
Il filo rosso del racconto di Abramo non è lo sviluppo di una trama, come nelle storie di Giacobbe e di Giuseppe, bensì l’evoluzione del patriarca nella sua relazione con Dio. È da lui che viene il progetto ed è lui che accompagna il percorso dell’eletto, confermandolo nelle sue scelte o correggendolo. Dio agisce soprattutto attraverso parole, ordini, impegni, promesse, domande e dialoghi, mentre Abramo risponde con l’obbedienza, la fiducia, il dialogo e gesti di riconoscenza.
Il patriarca sperimenta che le separazioni e le rinunce sfociano in un sovrappiù di vita e ogni volta che acconsente a una perdita la sua esistenza si ritrova dilatata e benedetta come l’esito felice di una paziente pedagogia.
Attento studioso della Scrittura e delle tradizioni di Israele e della Chiesa. Achim Buckenmaier ci conduce sulle orme di Abramo, vero padre di tutti i credenti, riconosciuto da cristiani, ebrei e in qualche modo musulmani come l'incarnazione della fede in un unico Dio ed espressione di un lontano passato storico che emerge in tutta la sua sconvolgente attualità di fronte ai disorientamenti esistenziali del mondo moderno.
Carlo Maria Martini dedica le sue meditazioni ad Abramo, padre di una fede in cammino, simbolo di tutti coloro che cercano Dio. Abramo è nostro padre non solo «nella fede come vita vissuta», ma anche per il suo essere «modello esemplare dell’uomo in atteggiamento di accoglienza e di disponibilità». Il suo mettersi in marcia ci rammenta l’esigenza di affrancarci dall’ambiguità di un certo “credere di tradizione”e allo stesso tempo ci mette in guardia da coloro che «si sono fatti essi una propria idea di religiosità e combattono nel nome di essa tutti quelli che non la vedono allo stesso modo». Con le sue riflessioni, il cardinal Martini spiega ai lettori come la fede sia un cammino da intraprendere con il coraggio e la disponibilità di chi cerca e non ha paura di trovare qualcosa diverso e di più grande.
«Se vogliamo entrare nella sequela di Gesù, dobbiamo percorrere i sentieri della fede di Abramo. Per questo ho scelto di mettermi in ascolto dell’esperienza intensissima e luminosa del patriarca, pellegrino della fede e uomo dell’alleanza» (dall’Introduzione). Don Brovelli, rileggendo in chiave sapienziale la figura di Abramo, propone un itinerario di fede che ogni credente, presbitero o laico, deve percorrere per arrivare alla gioia della Terra promessa.
In questo commento discorsivo e scorrevole, Blenkinsopp esplora la storia biblica di Abramo, facendoci dono di un ritratto nuovo e creativo di questo intrigante antesignano per giudaismo, cristianesimo e islam. Mentre decifra i testi di Genesi 11-25, Blenkinsopp si concentra sull'arte letteraria e teologica della narrazione nel suo insieme. Egli discute inoltre una serie di questioni sollevata dalla saga di Abramo, tra cui la conferma delle promesse di Dio, il cosiddetto sacrificio di Isacco (anche in rapporto alla morte di Gesù) e il ruolo dell'altro figlio di Abramo, Ismaele. Ogni capitolo comprende poi una sezione intitolata «Colmare le lacune», che analizza con occhio critico una quantità di commenti ebraici, cristiani e islamici suscitati dal testo-base di Genesi nel corso dei secoli. Abramo ne esce illuminato di una luce nuova. Da storico esperto qual è, Blenkinsopp ci restituisce un riassunto solido ed essenziale del testo, delle sue affermazioni e delle sue ricche risorse per la fede. Concentrandosi infine sul ruolo e la funzione che la tradizione abramitica seguita a svolgere, al lettore e alla lettrice si spiega che cosa può significare il patriarca per i cristiani di oggi.
La figura di Abramo cosl come emerge dalla Scrittura e dal Midrash, la cui ricca fantasia scopre bene le caratteristiche di questo padre nella fede, modello di credente per il quale nulla h impossibile a Dio. Anni fa, leggendo midrashim, mi sono imbattuto in questa frase: Trattandosi di Abramo, non si pur mai dire". Il re Nimrod chiuse Abramo in prigione. Per un anno intero lo tenne prigioniero, senza acqua e senza pane. Passato un anno, mandr il capo delle sue guardie a prendere il prigioniero; questi gli rispose che, dopo un anno, in tali condizioni, il prigioniero non poteva essere vivo. Ma il re gli rispose: "Trattandosi di Abramo, non si pur mai dire". Piy tardi compresi la risposta del re. Abramo credeva che "nulla h impossibile a Dio. La fede di Abramo rende la sua vita piena di avvenimenti illogici, impossibili all'uomo abbandonato alle sue forze, ma che rispondono alla logica e alle possibilit` di Dio... "
Nell'esperienza ormai decennale dei Gruppi di ascolto, la Parola di Dio ha creato stimoli efficaci per la vita e la preghiera personale e comunitaria. Quest'anno a guidare la riflessione è il libro di Genesi, nel quale si attingerà luce per il discernimento spirituale e per scelte coraggiose che riguardano le particolari situazioni della famiglia, del mondo del lavoro e dell'integrazione tra genti e culture differenti. Al centro sta la figura del patriarca Abramo, padre nella fede, personaggio esemplare che illumina la sua vita con la Parola di Dio, quel Dio che ama rivelarsi in vicende tribali e familiari, dentro le quali agisce educando il suo popolo. Percorrendo il cammino di ascolto della Parola proposto nei Gruppi, in un clima di condivisione e di fraternità, saremo invitati a compiere, come Abramo, autentici passi nella fede per portare a tutti la gioia del Vangelo.
La storia di Abramo e Sara che ancora si ripete per tanti perseguitati e sfruttati della terra. E' questa la lettura che Mesters fa di queste due figure bibliche, patriarchi della fede che insegnano a sperare e ad affidarsi a Dio.
La tradizione ebraica presenta la storia di Abramo come una serie di dieci prove divine che gli consentono di apprendere l'obbedienza e di diventare un uomo di fede. Questo disegno, che non emerge direttamente dal testo della Genesi, ma prende forma nel midrash, indica un elemento fondamentale della narrazione biblica: la presenza di YHWH in tutto il percorso del patriarca, da quando lascia la sua terra fino all'incontro sulla montagna del sacrificio.L'esegesi classica non avrebbe mai colto questa costante dal momento che affida gli elementi unificanti della storia di Abramo al filo rosso delle due grandi promesse divine che riguardano la discendenza e la terra. In realtà, ciò che unisce profondamente gli episodi a volte diversi di questa storia è il rapporto che YHWH intesse pazientemente con Abramo; è al cuore di questa relazione che il patriarca acquisisce gradualmente la sua consistenza umana e spirituale apprendendo il significato della spoliazione.
L’Odissea e la Genesi sono, forse, i due libri che hanno maggiormente ispirato gli artisti e i santi della nostra storia. Ulisse e Abramo, entrambi viaggiatori, camminano quotidianamente in compagnia dell’ignoto e dell’imprevisto, con la certezza che il loro viaggio deve continuare, costi quel che costi, e la sola vera tentazione è quella di fermarsi.
A partire dal parallelismo tra le due figure, il volume parla di Abramo, il personaggio biblico spesso definito «padre dei credenti». A lui si rifanno infatti le tre grandi religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo, islam), ispirandosi tutte al ritratto che l’Antico Testamento delinea e reinterpretandone poi la fisionomia.
La tradizione ebraica è la prima a ‘rileggere’ Abramo per far fronte alle nuove sfide lanciate alla fede di Israele. Il Nuovo Testamento vede in Abramo la nuova «via» aperta dall’annuncio del Vangelo a un mondo di ebrei e gentili. Infine l’Islam si autodefinisce come la religione di Abramo.
In un momento in cui il dialogo interreligioso è diventato una vera scommessa, è importante riflettere su questa figura: essa aiuta a porre più seriamente la domanda sulle possibilità di comprensione e scambio tra le tre fedi. I credenti nel Dio unico possono certo imparare dall’ospitalità che animava il comune patriarca a rendere più umano l’oggi, traendo spunto anche da alcune felici esperienze della storia passata.
Note sull’autore
Jean-Louis Ska insegna al Pontificio Istituto Biblico (Roma). Presso le EDB ha pubblicato: Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per l’interpretazione dei primi cinque libri della Bibbia (1998, 72006, tradotto in francese, spagnolo e portoghese), L’argilla, la danza e il giardino. Saggi di antropologia biblica (2000, 22001), La strada e la casa. Itinerari biblici (2001), Abramo e i suoi ospiti. Il patriarca e i credenti nel Dio unico (2003), Cose nuove e cose antiche (Mt 13,52). Pagine scelte del Vangelo di Matteo (2004), Il libro sigillato e il libro aperto (2005), Israele nel deserto. Parola Spirito e Vita. Convegno di Camaldoli 2003. A cura di Alfio Filippi (13 CD audio, 2005), I volti insoliti di Dio. Meditazioni bibliche (2006) e Una goccia d’inchiostro. Finestre sul panorama biblico (2008).
Nelle interpretazioni dei primi secoli, la comunità cristiana, quando ricorre all'episodio di Abramo alle querce di Mamre, è principalmente interessata al problema dell'identità di Cristo e al rapporto con le Scritture giudaiche; dopo la svolta costantiniana, la Chiesa cattolica ha ormai conseguito un ruolo considerevole anche nell'orientamento della vita sociale; in questo modo, alcuni scrittori, si appellano all'episodio di Abramo alle querce di Mamre per sollecitare l'accoglienza degli stranieri, in un contesto caratterizzato dalla paura per la pressione dei barbari sui confini imperiali. Il testo fa parte dell'innovativa collana "I Padri della Chiesa - Temi biblici", che si pone l'obiettivo di far conoscere l'interpretazione dei Padri della Chiesa sugli episodi o le figure più significativi dell'Antico e del Nuovo Testamento. La collana vede la collaborazione di Edizioni Nerbini con Edizioni Paoline, casa editrice tradizionalmente molto attenta alle pubblicazioni scientifiche di interese patristico.