seguendo questa scansione, l'autore riassume brillantemente il lavoro degli storici e dei teologi su Gesù, sulla sua attività, sul suo insegnamento, sulla diffusione del suo messaggio e sugli inizi del cristianesimo.
"Don Dossetti, pur avvertito delle difficoltà che il testo biblico pone, parte da un’affermazione di fede: la Bibbia è per i credenti, per tutti i credenti. Deve perciò essere possibile per ogni cristiano accostare il testo e nutrisi in modo sostanzioso della Parola di Dio. […] Tutto questo, evidentemente, non significa che ci si possa esimere dalla fatica dello studio accurato, ma che ciascuno può, con gli strumenti che ha a disposizione, diventare ascoltatore attento e lettore intelligente. […] Credo inoltre si debba ringraziare don Dossetti per la sua insistenza martellante sull’unità di tutta la Bibbia, sulla centralità di Cristo, sulla conversione del credente come scopo ed effetto della lettura" (dalla Prefazione).
Don Giuseppe Dossetti trovò nella Bibbia il cardine della sua esistenza: ad essa si dedicò con passione divorante per l’intero arco della vita, in quel rapporto "diretto e nuziale" che si sforzò con tutto se stesso di trasmettere alla sua comunità e all’intero corpo ecclesiale. Il volume raccoglie una serie di interventi sul tema e nasce dal desiderio di far conoscere e di trasmettere il fervore e la sollecitudine con cui egli sempre operò, perché la Bibbia potesse essere per ogni cristiano e per la Chiesa tutta principio generante della sua stessa vita.
Note sull’autore
Giuseppe Dossetti (1913-1996), professore di diritto canonico ed ecclesiastico, dirigente politico nella Resistenza, deputato alla Costituente e alla Camera, vice-segretario della DC, lascia la vita politica nel 1952. A Bologna fonda il "Centro di documentazione", istituto per la ricerca storico-teologica, e nel 1956 dà vita alla comunità "Piccola famiglia dell’Annunziata". Nel 1957 lascia la cattedra universitaria. Ordinato sacerdote della Chiesa di Bologna nel 1959, partecipa poi al concilio Vaticano II come perito del cardinale G. Lercaro. Dal 1968 fino alla morte vive in Italia e in Medio Oriente, presso le comunità della famiglia religiosa da lui fondata. Le EDB hanno pubblicato gli esercizi spirituali Un solo Signore (2001) e L’identità del cristiano (2001).
La gioia del cristiano, che è "un riflesso dell'infinita iosa di Dio per la redenzione della sua creatura in Cristo", viene considerata nei suoi diversi aspetti: la gioia come dono, la gioia come precetto, la gioia nella Chiesa, la gioia nella liturgia, la gioia nell'afflizione e nella morte.
La Bibbia ispira un pensare e un vivere altrimenti. La sua narrazione diventa espressione paradigmatica di un vissuto che ha saputo riorganizzarsi attorno ad alcuni principi orientativi decisivi per la realizzazione di un cammino di libertà, di giustizia, di amore, di felicità. Come letteratura, ancora prima che come testo sacro, la Bibbia offre spazio a una immaginazione diversa, capace di intercettare i nuclei di senso che l'immaginario contemporaneo attesta nel quotidiano. Essa, quindi, è in grado di aprire un futuro diverso e una società nuova. Riattivare l'immaginazione teologica significa introdurre nell'arte del vivere un codice interpretativo che aiuti la capacità di stare al mondo nella ricerca di una differente saggezza.

