
La parabola della perla (Mt 13,45-46), pur così breve, è una bella sintesi di quello che è il cuore dell'esperienza cristiana e, in qualche modo, delinea anche una sorta di itinerario spirituale. Si tratta di lasciarsi guidare in questo itinerario nella speranza che ci aiuti a scoprire o a riscoprire qualcosa di prezioso per la nostra vita. È uno dei volumetti della Collana editoriale Perle, concepita per accompagnare il Calendario 2024 di Frate Indovino.
Questo piccolo libro contiene il commento di Luisito Bianchi ad un brano del Vangelo di Giovanni: il dialogo tra Gesù e la Samaritana che l'evangelista colloca intorno a mezzogiorno (l'ora sesta) presso il pozzo di Sychar. Il testo fu pubblicato nel 1967 - con lo pseudonimo di Aurelio Maria Marchi - da un gruppo nato con l'apporto determinante di Luisito, allora vice assistente nazionale delle Acli. Il gruppo si chiamava "Ora Sesta", in diretto riferimento a quel dialogo.
L'opera raccoglie gli articoli che l'autore ha scritto per la rivista Viator in occasione dell'anno paolino (28 giugno 2008 - 28 giugno 2009) indetto da papa Bendetto XVI per celebrare il bimillenario della nascita di Paolo.
In essi l'autore fa parlare il grande apostolo attraverso immaginari dialoghi e raffinati apologhi. Al lettore attento non sfuggirà l'atmosfera che echeggia il ritorno alla chiesa delle origini, quella che diffondeva la bella notizia di casa in casa e affermava l'importanza della totale gratuità dell'annuncio.
Bastone e calzari sono gli unici strumenti veramente necessari perché la missione della sequela si compia. Quello del discepolo è un cammino di fedeltà, che dallo stare in ascolto ai piedi di Gesù lo porta fino al compimento del suo mandato. Il testo offre un interessante e insolito viaggio attraverso il Vangelo di Marco, avendo come guida proprio il tema del discepolo. L'autore, passo dopo passo, analizzando i punti fondamentali del Vangelo, dalla chiamata dei primi quattro discepoli fino alla passione di Gesù, ci mostra come Marco non costruisca una semplice narrazione ma piuttosto esponga una vicenda storica nella quale trovano risposta i quesiti sul discepolato, che altro non sono che i quesiti della nostra vita.
Lungo una narrazione storica variata e avvincente, con il tono apparentemente leggero e distaccato dell'humor, il piccolo libro di Giona enuncia una delle tesi più estreme che l'Antico Testamento conosca: Dio raggiunge e chiama a salvezza le oscure lontananze umane, i luoghi più "atei" della storia. Giona, figura carica di tradizione e dottrina, si scontra con la paziente pedagogia di Dio: non si rassegna ad accettare un Volto misericordioso, preferendogli quello del giudice inesorabile. Ecco allora che, attraverso il pennello di un'ironia talora pungente, da protagonista il profeta diventa anche destinatario di un messaggio che richiama la dimensione totale dell'amore e della misericordia: è Dio stesso che lo cerca, lo provoca, lo insegue. Dentro alle faticose domande di Giona ci ritroviamo tutti e sono queste vicissitudini interne che fanno del piccolo libro un racconto di straordinaria attualità, prossimo ad una "Chiesa in uscita", sulle orme di Dio, verso la vita di ogni persona, così com'è.
Il titolo dello scritto ci dice da subito che esso costituisce la seconda delle lettere di Paolo scritte alla comunità di Corinto e presenti nel Nuovo Testamento. La nostra lettera è considerata dai lettori e dagli interpreti difficile ed enigmatica. Ma, come spesso avviene nell'epistolario paolino, la fatica della ricerca è ripagata dalla ricchezza delle scoperte che si fanno nell'addentrarsi nella lettera. Così 2 Corinzi si rivela come il più personale dei testi dell'apostolo, poiché qui egli mostra le sue gioie e le sue tristezze, i suoi timori e le sue speranze, le sue incertezze e le sue convinzioni.
Il volume contiene saggi di Esegesi e di Teologia biblica su Antico e Nuovo Testamento che colleghi e amici offrono a Ermenegildo Manicardi in occasione del suo 75° compleanno.
Il rapporto tra le varie tradizioni neotestamentarie aiuta a comprendere meglio il cristianesimo dei primi secoli. Il volume si propone, in maniera originale per il panorama italiano, di studiare il rapporto tra i testi paolini e quelli giovannei. Questo non significa semplicemente rilevare il dato proveniente dalla struttura canonica del Nuovo Testamento, ma piuttosto mostrare gli elementi che le due tradizioni hanno in comune rispetto a tutti gli altri libri neotestamentari e che possono far pensare a una relazione particolare tra i due corpora. Dal punto di vista storico, tali legami sono motivati dal fatto che molto probabilmente ad Efeso, nell'ultima parte del I secolo, il cristianesimo paolino e quello giovanneo sono entrati in contatto.
Annotazioni e commento sono scanditi secondo due livelli: il primo, filologico-testuale-lessicografico, offre puntualizzazioni legate alla critica testuale (riprendendo le varianti testuali più significative), approfondisce il significato di alcuni termini, tenendo conto dell’influsso del contesto su di essi. Il secondo, esegetico-teologico, tiene presenti le unità letterarie del testo biblico. Fornisce la struttura delle parti, per poi procedere al commento delle sezioni che le compongono e dei brani in cui queste ultime sono articolate. Il testo viene commentato evidenziandone gli aspetti teologici e mettendo in evidenza, là dove lo si ritiene opportuno, il nesso tra Antico e Nuovo Testamento, rispettandone però la reciprocità.
L’introduzione segue una precisa articolazione:
a) il titolo, l’importanza e il posto del libro nel canone;
b) la struttura e gli aspetti letterari del libro (stile, generi...);
c) le linee teologiche fondamentali;
d) gli aspetti maggiormente legati alla diacronia (data, autore, storia della composizione, versioni testuali, trasmissione).
Particolare attenzione viene riservata, al termine del volume, al suo uso nel calendario liturgico.
Destinatari
Studiosi, gruppi biblici, studenti universitari.
Il curatore
Francesco Bianchini è presbitero dell’Arcidiocesi di Lucca, ha conseguito il dottorato in scienze bibliche nel 2006 al Pontificio Istituto Biblico. Ha insegnato Sacra Scrittura all’Università LUMSA di Roma. Attualmente insegna Lettere Paoline presso l’Istituto di Scienze Religiose di Pisa, lo Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore (Lucca), affiliati alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze,e presso la FacoltàTeologica dell’Italia Meridionale di Napoli. Autore della monografia L’elogio di sé in Cristo. L’utilizzo della periautologia nel contesto di Filippesi 3,1 – 4,1 (Roma 2006) e del commentario Lettera ai Galati (Nuovo Testamento-commento esegetico e spirituale, Roma 2009), scrive articoli e recensioni di argomento biblico, con particolare attenzione agli scritti paolini.
Lo studio si prefigge di condurre il lettore a scoprire il valore e l’utilità dell’analisi retorica applicata alle lettere paoline. Il metodo, piuttosto innovativo nel panorama italiano, penetra la struttura argomentativa dell’epistolario mediante i processi che hanno caratterizzato la classicità retorica grecoromana. L’Apostolo ritraduce teologicamente l’antica scienza, applicandola al mistero del Cristo. La corretta lettura retorica aiuta a cogliere diverse affermazioni paoline riguardanti rilevanti tematiche che sondavano la novità della fede cristiana.
Destinatari
Un pubblico di studenti o appassionati di esegesi, che potranno avvalersi di un testo dalla lettura scorrevole che può rappresentare un ottimo primo passo per lo studio delle Lettere paoline.
L'autore
Francesco Bianchini (1972) è un presbitero dell’Arcidiocesi di Lucca. Ha conseguito il dottorato in scienze bibliche nel 2006 al Pontificio Istituto Biblico. Attualmente insegna Lettere paoline presso l’Istituto di Scienze Religiose di Pisa, lo Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore (Lucca), affiliati alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze, e presso la Pontificia Università Urbaniana. Esperto in modo particolare degli scritti paolini, è autore della monografia L’elogio di sé in Cristo. L’utilizzo della “periautologia” nel contesto di Filippesi 3,1 4,1 (Roma 2006), nonché del commentario alla Lettera ai Galati (Roma 2009) e alla Lettera ai Filippesi (San Paolo, 2010).
Un moderno commento alla Lettera di S. Paolo ai Galati, definita la Magna Charta della libertà cristiana". "