
Il libro
«La parabola è una proposta. Ognuno può rileggersela nel segreto della sua coscienza, farne motivo di meditazione, di riflessione, e divenire egli stesso giudice del proprio comportamento. Possiamo renderci conto se siamo coinvolti o no in quell'insegnamento, in quella virtù o in quel difetto. Come lo spettatore al teatro può rileggere nella sua vita ciò che avviene sulla scena, riflettere se ha somiglianze, riferimenti, coincidenze, con il comportamento presentato dall'attore, così la parabola è uno sceneggiato che fa pensare, utile ad un esame di coscienza.
I suoi protagonisti sono anonimi per dare ad ognuno di noi la possibilità di mettervi il proprio nome, se e dove va messo, e trame le conseguenze. È come un giudice segreto che mi sollecita ad un confronto e mi fa capire se sto agendo bene o male. Tutto nel rispetto della mia privacy...
Si tratta di cogliere, di scoprire nelle parole del Signore quanto di nascosto il mondo ancora non sa e non comprende e ci viene invece rivelato come strada da percorrere per la nostra salvezza. Sta qui la preziosità delle parabole di Gesù. Richiedono la nostra ammirazione, la nostra gratitudine, il nostro coinvolgimento per essere veramente suoi discepoli» (EZIO MOROSI).
In queste pagine sono presentate alcune coppie di cui la Bibbia racconta: Adamo ed Eva, Isacco e Rebecca, Sansone e Dalila, Élkana e Anna, Tobi e Anna, Osea e Gomer, Aquila e Priscilla. L’autore ricostruisce i loro amori e i loro tradimenti, le loro famiglie e i loro amici, le gioie e i dolori, i dubbi e gli entusiasmi. Vicende che sembrano appartenere ad un altro tempo e ad un’altra cultura e che invece appaiono sorprendentemente vicine a quelle vissute oggi da tante coppie di sposi.
Don Aristide Fumagalli è sacerdote dal 1991 ed ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, con una tesi su Maurice Blondel. Insegna Etica Teologica, fondamentale e sessuale, presso il Seminario Arcivescovile e l’Istituto Superiore di Scienze religiose di Milano. Svolge inoltre attività pastorale nella cittadina di Limbiate (MI), dove opera, in particolare, nell’ambito dei gruppi familiari e dei corsi di preparazione al matrimonio. E proprio dall’ascolto di numerose coppie è nato questo testo.
In queste pagine sono presentate alcune coppie di cui la Bibbia racconta gli amori e i tradimenti, le storie familiari e gli amici, le attese e le delusioni, le gioie e i dolori, i dubbi e gli entusiasmi.
Vicende lontane nel tempo, ma in realtà vicine a quelle vissute oggi da tante coppie; questa sintonia permette di scoprire una verità sorprendente e consolante: l’amore tra un uomo e una donna, la vita a due, è da sempre conosciuta e amata nella buona e nella cattiva sorte, da Colui che l’ha pensata e creata.
Tra gli argomenti trattati: Adamo ed Eva: luci e ombre dell’amore Abramo e Sara: il desiderio di un figlio Isacco e Rebecca: lo sguardo sui figli Giuseppe e la moglie di Potifar: il prezzo della fedeltà Boot e Rut: l’amore oltre la vedovanza Davide e Betsabea: l’attrazione fatale Giuseppe e Maria: il segreto dell’intesa Pilato e la moglie: il diverso modo di ragionare Aquila e Priscilla: la famiglia chiesa domestica
Dio si presenta alle porte del Paradiso e vede due file: una sterminata, con migliaia di uomini, e una composta da un solo uomo. Allora domanda a quelli della fila enorme: «Chi siete voi?» «Siamo gli uomini che per tutta la vita si sono fatti comandare a bacchetta dalle mogli». Poi si gira verso l’altra fila: «E tu cosa ci fai lì?» «E che ne so?, è mia moglie che mi ha detto di mettermi qui!» Non sono un atleta. Ho cattivi riflessi. Una volta sono stato investito da un’auto spinta da due tizi. Non c’è niente di più serio dell’umorismo. Soprattutto di quello ebraico, al cui immenso patrimonio Woody Allen, come molti altri comici, deve la sua comicità caustica e rivelatrice. Nessuno viene risparmiato – nemmeno se stessi – in questa raccolta di storielle tratta dall’imprescindibile Bibbia dell’umorismo ebraico del rabbino e filosofo francese Ouaknin, il sancta sanctorum che custodisce quel graffiante e inconfondibile humour, e presentata ora da Moni Ovadia: madri, mariti, mogli, figli, rabbini, spacconi, insolenti, ruffiani, medici, pazienti, psicanalisti e idioti. Un villaggio universale dove ciascuno non farà fatica a riconoscere qualcun altro – purché non ci sia uno specchio... Senza tralasciare il principale protagonista dell’umorismo ebraico: Dio in persona, ovviamente. Perché come tutti sanno, da Abramo a Woody, l’ebreo ride con Dio o contro Dio, ma mai senza Dio. Caustiche, ironiche, tenere, tragiche, indulgenti, lucide, paradossali, e terribilmente comiche, queste storielle e battute yiddish sono uno scandaglio dell’animo umano, di cui portano a galla con un guizzo le verità deposte sul fondo, per alleggerirlo. Perché se in ebraico la malattia è definita come pesantezza dell’essere e la salute come leggerezza, la cura è innanzitutto una: ridere. «Ho dodici anni. Vado alla sinagoga. Chiedo al rabbino qual è il significato della vita. Lui mi dice qual è il significato della vita, ma me lo dice in ebraico. Io non lo capisco, l’ebraico. Lui chiede seicento dollari per darmi lezioni di ebraico». Woody Allen
"Era felice al vento, lo accoglieva in ascolto.
Era di quelli che afferrano una frase
dove gli altri intendono solo un chiasso."
Mosè, primo alpinista, è in cima al Sinai.
Inizia così il suo corpo a corpo con la più
potente manifestazione della divinità.
E disse: con questo verbo la divinità crea e disfa, benedice e annulla. Dal Sinai che scatarra esplosioni e fiamme, vengono scandite le sillabe su pietra di alleanza. Nell'impeto di un'ora di entusiasmo un popolo di servi appena liberati si sobbarca di loro: "Faremo e ascolteremo". Luogo di appuntamento è il largo di un deserto, dove la libertà è sbaraglio quotidiano. Notizia strepitosa: nell'antico Ebraico, madrelingua, le parole della nuova legge sono rivolte a un tu maschile.
Le donne guardano con tenerezza gli uomini commossi e agitati. Il dito scalpellino che scrive in alto a destra: "Anokhi", Io, è il più travolgente pronome personale delle storie sacre.
Una linea non minoritaria dell'esegesi lucana continua a ritenere che il terzo evangelista abbia notevolmente affievolito il ruolo della croce di Gesù e le abbia negato uno specifico valore salvifico. A differenza di Paolo e di Marco, Luca non conosce una Theologia crucis ma solo una Theologia gloriae. Il presente studio intende sottoporre una simile convinzione al vaglio critico di un'indagine esegetica del racconto lucano della passione. Essa prende le mosse dal testo di Le 22,37 ed è impostata secondo una metodologia che tende a coniugare l'istanza storico-critica con quella sincronico-narrativa. Il passo di Le 22,37, contiene la citazione di ls53,12d e quindi rinvia al quarto carme del servo di jhwh. La ricerca, che mira ad identificare il peso e la funzione ermeneutica di ls53,12d prima all'interno del quarto carme isaiano e poi nella sezione narrativa di Le 22-23, approda a conclusioni diametralmente opposte rispetto alla tesi sopra ricordata. Proprio il riferimento alla figura profetica del servo di jhwh, sottostante all'interno lucano della passione, permette di affermare non solo che Luca attribuisce alla morte in croce di Gesù un preciso valore salvifico ma che egli ne fornisce una propria singolare interpretazione, in rapporto coerente ed anzi fondativo con le prospettive che la critica gli riconosce peculiari, vale a dire la rivelazione della misericordia di Dio e la teologia della storia.
Eco di un percorso interiore proprio di chi frequenta quotidianamente la parola di Dio, questo volume propone una raccolta di omelie inedite sui vangeli delle domeniche dell’anno. Seguendo il Vangelo secondo Luca, padre André Louf, con un linguaggio semplice e con profondità spirituale, offre una traduzione vitale del messaggio evangelico e ci fa riscoprire il primato assoluto della misericordia: una “buona notizia” che può essere sempre nuova per gli uomini e le donne di ogni tempo.
André Louf (1929-2010) è stato uno dei più autorevoli maestri spirituali del nostro tempo. Monaco e poi abate dell’abbazia trappista di Mont-des-Cats, ha contribuito con i suoi scritti e la sua umile sapienza alla riscoperta degli elementi essenziali della vita cristiana in occidente e al rinnovamento della vita monastica. Presso le nostre edizioni ha pubblicato, oltre ad altre due raccolte di omelie, i volumi L’uomo interiore e Discernimento: scegliere la vita.
Padre André Louf si rivolge a tutti gli uomini e le donne che cercano nella parola di Dio la luce e il nutrimento per il loro cammino. In queste omelie inedite, di profonda qualità spirituale, accompagna il lettore attraverso le domeniche dell'anno spiegando la Scrittura: seguendo ciò che la chiesa e la liturgia propongono, ci fa conoscere il Vangelo secondo Marco, ci fa scoprire la profonda novità cui il vangelo rimanda e svela il vero volto di quel Gesù nel quale riponiamo la nostra fede.
Anche i discepoli che conosciamo con il nome di apostoli hanno vissuto la fatica di seguire Gesù! Hanno fatto fatica ad essere discepoli prima e dopo la Risurrezione di Gesù. Questo testo vuole: - raccontare proprio questa fatica - aiutare a liberare il cuore da quelle cose che non permettono di essere discepolo di Gesù - aiutare a vedere il mondo con occhi diversi - evidenziare le tracce indicateci dal divin Maestro. Le meditazioni offerte riguardano - il senso - le caratteristiche - i contenuti del discepolato cristiano, e sono scritte in modo semplice e avvincente.
La Bibbia non è nata già fatta. Né l'Antico né il Nuovo Testamento hanno avuto una storia anche solo vagamente lineare. In effetti, tutta la vicenda di come la Bibbia è giunta a essere il testo che noi oggi conosciamo - fissato nel canone ebraico e in quello cristiano - è molto più affascinante di quanto ci si potrebbe aspettare. Quella che narra Michael Satlow è dunque la storia altamente romanzesca di un certo numero di testi, scritti in periodi storici differenti, da persone differenti, in lingue differenti e per scopi differenti, che per una serie di contingenze storiche alla fine sono diventati il primo libro dell'umanità. In maniera inaspettata e unica, questi testi dopo secoli di dibattiti e di intricate vicende, e dopo essere rimasti dormienti e impolverati negli archivi di un tempio periferico del Medio Oriente - sono stati infine riconosciuti come vera "parola di Dio" da ebrei e cristiani. Ma questo è avvenuto solo molto tempo dopo: almeno mille anni dopo le prime composizioni. I protagonisti di questa epopea sono molti e spesso oscuri e anonimi; ci sono gli scribi, i traduttori, gli stranieri e le guerre, i sacerdoti, i re e i profeti, i babilonesi, gli assiri, gli egizi, i greci e i romani. Finché, per motivi sostanzialmente politici, il partito dei sadducei decise di dare alle parole rinvenute nel Tempio di Gerusalemme un valore di legge, coinvolgendo in questo anche il neonato movimento cristiano, fino ad allora pressoché inconsapevole dell'esistenza delle Scritture.