
Con questo Frédéric Manns - considerato uno dei maggiori esperti del Nuovo Testamento e del Giudaismo - non si propone di scrivere una biografia di Gesù in senso «storico-critico»; il suo scopo, piuttosto, è di ricollocare i Vangeli nel loro contesto originale. Sottolineare l'ebraicità di Gesù (Yehoshuà') può sembrare superfluo a qualcuno, ma molti cristiani sembrano ancora ignorare questo dato di fatto e restano così culturalmente estranei alle proprie radici. Yehoshuà nasce nella Palestina controllata dai romani. La sua predicazione si svolge in un periodo in cui Israele, che pure subisce il fascino della civiltà ellenistica, è agitato da sussulti messianici: nella società dell'epoca è particolarmente diffusa, a tutti i livelli, la speranza di un intervento divino che liberi il paese dalla dominazione straniera. Di fronte alle opere e alle parole del giovane maestro nazareno, gli ebrei reagiscono talvolta con entusiasmo, talaltra con scetticismo. È un profeta? È il messia? O è semplicemente uno dei tanti impostori ed esaltati che si manifestano in quel tempo di tensione politica e spirituale? Con un ritmo incalzante, il racconto di padre Manns rievoca la vita di Gesù sullo sfondo dei riti, delle speranze e delle delusioni degli ebrei del I secolo, senza trascurare i dubbi dei discepoli, l'ambiguità dei saggi, e la crescente diffidenza delle autorità nei confronti del rabbi galileo, fino al dramma del suo arresto e della sua crocifissione.
Ha ancora senso sposarsi o è meglio prendersi un cane, un gatto, un porcellino d'India? La tesi del libro è che sposarsi sia sensatissimo e richieda due grandi alleati: la fede in Dio e fiumi di ironia. Grazie all'ironia, una moglie può ridere di tutto e soprattutto di se stessa e delle sue scoperte, come il potere salvifico delle uova, non tanto per l'anima, quanto per gli affamatissimi familiari, quando è tardi e non c'è niente di immediatamente commestibile per cena. L'autrice, malgrado la sua vita sconclusionata, in cui fa il bucato di notte e nei week end, manco fosse un hobby, ha scoperto il segreto della felicità coniugale e da allora va ripetendolo a tutti: «Amatevi finché morte non vi separi». Per riuscirci, sconsiglia di perdere tempo aspettando il principe azzurro o Mr Giusto e invece incoraggia ad arruolare alla causa del matrimonio un brav'uomo, ovvero un classico esemplare maschile, capace di fare una sola cosa per volta, di dire sempre la frase sbagliata e di non trovare mai niente nei cassetti, ma disposto a farsi muro, per proteggere sua moglie e amarla come la propria carne. Per contribuire alla riuscita del matrimonio si consigliano alle mogli un regolare training di esercizi di perdono e tecniche di accoglienza e allenamento alla gratitudine, accettando di passare sopra al fatto che il marito non sia perfetto. Se Dio si è fidato abbastanza degli sposi da fargli amministrare il sacramento del matrimonio, a loro spetta fidarsi di Lui, che li ha abbinati per la loro felicità, confidando che sarebbero riusciti a tenere tutto insieme.
Quali sono i fattori che nel corso dei secoli hanno favorito la diffusione della pedofilia nel clero? Perché la Chiesa non ha voluto o potuto fronteggiare lo scandalo degli abusi sessuali? Come sono cambiati il giudizio e la percezione di questi reati? Domande complesse a cui si dà risposta con una storia della violenza subita o commessa, talvolta in forma esplicita, più spesso in modo insidioso, attraverso rapporti di intimità fatti di confidenze, prossimità, condivisioni. Le strategie messe in atto per tenere in segreto i crimini o per punire i criminali, per tutelare la Chiesa o le vittime degli abusi, per denunciare i fatti anche a costo di ingigantirli, o minimizzarli anche a costo di insabbiarli, sono indagate tenendo insieme norma e prassi, enunciati e pratiche, precetti e comportamenti, reati e peccati. Episodi e casi concreti del passato e del presente, ricostruiti con rigore interpretativo e con un'attenta analisi dei documenti, aiutano così a far luce sull'evoluzione storica dei crimini sessuali del clero.
All'inizio di tutto, quando non c'era nulla se non quell'Inizio, c'erano l'amore, la gratuità, la comunione Tutti ci chiediamo: possiamo vivere assieme in questa epoca di individualismo assoluto? Quali relazioni stabilire? Da dove può nascere la speranza di una vita in comune? Quali sono le forze che possono purificare l'amore e renderlo costruttivo? L'autore di questo breve ma profondo libro ci aiuta a ricercare, in una visione antropologica e biblica, le radici della nostra convivenza su questa terra.
Le famose Losungen, testi biblici e meditazioni giornaliere, preparate ogni anno, a partire dal 1731, dalla Chiesa evangelica dei Fratelli Moravi (Unità dei Fratelli di Herrnhut). La presente edizione, tradotta e adattata per il lettore italiano, è la 293a. Introduzione di Paolo Ricca. In appendice il Lezionario comune riveduto (Revised Common Lectionary) per il 2023.
Guardare il giornalismo in generale e magari criticarlo è troppo semplice quanto riduttivo. Il giornalismo spesso risulta errante, perché ascolta poco o male e, con altrettanta frequenza, fa scarso uso delle orecchie del cuore. Gli autori offrono alle Chiese locali ed ai rispettivi operatori un supporto tascabile con spunti di riflessione e un glossario che gli stessi hanno elaborato a seguito della lettura del Messaggio 2022 del Papa in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, qui proposto in versione integrale.
La vicenda umana e spirituale di don Tonino Bello ripropone in chiave profetica la promozione di un laicato maturo nella Chiesa. Affidando all’Azione cattolica l’impegno della testimonianza laicale,
la invita ancora oggi a percorrere la via della santità «fino in cima», senza esitazioni o compromessi.
La nuova edizione del volume, arricchita da una prefazione di Marcello Semeraro, custodisce un tesoro prezioso di discorsi e documenti che don Tonino ha rivolto a giovani e adulti di Ac, divenendo strumento per la vita spirituale di chi ha responsabilità educative e patrimonio vivo per le generazioni future.
Un ampio quadro della teologia di Ireneo di Lione, recentemente proclamato dottore della Chiesa per il suo contributo all'unità nella fede, apre la raccolta con l'intento di far conoscere una esemplare sintesi e lezione di metodo teologico. Seguono poi studi su Ambrogio (il paradiso terrestre, la creazione dell'uomo e della donna), Girolamo, Gregorio Magno e Agostino letto dai medievali; completano la raccolta due questioni pastorali: il senso della domenica e l'arte di evangelizzare.
Le Perle di don Dolindo raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi del sacerdote e mistico napoletano. Sono perle attraversate da un unico «filo»: essere il nulla in Dio e portare Dio tra gli uomini.
L'autore sonda la profondità degli eventi che seguirono la nascita di Gesù: la sua vita nella Santa Famiglia di Nazaret, le vicissitudini vissute da quest'ultima a Betlemme, in Egitto e a Nazaret, il ministero di Giovanni il Battista. Lungi dal voler colmare le lacune dei Vangeli, intendiamo piuttosto gustare, per ognuno dei temi sopra elencati, i testi biblici e i luoghi geografici, l'ambiente e le tradizioni, in altre parole tutto quanto costituisce l'humus vitale in cui è fiorita la nostra salvezza. Si approfondiscono le testimonianze letterarie e archeologiche, attingendo alle sorgenti della nostra fede. La nostra salvezza, infatti, è storica. Dio è entrato nel tempo e nello spazio: in Cristo il Regno dei Cieli è disceso sulla terra e si è "nascosto" nelle pieghe dell'umanità. Cercare, per quanto possibile, di meditare la vita nascosta di Cristo nella Santa Famiglia di Nazaret significa addentrarsi nel Santo dei Santi dell'Amore di Dio, che "ha messo la sua tenda in noi" (Gv 1,14). Nel progetto di Dio, il nascondimento è già Rivelazione e questo ha delle risonanze esistenziali immense: ciò che è nascosto, quotidiano, apparentemente banale nella nostra vita, in Cristo può divenire pieno di Dio.
Uno studio della creatività secondo Nikolaj Berdjaev con il taglio originale della vita come comunione fondata nell’amore del Padre. È questo che costituisce l’ambito della vera creatività quale realtà che appartiene al regno e si rende presente nella Chiesa, penetrandola con la dimensione escatologica della nuova e definitiva creazione che le è propria.
Nikolaj Berdjaev è senza alcun dubbio un autore geniale e ispirato. Qui Andrej Brozovič, dopo averne offerto una presentazione complessiva, si sofferma sulla questione della creatività e sul fatto che Berdjaev abbia colto come la vera dimensione fondante della creatività costituisca un cambiamento così radicale dell’esistenza umana da renderla non più corruttibile, non più raggiungibile dal male della morte. La creatività non significa dunque creare delle forme per avere sensazioni di cambiamento. Significa piuttosto cogliere la novità dell’esistenza umana avvenuta con Cristo. Perciò, in un certo senso, è ovvio che per Berdjaev solo la Chiesa è veramente creativa. Una Chiesa intesa non come istituzione religiosa, ma come corpo di vita.
Questo studio fa vedere che il contributo dei cristiani al cammino dell’umanità non è tanto una conoscenza legata al mondo delle idee o agli approcci e alle metodologie delle diverse scienze, ma un rinnovo dell’intelligenza che avviene con l’accoglienza di una vita che in sé stessa è costituita come relazione, come comunione, come un considerare l’altro, uno sperimentarsi fondati nell’altro. Questa vita non è frutto del nostro impegno, ma l’accoglienza di un dono. E l’accoglienza del dono ci trasforma nel dono. In un certo senso si può dire che, secondo Berdjaev, noi cristiani non abbiamo ancora esplorato i diversi campi dell’esistenza umana perché ci siamo troppo velocemente istituzionalizzati e abbiamo istituzionalizzato anche la mente e il processo stesso della conoscenza.
È la vita come comunione fondata nell’amore del Padre ad essere l’ambito della creatività, perché ciò che è vissuto in questa esistenza ecclesiale agapica viene bagnato di immortalità, ossia di risurrezione. È la vera crea­tività, e solo quella, che fa vivere in modo definitivo. Perciò appartiene al regno che si rende presente nella Chiesa e la penetra con la dimensione escatologica della nuova e definitiva creazione che le è propria.
Indice:
Introduzione * 1. La tentazione dell’uomo: agire da solo * 2. La visione di Berdjaev: la “cristologia dell’uomo” * 3. L’uomo nella creatività sperimenta la profondità della figliolanza * Conclusione * Bibliografia * Indice degli autori citati